Amd 1:2024

Il clima cambia e minaccia i lavoratori: come proteggerli



Indirizzo copiato

I cambiamenti climatici portano nuove sfide per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Dal caldo estremo alle inondazioni, sono molti i rischi diretti per la salute fisica di chi opera in numerosi settori. Le soluzioni che le organizzazioni possono adottare per ridurre l’impatto ambientale dei propri processi lavorativi e garantire un ambiente di lavoro sicuro e sano

Pubblicato il 28 mag 2024

Monica Perego

Ingegnere, Gaiani Grinzato Avvocati



Climate Tech: le tecnologie per decarbonizzare

Come oramai noto, a febbraio 2024 sono state pubblicati gli Amendement delle norme sui sistemi di gestione. Le modifiche introdotte sono dovute alle variazioni a seguito delle modiche dell’Annex SL.

In sintesi, l’Amd 1:2014 richiede di considerare, tra i requisiti delle norme sui sistemi di gestione, anche agli impatti del cambiamento climatico, in particolare sul contesto (requisito 4.1) e sulle esigenze ed aspettative delle parti interessate (requisito 4.2).

Annex SL New High-level Structure for ISO Management Systems Standards

In questo articolo si preciserà come possono essere applicate le modifiche che vanno ad impattare sul Sistema di gestione della salute e sicurezza dei lavoratori UNI EN ISO 45001:2023, considerando che gli impatti sulla UNI EN ISO 9001:2015 e UNI CEI EN ISO/IEC 27001:2024 sono già stati analizzati in precedenti articoli.

Riguardo le modifiche da attuare, vi sono due diversi aspetti sulla base dei quali possono essere implementate misure:

  • per mitigare i rischi sulla salute e sicurezza dei lavoratori dovuti al cambiamento climatico;
  • volte ad aumentare la salute e sicurezza dei lavoratori e contemporaneamente a mitigare l’impatto sul cambiamento climatico.

Si tratta di due famiglie di misure tra loro profondamente diverse, ma non per questo meno rilevanti dal punto di vista ambientale.

Di seguito alcuni spunti di riflessione per l’implementazione di alcune misure nel solco d quanto richiesto dall’Amd 1:2024 nel contesto del sistema di gestione SSL.

Misure per mitigare l’impatto sulla salute e sicurezza dei lavoratori

Gli aspetti che possono impattare sulla salute e sicurezza dei lavoratori innescate dal cambiamento climatico possono essere originati da fonti diverse come di seguito indicato.

Condizioni meteorologiche estreme

Sono una conseguenza del cambiamento climatico e possono portare a rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori, o influenzare il loro benessere come ad esempio: ondate di calore, inondazioni, alluvioni, incendi, ecc. Tali eventi espongono i lavoratori:

  • temperature eccessive, con conseguenze quali colpi di calore e disidratazione;
  • umidità elevata che può compromettere la condizione psico-fisica;
  • frane causate da alluvioni e il conseguente aumento dei rischi per i lavoratori impegnati, ad esempio, in operazioni di sbancamento;
  • scarsità di acqua potabile, con le relative conseguenze anche sulle condizioni igieniche.

In tutti questi casi si possono riscontrare anche ripercussioni sulla salute mentale dei lavoratori, come stress, ansia e traumi, oltre ad un aumento dei rischi connessi ad operazioni in ambienti ostili, come aggressioni da parte di altri lavoratori o di terzi.

L’organizzazione deve quindi considerare tali rischi e mettere in atto misure per prevenirli.

Variazioni stagionali anomale

Anche tali condizioni possono alterare i rischi SSL associati alle attività lavorative; ad esempio, la siccità può impattare in modo rilevante su alcune attività lavorative come negli esempi seguenti.

Settore Agricoltura e manutenzione del verde:

  • l’irrigazione più frequente e per periodi più lunghi può comportare guasti ai sistemi di irrigazione, che, sottoposti ad un funzionamento in condizioni non ottimali proprio a causa della siccità, possono essere soggetti a rotture improvvise con conseguente rischio per i lavoratori che operano in prossimità degli impianti;
  • le sostanze chimiche (pesticidi e fertilizzanti) in periodi di siccità si possono accumulare nel terreno aumentando il rischio di esposizione per i lavoratori agricoli;
  • non vanno poi trascurati i rischi dovuti al cedimento di alberi che, essendo più suscettibili alle malattie e alla morte, diventano più fragili e inclini a cadere, mettendo a rischio i lavoratori impegnati nelle vicinanze.

