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Truffe nel trading online, se le riconosci le eviti: ecco come difendersi

Le truffe legate al trading online sono sempre più frequenti: conoscere le tecniche usate per ingannare è, quindi, fondamentale per difendersi. Il punto sul loro funzionamento, sulle tecniche usate per adescare gli utenti, su come individuare i siti illegali e su come muoversi sul piano legale

Pubblicato il 13 Nov 2022

Roberto Culicchi

Of Counsel DWF (Italy)

bitcoin scam

Truffe e trading online sono due parole che sempre più spesso negli ultimi tempi sembrano viaggiare di pari passo. Broker situati in sedi per lo più esotiche, società ombra e false promesse di investimenti milionari in Amazon o Bitcoin, le truffe sul trading online sono più comuni e frequenti di quel che si possa immaginare.

L’ultima pubblicazione della Commissione Europea in tema di cybersicurezza mette in evidenza come circa i due quinti degli utenti UE avrebbero sperimentato problemi riguardanti la sicurezza, mentre negli ultimi tre anni un terzo degli utenti avrebbe ricevuto e-mail o telefonate fraudolente in cui si richiedevano dati personali o richieste di investimento. E i dati relativi al mercato statunitense non sono certo migliori: secondo la Federal Trade Commission (FTC) circa 7.000 persone hanno perso più di 80 milioni di dollari in truffe di criptovalute da ottobre 2020 a marzo 2021.

Iniziare dunque a conoscere le tecniche utilizzate per ingannare gli utenti è il primo passo per difendersi.

Il funzionamento delle truffe nel mondo del trading online

Il funzionamento delle truffe nel mondo del trading on-line segue schemi piuttosto consolidati, anche se può variare il mezzo utilizzato. L’obiettivo primario resta quello di adescare un utente, proponendogli investimenti in criptovalute, nel forex trading o nelle opzioni binarie.

Le promesse sono quelle di poter ottenere, nel giro di pochissimo tempo, guadagni molto elevati, senza il rischio di poter perdere il proprio capitale, con ciò contravvenendo alla regola numero uno di ogni investimento, quella per cui non esistono attività finanziarie senza rischio.

Di fatto, per attirare gli utenti nella trappola del trading online, si fa leva principalmente su tre elementi:

  • Promesse di facili e rapidi ingenti guadagni, spesso conseguiti con alcuni semplici clic e in brevissimo tempo, così che chiunque possa far lievitare il proprio conto in banca.
  • Utilizzo di parole e formule rassicuranti – l’usuale “periodo di prova” e i cosiddetti “bonus di benvenuto e di ingresso” – sono solo alcuni degli strumenti più spesso utilizzati per far credere all’utente che non correrà alcun rischio nell’investire parte dei propri risparmi.
  • tecniche di marketing molto spinte e che sono sempre più aggressive: si va dall’invio di sms alle chiamate promozionali sul cellulare nel corso delle quali l’operatore prova a far leva sulla scarsa attenzione o sulla fretta dell’utente spingendolo a investire piccole cifre in cambio della promessa di guadagnare molti più soldi.

Sovente queste modalità sono utilizzate in modo combinato fra loro e sono associate a vere e proprie tecniche di “social engineering“, basate sullo studio e la manipolazione dei comportamenti delle persone, il cui scopo è raccogliere informazioni confidenziali, come le abitudini e preferenze di acquisto.

Alla base vi è quasi sempre un meccanismo che punta a sfruttare la buonafede delle persone, utilizzando la loro vulnerabilità (rappresentata in questo caso dalle scarse conoscenze finanziarie) per dar vita all’imbroglio. Anziani, giovani coppie, studenti e famiglie sono, in genere, gli anelli deboli.

Truffe nel trading online, basta un clic per bruciare i risparmi

Trading online: l’inganno in una telefonata

Molto banalmente, lo strumento forse più diffuso per gli inganni nel settore del trading on-line è rappresentato da una semplice telefonata: operatori dalla voce seria e molto professionale assicurano guadagni davvero interessanti se saranno investite delle somme in criptovalute, azioni o nel forex.

Con la telefonata, che in genere arriva dall’estero ma oggi è possibile nascondersi anche dietro numeri fissi italiani o numeri di cellulare, l’interlocutore tenta subito di conquistare la fiducia della persona da truffare, convincendola a investire una piccola somma (stiamo parliamo di 100-200 euro), dalla quale si potranno ottenere dei rendimenti esorbitanti. Spesso arriva anche il consiglio di effettuare in fretta l’investimento, utilizzando la piattaforma suggerita al telefono, che si rivelerà un fake, mentre i bonifici vengono indirizzati a conti correnti all’estero, spesso verso intermediari poco trasparenti o compiacenti con queste società truffa.

Gli schemi di truffa a matrioska: a perderci è sempre il cliente truffato

Nel corso degli ultimi anni il numero delle piattaforme di trading online presenti in rete sulle quali sono state perpetrate delle truffe non ha fatto altro che aumentare.

