Agrovoltaico: un concetto ancora relativamente nuovo, ma che sta diventando sempre più diffuso nei settori agricolo e delle energie rinnovabili. L’agrivoltaico, o agrovoltaico, unisce la produzione di cibo (l’agricoltura) e quella di energia rinnovabile (il fotovoltaico), creando una sinergia da cui entrambi traggono beneficio.
Dai campi fotovoltaici all’agrovoltaico
Inizialmente si parlava di “campi fotovoltaici”, ovvero distese di pannelli solari più o meno vaste, che di fatto sottraevano terreno utile all’agricoltura o al pascolo. Negli ultimi anni però, la ricerca ha trovato nell’agrovoltaico una nuova soluzione che, invece di generare competizione tra la produzione energetica e quella agricola, permette di combinarle, portando vantaggi concreti a tutti gli attori coinvolti.
L’agrovoltaico è dunque caratterizzato dalla produzione combinata di energia fotovoltaica e di colture agricole sulla stessa area: una perfetta armonia tra pannelli solari e coltivazioni. Il MASE (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) lo definisce come “un impianto fotovoltaico che adotta soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione”: grazie ai pannelli fotovoltaici installati in altezza, infatti, è possibile conciliare le esigenze dell’agricoltura con la produzione di elettricità dal sole (la resa agricola è garantita e l’energia viene prodotta in modo pulito, senza eccessivo consumo del suolo né emissioni inquinanti).
L’agrovoltaico in Italia e nel mondo
Per quanto il dibattito si sia fatto recentemente più intenso, questa particolare sinergia non è una completa novità: già da diversi anni sono allo studio i possibili benefici derivanti dalla conciliazione tra agricoltura e produzione di energia sostenibile. In particolare, il concetto di agrovoltaico è stato introdotto già nel 1982 dal fondatore del Fraunhofer Institute for Solar Energy Systems ISE, Adolf Goetzberger, mentre negli stessi anni anche in Italia il Governo era impegnato nella discussione su come rendere più autonoma la produzione energetica per le attività agricole. Un paio di decenni più tardi, precisamente nel 2011, proprio in Italia è stato poi realizzato il primo impianto agrovoltaico al mondo: il progetto Svolta è situato in Puglia e vanta una potenza complessiva di 1 Megawatt (MW) che il fondatore progetta di portare a 8 MW, con l’obiettivo di avviare una produzione vitivinicola.
Inoltre, a maggio 2023 Engie, in collaborazione con Amazon Italia, ha inaugurato il suo primo parco agrovoltaico in Sicilia, a Mazara del Vallo: l’impianto contribuirà ad alimentare le attività di Amazon e l’accordo prevede la realizzazione di un secondo sito siciliano a Paternò, per una capacità totale installata sui due impianti pari a 104 MW.
A livello globale, in molti Paesi sono in corso di sviluppo diverse soluzioni e sono state avviate ricerche specifiche per mettere in luce i vantaggi di questo approccio sia per il fotovoltaico, sia per l’agricoltura. Per esempio, nel sud est della Francia è in corso di costruzione Horizeo, un progetto monstre da 1 GW che, a oggi, si prospetta come il più grande d’Europa. In Germania invece è partito il progetto APV-Ostbau, il primo sistema agrovoltaico per scopi di ricerca in territorio tedesco.
Anche gli americani stanno cominciando a guardare alle potenzialità del connubio agricoltura-produzione elettrica. Secondo il National Renewable Energy Laboratory (NREL), entro il 2030 le installazioni solari su larga scala potrebbero coprire più di 800mila ettari di terreno negli Stati Uniti.
In che modo l’agrovoltaico rivoluzionare il settore agricolo
Migliore resa dei terreni, minore consumo di acqua per l’irrigazione, perseguimento dell’indipendenza energetica e rivitalizzazione delle attività agricole: sono solo alcuni dei benefici che l’agrovoltaico porta all’agricoltura, che si possono tradurre anche in un prezioso risvolto economico. Questa tecnologia consente infatti alle aziende agricole di migliorare le proprie performance, diminuendo il consumo di acqua fino al 20% (grazie al parziale e intermittente ombreggiamento dei moduli fotovoltaici, infatti, il terreno si mantiene più umido e le piante sono protette dall’eccessiva luce solare). Inoltre, l’adozione di sensori ad alta tecnologia – che restituiscono dati utili per migliorare l’attività agricola – rende l’agrovoltaico un abilitatore di pratiche sostenibili ed efficienti.
In tale contesto le coltivazioni che si sviluppano in altezze medio basse, come erbe aromatiche, orticole o frutta, traggono i maggiori benefici: la resa dei frutti aumenta e si crea un habitat favorevole per gli insetti impollinatori, a vantaggio dell’intero ecosistema agricolo.
Incentivi e benefici, economici e non solo
Dopo il via libera di Bruxelles il 1° luglio 2023, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Parco Agrisolare 2023, ovvero l’atto ministeriale che programma le risorse residue destinate dal PNRR all’efficientamento e alla solarizzazione degli edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Il provvedimento, che prevede finanziamenti a fondo perduto fino all’80% per la realizzazione di impianti fotovoltaici, delimita il perimetro di massima entro cui si muoverà il prossimo bando, definendo gli interventi ammissibili, la portata degli incentivi, i beneficiari e la procedura di richiesta e assegnazione.
Il Governo italiano è pronto a incentivare 1,04 GW di nuova capacità agrovoltaica entro il 2026. Un target importante per il settore, che ha tuttavia bisogno di coordinate precise, non solo dal punto di vista normativo. Affinché il potenziale agrovoltaico italiano venga sfruttato a pieno e in maniera sostenibile per gli sviluppatori, l’ambiente e il territorio, è necessario disporre di informazioni complete: ecco perché il Centro Ricerche ENEA di Portici ha realizzato una mappa del potenziale agrovoltaico nazionale su scala regionale, in grado di supportare la PA nella pianificazione dello sviluppo del settore.
Se è facile intuire perché l’agrovoltaico sia considerato una scelta sostenibile, vale la pena ricordare i vantaggi più nel dettaglio:
- Riduzione dell’impatto ambientale: l’energia solare è una fonte di energia pulita e rinnovabile. Utilizzarla riduce la dipendenza dalle fonti fossili, contribuendo ad abbassare le emissioni di gas a effetto serra e l’inquinamento atmosferico.
- Aumento della produttività agricola: gli agricoltori, grazie al consumo di energia prodotta direttamente dall’impianto fotovoltaico, potranno ottimizzare le risorse e incrementare la produzione.
- Diversificazione delle entrate per gli agricoltori: l’installazione di impianti fotovoltaici può offrire un’opportunità di reddito supplementare. Gli agricoltori possono infatti vendere l’elettricità prodotta o sfruttarla per alimentare le proprie attività, riducendo i costi.
Conclusioni
L’agrovoltaico rappresenta dunque una scelta sostenibile dal punto di vista sia economico sia ambientale, poiché aumenta la produttività e genera allo stesso tempo energia rinnovabile, contribuendo così alla transizione verso un futuro più verde ed eco-friendly.