Settore costruzioni:

  • cedimenti e crolli dovuti al terreno diventato secco ed instabile a causa della siccità, aumentano quindi i rischi durante le operazioni di scavo e di fondazione.

Inoltre, sempre a causa della siccità, si possono verificare con maggiore frequenza incendi che possono diffondersi rapidamente mettendo a rischio i lavoratori, compresi gli addetti dei VVFF e della Protezione Civile, e danneggiare o distruggere le strutture. Gli incendi comportano esposizione al fumo ed alle sostanze chimiche rilasciate dalla combustione, con conseguenti problemi respiratori, irritazioni agli occhi e altri rischi, oltre ovviamente e rilevati impatti ambientali.

In condizioni siccitose gli impianti antincendio potrebbero essere compromessi per:

  • scarsità o bassa pressione dell’acqua, il che mina l’efficacia degli spruzzatori o degli idranti;
  • rapido esaurimento delle riserve d’acqua, ad esempio per un aumento del numero degli incendi;
  • interruzioni nell’approvvigionamento idrico, che rendono temporaneamente inutilizzabile l’impianto antincendio.

Di conseguenza, per mitigare questi rischi devono essere adottate misure preventive, come l’aumento delle riserve d’acqua, l’ottimizzazione dell’efficienza dell’impianto antincendio e la messa in atto di strategie di mantenimento dei livelli minimi di acqua richiesti.

Tali aspetti possono risultare ancora più critici in settori industriali dove sono presenti grandi quantità di materiale infiammabile.

In generale, gli impianti e le attrezzature che devono operare in condizioni ambientali sensibilmente diverse da quelle per le quali sono state progettati possono presentare seri problemi di funzionamento.

I rischi connessi al cambiamento climatico comportano, da parte dei Datori di lavoro, (anche sulla spinta dell’RSPP e/o del Responsabile del Sistema di gestione SSL), l’adozione di misure tra le quali:

  • aggiornamento del DVR per considerare i rischi;
  • aggiornamento delle procedure operative per affrontare condizioni meteorologiche estreme, ad esempio riconsiderando attività che comportano sollevamento di pesi, lavorazioni all’aperto, contatto con superfici calde esposte, ecc.;
  • riorganizzazione degli orari di lavoro e della turnistica;
  • revisione dei menù e la fornitura di bevande e cibi per garantire la giusta idratazione ed apporto di sostanze minerali;
  • formazione al personale sulle pratiche sicure in ambienti di lavoro influenzati dal clima;
  • fornitura di mezzi di protezione per proteggersi dai rischi descritti.

Misure volte ad aumentare la salute e sicurezza dei lavoratori ed a mitigare l’impatto sul cambiamento climatico

Sono individuabili anche misure per ridurre l’impatto ambientale in relazione ai processi afferenti alla salute e sicurezza dei lavoratori. Si può agire su fronti diversi.

Considerando, ad esempio i DPI, possono essere valutate le seguenti misure:

  • privilegiare i fornitori che mettono in atto azioni efficaci volte alla sostenibilità, collaborare con i fornitori che garantiscono standard di sostenibilità per lo sviluppo di DPI identificando i punti critici e le opportunità di ottimizzazione del loro utilizzo e smaltimento al termine del ciclo di vita;
  • acquistare DPI eco-sostenibili optando per quelli realizzati con materiali riciclabili, biodegradabili o provenienti da fonti sostenibili; ovvero DPI certificati da standard ambientali riconosciuti;
  • ridurre, riutilizzare e riciclare, promuovere l’uso responsabile dei DPI incoraggiando i lavoratori a ridurne il consumo, a riutilizzarli quando possibile e a riciclarli correttamente al termine del loro ciclo di vita (smaltimento), ad esempio contingentando i DPI e favorendo una politica volta ad evitare sprechi ed usi impropri;
  • programmare la manutenzione dei DPI evitando di sostituirli frequentemente e favorendone la riparazione, sempre ovviamente garantendo i livelli di sicurezza richiesti.

