Perché si parla tanto di TikTok visto che, nonostante i numeri notevoli, in fondo, non si tratta del social network più grande del mondo e nemmeno del più utilizzato? Se ne parla, forse, perché è la prima volta che un social network cinese diventa globale, potendosi insinuare nelle nostre abitudini ed utilizzare i nostri dati personali.
Forniamo quindi una panoramica delle problematiche che TikTok – come la maggior parte delle altre piattaforme ai loro albori – dovrà affrontare per diventare un social network globale e raccomandabile: censura, disinformazione, incitamento ad azioni pericolose, pedofilia, terrorismo, violazione della privacy, rischi per la reputazione personale e pericoli per la sicurezza nazionale.
Cos’è e come funziona TikTok (per i non-adolescenti)
TikTok, conosciuto anche come Douyin in Cina, è un social network cinese lanciato nel settembre 2016, inizialmente con il nome di “Musical.ly“.
Gli utenti possono creare brevi clip musicali di durata variabile tra i 15 e i 60 secondi ed eventualmente modificare la velocità di riproduzione, aggiungere filtri ed effetti particolari.
Al momento si calcolano più di 12 milioni di video pubblicati ogni giorno, da tutte le parti del mondo ed in tutte le lingue.
Inoltre TikTok, sfrutta un’intelligenza artificiale per analizzare gli interessi e le preferenze degli utenti dell’applicazione, in modo tale da poter personalizzare singolarmente i contenuti ad essi proposti.
Facebook vs TikTok
Ad oggi, TikTok può essere considerato come un competitor da temere nel panorama dei social network. In India, ad esempio, gli utenti fidelizzati a TikTok sono superiori a quelli di Instagram.
Di seguito alcuni elementi distintivi della potenza sul mercato di questo social:
- conta circa 800 milioni di utenti.
- rappresenta una piattaforma immersiva ed una nuova esperienza unica, con il vantaggio di sfruttare un intelligenza artificiale, utilizzando a pieno lo smartphone.
- la community di TikTok è molto forte a differenza, ad esempio, di quella di Snapchat.
Non a caso, la crescita di sua popolarità a destato l’attenzione del maggiore player mondiale, ovvero, Facebook. Ecco perché Mark Zuckerberg con il suo team, sta pensando ad alcune contromisure.
Prima fra tutte è Reels, la nuova funzionalità di Instagram, che sarà lanciata in Brasile, USA e Sud America, individuati come mercati potenzialmente più ricettivi.
Reels copia TikTok, dando la possibilità agli utenti che la utilizzano di far comparire i propri contenuti nella sezione explore di Instagram, dandogli maggiore visibilità e per questo incentivando gli stessi utenti a usarla.
Un’altra mossa è stato il lancio di “Lasso”, nuova app indipendente e molto simile a TikTok.
Chi c’è dietro TikTok
Nel novembre 2017 l’azienda cinese ByteDance, sviluppatrice dell’aggregatore di notizie Toutiao, ha acquistato Musical.ly per una cifra intorno ai 750 milioni di euro; successivamente, il 2 agosto 2018 ByteDance unisce attraverso un aggiornamento, le piattaforme TikTok e Musical.ly al fine di allargare la base utenti, mantenendo TikTok come nome, con il risultato di poter disporre di un bacino di circa 800 milioni di utenti.
ByteDance è una società tecnologica che gestisce una serie di piattaforme di contenuti che informano, educano, intrattengono e ispirano le persone attraverso lingue, culture e aree geografiche.
Come recita il sito web istituzionale:
“Le piattaforme di ByteDance hanno lo scopo di aiutare gli utenti a esplorare e scoprire la creatività, la conoscenza e i momenti del mondo che contano nella vita di tutti i giorni, consentendo a tutti di essere un creatore direttamente dal proprio smartphone. Ci impegniamo a creare un ambiente online sicuro, sano e positivo per tutti i nostri utenti.”
Sicuro fino a che punto?
Ecco una raccolta di temi caldi e controversi che hanno a che fare con alcune delle maggiori preoccupazioni sulla sicurezza di questa piattaforma.
Privacy degli utenti, sicurezza nazionale e censura
ByteDance è tenuta a rispettare le leggi della Cina e questo può essere un problema di sicurezza nazionale, dal punto di vista delle leggi americane.
