Un progetto sulla infomobilità che non si chiuda allo scadere dei finanziamenti, ma renda disponibili, tramite l’open data, le preziose informazioni raccolte. Info poi ributtate “in rete” per le start-up che intendano, su queste, sviluppare nuovi servizi. Parte dei profitti prodotti tornerebbe a chi il progetto lo ha ideato, per finanziarne altri. Un circolo virtuoso che si autoalimenti, insomma, e riesca a fare sistema.
Fantascienza? No. A Cagliari è già (quasi) realtà.
Carlino Casari è un ricercatore del Crs4, il centro di Ricerca, Sviluppo e Studi della Sardegna. Quello, per intenderci, da cui nacque il primo sito web italiano e uno dei primi internet provider, Video On Line. Il socio unico è l’ente regionale di Sardegna Ricerche. In questa temperie propizia è nato un progetto, già finanziato, che vuole fare sistema in tutta Italia e a cui è già interessata la città di Chicago.
Siamo nell’ambito delle Smart city. Casari – che ha un passato alle spalle nello sviluppo di ICT ed erogazione di servizi Web-Oriented, con tecnologie Open Source – ci lavora da due anni col suo team. E ha coinvolto anche la Vitrociset (società partecipata da Finmeccanica, specializzata in innovazione), la Space spa (Pmi), l’Università di Cagliari (Dipartimento di ingegneria elettronica), il Ctm, l’azienda di trasporti pubblici locali, col patrocinio del Comune di Cagliari, l’INFN (Istituto nazionale fisica nucleare). La sezione di Cagliari di INFN è il partner che si occupa dell’infrastruttura Cloud prevista dentro Cagliari2020 ed è attraverso il loro network internazionale che è stato acquisito l’interesse della municipalità di Chicago.
Il progetto, Cagliari 2020 s’è aggiudicato, nel marzo scorso, l’ultimo bando sulle smart-city indetto dal Miur. 25 milioni di euro complessivi.
Ma di che si tratta?
L’obiettivo è ottimizzare il trasporto urbano, riducendo i tempi di percorrenza e, soprattutto, migliorare la qualità dell’aria. In questo Cagliari è un case study ideale perché può contare su un’infrastruttura di infomobilità all’avanguardia in Europa. Innanzitutto una rete metropolitana che interconnette tutte le fermate dei bus, con una centrale operativa monitorata 24 ore su 24. Questo consente di disporre di info, in tempo reale, su frequenza e temporizzazione dei pullman, su ciascuna fermata. A cui s’aggiunge un’architettura di varchi, collegati agli accessi in città, che registrano i veicoli che affluiscono e ripartono. Tutti i bus, inoltre, sono georeferenziati: dispongono di un sistema gps che ne acquisisce la posizione e la comunica alla centrale operativa.
Le info su flussi, ritardi e anticipi consentono di regolare la velocità degli spostamenti dei mezzi e l’attivazione degli impianti semaforici sulle vie attraversate.
“Nella pianificazione delle reti viarie – spiega Casari – di solito si analizzano i comportamenti degli utenti tramite analisi statistiche. La programmazione è dunque, di massima. Cagliari 2020, invece, acquisisce le info in tempo reale attraverso il paradigma netcentrico: una rete dinamica e pervasiva (urban information grid) i cui nodi possono essere sia fissi che mobili. Ciò consente di sviluppare modelli di analisi dei parametri ambientali e pianificare, di conseguenza, i flussi di traffico, i consumi energetici e le emissioni di CO2 nelle aree urbane in conformità alle Guidelines della Covenant of Majors per il raggiungimento degli obiettivi 20-20-20 della Commissione Europea (che include oltre 3500 municipalità sparse per l’Europa)”. Ma Come?
“Tracciando le abitudini degli utenti che si spostano – prosegue Casari – tramite i loro dispostivi mobili (come gli smartphone). In forma anonima e nel rispetto delle normative sulla privacy. Catturiamo con estrema precisione anche il numero di veicoli in movimento, captandone i segnali radio dei dispositivi lungo gli assi viari principali. La raccolta delle info ci consente di disporre di una mappatura precisa sui flussi nell’area che ci interessa”.
L’obiettivo è quello di adottare delle azioni, in tempo reale, in funzione di eventi straordinari che possono verificarsi nelle città (incidenti, manifestazioni) e fornire percorsi alternativi. Altre dati utili sono quelli sulle aree di parcheggio o lo sviluppo di soluzioni di servizi shuttle on demand. “Sulla base delle informazioni raccolte – continua Casari – vogliamo realizzare un sistema di prenotazione shuttle, in tempo reale, da un punto all’altro della città, dentro percorsi prestabiliti”.
Altro aspetto interessante è l’acquisizione di dati sull’impatto energetico e ambientale che ha il traffico in città. I bus vengono sfruttati come delle sonde con dei sensori che registrano le emissioni inquinanti dell’etere. La centralina sarà impiantata sul mezzo, raccoglierà i dati e li trasmetterà alla centrale. Dalla puntuale fotografia della qualità dell’aria si scoprirà quanta energia si consuma per percorrere un determinato tratto, e come il sistema mobilità impatta sulla popolazione anche dal punto di vista sanitario.
L’ottimizzazione del consumo energetico, su scala nazionale, non è banale: consente un risparmio stimato su parecchi miliardi di euro. Così come i costi degli incidenti stradali che si potranno limitare: costi che incidono, a livello europeo, per circa il 2 per cento del pil. Senza considerare il computo delle spese sanitarie sugli abitanti. Risparmi che potranno essere reinvestiti nei servizi stessi.
“Il collegamento col Decreto 2.0 – spiega ancora Casari – è nella piattaforma che stiamo sviluppando. Attraverso le interfacce sarà possibile l’accesso al sistema in modalità open-data. Interfacce che consentiranno, alle start-up interessate, di sfruttare i dati e sviluppare, di conseguenza, nuove applicazioni che creino servizi. Da qui a 10 mesi tutto questo sarà già possibile”.
La logica è il lungo periodo, dove il progetto sia propulsore di altro business, e nuove piattaforme alimentate nel tempo. Vi è già un accordo con Cagliari 2.0, la futura rete dell’imprenditore Mario Mariani, padre dell’incubatore The Net Value.
Ma il futuro è anche oltre i confini nazionali: “Aiuteremo le start-up a produrre servizi che creino risultati economici: in cambio, parte dei profitti fatturati finanzieranno nuovi progetti del Crs4, per la sopravvivenza dell’ecosistema. Chicago, che ha 3 milioni di abitanti, vorrebbe sperimentare la piattaforma che sarà pronta entro giugno”.
E come risolvere i nodi dei costi d’investimento? Le casse comunali sono sempre affette da bilanci in perdita.
“Abbiamo pensato anche a questo”, conclude Casari. “Non è necessario che il comune spenda 50 milioni di euro per acquistare il software: se offro la piattaforma su un servizio di tipo cloud, le amministrazioni possono pagarci un canone, proprio con i soldi drenati dal risparmio dei costi”.