Via libera di Google Bard in Europa e quindi primo scoglio privacy superato.
Dopo aver rimandato il lancio in Europa al fine di conformarsi al GDPR, Google ha infatti da qualche giorno reso disponibile agli utenti dell’Unione europea e quindi in Italia “Bard”, un sistema di IA generativa che rientra tra i Large Language Model (LLM) e che è ancora in via sperimentale[1], come dichiarato dalla stessa Google.
La privacy policy di Google Bard
Google Bard si inserisce in un contesto in cui le Autorità europee, a partire dal Garante per la Protezione dei Dati Personali con il provvedimento emesso nei confronti di ChatGPT, prestano particolare attenzione al rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali da parte dei sistemi di IA.
Sul punto, Google ha messo a disposizione degli utenti di Bard, oltre al rinvio alla “Privacy e termini” generali, una sezione denominata “Centro per la privacy di Bard” (“privacy hub”) in cui sono presenti l’informativa sul trattamento dei dati personali e delle faq per gli utenti. Inoltre, per accedere al servizio è necessario avere un account Google personale (oppure un account Google Workspace per il quale l’amministratore ha attivato l’accesso a Bard) eil limite di età imposto per poter utilizzare il sistema è di 18 anni. Al fine di rispettare i limiti di età dichiarati, Google non consente di accedere a Bard «con un account Google gestito tramite Family Link o con un account Google Workspace for Education che risulta appartenere a qualcuno che ha meno di 18 anni».
Bard e la protezione dei dati personali
Per quanto riguarda gli aspetti relativi alla protezione dei dati personali, nel momento in cui si decide di utilizzare Bard e si effettua il primo accesso con il proprio account Google si apre una pagina con i “Termini e privacy, i tuoi dati e Bard” in cui viene fornita l’informativa[2] sul trattamento dei dati personali e vi è il richiamo ai termini di servizio con i link rispettivamente ai “Termini di servizio di Google” e ai “Termini di servizio aggiuntivi dell’IA generativa”.
Nella propria informativa Google dichiara di raccogliere:
- le informazioni relative alle conversazioni con Bard,
- le informazioni relative all’utilizzo del prodotto,
- le informazioni sulla posizione e
- il feedback rilasciato dall’utente.
Google specifica che utilizza i dati raccolti nel rispetto della normativa, «per fornire, migliorare e sviluppare prodotti e servizi e tecnologie di machine learning di Google, inclusi i prodotti aziendali di Google come Google Cloud».
Cos’è Google Bard
Il sistema Google Bard viene descritto come un’IA sperimentale basata sul modello PaLM 2 di Google, che consente di collaborare con l’IA generativa. In particolare, Google afferma che Bard può essere utilizzato come collaboratore creativo per potenziare l’immaginazione, migliorare la produttività e aiutare a dare vita alle proprie idee.
Dal punto di vista tecnico, continua la stessa Google, Bard è un modello linguistico che «impara “leggendo” miliardi di parole che lo aiutano a individuare i pattern che compongono il linguaggio umano»; il modello «è stato pre-addestrato su una serie di dati provenienti da fonti disponibili pubblicamente ed è questo pre-addestramento che permette al modello di imparare a rilevare modelli linguistici e a utilizzarli per prevedere la probabile parola successiva o le probabili parole successive in una sequenza».
Accesso alle nostre conversazioni su Bard
Va notato, inoltre, che le conversazioni con Bard sono accessibili a dei revisori che «leggono, annotano ed elaborano le tue conversazioni con Bard». Sul punto,Google dichiara che nell’ambito dell’attività dei revisori «adottiamo misure volte a proteggere la tua privacy»; in particolare, le conversazioni che i revisori vedono non sono associate ad alcun account utente, viene utilizzato un campione casuale per la revisione da parte di persone fisiche ed è esaminata solo una parte di tutte le conversazioni.Infine, viene chiesto all’utente di«Non includere informazioni che possano essere utilizzate per identificare te o altri utenti nelle conversazioni su Bard».
Conservazione dati
Un’altra informazione rilevante in relazione al trattamento dei dati personali riguarda il periodo di conservazione. Infatti, Google dichiara che per impostazione predefinita conserva le attività di Bard per un massimo di 18 mesi. Tale periodo, tuttavia, può essere cambiato dall’utente in 3 o 36 mesi all’indirizzo myactivity.google.com/product/bard.
Che può fare l’utente
Sempre in ottica di possibili configurazioni da parte dell’utente, vi è la possibilità di modificare le impostazioni per: evitare che Bard salvi le conversazioni nell’account Google, rivedere i prompt o eliminare dal proprio account le conversazioni su Bard.
In ogni caso, Google specifica che «le conversazioni su Bard che sono state esaminate o annotate da revisori non vengono eliminate quando elimini la tua attività di Bard, perché sono conservate separatamente e non sono collegate al tuo Account Google. Vengono invece conservate per un massimo di tre anni». Infine, è indicato che quando l’attività di salvataggio delle conversazioni di Bard sia disattivata, le stesse sono conservate nell’account fino ad un massimo di 72 ore al fine di consentire a Google di fornire il servizio.
Le basi giuridiche di Bard
L’utente ha altresì la possibilità di opporsi al trattamento e di chiedere la correzione di eventuali informazioni errate che lo riguardano.
Passando ora alle basi giuridiche, Google indica le seguenti:
- adempimento di un contratto «in modo da poter fornire e mantenere il servizio Bard che hai richiesto ai sensi dei Termini di servizio di Google e dei Termini di servizio aggiuntivi per l’IA generativa. Ad esempio, trattiamo le tue informazioni per generare la risposta migliore alle query degli utenti su Bard e per fornire la funzionalità “Cerca su Google” e altre»;
- interessi legittimi di Google e di terze parti. Sotto la base giuridica menzionata, Google dichiara che vengono trattate sia informazioni da fonti accessibili pubblicamente, sia le informazioni dell’utente di Bard al fine di «poter fornire, mantenere, migliorare e sviluppare prodotti, servizi e tecnologie di machine learning di Google» e di «mantenere la funzionalità, la sicurezza e l’affidabilità di Bard, ad esempio rilevando, prevenendo e rispondendo ad attività fraudolente, abusi, rischi legati alla sicurezza e problemi tecnici che potrebbero interessare Google, i nostri utenti o il pubblico»;
- obblighi di legge.Google dichiara di trattare i dati «per ottemperare a eventuali leggi o regolamenti vigenti, procedimenti giudiziari o richieste governative con forza esecutiva (ad esempio, se riceviamo una richiesta di tipo legale relativa alle informazioni da parte di un’autorità governativa)».
In fondo all’elenco delle basi giuridiche si trova anche il consenso. Rispetto a quest’ultimo, tuttavia, Google dichiara che lo stesso potrebbe essere richiesto in futuro per «scopi specifici». Si desume, pertanto, che ad oggi, seppur menzionata, non sia tra le basi giuridiche utilizzate.
Conclusioni
L’aver posticipato il lancio di Bard in Ue, al fine di conformare lo strumento alla disciplina sulla protezione dei dati personali, evidenzia l’attenzione posta da parte di Google al tema della protezione dei dati personali, dovuta sicuramente anche all’attività che stanno svolgendo le Autorità.
Ciò è di fondamentale importanza poiché sottolinea che l’attenzione posta delle Autorità può portare anche ad una responsabilizzazione dei player che intendono mettere sul mercato dei sistemi di questo tipo, spingendoli a considerare anche i diritti degli utenti nello sviluppo degli stessi, nel rispetto del principio di privacy by design.
[1] https://ai.google/static/documents/google-about-bard.pdf