Entra nel vivo l’attuazione del programma Smarter Italy, voluto dal Mise con Agid come soggetto attuatore, per accelerare la crescita del Paese attraverso l’utilizzo degli appalti innovativi, che hanno il loro framework normativo nell’articolo 66 del decreto legislativo n. 50/2016. Nell’ambito del programma, si è svolta in questi giorni la prima consultazione preliminare di mercato sulla prima area tematica Smart Mobility, quella della mobilità sostenibile nelle città.
Agid ha svolto il ruolo cruciale di broker pubblico, in grado cioè di mettere insieme istituzioni, imprese e centri di ricerca, in un processo virtuoso di aggregazione/selezione degli operatori. Un esempio classico di open innovation che si mobilita per individuare le soluzioni migliori.
Gli obiettivi di Smarter Italy
La promozione degli appalti innovativi rientra tra gli obiettivi prioritari dell’Agenda Digitale Italiana, dell’accordo di partenariato 2014-20, della Strategia per la crescita digitale italiana 2014-20 e fa parte delle linee d’azione del Piano triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2019/2021. Con la firma del recente protocollo Mise-Mid-Mur per l’attuazione di una politica basata sulla domanda pubblica il Governo ha voluto ridare slancio a questi strumenti, con un budget totale di 50 milioni di euro[1], puntando su tre aree di intervento:
- Smart Mobility – miglioramento dei servizi per la mobilità di persone e cose nelle aree urbane;
- Valorizzazione dei beni culturali – valorizzazione economica e turistica delle aree di rilevanza storica e artistica;
- Benessere sociale e delle persone – miglioramento dello stato psico-fisico dei cittadini.
“Ritengo questo programma strategico per reinventare i servizi urbani a disposizione dei cittadini”, ha dichiarato la Sottosegretaria al MiSE, Alessandra Todde. “Il programma Smarter Italy è di fondamentale importanza perché in questo momento storico avvicinare le istituzioni ai cittadini non è solo un dovere ma una necessità”. Connesse a queste aree tematiche, si tratterà ora di definire e qualificare i fabbisogni di innovazione, applicando il paradigma tipico dell’open innovation: consultazioni tra la Pubblica Amministrazione e gli operatori di mercato (imprese, start-up, università, centri di ricerca, etc.). Le consultazioni hanno l’obiettivo, da un lato, di informare preventivamente il mercato delle iniziative in cantiere e, dall’altro, consentiranno alla PA di acquisire elementi utili alla preparazione dell’appalto. Successivamente sarà data esecuzione alle procedure di appalto vere e proprie, tipiche dell’innovation procurement: appalto pre-commerciale, appalto di soluzioni innovative, dialogo competitivo, partenariato per l’innovazione, procedura competitiva con negoziazione. Il programma Smarter Italy è aperto a tutte le amministrazioni e soggetti pubblici interessati, che possono proporre fabbisogni di innovazione, co-finanziare il programma, mettere a disposizione campi operativi di sperimentazione. In questo contesto, la convergenza verso un partenariato pubblico-privato non può che essere visto con favore, perchè “con gli appalti innovativi, lo stato non acquista prodotti e servizi disponibili, ma genera una domanda di innovazione. La cronica scarsità di risorse finanziarie, in Italia, rende questi strumenti particolarmente importanti. E la pubblica amministrazione ne può trarre occasione di modernizzazione”[2].
Città Intelligenti, Smart Mobility & Logistics
Come ci muoveremo domani? Con quali mezzi, con che sistemi e interconnessioni? Come saranno le Smart Cities del futuro? A queste e a molte altre domande particolarmente strategiche ha inteso rispondere la prima consultazione di mercato che si è svolta in questi giorni, che resterà aperta fine a tutto il mese di luglio, sulla prima area tematica di “Smarter Italy”, quella della mobilità e logistica urbana, che servirà ad Agid per raccogliere tutte le informazioni utili a preparare la gara vera e propria[3]; un bando da 20 milioni di euro, che nelle intenzioni di Agid dovrebbe uscire in autunno con pubblicazione sul portale nazionale Appalti InnovativiAppalti Innovativi.
Durante la giornata di consultazione, che ha visto la presenza di più di 300 tra imprese, professionisti, startup ed enti di ricerca, i referenti delle città hanno fatto emergere i fabbisogni di innovazione delle città che ospiteranno i prototipi e le sperimentazioni. Il confronto, una vera e propria miscela di energie innovative, ha visto anche il contributo degli operatori di mercato che hanno avuto la possibilità di intervenire, presentarsi ed esprimere il proprio posizionamento. “Con l’attuazione di Smart mobility lo Stato ha l’opportunità di mettere a disposizione dei cittadini modalità innovative di trasporto pubblico. Scopo dell’iniziativa – ha sottolineato il Ministro Paola Pisano – è di favorire la messa a punto di soluzioni che siano in grado di rispondere meglio alle esigenze di spostamento degli utenti e di riuscire a farlo nel rispetto dell’ambiente. Il miglioramento nella gestione dei flussi di traffico attraverso mobilità intelligente, autonoma e connessa avrà ricadute positive sia per la vita quotidiana dei cittadini, in particolare nei centri urbani, sia per il tessuto produttivo, in considerazione che molte aziende sono già attive nel settore”.