Mentre valutando il risparmio di acqua, limitato ad un ambiente di ufficio, possono essere considerate le seguenti misure:

  • installare dispositivi a risparmio idrico nei rubinetti, servizi igienici e docce quanto presenti;
  • effettuare regolare manutenzione agli impianti per intervenire rapidamente in caso di perdite, verificare che le tubature non siano ostruite o danneggiate, in modo da garantire un flusso ottimale dell’acqua; laddove gli ambienti fossero raramente presidiati considerare la presenza di sistemi di rilevamento della perdita di acqua;
  • installare sistemi per la raccolta ed il riutilizzo dell’acqua piovana per usi non potabile come innaffiatura degli spazi verdi, uso industriale, ecc. Analogamente installare impianti di riciclo delle acque grigie che provengono dai lavandini per scopi non potabili (servizi igienici e irrigazione);
  • promuovere politiche aziendali volte al risparmio del consumo di acqua, valorizzando l’uso dell’acqua del rubinetto e di bicchieri e bottiglie personali e riutilizzabili (anche alla macchinetta del caffè);
  • programmare l’irrigazione degli spazi verdi evitando le innaffiature quelle eccessive o quando non necessarie; scegliere per l’esterno e l’interno piante che richiedono un limitato apporto di acqua;
  • investire in tecnologie che riducono il consumo di acqua come rubinetti a sensori;
  • effettuare formazione ai collaboratori per sensibilizzarli sull’importanza del risparmio idrico e sulle misure da adottare per utilizzare l’acqua (compresa quella potabile) in modo più efficiente;
  • monitorare i consumi idrici, analizzare i dati e valutare, anche con il coinvolgimento del personale l’efficacia delle misure applicate ed eventuali ulteriori opportunità.

Riduzione dell’impatto ambientale in relazione ai processi afferenti alla salute e sicurezza dei lavoratori

Tali azioni descritte, per quanto lodevoli, impattano sul cambiamento climatico ma non aumentano in alcun modo la salute e sicurezza dei lavoratori. Non è facile individuare azioni che al contempo riducano l’impatto ambientale e contribuiscano ad accrescere la salute e sicurezza dei lavoratori. Ad esempio si può suggerire:

  • favorire lo smart-working, che riduce i trasferimenti, le emissioni ed il rischio di infortuni in itinere;
  • pianificare la formazione sull’ecodrive e la guida sicura, permettono di ridurre impatto ambientale ed infortuni;
  • promuovere la mobilità sostenibile, che riduce le emissioni ed il rischio di incidenti e favorisce regolare attività fisica;
  • favorire l’introduzione di programmi volti al benessere psico-fisico dei dipendenti, come attività di formazione (fitness, yoga, mindfulness, programmi di gestione dello stress ecc.) e sportelli ascolto che riduce il livello di stress ed ansia nei dipendenti favorendo un clima più armonioso;
  • decorare gli ambienti di lavoro con piante che riducono il livello di stress dei dipendenti, favorendo un clima più coinvolgente ed aumentano la qualità dell’aria e migliorano il confort termico;
  • evitare/eliminare gli arredi per ufficio che possono rilasciare sostanze dannose e spesso sono realizzati con processi produttivi inquinanti;
  • scegliere DPI realizzati con materiali degradabili e non tossici per ridurre il rischio di esposizione chimica dei lavoratori; così anche nella scelta delle sostanze utilizzate per alcune lavorazioni (ad es. scegliere detergenti e sgrassanti a base di estratti di agrumi);
  • rivedere i processi più impattanti dal punto di vista ambientale adottando misure per ridurre le emissioni inquinanti e la contaminazione, riducendo conseguentemente anche l’esposizione dei lavoratori;
  • analogamente richiedere che il personale dell’impresa di pulizie adotti prodotti detergenti certificati da standard ambientali riconosciuti con vantaggio sia per l’ambiente sia per la sicurezza del personale che lo utilizza che per i lavoratori.

Ovviamente non tutte le azioni proposte si applicano a tutti i lavoratori o a tutte le aziende, così come non sempre vi è la disponibilità di risorse per applicare le misure descritte. Di volta in volta dovrebbero essere adottati, nello spirito della norma, i provvedimenti che più si adattano al contesto.

Conclusioni

In sintesi, le modifiche introdotte dall’Amd 1:2024 sulla UNI EN ISO 45001:2023 permettono di agire su diverse linee di intervento. Non è tanto importante quali misure l’organizzazione decide di applicare ma, piuttosto, che le misure, da considerare nell’ecosistema in cui opera l’organizzazione, siano incisive sia sul fronte della salute e sicurezza dei lavoratori sia su quello ambientale. Inoltre, le misure devono contribuire a sviluppare una coscienza favorevole all’adozione di misure proattive ed alla riduzione degli sprechi.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 4