Va segnalato che molto spesso da un punto di vista tecnico, le piattaforme di investimento fake funzionano benissimo e all’inizio gli utenti sono attratti proprio perché in grado di realizzare piccoli guadagni. In questo modo gli utilizzatori vengono spinti a investire ulteriori risorse e risparmi. La truffa termina, in genere, con la chiusura della piattaforma, o l’impossibilità da parte del trader di poter recuperare quanto investito.

In molti casi, vengono attuati degli schemi di truffa a matrioska: i clienti truffati vengono infatti nuovamente contattati ed indotti ad investire ulteriori somme per recuperare quanto in precedenza perduto. Ovviamente, niente di tutto questo sarà vero e si perderanno solo altri soldi.

Se il truffatore sfrutta l’immagine di un personaggio celebre

Altra tecnica usata consiste nello sfruttamento dell’immagine di un personaggio celebre; in pratica si sfrutta la fama e la notorietà di un personaggio celebre per carpire la fiducia degli utenti ed altresì per distrarli da tutto quanto potrebbe non essere chiaro e/o garantito. Contrariamente a quanto uno può essere indotto a pensare, riconoscere un post falso, un messaggio o un video sui social media può risultare difficile perché i truffatori spesso utilizzano illecitamente rubandole immagini di personaggi noti per conferire credibilità alle proprie tecniche con cui commettere la truffa. Non rari sono gli episodi consistenti nella violazione di account verificati, così da creare un’illusione di legittimità spacciando l’idea che un personaggio noto sia coinvolto.

Con l’intelligenza artificiale le cose non possono che peggiorare

In questo senso i progressi recentemente registrati nel campo delle applicazioni connesse all’intelligenza artificiale paradossalmente lasciano presagire possibili scenari inquietanti; per conferire maggiore credibilità alle comunicazioni tese a perpetrare una tuffa si utilizzerà la tecnica del “deep fake”, consistente nella diffusione di messaggi falsi attuata tramite sintesi dell’immagine umana e della voce basate sull’intelligenza artificiale. Con tale tecnica diventa inoltre possibile combinare e sovrapporre immagini e video esistenti con video o immagini originali.

La finanza gestita dall’intelligenza artificiale, quanti nodi etici

Non scaricate quell’app!

Un altro passaggio del raggiro può essere rappresentato dalla richiesta al cliente di scaricare un’app. Quello, però, diventerà lo strumento del truffatore per avere sotto controllo la situazione economica del cliente e per ottenere le password del banking online. Il truffatore inizierà a prelevare piccole cifre, fino a rubare somme sempre più elevate di migliaia di euro. È a quel punto che il cliente, nella maggior parte dei casi, si renderà conto del fatto che dal suo conto saranno spariti molti soldi e in quel momento il truffatore gli prometterà di recuperarli in breve tempo. Non sarà così, perché nel giro di alcuni mesi le perdite aumenteranno.

La truffa del trading ispirata a Squid Game

Un caso molto noto di truffa nel settore delle criptovalute è legato a Squid Game, la nota serie televisiva della TV sudcoreana in onda su Netflix; tale la notorietà della serie che gli ideatori avevano dato vita alla creazione di una vera e propria criptovaluta, lo Squid.

Il token Squid è stato introdotto come parte di un progetto in cui le persone potevano acquistare token per partecipare a giochi online dove potevano guadagnare ulteriori token e scambiarli con altre criptovalute o denaro cash. I token Squid avrebbero poi potuto essere utilizzati in un attesissimo gioco online basato sulla medesima serie

Il problema è iniziato quando molti utenti hanno segnalato problemi nella vendita dei token.

Raggiunta una valutazione monstre di 2.856 dollari, il token Squid è crollato a zero dollari dopo le voci e i segnali emersi dai social che potesse trattarsi di una presunta truffa, gettando nel panico tutti coloro che hanno investito nel token Squid. Contemporaneamente, tutti gli account dei social media dedicati alla criptovaluta Squid, compreso Twitter, sono scomparsi. Twitter, in particolare, prima di scomparire aveva temporaneamente limitato l’account di Squid a causa di “attività sospette”.

Anche il sito web della criptovaluta Squid e il suo White book, il prospetto informativo che conteneva tutte le informazioni di dettaglio sulla criptovaluta, sono scomparsi dagli schermi di Internet, quando già parecchi utenti si erano lamentati delle numerose imprecisioni e degli errori grammaticali contenuti nel White book, evidenziando i primi segnali che qualcosa non fosse corretto.

La tecnica rag pull

La tecnica utilizzata dagli sviluppatori, denominata “rug pull”, si verifica infatti quando gli sviluppatori di un progetto, come il token Squid in questo caso, lo abbandonano e si intascano i soldi degli investitori. In pratica nel momento in cui un numero significativo di investitori investe nel token, i creatori dell’asset fanno venire meno la liquidità dello stesso, azzerando in pratica il valore della criptovaluta.

