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Worldcoin in Kenya: è allarme per i dati personali



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Migliaia di kenyoti si sono sottoposti alla scansione dei bulbi oculari in cambio di token gratuiti della criptovaluta Worldcoin. Un caso che mette in evidenza il delicato equilibrio tra le promesse dell’intelligenza artificiale e l’imperativo di salvaguardare la privacy dei dati

Pubblicato il 5 ott 2023

Maria Angela Maina

ricercatrice The Thinking Watermill Society



Worldcoin-Orb-gID_7

All’inizio del mese di agosto 2023, migliaia di persone hanno affollato il Kenyatta International Convention Centre per sottoporsi alla scansione dei propri bulbi oculari (in particolare dell’iride) ad opera del Worldcoin Orb.

Reuters riporta che oltre 350.000 keniani si sono sottoposti a questo processo in cambio di token gratuiti della criptovaluta Worldcoin del valore di 7.000 scellini keniani (circa 49 dollari USA).

Kenya suspends Worldcoin project over data safety concerns

L’Autorità per le comunicazioni del Kenya (CAK) e l’Ufficio del Commissario per la protezione dei dati (ODPC) hanno recentemente rilasciato una dichiarazione congiunta con cui hanno ammonito i keniani di prestare attenzione nel fornire dati personali ad operatori privati.

Attualmente è in corso un’indagine multilaterale sulle operazioni di Worldcoin in Kenya, cui si aggiungono le indagini di una commissione parlamentare composta da 15 membri. Inoltre, l’Alta Corte del Kenya ha sospeso le operazioni di Worldcoin in attesa di una decisione su una petizione presentata dall’ODPC.

Che cos’è Worldcoin

Worldcoin si autodefinisce come un “protocollo o sistema open source creato per aiutare chiunque ad accedere all’economia globale”. In sintesi, si tratta di un progetto di criptovaluta incentrato sull’ID digitale. Worldcoin utilizza i seguenti tre strumenti per realizzare la sua missione:

  • World ID – uno strumento di identità digitale progettato per risolvere le sfide legate all’identità. L’iride di una persona viene scansionata con il Worldcoin Orb per verificare che si tratti un essere umano in carne e ossa. Il sistema legge l’iride e ne produce una rappresentazione numerica per generare un World ID.
  • Worldcoin Token (WLD coin) – una forma di criptovaluta token per utilità e governance futura.
  • World App – un’applicazione per le operazioni di pagamento e trasferimento dei gettoni Worldcoin e di altre valute tradizionali o digitali. Ciascun utilizzatore riceve gratuitamente i gettoni Worldcoin utilizzando la propria WorldID sulla WorldApp.

Worldcoin riceve il sostegno della Worldcoin Foundation e di Tools for Humanity – quest’ultima è un’azienda tecnologica globale co-fondata da Sam Altman, che è anche il CEO e co-fondatore di OpenAI (lo sviluppatore di ChatGPT). Si tratta di un fatto interessante, in quanto OpenAI è già sotto forte controllo dopo che un articolo del Time magazine ha rivelato le accuse di aver sottopagato e sfruttato i moderatori di contenuti keniani per la creazione di ChatGPT.

Il Kenya ha registrato una delle maggiori adesioni a Worldcoin, visto che finora si sono registrati più di 350.000 keniani. Worldcoin è stato lanciato anche nel Regno Unito, in Germania, Spagna e Francia, tra gli altri.

Le notizie su Worldcoin in Kenya si sono diffuse solo a partire dall’agosto 2023, ma la raccolta dei dati personali dei kenioti è iniziata il 19 aprile.

