L’immagine di Singapore, solitamente fuori dai titoli di prima pagina, ha avuto un 2023 complicato.
A quanto risulta da alcune investigazioni, diversi soggetti facoltosi cinesi hanno inondato il centro finanziario asiatico con denaro di dubbia provenienza; il governo descrive questo evento come uno dei più grandi scandali di riciclaggio di denaro della storia.
Le somme sequestrate ammontano a più di S$ 2,8 miliardi (circa 2 miliardi di dollari), mentre i legislatori discutono l’entità del denaro illegale rimanente.
L’indagine di intelligence
Un’ampia indagine di intelligence condotta dalla polizia all’inizio del 2022 ha rivelato una rete di individui che si pensava fossero collegati tra loro, possibilmente attraverso legami familiari. Il 15 agosto 2023, dopo un esame approfondito di tutti i dati e le prove disponibili, la polizia ha avviato una massiccia operazione in tutta l’isola che ha coinvolto oltre 400 ufficiali sotto la direzione del Dipartimento degli Affari Commerciali. Tra gli asset confiscati vi sono circa 1,24 miliardi di dollari in proprietà e 62 veicoli, oltre 1,45 miliardi di dollari in conti bancari e un valore di oltre 76 milioni di dollari in contanti in diverse valute. Vi sono poi diversi beni di lusso che comprendono 68 barre d’oro, 294 borse di lusso, 164 orologi di marca, e 546 pezzi di gioielli a cui si aggiungono più di 38 milioni di dollari di criptovalute.
Gli arresti e i reati contestati
Nove uomini e una donna sono stati arrestati e accusati di reati tra cui riciclaggio di denaro, contraffazione e resistenza all’arresto. I presunti reati sono legati a un certo numero di imprese di gioco d’azzardo online con sede in Cina e frodi finanziarie. Pechino proibisce ai cittadini cinesi di possedere più di un passaporto, ed è peculiare che alcuni dei sospettati di origine cinese, possedessero due, tre o quattro diversi documenti di paesi dell’area asiatica. Tra di essi emergono le storie di Su Wenqiang e di Wang Dehai, entrambi già ricercati dalle autorità cinesi per crimini legati a quelli di cui sono accusati a Singapore.
Il caso di Su Wenqiang
Il caso del nativo della Cambogia, Su Wenqiang, in possesso anche di passaporti di Cina e Vanuatu, è esplicativo del giro di illeciti internazionale. Su è stato ricercato dalle autorità cinesi fin dal 2017 per aver partecipato a giochi d’azzardo online illegali, secondo un documento scritto dal SIO (Senior Investigation Officer) Francis Lim del Dipartimento di Investigazione Criminale. Su è stato assunto come executive per una società di lotterie da remoto incentrata nel mercato cinese che ha basato le sue operazioni nelle Filippine e in Cambogia. Lim ha affermato che Su e i suoi colleghi discutevano delle loro operazioni attraverso Whatsapp e Telegram, che includono il trasferimento di denaro dai siti di gioco a distanza attraverso i confini tra la Cina e le loro aree di operazione. Su, che è stato arrestato il 15 agosto in un bungalow di Bukit Timah, è accusato di due reati legati al riciclaggio di denaro: il 16 agosto fu accusato di avere 601.706 dollari in suo possesso, che si presume siano i suoi guadagni da attività illegali. Il 30 agosto è stato accusato per la seconda volta di aver utilizzato 500.000 dollari ricevuti come pagamento per offrire alle persone in Cina un servizio di gioco d’azzardo a distanza illegale con sede nelle Filippine per l’acquisto di un’automobile Mercedes-Benz. Su Yanping, sua moglie, è inoltre la proprietaria registrata di una casa a Xiamen che vale 1,9 milioni di dollari. Da notare come l’attività di scommesse online sia considerata un reato in Cina e il sospettato era ricercato dalle autorità cinesi per questa ragione.
