Gli incidenti informatici gravi a livello globale e i casi di cybercrime continuano ad aumentare senza sosta. Ma accanto a questo trend ormai conosciuto e assodato, un vero e proprio elemento di ansia è rappresentato dai casi di sabotaggio e spionaggio e dalle loro conseguenze, quasi sempre molto gravi. Il quadro emerso dall’aggiornamento del Rapporto Clusit (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica) fatto a ottobre e relativo al primo semestre 2018 non è quindi per niente rassicurante. Vediamo nel dettaglio i trend più significativi sia sotto il profilo degli attacchi che delle conseguenze della in-sicurezza informatica.
Attacchi gravi in preoccupante crescita
Il primo dato interessante presentato dal Clusit è quello relativo al campione. Considerando la qualifica di attacco “grave” che il Clusit utilizza (modificata nel 2015 perché gli attacchi considerati gravi al tempo oggi sono considerati in parte di categoria minore) si nota come nel primo semestre del 2018 sono stati mappati 730 attacchi gravi contro i 1127 di tutto il 2017 e i 1050 del 2016. Si tratta, se il trend sarà confermato nel secondo semestre di quest’anno di un salto percentuale importantissimo e preoccupante (ferma l’impossibilità di avere un dato certo posto che la maggior parte dei casi non viene portata a conoscenza pubblica).
Passando alla distribuzione degli attaccanti si nota come il cybercrime è sempre largamente maggioritario (587 casi nel primo semestre 2018) con quindi aumento importantissimo percentuale rispetto agli 857 casi di tutto il 2017. Scende invece ancora l’hacktivism con 29 casi nel primo semestre 2018 contro i 79 del 2017.
Molto preoccupante è invece il dato relativo ai casi di spionaggio e sabotaggio posto che in sei mesi si sono contati ben 93 casi contro i 55 del secondo semestre 2017. Al netto del dato numerico assoluto inerente i sabotaggi e lo spionaggio, sicuramente delicatissimo, sono le conseguenze dei casi accaduti che rappresentano un vero e proprio elemento di ansia.
Passando alla distribuzione delle vittime come si può evidenziare nella figura che segue tutti i settori di mercato pubblici e privati sono oggetto di attacco.
Attacchi al cloud e al mondo sanitario
Di particolare interesse, fra gli altri, il dato inerente i servizi cloud, per lo sviluppo che questi servizi stanno avendo nel mercato (10% dei casi) e il dato relativo al mondo sanitario (10% dei casi). Con riferimento ai servizi di cloud il dato non rappresenta una novità e non deve essere di freno allo sviluppo dei servizi online posto che, se il servizio garantisce un adeguato livello di sicurezza, è presumibile che un cloud provider che affronta in modo strutturato il tema della sicurezza informatica sarà sempre più sicuro di qualunque azienda pubblica o privata.
Passando all’analisi degli impatti degli attacchi si può vedere nella figura che segue come i casi di cybercrime, per quanto numerosissimi, hanno in genere un impatto molto basso o mediamente critico. Al contrario, i casi di spionaggio e sabotaggio, meno numerosi ma in costante crescita, hanno nella quasi totalità dei casi un impatto elevatissimo.
I trend più evidenti
Alla luce dei dati esposti, e degli altri a cui si rimanda, il Clusit evidenzia come trend i seguenti:
- “Salto quantico” (soprattutto per Espionage e State sponsored attacks / Information Warfare)
- Phishing (via mail, IM e Social) ancora in crescita
- Malware per piattaforme Mobile sempre più diffuso e sofisticato
- Internet of Things troppo insicuro, rischi sistemici crescenti (l’aumento della superficie di attacco rende ineludibile una diminuzione del livello di sicurezza)
- Discesa in campo degli Stati e aumento della (cyber) tensione
- Cybercrime sempre più aggressivo e organizzato
- Crescenti attività di propaganda, PsyOps e alterazione di massa della percezione (alt-truth) supportata anche da cyber attacchi.
Di questi dati e dell’attuale panorama italiano e mondiale si parlerà il 14 novembre a Roma all’evento Cybersecurity 360 Summit.