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Rearm Europe: la svolta storica nella difesa Ue e il ruolo chiave dell’Italia



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Rearm Europe segna l’autonomia strategica europea con 650 miliardi di investimenti. L’Italia, grazie alla posizione mediterranea e all’eccellenza tecnologica, può ottenere vantaggi industriali significativi, bilanciando opportunamente risorse tra difesa e welfare

Pubblicato il 13 mar 2025

Vincenzo E. M. Giardino

Financial Advisor & Venture Capitalist



shutterstock_1853580880 di Victor Moussa

Il Pacchetto Difesa Europeo, noto come “Rearm Europe”, annunciato ufficialmente dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen il 5 marzo 2025 e approvato dal Parlamento Europeo il 12 marzo 2025 con 419 voti a favore, rappresenta una svolta storica nella politica di sicurezza e difesa dell’Unione Europea.

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Questo piano non è soltanto la risposta immediata alla crisi internazionale generata dalla guerra in Ucraina e alle crescenti tensioni geopolitiche, ma anche una strategia a lungo termine per garantire autonomia e resilienza strategica all’intero continente europeo.

Nel contesto di una competizione globale sempre più intensa e un’instabilità geopolitica accentuata da crisi economico-finanziarie derivanti dai conflitti in corso, l’UE ha riconosciuto l’importanza di una propria capacità di difesa indipendente e integrata. “Rearm Europe” affronta questa necessità attraverso investimenti significativi, cooperazione industriale mirata, evoluzione normativa e tecnologica, e un deciso cambio di paradigma strategico rispetto al passato.

I cinque pilastri di Rearm Europe

Il piano europeo si basa su cinque pilastri fondamentali:

  1. Flessibilità di bilancio: introdotta tramite una deroga temporanea al Patto di Stabilità, permetterà investimenti fino a 650 miliardi di euro complessivi, consentendo ai singoli Stati membri di incrementare rapidamente e in modo significativo la propria capacità militare.
  2. Prestiti europei: costituzione di un fondo iniziale di 150 miliardi di euro destinato esclusivamente all’acquisto congiunto di armamenti e modernizzazione delle forze armate degli Stati membri. Una misura che incentiva la cooperazione e rende gli acquisti più efficienti.
  3. Incentivi all’industria della difesa: l’obiettivo è stimolare la produzione interna europea, ridurre la dipendenza da importazioni extraeuropee e rafforzare la competitività globale delle aziende europee.
  4. Cooperazione tecnologica avanzata: include progetti congiunti di difesa aerea, cybersecurity, droni, caccia di nuova generazione e robotica avanzata per la difesa, sfruttando le più avanzate tecnologie disponibili in campo di intelligenza artificiale e big data.
  5. Investimenti strategici a lungo termine: l’obiettivo finale è consolidare l’autonomia strategica europea, riducendo progressivamente la storica dipendenza dall’ombrello protettivo della NATO e dagli Stati Uniti.

Questi cinque pilastri non rappresentano semplicemente una risposta emergenziale ma disegnano un futuro in cui l’Europa possa essere protagonista autonomo, credibile e influente a livello internazionale.

L’evoluzione normativa e i nuovi scenari

Sul piano normativo, “Rearm Europe” ha profonde implicazioni. La deroga temporanea al Patto di Stabilità segna infatti un precedente cruciale, aprendo la strada ad una revisione potenzialmente permanente delle regole di governance economica dell’Unione Europea. Questo potrebbe, in futuro, estendersi ad altri settori strategici, creando maggiore flessibilità e integrazione nelle politiche economiche e industriali comuni.

La cooperazione rafforzata prevista dal pacchetto difesa accelererà inevitabilmente la creazione di standard comuni e regole armonizzate nel settore della sicurezza e difesa, rendendo più facile e veloce l’acquisizione, l’interoperabilità delle tecnologie e il coordinamento operativo tra i Paesi membri. È prevista una normativa europea specifica per la cybersecurity militare, così come regolamenti armonizzati sui droni e sui sistemi di combattimento autonomi, seguendo il quadro stabilito dall’AI Act del 2024.

