Crisi e regolazione sempre più stringente stanno facendo lievitare i costi per gli operatori dei servizi finanziari. Per fortuna la tecnologia RegTech aiuta anche le imprese del settore a essere in regola con le diverse normative e a comprendere meglio come le regolamentazioni possono essere usate per rendere più efficienti le organizzazioni.
Gdpr e MiFID II: l’impatto sul mercato dei servizi finanziari
La società di consulenza di servizi finanziari Oliver Wyman, prevede per esempio che le multe legate a violazione del GDPR, la nuova normativa Ue per la protezione dei dati personali, nel primo anno di applicazione potrebbero ammontare per il settore finanziario fino a 6 miliardi di dollari.
Prendiamo anche l’esempio di MiFID II: la direttiva Ue pensata per poter far crescere la trasparenza e la tutela dei clienti sta ingenerando ingenti costi è articolata in 1400 norme distribuite su 7000 pagine.
La direttiva UE in questione raddoppia la domanda di report di valutazione e performance per tenere informati gli investitori in particolare con obblighi stringenti per chi vende servizi finanziari. Per fare ciò, i dati devono lasciare l’istituzione finanziaria e giungere a soggetti terzi (third party provider) che vendono il prodotto finanziario o il servizio di pagamento.
La maggior parte di questi costi è insita nell’applicare le regole di MiFID II alla singola situazione finanziaria in un testo legalmente accettabile e atto ad essere proceduralizzato a livello di sistemi informativi.
E ad ogni nuova incombenza il problema diventa sempre più complicato. Ben 50.000 nuovi regolamenti del settore finanziario sono stati implementati per far fronte alla crisi tra il 2009 e il 2012. Questi aggiornamenti della regolazione sono raddoppiati ulteriormente tra il 2012 e il 2015.
Va precisato che in questo processo di espansione dei servizi finanziari e della normativa l’ambito FinTech ha iniziato a giocare un ruolo strategico solo negli ultimi quattro anni, con un’ulteriore accelerazione dopo l’introduzione della direttiva UE sui pagamenti, PSD2.
Si rileva nella crescita della regolazione anche, in parte, l’ascesa del FinTech, delle nuove forme di investimento come il crowdfunding, ma altresì tutta la parte legata alla contrattualizzazione, compresi gli smart contract, protocolli informatici che facilitano, verificano, fanno rispettare la negoziazione o l’esecuzione di un contratto.
Serve quindi una soluzione innovativa per non farsi schiacciare dagli adempimenti regolatori.
Una soluzione già sperimentata con successo nel FinTech c’è.
L’applicazione della tecnologia alla regolazione è appunto definita RegTech, contrazione di Regulatory Technology.
Sconosciuto alla massa, gli esperti utilizzano questo termine strettamente legato con il FinTech, per definire tutte quelle tecnologie che aiutano le imprese a essere in regola con le diverse normative e a comprendere meglio come le regolamentazioni possono essere usate per rendere più efficienti le organizzazioni stesse.
L’ecosistema RegTech
L’ecosistema RegTech è composto da quattro attori principali:
- le startup RegTech, che implementano le nuove tecnologie digitali per presentare soluzioni innovative nel settore;
- gli enti regolatori, che incoraggiano il dialogo e l’interazione tra i diversi player del mercato, per valutare le nuove esigenze regolamentari e creare le infrastrutture per una concorrenza sostenibile;
- le società di servizi tecnologici e professionali che analizzano le esigenze del mercato e identificano proattivamente nuove soluzioni, supportando le start-up nel portare ad economie di scala le proprie innovazioni e aiutando gli incumbent ad integrarle;
- le istituzioni finanziarie, che possono contribuire allo sviluppo dell’ecosistema tracciando internamente strategie e percorsi per la diffusione di soluzioni RegTech e favorendo la sperimentazione.
I fronti di applicazione del RegTech
Il RegTech può essere applicato su diversi fronti quali:
- il reporting tramite la raccolta automatizzata di dati e il reporting attraverso tecnologie di analisi dei dati sfruttando il cloud;
- controllo identificativo per il contrasto al riciclaggio di denaro e alle frodi finanziarie;
- miglioramento del sistema di compliance: introducendo grazie alla tecnologia un monitoraggio in real time per essere conforme all’attuale ma anche futura esigenza regolativa evitando pesanti multe da parte della Vigilanza;
- controllo delle transazioni in tempo reale tramite DLT e blockchain che certifichino l’affidabilità e intrisecamente la fiducia su ogni operazione effettuata ex ante;
- miglioramento del risk management ottenendo più efficaci risultati sul monitoraggio dei rischi relativi alla regolamentazione e anticipando così future turbolenze.
Il Regtech Italia
Le società di consulenza più importanti sono estremamente attive su questo tema ed hanno già mappato le diverse funzioni del Regtech oggi disponibili tra cui quelle di compliance, conoscenza del cliente cogliendo importanti opportunità di business. Secondo uno studio Deloitte del 2017, nel mondo ci sono ben 263 start up RegTech di cui 101 legate alla compliance e 27 al reporting.
A seguito dell’adeguamento a normative Ue come GDPR o PSD2 anche in Italia stanno nascendo delle prime vere e propria realtà Regtech con conseguente innovazione specialmente sul risk management e sulla compliance. Non solo, Consob nel primo quaderno dedicato al FinTech, fa menzione esplicita al RegTech come prodotto strumentale all’attività finanziaria e la tecnologia stessa è fattore produttivo dei servizi finanziari.
L’autorità bancaria europea, l’Eba, guarda anch’essa con interesse al Regtech: nel giugno 2018 a Washington ha presentato ad una conferenza sui cambiamenti delle policy nel sistema finanziario il proprio approccio al RegTech e alla sua branca applicata alle Autorità regolatorie, il SupTech.
Ma alcune Autorità e contesti finanziari si sono spinti ancora oltre nell’affrontare le nuove sfide poste dalla regolazione: alcuni regolatori tradizionali si spingono nello scrivere la regolamentazione a cooperare pionieristicamente con gli attori del mercato finanziario.
Come è successo nel Regno Unito, dove Fca, l’equivalente della nostra Consob, ha dimostrato che si possono ottenere ottimi risultati ex ante grazie alla co-creazione della regolazione, applicando anche soluzioni tecnologiche.
Il futuro del RegTech è quindi tutto da scrivere ma un segnale pare chiaro: la tecnologia sarà sempre più predominante anche nella regolazione del sistema finanziario e si auspica potrà migliorare i servizi offerti e rendere più efficace l’armonizzazione dei mercati finanziari.