Forse non tutti lo sanno, ma le biotecnologie applicate alla salute sono state alla base delle diverse risposte alla diffusione del Sars-CoV-2: dal sequenziamento del genoma del virus, alla diagnostica molecolare, dai vaccini agli anticorpi monoclonali, tutto è basato sul biotech.
Ma oggi, che vediamo la luce alla fine del tunnel, aggiungiamo che la ricerca e l’innovazione biotecnologica rappresentano anche il nuovo, promettente paradigma per una crescita economica che sia anche sostenibile. La loro applicazione in agricoltura, industria e ambiente permette, infatti, di generare sviluppo nei limiti delle risorse del pianeta.
Biotech, PNRR e NextGenEU ultima occasione: le proposte per il salto di qualità
Le professioni del futuro nel settore biotech
Non solo, le biotecnologie rappresentano anche un settore molto fertile dal punto di vista occupazionale. L’analisi predittiva “Quale futuro per le competenze nel settore biotech” svolta da EY e ManpowerGroup/Jefferson Wells, in collaborazione con Frezza & Partners e con il supporto di Assobiotec, presentata proprio lo scorso 9 novembre a Roma, evidenzia come l’indice di previsione netto sull’occupazione si attesti al +28%. Si tratta della previsione più positiva per l’occupazione dal 2003 (anno del primo sondaggio) con un miglioramento del 21% rispetto al trimestre precedente e del 29% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Numeri molto incoraggianti che vanno però a scontrarsi con un dato preoccupante: fra le aziende che prevedono di aumentare il personale nel prossimo trimestre, in Italia, il 76% fatica a coprire i posti di lavoro a causa della mancanza di talenti qualificati. Oggi è dunque cruciale che le skill siano aggiornate e adattate ai velocissimi cambiamenti che il mercato delle Life Sciences sta attraversando. Opportuni investimenti in istruzione e up-skilling/re-skilling continuo nel breve termine sono strade da percorrere senza indugio.
Il peso della bioeconomia sul PIL
Dobbiamo creare un futuro migliore. Sembra una frase retorica, ma non lo è: mai come in questo momento di forte crisi sanitaria e ambientale ce ne stiamo rendendo conto. Dobbiamo attivarci seriamente, introducendo rapidamente tutti gli strumenti necessari a costruire un domani più sostenibile, e le biotecnologie possono davvero fare la differenza in questo.
Già oggi circa il 20% del PIL nazionale è legato alle Scienze della Vita e alla Bioeconomia, di cui le biotecnologie sono il principale motore di innovazione. Nel 2030 saranno biotech l’80% dei prodotti farmaceutici, il 50% di quelli agricoli, il 35% dei prodotti chimici industriali.
Come Assobiotec – Federchimica abbiamo avviato, ormai due anni fa, il progetto “Biotech, il futuro migliore. Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia”, con l’obiettivo di diffondere il valore delle enormi possibilità offerte da un settore industriale che possiede tutte le caratteristiche necessarie per essere un volano a supporto sia della competitività delle nostre aziende, che della Ripresa e della Resilienza dell’intero Paese.
La seconda edizione del progetto si è conclusa lo scorso 9 novembre con un grande evento all’Auditorium della Conciliazione di Roma, dove insieme a scienziati, imprese, sia startup che grandi multinazionali, e protagonisti della politica e delle Istituzioni, abbiamo fatto il punto sul settore davanti a una platea composta soprattutto da giovani liceali, universitari e neolaureati, quelli che saranno i veri protagonisti del nostro “Futuro”.
I tre quaderni che sintetizzano le priorità di policy per il settore
Nel 2021 il progetto “Biotech, il futuro migliore” di Assobiotec – Federchimica ha voluto approfondire in maniera verticale e dedicata tre direttrici: Ecosistema, Scienze della Vita e Bioeconomia discusse e approfondite in quattro tavoli di lavoro a porte chiuse a cui hanno partecipato economisti, esperti indipendenti, rappresentanti delle Istituzioni, delle imprese e delle start up biotecnologiche. Al termine dei tavoli i risultati del confronto e gli indirizzi emersi sono stati raccolti e sintetizzati in tre quaderni che l’Associazione mette oggi a disposizione dei decisori chiamati a guidare il cambiamento e la rinascita italiana.
L’importanza dell’ecosistema per il rilancio del Paese
Il primo quaderno – “L’importanza dell’ecosistema per il rilancio del Paese” – raccoglie spunti, riflessioni ma soprattutto proposte nate e approfondite in occasione del tavolo di lavoro con gli stakeholder dello scorso marzo, “Premesse programmatiche e rafforzamento dell’ecosistema”. All’interno del documento vengono presentate le principali proposte di riforma attese dal settore delle biotecnologie in Italia, inserite nelle diverse Missioni del PNRR e/o all’interno di specifici interventi legislativi. Governance, Ricerca & Sviluppo, Trasferimento Tecnologico e finanziamento a startup e PMi innovative, Partnership pubblico privato, Rafforzamento del tessuto produttivo nazionale sono le 5 aree individuate come strategiche e prioritarie, tra loro strettamente collegate e da considerare in una logica di filiera.
Dal laboratorio al paziente, l’innovazione che serve alla salute
Il secondo quaderno – “Dal laboratorio al paziente, l’innovazione che serve alla salute” – presenta le proposte nate e approfondite in occasione dei tavoli di lavoro con focus sulle Scienze della Vita di maggio e giugno 2021. Il messaggio che emerge è chiaro: il mondo del biotech è unanime nel considerare quello attuale come un momento storico unico per il settore della salute e delle Life Science per attenzione ai temi della ricerca e dell’innovazione e per la quantità delle risorse a disposizione. Per questo motivo si tratta di un’opportunità irripetibile e che non può essere sprecata. Adesso è il momento di mettere a terra le diverse proposte che da anni il settore porta avanti e che si ritrovano in gran parte all’interno del PNRR e dei diversi decreti. Ci sono infatti i temi chiave delle Scienze della Vita, come investimento in ricerca, sperimentazione clinica, produzione innovativa, governance farmaceutica e medicina territoriale. Ma dobbiamo evidenziare che il Paese appare più avanti sui progetti che sulle riforme della burocrazia, che fino ad oggi ha penalizzato lo sviluppo del settore. Senza un lavoro in parallelo si rischia di vanificare quella che forse è l’ultima opportunità di recupero della competitività all’interno di questo settore ormai globalizzato.
One health: la salute del pianeta è la salute dell’uomo
Il terzo e ultimo quaderno – “One health: la salute del pianeta è la salute dell’uomo” – contiene l’output di un tavolo di lavoro, con focus sulla bioeconomia, tenutosi a, occasione di confronto su un tema che oggi è ancora di maggiore attualità.
Al centro dell’incontro c’era, infatti, il ruolo delle biotecnologie nel garantire produttività e sostenibilità al sistema agricolo e agli altri settori della bioeconomia, per assicurare un futuro migliore, per generare ricchezza nei limiti delle risorse del pianeta. “One health: la salute del pianeta è la salute dell’uomo” – con i suoi due focus “biotecnologie agroalimentari” e “biotecnologie industriali” – descrive un’Italia al 2027 dove sono finalmente realizzate quelle riforme che il settore, unito, ritiene prioritarie: biotecnologie sostenibili in agricoltura e innovazione di prodotto e di processo nella bioeconomia circolare.
Contiamo davvero che il nostro lavoro venga ascoltato e utilizzato dai decisori politici e che si possa in questo modo progettare insieme il nostro “Futuro Migliore”.