Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, prima di affrontare la crisi afghana, ha inviato per giorni una serie di tweet con cui fissava un ambizioso obiettivo per il 2030: la metà delle auto vendute dovranno essere elettriche.
Ma negli Usa, le auto elettriche rappresentano ancora solo il 2% del mercato e raggiungere gli obiettivi fissati dal progetto presidenziale sarà difficile. Vediamo perché.
Auto elettriche, convengono davvero all’ambiente? La strategia industriale che serve
Il piano Biden: 50% di auto elettriche entro il 2030
Nella categoria Biden comprende non solo i veicoli 100% elettrici a emissioni zero, ma anche i modelli ibridi plug-in e a idrogeno. Lo stop alla vendita delle auto a combustione interna (anche dette endotermiche) è previsto nel 2035 negli USA (limite fissato nel 2030 in UK, mentre le ibride saranno commercializzate fino al 2035).
The future of the auto industry is electric — and made in America.
Today I’m signing an executive order with a goal to make 50% of new vehicles sold by 2030 zero-emission — and unveiling steps to reverse the previous administration’s short-sighted rollback of vehicle standards.
— President Biden (@POTUS) August 5, 2021
Il Piano Biden prevede investimenti per 174 miliardi di dollari di investimenti (di cui 100 miliardi solo di incentivi) ed è il pilastro delle nuove policy ambientali. Sostenuto da General Motors (GM), Ford Motor e Stellantis, non sarà, tuttavia, legalmente vincolante, bensì appoggiato su base volontaria dalle aziende. Hanno già risposto di offrire appoggio al piano BMW, Honda, Volkswagen, Ford e Volvo, mentre Hyundai e Toyota hanno espresse parere positivo.
Per avvicinarsi agli obiettivi dell’accordo climatico di Parigi, Biden ha proposto anche un miglioramento annuo dell’efficienza del 3,6% (per tagliare le emissioni e ridurre l’inquinamento). L’esecutivo ha chiesto all’Environmental Protection Agency (EPA) e alla National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) di riscrivere le regole sulle emissioni.
Electric cars, Usa indietro rispetto a Europa e Cina
Per affrontare i cambiamenti climatici, secondo l’amministrazione Biden – Harris, la decisione sulle auto elettriche rappresenta una svolta. Del resto, chi acquista una Tesla Model 3 risparmia sia sul carburante che sul mantenimento.
Tesla, che fabbrica auto solo elettriche, e vende crediti ecologici un po’ a tutti i competitor per rientrare nei parametri del protocollo di Kyoto, è l’unica casa automobilistica che non ha bisogno di emettere comunicati congiunti. È solo grazie a Tesla se nel 2020 sono state vendute negli Usa 345 mila ibride ed elettriche, che comunque corrispondono ad appena il 2% del mercato. E a giugno 2021 la vendita di auto elettrica ha sfiorato il 4%, lontano dal 6% della Cina, dal 10% dell’Europa continentale e dall’11 del Regno Unito, Paesi con legislazioni ambientali più stringenti e incentivi più generosi.
Auto elettriche troppo costose
Il motivo è semplice: le auto elettriche costano ancora troppo. Una Tesla Model S di fascia alta costa 80 mila dollari, mentre la Chevrolet Bolt, nella fascia bassa, ha un prezzo di 31 mila dollari. Sempre 10 mila dollari più un’auto a carburante. Inoltre il tax credit federale pari a a 7500 dollari non si applica ai modelli della Tesla e della GM, ma comunque non può essere utilizzato dai cittadini americani le cui entrate non sono sufficienti per beneficiare del credito d’imposta; altri invece non sono in grado di anticipare la spesa per l’acquisto, dal momento che lo sconto fiscale arriverà solo l’anno successivo.
Il New York Times riporta che le Tesla spopolano in aree della California dove il reddito medio è di 165mila dollari all’anno, le case sono valutate un milione di dollari e otto residenti su dieci hanno conseguito una laurea. Lo stato socioeconomico, il passaparola e la propensione all’emulazione giocano un ruolo nell’acquisto di un auto elettrica: se i tuoi vicini di casa sono “early adopter” e comprano una Tesla, e puoi permetterla, anche grazie al “sussidio ai beni di lusso”, lo fai anche tu. E non solo per risparmiare 20 dollari di carburante a settimana.
I problemi che rallentano la corsa all’auto elettrica
Gli ostacoli alla vendita di auto elettriche sono numerosi: dal rischio di blackout senza un adeguamento della rete elettrica alla rete di ricarica senza colonnine posizionate nei posti giusti (negli USA servirebbero 500mila colonnine di ricarica, invece delle 106mila attuali per 43mila stazioni di ricarica: se posizionate bene, potrebbero anche essere la metà secondo il Massachusetts Institute of Technology, il MIT di Boston); esistono, poi, problemi a monte e a valle ovvero la produzione di elettricità e lo smaltimento delle batterie; un’auto elettrica dura uno o due decenni (comprarla oggi, prima del 2030 può essere troppo presto).
GM ha dichiarato a gennaio che cesserà la produzione di motori tradizionali dal 2035, mentre Ford punta al 2030. Ma la rapida diffusione globale delle auto elettriche potrebbe subire un rallentamento, dopo la decisione (bipartisan) presa dal Senato Usa che prevede il taglio degli aiuti (il budget passa da 15 a 7,5 miliardi di dollari) per la creazione di una rete nazionale di ricariche elettriche.
I produttori automotive hanno ridotto il costo delle batterie, la ragione per cui le auto elettriche sono così costose, ma ci vorranno anni per livellare i prezzi fra auto elettriche e a combustione interna.
Los Angeles e Indianapolis offrono anche auto elettriche in car-sharing, invece Atlanta e Denver chiedono che le nuove case vengano dotate di colonnine di ricarica. San Diego Gas & Electric afferma di aver posizionato un terzo delle colonnine elettriche in aree economicamente svantaggiate, perché è il momento “di educare”.
Aspettando Cop 26, per affrontare i cambiamenti climatici
Nessuno al momento compra auto elettriche a causa dei cambiamenti climatici, ma i dati del sesto report dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) sono allarmanti: i climate change sono veloci e presentano fenomeni estremi sempre più frequenti. Dal primo al 12 novembre si terrà a Glasgow la Cop 26, la sesta Conferenza delle Parti dell’UnfCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change). Alcuni effetti dei cambiamenti climatici sono già irreversibili, ma forti e costanti riduzioni di emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas serra li limiterebbero.