Il Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti, il CFIUS, un organo federale che esamina le acquisizioni straniere di aziende americane per motivi di national security, è stato attivato dal governo americano per rivedere la pericolosità dell’accordo che ha portato Musical.ly ad essere acquisita dall’azienda cinese ByteDance.
Il congresso americano attraverso le segnalazioni di alcuni senatori come il repubblicano Tom Cotton, ha annunciato di aver scritto una lettera al direttore dell’intelligence americano Joseph Maguire chiedendo una valutazione dei rischi per la sicurezza nazionale.
La richiesta, arrivata una settimana dopo che Mark Zuckerberg ha affermato che l’app stava bloccando i contenuti in favore dei manifestanti di Hong Kong da parte degli utenti americani, ha rappresentato un punto critico della piattaforma video, scaricata 80 milioni di volte negli Stati Uniti.
Nessuno sa davvero come il sito modera i contenuti.
Secondo un rapporto del The Guardian, TikTok insiste sul fatto che non censura i contenuti su Hong Kong dei suoi utenti ma che i video relativi alle proteste tendono semplicemente a non diventare virali e quindi non interessanti per gli utenti da condividere.
Quindi una naturale selezione dell’algoritmo che segue il volere degli utenti.
Sempre secondo questa inchiesta, TikTok, istruisce i suoi moderatori a censurare i video; in particolare quelli che contengono menzioni di Piazza Tiananmen, l’indipendenza tibetana o il gruppo religioso bandito dal Falun Gong.
Secondo alcuni documenti trapelati, le linee guida per la moderazione della piattaforma cinese coincidono con alcuni punti fondamentali della politica interna ed estera del governo cinese.
Anche secondo un’indagine del Washington Post, quando si cerca Hong Kong su TikTok non appare nulla.
L’azienda cinese risponde ufficialmente che il social network serve solo per intrattenimento e non per la politica; così il Washington Post fa lo stesso test con l’hashtag “Trump” scoprendo che escono contenuti che favoriscono la campagna elettorale del 2016, smentendo l’ambigua presenza ed assenza di alcuni contenuti sulla piattaforma.
Il funzionamento delle linee guida è molto semplice poiché il materiale vietato viene diviso in due categorie:
- i contenuti contrassegnati come “violazione”, vengono cancellati dal sito.
- le infrazioni minori, contrassegnate come “visibili a se stesse”, vengono limitate nella loro diffusione.
Il sospetto sul quale si indaga, in questo momento, è che i dati degli utenti e le decisioni sui contenuti che girano su TikTok, sono nelle dirette disponibilità del governo Cinese.
Un caso paradigmatico di come l’azienda agisce e secondo quali leggi è quello di caso di Feroz Aziz, 17enne del New Jersey che ha denunciato la repressione cinese nello Xinjiang su TikTok in un finto tutorial su come allungarsi le ciglia per evitare la censura da parte della piattaforma.
Il video diventa virale con milioni di visualizzazioni e TikTok blocca l’account cancellando il video “momentaneamente”.
Vanessa Pappas, direttore generale di TikTok per gli Stati Uniti, ha smentito le accuse, dichiarando che il team di gestione dietro l’app è e rimarrà indipendente dalle richieste del governo cinese e che la società sta creando un gruppo dirigente con sede negli Stati Uniti.
Questo gruppo avrà il compito di moderare i contenuti seguendo le linee guida della comunità locale.
Ma secondo The Verge, ex dipendenti statunitensi hanno affermato che i moderatori con sede a Pechino hanno sempre avuto l’ultima parola sull’approvazione dei video segnalati e che i loro tentativi di persuadere le squadre cinesi a non bloccare o penalizzare determinati video sono stati regolarmente ignorati.
Inoltre tutto ciò avrebbe luogo, per evitare penalità ed imposizioni già ricevute in passato da parte del governo cinese su altre app ByteDance.
A sostegno di questa tesi un ex manager di ByteDance rincara la dose dichiarando: “Vogliono essere un’azienda globale ma i soldi e quindi le decisioni, vengono sempre prese da lì (Cina)”.
Tuttavia l’azienda cinese rassicura sul fatto che i dati sono archiviati negli Stati Uniti ed a Singapore. Non in Cina come tanti potrebbero immaginare.
Dunque nulla di cui preoccuparsi giusto?
Non secondo Alex Stamos, ex capo della sicurezza di Facebook che puntualizza dicendo: “dove i dati sono archiviati è praticamente irrilevante: la leva che il governo ha sulle persone che hanno accesso a tali dati, questo è ciò che è rilevante”.