Le sfide di Smart mobility
Per Smart mobility sono stati individuati quattro fabbisogni complessivi, cui sono stati assegnati un totale di 20 milioni di euro. La sperimentazione delle soluzioni selezionate potrà avvenire sul territorio dei Comuni di L’Aquila, Bari, Cagliari, Catania, Genoa, Matera, Modena, Milano, Prato, Roma, Torino. Tali fabbisogni potranno essere scalabili su tutto il territorio nazionale. Le soluzioni aggiudicatarie, infatti, saranno sperimentate sui territori dei Comuni proponenti che diventeranno veri e propri laboratori avanzati sul tema della mobilità intelligente di persone e di merci.
Programma Smart Mobility
SFIDE | CONTESTO DI RIFERIMENTO | RICHIESTE SOLUZIONI |
Soluzione innovativa predittivo/adattativa | L’esigenza nasce dalla considerazione che le fonti di informazioni a disposizione in una smart city sono molteplici e destinate ad aumentare nei prossimi anni grazie alla maggiore integrazione con i sistemi di IOT e le reti di comunicazione di nuova generazione (5G). Si tratta di un flusso ininterrotto di dati che sarà fondamentale veicolare, aggregare e studiare in modo intelligente per trasformarli in una risorsa utile a migliorare la qualità della vita dei cittadini. | Per questa sfida la richiesta è di ideare e sviluppare soluzioni originali relative a piattaforme in grado di favorire la mobilità urbana offrendo:
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Miglioramento della mobilità delle merci | L’esigenza nasce dalla costatazione che quasi un terzo del traffico totale in molte città italiane è generato dal trasporto delle merci, spesso realizzato con logiche poco razionali e con mezzi inquinanti e inefficienti. Alle consegne necessarie per le attività commerciali si sono aggiunte, negli ultimi anni, le consegne a domicilio generate dagli acquisti online dei privati. La crescita esponenziale dell’e-commerce sta aggiungendo nuove problematiche legate alla mobilità delle merci, soprattutto nell’ultimo miglio (ovvero l’ultima tappa del viaggio delle merci prima di arrivare presso il domicilio finale del cliente[4]). | Per questa sfida, le soluzioni proposte devono garantire:
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Miglioramento della mobilità sostenibile nelle aree a domanda debole | L’esigenza nasce dalla previsione che la futura combinazione tra tecnologie emergenti quali Intelligenza Artificiale (AI), Internet delle cose (IoT), blockchain e reti di nuova generazione (5G), permetteranno nei prossimi anni la realizzazione di soluzioni innovative in grado di migliorare sensibilmente anche il trasporto delle persone e delle merci nelle aree a domanda debole[5]. L’attributo “a domanda debole” è direttamente correlato al numero di spostamenti generati dall’area, ma può anche riferirsi al grado di frammentazione della domanda per cui piccoli gruppi – frazioni o case sparse – generano bassi livelli di domanda di mobilità. Il trasporto in queste aree rappresenta una criticità che ancora non ha trovato risoluzione, nonostante già da qualche anno diverse amministrazioni abbiano avviato sperimentazioni. | Per questa sfida si chiedono soluzioni originali in grado di consentire di soddisfare pienamente la domanda del territorio, pur garantendo il rispetto di specifici requisiti:
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Miglioramento della mobilità nei centri storici e nei borghi | L’esigenza trova radici nel fatto che in Italia, e più genericamente in Europa, sono numerose le città e i borghi il cui sviluppo urbano è caratterizzato da conformazioni spontanee determinate dalla topografia e dalla corografia dei luoghi, dalla stratificazione storica degli impianti urbani e dalle logiche di crescita nel tempo. In questi contesti la pianificazione della mobilità delle persone e delle merci risulta, in genere, estremamente difficoltosa soprattutto nelle zone centrali, tipicamente le più antiche. Inoltre la popolazione residente nei piccoli centri storici e nei borghi si caratterizzata per un’età media avanzata, spesso stanziale, non indipendente tecnologicamente ma estremamente dipendente da persone e beni provenienti da altre zone della città. In questo contesto l’utilizzo del trasporto pubblico risulta determinante per preservare un buon livello di autonomia personale e non indebolire il tessuto sociale, nonché di favorire il turismo agevolando gli spostamenti dei visitatori. | La sfida in oggetto pertanto è indirizzata a individuare soluzioni innovative e sostenibili utili a migliorare la mobilità delle persone e delle merci in centri storici e in contesti urbani sviluppatisi senza l’applicazione di un piano regolatore omogeneo e/o in contesti territoriali con orografia disomogenea, garantendo il rispetto di specifici requisiti:
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Indicatori di prestazione trasversali: Qualità del servizio (capacità, tempi di percorrenza); Economicità per i cittadini (tassazioni, biglietti, costo dei mezzi privati); Economicità per l’amministrazione (costi del TPL e delle esternalità); Sicurezza (riduzione degli incidenti); Universalità del servizio per le persone a mobilità ridotta; Sinergia tra trasporto pubblico e uso dei mezzi privati. |
Il buono mobilità e gli interventi degli Enti locali
L’attenzione sulla mobilità dolce e più sostenibile sta crescendo rapidamente. Il programma “Smart mobility” va ad aggiungersi alle misure previste dal Decreto rilancio[6]. Con il finanziamento del bonus bici 2020, che sta avendo l’effetto di stimolare una domanda di trasporto alternativa all’auto privata, anche le amministrazioni locali si stanno muovendo e grazie al programma “Smart mobility” avranno un ruolo cruciale per il rilancio dell’intero settore del trasporto pubblico locale. Indurre a un cambiamento di stile di vita a favore di una nuova concezione di mobilità rappresenta un traguardo per molti amministratori. In tal senso è auspicabile che gli enti locali, fermo restando le disposizioni previste dal Codice della strada, sviluppino interventi per implementare l’uso delle due ruote, specie nel periodo estivo e autunnale, e in particolare l’uso della mobilità dolce e non inquinante, in particolare delle biciclette (anche in sharing), nonché di mezzi diversi, di ultima generazione, quali i monopattini elettrici.
Al momento nel dibattito pubblico sono già presenti tali linee di azioni che appaiono ampiamente condivisibili. Sono tutte iniziative da favorire per una mobilità attiva ed ecosostenibile, soprattutto in favore dei giovani. Tali policy richiedono infatti la predisposizione di necessari strumenti a corredo, come l’individuazione di spazi per lo stoccaggio delle biciclette sui mezzi pubblici e aree dedicate alla custodia dei medesimi mezzi in uffici e istituti scolastici. Quale ragazzo, o lavoratore userà la sua e-bike per raggiungere il proprio liceo, il proprio ufficio se ciò non avverrà in sicurezza e se il suo mezzo non sarà custodito e protetto rispetto ad eventuali furti? Nelle grandi aziende e nelle scuole andranno, quindi, favorite gli interventi e le opere di manutenzione necessarie a tal fine.
Conclusioni
Con l’esperienza del lockdown abbiamo imparato che si può lavorare e studiare da casa, fare acquisti online, discutere in videoconferenza, ma non abbiamo dimenticato che muoversi, incontrarsi, conoscere sono attività irrinunciabili. Però dobbiamo imparare a farlo in maniera sostenibile perché tra poco più di 30 anni il mondo sarà popolato da 10 miliardi di persone e ben 7 miliardi abiteranno in agglomerati urbani. Con i sistemi organizzativi attuali, sarebbe il collasso. A ricordarcelo è anche l’Innovation Trend Report Smart Mobility a cura di Intesa Sanpaolo Innovation Center. I centri urbani avranno nuovi mezzi di trasporto, ma cambierà anche il modo in cui ci sposteremo. Come? Il Report individua quattro caratteristiche della smart mobility di domani: dovrà essere elettrica, connessa, autonoma e condivisa. Per i decisori pubblici e privati locali, risulta quindi necessario e strategico individuare obiettivi di sviluppo sostenibile del territorio e strumenti innovativi di analisi di contesto a supporto delle scelte da fare.
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Note
- In aggiunta ai fondi inizialmente previsti dal Decreto, l’attuazione degli appalti di innovazione può essere finanziata con altre risorse, ad esempio provenienti da Programmi operativi con Fondi europei o con risorse ordinarie di bilancio delle Amministrazioni che aderiranno al programma. ↑
- Cfr. L. De Biase “La domanda pubblica di innovazione”, giugno 2020 ↑
- Agid ha messo a disposizione di tutti un information kit↑
- Le soluzioni ideali dovrebbero mitigare le problematiche tipiche delle consegne nell’ultimo miglio, fornire soluzioni concrete volte a favorire nuove iniziative commerciali e riuscire ad ottimizzare il trasporto di mezzi e persone. ↑
- Le Aree a Domanda Debole (ADD) sono porzioni di territorio, urbano o interurbano, con domanda di trasporto bassa o medio-bassa e caratterizzate da una considerevole dispersione spaziale e temporale. ↑
- Le misure previste dall’articolo 229 del decreto rilancio prevedono incentivi all’acquisto di mezzi di mobilità dolce ed ecosostenibile, nonché l’implementazione delle corsie ciclabili, in un quadro di sviluppo più ampio comprendente anche aree di parcheggi o e custodia delle biciclette, insieme a una parallela politica di sviluppo e sostegno alle società di bike sharing e di potenziamento della sharing mobility. ↑