Il caso di Wang Dehai
Il caso di Wang Dehai ha caratteristiche simili al precedente; nominalmente di nazionalità cipriota, possiede un “portafoglio” di passaporti che includono Cina, Cambogia e Vanuatu. Anche Wang è coinvolto in reati di riciclaggio di denaro proveniente da un’attività di scommesse online basata nelle Filippine che ha come target principale gli scommettitori cinesi. Come ricostruito dalle indagini, Wang ha iniziato a lavorare per la società di gioco a distanza nelle Filippine durante il 2012 come rappresentante del servizio clienti prima di essere promosso alla posizione di promotore e di pubblicità online, secondo Lim. Una notifica di avviso delle autorità cinesi ha annunciato che i casi di crimini legati alle scommesse online transfrontaliere sono stati esaminati dalla polizia cinese in diverse province come Jiangsu, Liaoning, Yunnan, e Shandong. Secondo l’avviso, Wang Dehai è “attualmente in fuga” e la polizia cinese ha “sospetti significativi” che Wang sia coinvolto nelle attività descritte. Inoltre, sempre secondo Lim, Wang possedeva una notevole ricchezza all’estero, tra cui due case a Xiamen valutate a circa S$1.06 milioni di dollari di Singapore (S$), una casa a Cipro valutata a 2.9 milioni di S$ e circa 10,5 milioni di dollari distribuiti su due conti bancari a Hong Kong.
Le indagini
I raid della polizia a Singapore sono avvenuti poco dopo la visita di due giorni del ministro degli Esteri cinese Wang Yi. Tuttavia, K. Shanmugam, Ministro dell’Interno, ha citato come “assurdo” qualsiasi suggerimento che Pechino eserciti pressioni per l’arresto di queste persone “indigeste” alle autorità cinesi. Secondo un altro ministro, Josephine Teo, le indagini sul ciclo del riciclaggio di denaro sono iniziate nel 2021 a seguito di segnalazioni di transazioni sospette presentate da banche e imprese. Ha informato il Parlamento che tra il 2020 e il 2022 almeno 240 persone sono state ritenute colpevoli di reati di riciclaggio di denaro e che la polizia ha sequestrato beni per un valore superiore a S$ 1,2 miliardi. I conti personali o commerciali dei sospettati sono detenuti da più di dieci istituzioni finanziarie a Singapore. Tra di esse, il Credit Suisse Group AG ha tenuto 92 milioni di dollari per uno dei 10 arrestati. Le filiali locali di Citigroup Inc. e Bank Julius Baer, insieme ai maggiori prestatori di Singapore, DBS Group Holdings Ltd., Oversea-Chinese Banking Corp., e United Overseas Bank Ltd., sono tra le altre banche coinvolte.
Il problema del riciclaggio di guadagni da attività illecite
Il problema del riciclaggio di guadagni provenienti da attività illecite in Singapore ha portato il governo a istituire un comitato ad hoc che si occupi di creare delle norme e procedure per evitare che le aziende locali vengano infiltrate da criminali e fondi illeciti e le istituzioni finanziarie possono rafforzare il loro controllo e collaborare efficacemente con le autorità per rilevare e segnalare transazioni sospette. Altri attori del sistema, come fornitori di servizi, agenti immobiliari e commercianti di metalli preziosi, possono contribuire nella ricerca e nell’individuazione di questi attori malevoli.
In ogni caso, il trend in aumento di crimini legato allo spostamento e al lavaggio di proventi illegali nell’area asiatica è un fattore che è scrutinato con sempre più attenzione dalle autorità locali. A Singapore, il timore dell’impatto di questi scandali sull’immagine che il paese ha avuto fino a tempi recenti, immagine che ha permesso l’arrivo di importanti capitali stranieri nel paese, si è riflesso nel parlamento. Come prima azione in risposta agli scandali l’Accounting and Corporate Regulatory Authority (Acra), ha rafforzato i controlli sui fornitori di servizi per le aziende, ed ha in programma un nuovo Framework normativo, a partire dal 2024, per irrigidire le pene e i regolamenti per le aziende in ingresso nel mercato di Singapore.
Conclusioni
Gli effetti di questo cambiamento si osserveranno nei prossimi anni, dove si vedrà l’effettiva efficacia dei controlli, d’altro canto è abbastanza chiaro che un problema di tale portata non può essere affrontato da una singola autorità ma richiederebbe una collaborazione stretta tra i diversi paesi coinvolti, in primis la Cina. Il coinvolgimento delle autorità cinesi sarebbe un elemento importante per la lotta al riciclaggio, in quanto è un problema che coinvolge diversi paesi asiatici. La costruzione di una cooperazione in tal senso sarebbe uno strumento efficace per la lotta a questa tipologia di crimine, resta il fatto che la fiducia dei governi dell’area verso Pechino ha livelli molto diversi da paese a paese, dunque l’istituzione di una cooperazione simile è ad ora solo una remota possibilità.