Bandi

Calderini: “Ci prepariamo agli 11 miliardi UE per le smart cities”

Il responsabile di questi temi presso il Miur, per l’Agenda Digitale, ci spiega la roadmap, dopo i bandi e il decreto Crescita 2.0

Pubblicato il 08 Ott 2012

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Adesso una lunga corsa fino a dicembre: dopo il decreto Crescita 2.0, dopo i bandi per le smart cities, è tempo di costruire l’impalcatura del futuro. Passando per il ruolo dell’Agenzia per l’Italia Digitale, la chiusura dei bandi e quegli 11 miliardi promessi dall’Europa. Mario Calderini, responsabile dei temi Smart Cities & Communities per l’Agenda Digitale, ci descrive la roadmap.

Abbiamo visto i bandi e il decreto. Che succederà adesso?

Abbiamo appena messo sul tavolo le carte della partita che giocheremo. Si appena chiuso- venerdì 28 settembre- un progetto sui cluster smart cities (pubblichiamo qui i risultati, Ndr). È un finanziamento di 410 milioni per prendere i vecchi distretti e farli convergere in logica multi regionali su poche iniziative di rilievo, su nove temi. Tra cui le smart cities, per il quale abbiamo ricevuta una proposta di un unico cluster per 50 milioni di euro. Anche se è il solo ricevuto, non è scontato che passi: lo valuteremo.

E dopo?

Adesso le aziende si stanno gettando sul nuovo bando Smart Cities che finisce a novembre. E poi sui bandi “social innovation” che vi sono agganciati e che scadranno a dicembre. Finora hanno trascurato questi bandi concentrandosi su quello dei cluster. Alla fine avremo il quadro completo. E potremo fare sistema. In Crescita 2.0 c’è un blocco di norme trasversali sulle comunità intelligenti.

Ce ne spiega il senso?

Le norme abiliteranno iniziative di riuso e di interoperabilità per i progetti che hanno vinto i bandi. Sono insomma le condizioni di contesto perché i progetti finanziati possono radicarsi sul territorio e replicarsi su grande scala sul territorio nazionale.

E come?

Il compito di gestire il tutto- secondo il decreto- sarà dell’Agenzia per l’Italia Digitale.

Su questa strada dove si arriva?

A un sistema in cui imprese e università hanno consolidato competenze tecnologiche forti attraverso i progetti, mentre le pubbliche amministrazioni hanno elaborato visioni. Il risultato del mix è la fioritura di strumenti e progetti nella Pa. Il tutto preparerà l’Italia per i bandi smart cities attesi dall’Ue.

Quali?

La Commissione metterà a disposizioni cifre molto grandi, nell’ordine degli 11 miliardi, per le Smart Cities. Uno piccolo europeo c’è già stato la scorsa primavera ed è stato vinto dal Comune di Genova. Nelle prossime settimane ne sapremo di più sui nuovi finanziamenti, che faranno la differenza.

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