In poche parole il governo cinese avrebbe un diretto potere di utilizzo su quei dati, qualora ce ne fosse l’esigenza. Non solo. Contro ogni misura, il governo cinese può accedere a questi dati, senza dove rendere conto a nessun organismo o commissione nazionale.
E’ di pochi giorni fa il deposito della prima class action contro TikTok attivata da una studentessa californiana di origini asiatiche, Misty Hong; quest’ultima sostiene che la piattaforma abbia trasferito i suoi dati sui server cinesi a sua insaputa e senza consenso.
Il documento ufficiale relativo all’azione legale (visionabile qui) sostiene che i dati potrebbero essere utilizzati per identificare, profilare e tracciare gli utenti negli Stati Uniti “ora e in futuro”.
Infatti su TikTok la ragazza ha scoperto, con sorpresa, un account a suo nome creato usando come password il numero di cellulare ed indicando i dati biometrici e questo secondo Hong Kong può essere accaduto, solo nel caso in cui i dati personali fossero stati inviati a server cinesi.
Una class action che apre la strada a precedenti pericolosi per tutte le aziende cinesi con un cospicuo numero di utenti americani (TikTok ne conta al momento 110 milioni).
“Nonostante non commentiamo gli attuali processi regolatori a nostro carico, abbiamo chiarito di non avere nessuna priorità più alta di quella di guadagnarci la fiducia degli utenti e dei legislatori statunitensi” ha dichiarato il portavoce della società cinese in una e-mail.
Come è stato per Huawei, ZTE e per l’app di incontri gay Grindr, ecco che entra in gioco il CFIUS a difesa della sicurezza nazionale.
Dunque, quale sarà il destino di TikTok?
Ad esempio per l’app di incontri gay, della società cinese Kunlun, chiamata “Grindr”, il comitato ha ordinato un downgrade dell’acquisizione agli investitori cinesi, obbligando a vendere entro il 2020 ad una società americana.
Nello specifico l’app stava tracciando i dati sensibili (geo-localizzazione, messaggi ed altro) di membri delle forze armate americane.
Infine TikTok, come hanno fatto Apple, Facebook e Google in passato, si rifiuta di testimoniare al Congresso perciò al momento il processo alle intenzioni è ancora in svolgimento e tutto da valutare.
Pedofilia, il ban in Asia e la multa per violazione privacy
Una delle particolarità di questa piattaforma è il fatto che venga utilizzata da un grande numero di utenti con età inferiore ai 18 anni, ovvero, circa il 30% degli utenti totali.
Questo introduce a temi specifici sui quali TikTok deve fare più attenzione per garantire la sicurezza di tutti gli utenti ed essere riconosciuto un social network rassicurante.
Secondo il governo indiano, infatti, TikTok favorirebbe una cultura degradante ed istigherebbe alla pornografia; inoltre attirerebbe l’attenzione di molti adulti verso i video e le immagini di minorenni, a volte con conseguenze spiacevoli come la presenza di pedofili sulla piattaforma.
Per questo motivo Google ha bloccato l’applicazione nel Play Store.
Il caso indiano non è stato l’unico, infatti anche in Bangladesh ed Indonesia, è stata bandita l’applicazione.
Senza contare che proprio recentemente TikTok è stata costretta a pagare una multa molto salata di 5,7 milioni di dollari, per aver raccolto dati di minori di 13 anni senza consenso dei genitori.
Gli operatori della piattaforma sapevano che dei bambini stavano usando l’app, ma non hanno richiesto il permesso dei genitori prima di raccogliere nomi, indirizzi email ed altre informazioni personali.
La società cinese si trova ora a dover rimuovere tutti i video caricati da bambini.
L’ammenda è stata imposta dalla Federal Trade Commission che ha dichiarato, attraverso il presidente Joe Simons: “Questa pena da record dovrebbe essere un promemoria per tutti i servizi online e i siti web destinati ai bambini, prendiamo molto sul serio l’applicazione del COPA e non ci sarà tolleranza per le società che ignorano in modo la legge”.
Influencer minorenni e pericoli per la reputazione (e non solo)
Anche su questo social network è nata la figura dell’influencer: il TikToker.
Si tratta di veri idoli per i più giovani che guadagnano grazie alle sponsorizzazioni e che adesso possono sfruttare la funzionalità “shopable” ovvero inserire un link nella bio del profilo, per trasformare gli under 18 in dei veri micro influencer e dare la possibilità di guadagnare utilizzando la propria immagine ed influenza fin da giovani.
