Gli ultimi accadimenti nel mondo hanno portato l’Italia a ripensare ai propri servizi informativi e a come potenziare la sicurezza nazionale di fronte al nuovo tipo di minaccia, che Elisabetta Belloni ha definito fluida, multidimensionale, asimmetrica e ibrida. Sembrano esserci i presupposti di una riforma, che è stata già annunciata qualche mese fa.
La deontologia tra le priorità dei Servizi italiani
Le priorità dei servizi italiani sono state delineate da Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, in occasione della premiazione di qualche giorno fa ai giovani universitari che hanno dedicato i loro elaborati al tema della sicurezza, “Una tesi per la sicurezza nazionale”, quest’anno alla quinta edizione, a cui sono intervenuti anche i direttori delle varie agenzie: Elisabetta Belloni (DIS), Giovanni Caravelli (AISE), Mario Parente (AISI).
Mantovano ha ribadito una necessità fondamentale in questo momento storico: la deontologia. Mantovano è partito con queste parole: “Quando un discepolo domandò a Confucio, da dove inizieresti, se dovessi governare un popolo? Il maestro rispose: Metterò ordine nel linguaggio”.
Il velato riferimento alla recente polemica nei confronti del comparto è stato subito colto da tutti. Nel libro da poco pubblicato da Marco Mancini, ex AISE, si susseguono aneddoti e racconti che vanno oltre la riservatezza imposta agli agenti anche a seguito della fine della collaborazione.
La deontologia a cui si riferisce Mantovano racchiude le norme e le regole che devono essere rispettate se si è al servizio del Paese e si lavora per la sua sicurezza. Il lavoro nei servizi è riservato, ma non “occulto”, come lui stesso afferma, l’intelligence in tal senso si è adattata ai tempi e la riservatezza “non è mai fine a sè stessa, bensì funzionale ai compiti da svolgere”. In merito si è espresso anche il vicedirettore del DIS e presidente della Commissione di valutazione delle tesi, ricordando l’apertura dell’intelligence al mondo esterno a partire da quello universitario, nel quale si cercano competenza e anche reclute.
Delle 152 tesi candidate al premio, dieci sono arrivate alla selezione finale dei giudici e dai temi trattati da queste ultime, si possono intuire le attuali priorità della nostra intelligence, tra gli altri gli investimenti esteri, il Golden Power, il ritorno del terrorismo jihadista in Europa.
La nuova minaccia
Sulla nuova natura delle minacce le parole di Elisabetta Belloni in occasione del San Marino Aerospace, organizzato dalla Segreteria di Stato per l’industria e supportato dal Congresso di Stato della Serenissima Repubblica: “È fluida, abbatte le frontiere fisiche e non è immediatamente individuabile; è multidimensionale, con la realtà analogica e il dominio virtuale che si influenzano a vicenda; è asimmetrica, essendo sempre più difficile comprenderne origine, responsabilità e portata; sa essere anche ibrida grazie all’impiego combinato di strumenti convenzionali e non convenzionali finalizzato a compiere attività di ingerenza che possono arrivare a mettere alla prova la tenuta dei nostri sistemi democratici”. Siamo in una fase, secondo la Belloni, caratterizzata dalla “erosione” della sovranità degli Stati Uniti e dalla presenza di soggetti come aziende multinazionali, tra cui quelle tecnologiche, i media, le organizzazioni non governative e attori anche terroristici nel sistema delle relazioni internazionali.
Le conseguenze importanti individuate dalla Belloni sono tre. Innanzitutto, “l’estensione del raggio d’azione dell’intelligence economico-finanziaria”, in questo caso “l’azione informativa permette di definire lo scenario delle criticità che caratterizzano l’ecosistema italiano dell’innovazione, in chiave di salvaguardia della competitività dei segmenti più innovativi della nazione, per ciò stesso più esposti ad attività di scouting per mano di concorrenti sleali”. Poi, l’impatto sul ciclo dell’intelligence dello spostamento della minaccia dal dominio analogico a virtuale, con una maggiore attenzione all’analisi dei rischi nell’ambito cyber, alla valutazione delle vulnerabilità intrinseche della tecnologia e all’individuazione delle fake news e della conseguente disinformazione. Infine, il legame tra la sfera economico-finanziaria e quella cyber, che comporta un rafforzamento degli standard di sicurezza di tutti gli assetti, sistemi, reti e servizi strategici del Paese, nel suo tessuto produttivo e nelle sue infrastrutture critiche. Fondamentale, in tal senso, la comunicazione e la condivisione di informazioni tra intelligence e privati, in una cooperazione internazionale essenziale per il contrasto a tutta la criminalità.
La Belloni conclude sottolineando quanto l’avere coscienza delle minacce e l’essere capaci di reagire preventivamente possa favorire la sicurezza di tutti, essendo tutti “parte attiva della sicurezza stessa”.
Una riforma già annunciata
Risale già a qualche mese fa l’annuncio di una riforma sui servizi informativi italiani.
Lo stesso Mantovano ha parlato di “una migliore articolazione amministrativa, soprattutto nel settore economico finanziario con una disciplina seria delle garanzie funzionali, che non riguarda solamente il tema delle intercettazioni telefoniche”, ma estende le garanzie funzionali per esonerare funzionari di AISE e AISI da responsabilità penale in caso di azioni configurabili come reato all’interno del loro operato. Inoltre, con l’intelligence economica che ha preso piede negli ultimi anni, anche se già con la legge 124 del 2007 era emersa la sua importanza, dato che tra gli interessi da tutelare erano stati inseriti quelli economici, scientifici e industriali, e la tecnologia che si è affermata sempre più come settore centrale, è fondamentale puntare, secondo Mantovano, al potenziamento dell’innovazione tecnologica delle singole nazioni e allo snellimento delle filiere produttive.