Il neonato muore dopo il parto nel 2019 e ora la madre denuncia l’ospedale: colpa del ransomware che, avendo colpito la struttura a sua insaputa, ha ostacolato il monitoraggio.
La pervasività delle tecnologie Ict in ogni attività, a partire da quelle svolte negli ospedali e nelle sale chirurgiche, ha sempre più avvicinato gli effetti di un attacco cibernetico a target umani. Quello che era iniziato negli anni ’80 come un gioco ora non lo è più, e già da tempo avevamo indicato questa deriva molto vicina , ora è realtà. Alla storia riportata sul Wall Street Journal che risale al 2019 va aggiunta anche quella analoga di una signora 78-enne che colta da infarto non ha trovato soccorso nell’ospedale più vicino perché bloccato da un attacco ransomware e quando è giunta all’ospedale più prossimo era oramai troppo tardi.
Quindi ora siamo certi di (mancanza) cybersecurity si può anche morire.
Se un ransomware può uccidere un neonato: un caso che deve farci riflettere
Gli ospedali aggiornino la propria cultura
Nel caso riportato dal Wall street journal l’ospedale avrebbe dovuto almeno dichiarare il fatto di essere sotto attacco e quindi di essere impossibilitato a svolgere alcune funzioni primarie, come peraltro ha fatto l’ospedale del secondo caso citato. Ma non è successo. Se fossero mancate l’energia elettrica, l’acqua potabile, i rifornimenti di cibo siamo certi che qualcosa sarebbe stato fatto, ma si sa non funzionano i sistemi informatici cosa vuoi che possa succedere.
Questa purtroppo la mentalità che contraddistingue troppa parte delle classe dirigente di enti ed organizzazioni nell’intero globo.
L’ICT e la cybersecurity sono “oggetti” che anche se usati quotidianamente sono molto lontano dalla mentalità e dagli schemi di ragionamento di queste classi dirigenti che ne capiscono in parte le potenzialità (vedi Surveillance Society) ma ne ignorano completamente i rischi. Di casi come quelli sopra menzionati ne vedremo, ahimè, ancora molti negli anni a venire perché ci vorranno anni, e non pochi, perché chi ne ha le responsabilità capisca che i sistemi su cui si sta basando lo sviluppo dell’intera umanità in questo millennio sono anche delle potentissime armi. C’è bisogno di una rivoluzione culturale, e per guidarla servono menti illuminate che però mancano all’appello. Nel frattempo continuiamo a stupirci se un attacco hacker blocca una catena di distribuzione alimentare, una di distribuzione di carburanti, ospedali, regioni, municipi eccetera.
Visto questo stato di cose: a qualcuno è mai venuto in mente che forse c’è qualcosa che non torna nelle strategie di cyber resilienza sinora adottate a livello mondiale?