Tra i più famosi e popolari che vantano milioni di follower e collaborano con marchi importanti vi sono:
- la 18enne Baby Ariel (30 milioni di follower) che, negli Stati Uniti, è riuscita a lanciare una linea di prodotti brandizzati ed ha pubblicato alcune canzoni.
- Luciano Spinelli, 19 anni, con 7 milioni di follower che Fiorello sfrutta per imparare a “TikToktare” dichiarando di voler portare questo influencer alla RAI.
- Elisa Maino: una studentessa romana di 16 anni che ha 4.2 milioni di follower.
Oltre ai giovani influencer, sono entrati a far parte della piattaforma anche personaggi dello spettacolo e della politica come:
- Fiorello che può vantare 70mila followers,
- lo chef Bruno Barbieri, che ne ha 95mila.
- Rovazzi arriva che a 100mila followers.
- Michelle Hunziker e Bobo Vieri aggiornano con video e coreografie i loro account.
- Matteo Salvini che si ritrova come leader europeo con più follower sui social: quasi 4 milioni su Facebook, 1,8 su Instagram e 1,2 su Twitter
Tuttavia la piattaforma di TikTok è nata per intrattenimento e non per ascoltare messaggi politici di persone “anziane” (vista l’età media di questo social), così gli utenti si sono scatenati contro questa invasione di campo verso il “vecchio” che vuole sembrare giovane.
I commenti di dissenso si sprecano:
- «Ok, boomer», risposta sarcastica che è diventata il manifesto di una generazione.
- «Ci troviamo in una puntata di Black Mirror»,
- «Vecchi tornate su Facebook»,
- «Noi volevamo solo stare in pace su un social non contaminato»,
- «Anche qua no però eh».
Qual è il rischio per la reputazione personale del popolo giovane di TikTok?
Tutto ciò che viene pubblicato sul web rimane per sempre nella rete.
Parliamo di un social network e per questo tutto ciò che è pubblicato diventa o diventerà pubblico ed a disposizione di qualsiasi utente, indipendentemente dall’utilizzo che ne vorrà fare.
Ad esempio il furto d’identità o l’utilizzo dei contenuti pubblicati per diffamare le persone.
Come è stato per Facebook ed Instagram, che ha condotto le persone a mostrare la propria intimità, con video, foto e testi, su TikTok il rischio è quello di creare contenuti di cui un giorno gli autori si pentiranno.
Infatti il più delle volte i contenuti su TikTok sono goliardici, “stupidi” ed imbarazzanti proprio perché rispecchiano il momento giovane ed immaturo degli autori, i quali ignorano che quei contenuti saranno un giorno una discriminante quando cercheranno lavoro.
Infatti più del 70% dei selezionatori dichiara di consultare i profili social del candidato prima di chiamarlo a colloquio (Career Builder).
Inoltre i contenuti pubblicati su TikTok coincidono con quelle scene imbarazzanti che generalmente accadono davanti lo specchio in privato ed invece questa piattaforma ha ipnotizzato milioni di persone inducendole a renderle pubbliche.
Con l’avvento del fenomeno del deep fake, ovvero, la possibilità di “rubare” e simulare la faccia di una persona su qualsiasi video (come è avvenuto con personaggi famosi su materiali pornografici) il pericolo reputazionale, legato ai contenuti pubblicati su TikTok è altissimo. Infatti inconsciamente gli utenti forniscono un enorme e variegato database del viso, che un malintenzionato ed i governi di tutto il mondo, possono usare a proprio piacimento, grazie all’aiuto di intelligenze artificiali.
E’ evidente che questo pericolo è ancora più grave se si parla di minorenni anche sotto i 13 anni poiché in questo momento si sta formando un esercito di potenziali vittime che hanno bisogno di sapere come difendersi dai pericoli del web, come in questa guida per difendere la reputazione online personale.
Pericolo fake news ed assenza di debunk politica
Un altro pericolo in atto è che su TikTok sembrano esserci diffusori di notizie false ma non sono ancora arrivati i così detti debunker, ovvero, coloro che verificano e smentiscono la disinformazione.
Questo può essere un vero pericolo secondo tutti gli esperti poiché se la smentita può avvenire attraverso i media tradizionali oppure gli altri social network, su TikTok non è presente nessun tipo di verifica e la maggioranza degli utenti, di cui il 30% minorenni, saranno stati inevitabilmente plagiati.
