Il conflitto in Ucraina, iniziato con l’invasione delle forze armate russe il 24 febbraio 2022, ha da subito mostrato di essere uno scontro anche di natura tecnologica, tema che ha assunto nuovo rilievo sui media internazionali.
Si è parlato ampiamente di come gli scontri siano stati e siano tuttora terreno fertile per la nascita di nuove pratiche di guerra, nuove tecnologie e di nuovi modi di attaccare il nemico.
In particolare, caccia, intelligence e armi in rete digitale, collegati attraverso comunicazioni satellitari e software personalizzati, sono stati realizzati da Kiev a costi ridottissimi e in tempi brevi, al contrario del Pentagono, che ci sta lavorando da decenni investendo miliardi di dollari.
Questa struttura di guerra ha consentito all’Ucraina di competere degnamente contro Mosca, in superiorità numerica e con artiglieria molto più pesante.
Guerra russo-ucraina: cosa ci insegna il conflitto sul futuro del digitale
Un conflitto “Open source”
Quello che si sta combattendo alle porte dell’Europa è il primo conflitto che si gioca sul campo anche attraverso la condivisione di immagini in tempo reale, da parte dei militari, da parte della popolazione e non da ultimo da parte anche dell’intelligence che diffonde le immagini satellitari declassificate. Una guerra che ha anche ridato all’intelligence militare un ruolo centrale, in particolare negli Stati Uniti e nel Regno Unito, che hanno condiviso informazioni segrete con l’Ucraina.
Sull’altro fronte, la Russia ha attaccato il nemico ucraino non soltanto con truppe militari ma anche online, via web, con attacchi cyber e con la diffusione di fake news in una misura mai vista prima.
Dal punto di vista tecnologico, poi, i droni di consumo a basso costo sono diventati protagonisti del conflitto russo-ucraino, poiché impiegati dalla resistenza di Kiev per tracciare il nemico e sono passati, quindi, da essere giocattoli di appassionati di tecnologia e registi amatoriali, a dispositivi per uso militare.
Il giorno di Natale del 20220 l’Ucraina ha azionato una tecnologia basata su una torre telescopica con una telecamera remota su un’auto sovietica con lo scopo di osservare e correggere il fuoco sulla linea del fronte vicino a Kharkiv.
La lezione dell’Ucraina
Gli Stati Uniti d’America lavorano alla digitalizzazione delle forze armate per seguire il progresso tecnologico, allestendo progetti di dimensioni, sicurezza e larghezza di banda ben superiori a quelli sviluppati dall’Ucraina. Sono proprio i veterani dei progetti di digitalizzazione Usa e, degli alleati, ad ammettere che la rapidità con cui l’Ucraina ha messo in piedi un sistema virtuale di comando e controllo, avendo peraltro a disposizione ridotti mezzi economici e attrezzature, deve essere un esempio per i Paesi occidentali.
A vantaggio delle strategie ucraine, inoltre, va sottolineato che sono stati reclutati anche esperti senza un bagaglio militare, facendo così convergere tutte le forze utili. In Ucraina, patria di una fiorente industria dell’outsourcing tecnologico e di hacker che operano al di fuori della legge, le persone motivate sono spesso ingegneri informatici che si connettono utilizzando servizi digitali come il messenger criptato Signal e le reti di aziende come SpaceX di Elon Musk.
I loro strumenti sono diventati applicazioni mobili, stampanti 3D e droni di consumo. L’Occidente è, invece, risucchiato dalla lentezza e dalla pesantezza delle burocrazie, che rallentano anche l’applicazione rapida di nuove soluzioni tecniche che servirebbero nell’immediato.
Le comunicazioni tra le truppe ucraine sfruttano le potenzialità del servizio internet Starlink fornito da SpaceX di Elon Musk. Si tratta di una costellazione di 3.335 satelliti attivi, secondo dati dell’Economist, che permette accesso a Internet ad alta larghezza di banda a 45 Paesi, ma gran parte del traffico proviene proprio dall’Ucraina. È stato, infatti, uno degli strumenti di risposta militare e civile del Paese all’invasione della Russia.
Il ministro ucraino per la Trasformazione Digitale, Mykhailo Fedorov, ha sottolineato il grande balzo tecnologico fatto da Kiev in soli 10 mesi, in confronto ai 20 anni impiegati dalla Russia per preparare una guerra tecnologica.
Una guerra connessa
Il capo di una nuova unità di sviluppo tecnologico militare all’interno di una brigata dell’esercito ucraino, l’ingegnere Roman Perimov, ha soprannominato il conflitto russo-ucraino “guerra connessa”, sottolineando che: “L’esercito ucraino sarà il più avanzato di sempre grazie alla propria esperienza di vita”.
Il suo gruppo sta lavorando a diversi progetti, tra i quali le apparecchiature di disturbo fatte in casa per i droni e batterie economiche e ad alta capacità. Gruppo che si dedica anche a progetti per il settore privato, tra i quali lo sviluppo di software di gestione delle risorse aziendali per le multinazionali, al fine di automatizzare le buste paga.
Inoltre, i programmatori ucraini hanno aggiornato un sistema che i militari chiamano Delta per fornire ai comandanti locali informazioni in tempo reale sul campo di battaglia ricevute da droni e da osservatori che vivono nelle zone dell’Ucraina occupate dai russi.
Altro sviluppo tutto ucraino ha riguardato la costruzione di imbracature di plastica compatte, attraverso stampanti 3D, per un costo di circa 10-15 dollari ad imbracatura, da agganciare ai droni commerciali per poterli armare con granate. Queste imbracature hanno sensori di luce economici collegati a una chiusura meccanica e quando l’operatore comanda al drone di fare lampeggiare le luci, i sensori captano la luce e fanno scattare la chiusura per rilasciare una cinghia che contiene una granata. Nel frattempo, si sta studiando l’uso di palloni commerciali stratosferici che potrebbero effettuare ricognizioni o trasmettere comunicazioni su ampie zone del campo di battaglia.