Le questioni legali: la protezione dei dati oggetto di contestazione

La principale preoccupazione per il Kenya nei confronti di Worldcoin è la protezione dei dati personali. Nella sua petizione all’Alta Corte, il Vice Commissario per i dati personali ha affermato che il trattamento dei dati personali di Worldcoin non rispetta i principi dettati in materia dal Data Protection Act (2019). In relazione a ciò, il CAK e l’OPCD individuano le seguenti questioni specifiche:

  • Mancanza di chiarezza sulla sicurezza e sulla conservazione dei dati sensibili raccolti.
  • Incertezza sulla tutela dei consumatori in materia di criptovalute e servizi ITC correlati.
  • Informazioni inadeguate sulla salvaguardia degli standard di sicurezza informatica.
  • Un’ingente mole di dati dei cittadini nelle mani di operatori privati senza un quadro normativo di riferimento adeguato.

A questo proposito, il sito web di Worldcoin afferma quanto segue in merito alla privacy e alla sicurezza:

  • The Orb non utilizza l’iride per identificare l’utente, bensì per verificarne l’unicità.
  • L’azienda precisa inoltre che i dati sono criptati e che i dati personali non sono venduti a terzi.
  • Le immagini raccolte sono prontamente cancellate, a meno che la persona non richieda diversamente.

Di conseguenza, l’Alta Corte ha ordinato a Worldcoin di conservare i dati raccolti in Kenya dal 19 aprile all’8 agosto 2023 in attesa delle indagini.

Un’altra preoccupazione espressa dal CAK e dall’ODPC è la presunta sollecitazione. A quanto pare, la maggior parte dei keniani è stata convinta con il pretesto di ricevere “denaro gratuitamente” (i token gratuiti della criptovaluta Worldcoin, del valore di circa 7000 scellini keniani). L’Autorità per la comunicazione del Kenya e l’Ufficio del Commissario per la protezione dei dati personali affermano che ottenere il consenso dei consumatori in cambio di denaro rasenti la sollecitazione con la conseguenza che il consenso stesso possa considerarsi inficiato e quindi invalido.

I timori del Kenya appaiono condivisibili in quanto Worldcoin è stata sottoposta ad ulteriori controlli nel Regno Unito, in Germania e in Francia per problemi inerenti la protezione dei dati.

Conclusioni

Come possiamo vedere, l’iniziativa Worldcoin ha l’ambizioso obiettivo di fornire accesso all’economia globale attraverso l’identità digitale. Il suo progetto mette in luce sia i potenziali benefici che i rischi insiti in questo tipo di iniziative. Se da un lato l’utilizzo della scansione dell’iride per la verifica dell’identità e la distribuzione dei token di criptovaluta rappresentano dei passi avanti innovativi, dall’altro non si possono ignorare la complessità delle questioni in materia di sicurezza dei dati e consenso informato.

Nel panorama in costante evoluzione dell’innovazione tecnologica, il caso Worldcoin in Kenya mette in evidenza il delicato equilibrio tra le promesse dell’intelligenza artificiale e l’imperativo di salvaguardare la privacy dei dati. Le questioni controverse sollevate dalle autorità keniane sottolineano la necessità di quadri normativi completi che armonizzino l’avanzamento della tecnologia con pratiche etiche di gestione dei dati, soprattutto quelli privati e delle grandi aziende tecnologiche che operano oltre confine.

Inoltre, la convergenza tra identità digitale, criptovalute e raccolta di dati personali ha scatenato discussioni che si accendono ben oltre il Kenya. Come testimoniano le indagini intraprese dalle Autorità di Regno Unito, Germania e Francia, le preoccupazioni sulla protezione dei dati e sulla privacy individuale continuano a superare i confini geografici. L’esito di queste indagini non solo influirà sullo sviluppo delle operazioni di Worldcoin, ma influenzerà anche il discorso più ampio sulla privacy dei dati e sulle innovazioni guidate dall’IA.

Le lezioni apprese da questi casi alimentano lo sviluppo delle politiche che cercano di sfruttare il potere dell’IA, sostenendo al contempo i diritti fondamentali e la dignità degli individui in un mondo sempre più interconnesso e digitalizzato.

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