Come individuare i siti di trading che celano truffe

Identificate le tecniche più utilizzate dai truffatori, occorre concentrarsi sui suggerimenti ed i consigli utili all’individuazione dei siti di trading online che celano delle truffe, rammentando che una volta caduti nella trappola diventa estremamente difficoltoso recuperare le somme investite.

Accertarsi della denominazione e della sede della società che propone l’investimento

La prima accortezza da impiegare consiste nell’accertarsi subito della vera ed esatta denominazione della società che propone l’investimento. La difficoltà nell’ottenere le informazioni basilari sull’entità proponente l’investimento rappresenta un primo indicatore di rischio. In generale, è sempre bene comunque non fidarsi ciecamente di quello che viene riportato sul sito di una società, così come non basta leggere che il soggetto in questione è vigilato da un’autorità pubblica. Va infatti ricordato che l’esercizio nei confronti del pubblico dei servizi e attività di investimento è riservato ai soggetti autorizzati dalla Consob. Nella stragrande maggioranza dei casi l’operatività dei soggetti non autorizzati, privi quindi dei requisiti, tra cui quelli patrimoniali e organizzativi, previsti dall’ordinamento, anche a tutela degli investitori, si sostanzia in vere e proprie truffe. Dunque se la società non è presente sul sito della Consob fra le imprese autorizzate (o sugli elenchi della Banca d’Italia), non bisogna assolutamente investire.

Un altro campanello d’allarme squilla nel momento in cui la sede sociale dell’impresa che propone l’investimento è situata in un paradiso fiscale o in una località esotica. In generale, conviene anche diffidare dalle promesse di rendimenti molto più alti di quelli presenti sul mercato, così come di bonus e incentivi di vario tipo e di guadagni iniziali assicurati.

Occhio agli errori tipografici e di ortografia nelle email

Più in generale, errori tipografici ed evidenti errori di ortografia nelle e-mail, nei post sui social media e durante qualsiasi comunicazione, promesse di moltiplicare l’investimento, utilizzo di falsi personaggi famosi e noti, manipolazione psicologica e dettagli vaghi contenuti nei documenti di accompagnamento dell’investimento rappresentano i segnali di una possibile frode da controllare quando pensiamo di investire mediante il trading online.

Molto opportuno anche consultare sempre la sezione “Avvisi ai risparmiatori” del sito della Consob e verificare se nei confronti del soggetto in cui l’utente si è imbattuto la CONSOB ha pubblicato un warning e/o ha adottato un provvedimento con cui gli ordina la cessazione dell’attività svolta tramite un sito web.

Cosa fare da un punto di vista legale quando si rimane vittime di una truffa di trading online

Una volta caduti nella trappola purtroppo per gli utenti diventa difficile uscirne, anche perché la maggior parte dei clienti si accorge troppo tardi della natura abusiva dei soggetti con cui ha investito. I problemi, di norma, si manifestano quando il cliente vuole uscire dall’investimento. Avanzata la richiesta di rimborso, gli utenti si sentono addurre le scuse più irragionevoli e sperimentano atteggiamenti dilatori, che impediscono di fatto la restituzione di quanto in precedenza investito. Ancora più gravi appaiono i casi in cui i referenti si rendono irreperibili, non rispondendo più alle e-mail e al telefono. Di conseguenza, alle prime avvisaglie di difficoltà nella restituzione delle somme è buona norma uscire subito dall’investimento, facendo il massimo delle pressioni per la restituzione del denaro. Ovviamente, in questi casi, occorre evitare di cadere nella trappola di versare altro denaro.

Resta poi il tema di cosa fare da un punto di vista legale quando si rimane vittime di una truffa legata al trading online.

In via civile stragiudiziale è possibile formulare una richiesta alla controparte – che ovviamente deve adeguatamente motivata in punto di diritto e di fatto al fine di ottenere il rimborso e/o il risarcimento del danno relativamente alle somme investite dal cliente.

Con un’azione civile, preceduta anche dal tentativo di mediazione, dinanzi agli organismi autorizzati, il cliente, tramite l’assistenza di uno studio legale può invocare, dinanzi al giudice, la tutela volta al rimborso delle somme e/o al risarcimento dei danni nei confronti della controparte.

In via penale infine, mediante la predisposizione di un atto di querela (e successivamente un atto di costituzione della parte civile) può essere introdotto un procedimento penale a carico dei responsabili per la condotta penalmente rilevante.

Purtroppo nella prassi si assiste spesso al caso di clienti che, dopo essere stati vittime di truffe derivanti dal trading online, rinunciano a promuovere alcun tipo di iniziativa giudiziaria nei confronti dei truffatori, per timore che i costi connessi all’instaurazione di una causa si vadano ad aggiungere ai danni già subiti per effetto della truffa. Vale la pena mettere in evidenza come questo tipo di comportamento debba essere stigmatizzato, contribuendo – seppur in maniera indiretta – al proliferare di fenomeni come quelli connessi alla diffusione di reati connessi al trading online.

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