Le certificazioni ambientali costituiscono un capitolo ampio, così come del resto è vasta la possibilità di trovare una descrizione condivisibile. Di fatto, testimoniano l’impegno di un’azienda in favore dell’ambiente ed è argomento vasto.
Allo sfruttamento delle risorse naturali si accostano anche i carichi a danno del pianeta causati dalla digitalizzazione e la necessità di proporre prodotti e servizi a basso impatto ambientale è sempre più avvertita.
Le imprese che ottengono tali certificazioni si impegnano tra le altre cose a usare metodi e strumenti verificati da appositi enti. Certificazioni che, di fatto, si dividono in due macro categorie:
- certificazioni ambientali di prodotto, relative ai prodotti e ai servizi
- certificazioni ambientali di processo, orientate all’organizzazione aziendale e ai processi produttivi.
Le imprese si impegnano quindi a rispettare l’ambiente e, con una delle apposite certificazioni, dimostra gli sforzi fatti e i risultati raggiunti. Anche queste certificazioni rientrano nell’ampio spettro della Responsabilità sociale d’impresa.
Le certificazioni ambientali: possono migliorare la reputazione aziendale
Impegnarsi a tutelare l’ambiente e dimostrare di averlo fatto è un atout per ogni impresa. Il pubblico è sempre più sensibile alla sostenibilità, la cui filosofia di fondo è ampiamente condivisa e dibattuta grazie anche ai programmi quali il programma Agenda 2030 che mettono al centro lo sviluppo sostenibile e sottoscritto da 193 Paesi.
La maggiore reputazione delle aziende che ottengono una certificazione ambientale si riverbera tanto sui clienti quanto sugli investitori e tutti gli stakeholder, tant’è che la parola “reputazione” diventa un contenitore al cui interno si situano:
- l’accesso a nuovi mercati
- l’accesso a bandi e finanziamenti
- il coinvolgimento dei dipendenti
- la competitività (le imprese possono distinguersi dalla concorrenza).
Il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dichiarati da un’azienda si trasforma nell’immagine di solidità, affidabilità e fiducia.
Come ottenere e utilizzare le certificazioni ambientali
Esistono diversi enti certificatori ed esistono diversi standard che sanciscono l’ottemperanza ai temi ambientali. Tuttavia, benché diverse tra loro, le certificazioni vertono su punti e procedure comuni:
- valutazione di impatto iniziale
- definizione degli obiettivi
- implementazione dei requisiti richiesti dalla certificazione di riferimento
- formazione interna
- test e prove (anche di emergenza ambientale)
- implementazione di sistemi di valutazione iterati
- intervento dell’ente di certificazione che verifica il soddisfacimento dei requisiti e rilascia il certificato.
Conclusa questa procedura e ottenuta la certificazione, l’impresa può procedere a darne comunicazione all’esterno ma questo è solo l’inizio perché i requisiti devono essere mantenuti e persino migliorati, adeguandoli alle norme vigenti le quali tendono a loro volta a non essere statiche.
L’organizzazione che ha conferito la certificazione effettua delle valutazioni per possa essere mantenuta in essere.
Le certificazioni ambientali come strumento di differenziazione nel mercato B2B
Le certificazioni ambientali consentono la differenziazione nel mercato e il potenziamento dei canali sia in termini di marketing sia sotto il profilo dei rapporti commerciali. Discorsi che si estendono anche al mercato B2C ma che assumono un valore maggiore nei rapporti tra imprese, perché le aziende certificate esercitano un appeal particolare anche nei confronti di altre aziende che necessitano di partner rispettosi dell’ambiente e che lavorano in nome della sostenibilità.
Un’azienda che sceglie core business sostenibili ha il dovere di inserirsi in una catena di approvvigionamento che sposa i medesimi valori.
Le certificazioni ambientali influenzano le decisioni di acquisto
Clienti e utenti stanno dimostrando di avere una particolare sensibilità nei confronti della sostenibilità e delle aziende che si impegnano per garantirla.
Non è un caso che vige una sorta di caccia al greenwashing, molto spesso fomentata dai consumatori che svelano le false iniziative con cui alcune imprese si auto-incensano come sensibili all’ambiente senza però dare seguito con i fatti alle proprie dichiarazioni.
Anche il nuovo Codice degli appalti intende premiare le imprese che scelgono la strada della certificazione ambientale.
Quella delle decisioni di acquisto è una linea che si estende in due direzioni e che vale sia in ambito B2B sia in ambito B2C.
Come le certificazioni ambientali possono migliorare la catena di approvvigionamento
Chi produce beni e servizi può scegliere di avvalersi di fornitori aderenti alle politiche minime di tutela dell’ambiente. Premiando quei fornitori che vantano certificazioni ambientali, è possibile creare un circolo virtuoso che si estende a tutta la filiera, includendo anche gli aspetti logistici e quindi relativi tanto allo spostamento quanto all’immagazzinamento delle merci.
Un simile atteggiamento è reso possibile mediante una road-map articolata in quattro punti che, ancora prima di avere ricadute positive sull’ambiente, dà vita a un esercizio organizzativo per le imprese perché le costringe a:
- individuare le esigenze e i ritmi di acquisto
- includere nei parametri utili alla valutazione dei fornitori anche le politiche ambientali di questi ultimi
- selezionare i fornitori anche sulla scorta delle certificazioni ambientali di cui sono in possesso
- verificare costantemente la disponibilità offerta dal mercato degli approvvigionamenti, anche per spronare i fornitori a fare sempre meglio.
Una volta messa in atto una simile politica a vantaggio della sostenibilità, sempre più imprese si adopereranno per aderire ai dettami delle certificazioni ambientali.
Certificazioni ambientali: requisito indispensabile in futuro
Le richieste delle autorità nazionali e sovranazionali sono elementi sufficienti a comprendere che quello ambientale non è un tema passeggero o modaiolo. Le necessità del pianeta, dell’economia e dell’essere umano sono in continua evoluzione e sempre più focalizzate sul rispetto dell’ambiente anche e soprattutto in un’ottica futura.
Più realtà imprenditoriali agiranno in nome della sostenibilità, e più altre imprese salteranno sul medesimo carro – pena l’esclusione dal mercato – anche per una questione finanziaria, giacché le politiche di sostenibilità riducono sprechi e aprono la strada all’economia circolare, modello di business capace di rilanciare anche le Pmi e i piccoli artigiani, creando impiego e contribuendo a distribuire ricchezza.