Tecnologia e industria: le opportunità per l’Italia

Il cuore tecnologico del piano “Rearm Europe” coinvolge numerose tecnologie emergenti: intelligenza artificiale, big data, cybersecurity avanzata, sistemi di difesa spaziale e robotica autonoma.

In questo contesto, l’Italia gioca un ruolo decisivo grazie a leader industriali globali come Leonardo e Fincantieri. Leonardo partecipa già al Sistema di Combattimento Aereo del Futuro (SCAF), con Francia e Germania, puntando a realizzare un caccia di sesta generazione entro il 2040, completamente integrato con intelligenza artificiale e tecnologie stealth avanzate. Inoltre, è protagonista di programmi europei sui droni (Eurodrone), sulla cybersecurity e sulla gestione dei dati satellitari, aree che ricevono un forte impulso dal pacchetto europeo.

Fincantieri, invece, rafforza la propria posizione attraverso progetti strategici per la marina europea, come la realizzazione e la modernizzazione di sottomarini U-212 e fregate FREMM. Entrambe le aziende sfrutteranno pienamente gli incentivi europei, favorendo occupazione specializzata, innovazione tecnologica e crescita industriale nazionale.

Impatto strategico e operativo per l’Italia

L’Italia gode di una posizione geografica strategicamente vantaggiosa, nel cuore del Mediterraneo, crocevia di energia, commercio internazionale e flussi migratori. “Rearm Europe” valorizza questa centralità geografica, incoraggiando l’Italia a diventare un hub logistico e operativo. Il nostro Paese potrebbe così ospitare basi militari europee, centri di addestramento tecnologicamente avanzati e unità operative specializzate nella gestione delle emergenze mediterranee e cyber-attacchi.

Il ruolo di primo piano che si profila per l’Italia genererà anche benefici diplomatici, permettendo al Paese di esercitare maggiore influenza politica all’interno dell’Unione Europea e contribuendo a bilanciare in maniera più equilibrata l’asse franco-tedesco.

Sfide economiche, sociali e politiche per l’Italia

Nonostante queste importanti opportunità strategiche e industriali, “Rearm Europe” pone all’Italia anche alcune sfide significative. Prima fra tutte, la gestione attenta del debito pubblico, stimato attorno al 140% del PIL nel 2024, che rende complicata l’allocazione delle risorse senza penalizzare welfare e infrastrutture.

Inoltre, il riarmo suscita profonde divisioni politiche interne. Se il centrodestra sostiene con decisione il piano, sottolineando benefici per industria e sicurezza nazionale, il centrosinistra e i movimenti pacifisti evidenziano i rischi legati all’aumento delle spese militari, proponendo invece una maggiore attenzione alle politiche sociali.

Sarà pertanto essenziale per il governo italiano dimostrare una visione strategica di lungo periodo, combinando responsabilmente investimenti in difesa e sviluppo industriale con una politica economica che non trascuri welfare e sostenibilità sociale.

Uno sguardo al futuro

In definitiva, il pacchetto “Rearm Europe” non rappresenta soltanto una risposta contingente alle crisi geopolitiche contemporanee, bensì l’occasione per una profonda trasformazione strategica. L’Italia, grazie alla sua posizione geografica e all’eccellenza industriale e tecnologica, può sfruttare appieno quest’opportunità per acquisire maggiore peso politico e diplomatico in Europa e rafforzare la propria sicurezza nazionale.

Il prossimo Libro Bianco europeo sulla difesa, atteso per il 19 marzo 2025, definirà ulteriormente queste strategie, chiarendo il ruolo dell’Italia e indicando le linee guida per l’innovazione tecnologica e normativa dei prossimi decenni.

In definitiva, il pacchetto “Rearm Europe” rappresenta una svolta epocale: l’Europa e l’Italia sono chiamate ad assumere un ruolo da protagoniste, in grado non solo di rispondere alle crisi di oggi, ma di essere pienamente attrezzate per affrontare le sfide globali del domani.

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