Inoltre TikTok non permette di pubblicare link per immettere informazioni di smentita ed in più c’è un’altra difficoltà: i video più visibili sono quelli che hanno una durata sotto i 15 secondi e questo rende quasi impossibile smentire una notizia falsa spiegandola.
Secondo un interessante approfondimento di Poynter, un esempio di fake news risale al primo ottobre, quando il capo della Casa Bianca aveva twittato una mappa degli Stati Uniti che mostrava in modo inaccurato i risultati delle elezioni del 2016.
In seguito a questa immagine, molti quotidiani e fact-checker si sono dati all’attività del debunking della mappa di Trump.
Le smentite sono apparse su Twitter, Facebook e sui principali quotidiani statunitensi ma non su TikTok.
Secondo Alexa Volland, coordinatrice del Teen Fact-Checking Network (team di studenti americani che si occupa di debunkare la disinformazione sui social) con l’avvicinarsi delle elezioni 2020 appaiono su TikTok più contenuti che riguardano il cambiamento climatico, l’immigrazione, i diritti LGBTQ+ e quindi la politica ed il tentativo di fare propaganda e disinformazione, sta prendendo il sopravvento sul social network cinese.
Propaganda del terrorismo
Altro pericolo riscontrato su TikTok è la propaganda del terrorismo dell’ISIS.
C’è stato un tentativo di utilizzo della piattaforma da parte dei terroristi Jhiadisti che hanno condiviso contenuti vietati ai minori al fine di diffondere la propaganda islamica con la speranza di reclutare nuovi e giovani adepti.
TikTok, ha rimosso i contenuti e gli account responsabili a seguito della denuncia mediatica avvenuta dopo un articolo pubblicato dal Wall Street Journal il 21 ottobre, in cui si menzionavano video con musiche in arabo ed inviti alla fedeltà alla morte.
A scovare gli account sarebbe stata la società specializzata Storyful.
I contenuti mostravano agghiaccianti esecuzioni, cadaveri e scene di terrore decorate con i filtri forniti da TikTok.
Incitazione alla violenza ed azioni pericolose
TikTok è anche una piattaforma accusata di istigare a compiere azioni pericolose che a volte sono sfociate in tragedie (omicidi, suicidi ed incidenti mortali o violenti).
Esiste un sito web che tiene il conto di tutti i casi negativi di cronaca del mondo associati a TikTok.
Qui una raccolta di casi aggiornati delle vittime.
Un esempio di caso pericoloso è quello della “Bright Eye Challenge”: una sfida che consiste, nel mettere in un sacco di plastica con la candeggina, disinfettante per le mani e schiuma da barba.
In seguito, bisogna appoggiare il sacchetto pieno di questo cocktail pericoloso su un occhio: dopo pochi minuti, tolto l’impacco, si potrà notare che l’iride sarà diventata di un altro colore.
Sono molti gli adolescenti che stanno partecipando e pubblicando questi video, ignorando i rischi e cosa più importante che il video originario in realtà è un falso.
Infatti l’ideatore di questa challenge è uno studente universitario americano che ha spiegato di aver iniziato a utilizzare TikTok solo per pubblicare clip che dimostrano la sua abilità nel montaggio video.
Peccato che il post abbia ricevuto oltre 25mila condivisioni e tantissimi emulazioni, al punto che alla fine lo stesso ideatore ha iniziato a preoccuparsi: cercando di dissuadere le persone dal ripetere una cosa così pericolosa e sciocca.
In conclusione a questo approfondimento sui rischi legati alla piattaforma di TikTok è necessario riflettere sulle seguenti verità:
- Tutti i social network stanno affrontando gli stessi pericoli ed in TikTok sono accentuati per alcune caratteristiche innovative della piattaforma che rendono l’utente ancora più inconsapevole ed ingenuo.
- Ci si chiede se utilizzare TikTok sia pericoloso per la sicurezza nazionale perché si tratta della prima piattaforma globale cinese.
- Ciò di cui oggi viene accusato TikTok dal governo americano in realtà è ciò che aziende come Facebook e Google fanno da tempo con i dati di tutti noi. Lo scandalo sollevato deriva proprio dal conflitto di supremazia in atto, fra Cina e Stati Uniti sulle nostre informazioni.
- Le aziende non sono superiori alle leggi dei governi e quindi saranno sempre vittime di pressioni sull’utilizzo dei dati.