Le norme sui sistemi di gestione ISO sono state aggiornate, integrando requisiti sul cambiamento climatico, ponendo le organizzazioni di fronte alla necessità di valutare l’impatto delle loro attività sul clima e di adottare misure di mitigazione. Questo comporta una maggiore attenzione alle esigenze delle parti interessate riguardo al clima, l’adozione di politiche gestionali adeguate, e l’identificazione di rischi e opportunità legati al clima.
Le organizzazioni devono ora documentare azioni concrete per ridurre l’impatto ambientale, promuovendo un miglioramento continuo. Questo cambiamento evidenzia il ruolo cruciale delle aziende nella lotta al cambiamento climatico, orientandole verso una gestione più sostenibile.
Approfondiremo, quindi, di seguito come il tema del cambiamento climatico è stato considerato nell’ambito delle modifiche intervenute sulla struttura dell’Annex SL e conseguentemente a febbraio 2024 sui requisiti delle norme sui sistemi di gestione e fornire indicazioni operative, da adattare al contesto di ogni singola organizzazione per la presa in carico.
Mitigazione, adattamento e sofferenza
John Holdren, consigliere scientifico dell’ex presidente Barack Obama, nel 2007 ha sostenuto che rispetto al cambiamento climatico “We basically have three choices: mitigation, adaptation and suffering. We’re going to do some of each. The question is what the mix is going to be. The more mitigation we do, the less adaptation will be required and the less suffering there will be” (“Di base abbiamo tre scelte: mitigazione, adattamento e sofferenza. Faremo un po’ di ciascuna. La questione è quale sarà il mix. Più mitigazione faremo, meno adattamento sarà necessario e meno sofferenza ci sarà.”).
In sintesi ci pone di fronte a tre scelte: “adattamento, mitigazione e sopportazione”; in questo momento siamo nel bel mezzo di tutte e tre, ma non lo siamo tutti allo stesso modo, questo è un ulteriore problema. L’International Organization for Standardization (ISO) sta dando il suo contributo al tema con una soluzione che ha creato ampia discussione e polarizzato gli esperti.
L’attualità dei temi legati al cambiamento climatico
Il tema del cambiamento climatico è di stretta attualità anche se, come puntualizzato in un recente articolo apparso su Le Scienze, si dovrebbe usare, in modo più appropriato, il termine “stravolgimenti climatici” data la rapidità con cui essi si stanno manifestando. Esso è diventato una delle principali preoccupazioni a livello globale, con crescenti e solide evidenze scientifiche che dimostrano l’impatto delle attività umane sul clima del nostro pianeta. Le organizzazioni, indipendentemente dalle dimensioni, dal settore dalla localizzazione, hanno un ruolo cruciale e possono dare un contributo fondamentale nell’affrontare questa sfida. La gestione ambientale non può più essere considerata un’opzione, ma piuttosto una necessità imprescindibile per garantire la sostenibilità a lungo termine delle attività aziendali.
La ISO[1] non si è potuta esimere dal considerare tale aspetto ed ha modificato l’Annex SL, ovvero il documento che definisce la struttura e l’indice comune a tutte le norme del sistema di gestione e integrando due nuovi requisiti che a cascata comportano le seguenti modifiche:
- Requisito 4.1 Requisito Comprendere l’organizzazione ed il suo contesto – determinare se il cambiamento climatico è una questione pertinente;
- Requisito 4.2 Nota Esigenze ed aspettative delle parti interessate – le parti interessate possono avere requisiti relativi al cambiamento climatico.
Le norme sono state allineate, a seguito della modifica intervenuta (tramite un “amendment”) ed a fine febbraio 2024 è stata pubblicata la ISO 9001:2015/Amd 1:2024, analogamente è stato aggiornato anche la ISO 14001:2015/Amd 1:2024, la ISO 45001:2018/Amd 1:2024, la ISO/IEC 27001:2022/Amd 1:2024, ISO 37001:2016/Amd 1:2024 ecc. per un totale di 31 standard modificati al 23 febbraio 2024.
Mentre, ad esempio, norme che recentemente sono state emesse nella prima versione con la ISO/IEC 42001:2023 – Information technology – Artificial intelligence – del dicembre 2023, già avevano inglobato questo requisito.
Insomma la ISO ha scelto la strada di modificare senza indugio, a seguito dei cambiamenti nella Struttura Armonizzata Annex SL, tutte le norme. Le integrazioni introdotte dall’emendamento non devono essere confuse con la revisione in corso della ISO 9001 che dovrebbe essere pubblicata tra circa 2 anni e che prevederà poi il consueto periodo di transizione di 3 anni.
Ovviamente l’impatto che i cambiamenti possono avere, dipende in modo rilevante, anche dal sistema di gestione. Mentre è facile individuare impatti su sistemi di gestione basati sulla ISO 9001 e sulla ISO/IEC 27001, risulta più complesso considerando altri sistemi di gestione come la ISO 37001, la ISO 45001, ecc. Altri sistemi infine, come la ISO 14001 e la ISO 50001, sono per loro natura già proiettati a considerare aspetti che impattano sui cambiamenti climatici.
Per quanto ci sia noto, ad oggi nessun requisito integrativo è stato invece imposto né agli enti di certificazione né a quelli di accreditamento che per altro possono anche loro impattare (trasferimenti, server, introduzione di componenti di AI) sui temi ambientali.
Va notato, inoltre, che il cambiamento climatico può avere un effetto diverso su ciascun tipo di sistema di gestione. Ad esempio, l’effetto su un sistema di gestione della qualità potrebbe essere molto diverso da quello di un sistema di gestione sulla prevenzione della corruzione. Inoltre, in relazione alla ISO 9001 per quanto concerne il sistema di gestione della qualità o alla ISO/IEC 27001 per quelli sulla sicurezza delle informazioni, si potrebbe osservare che la gran parte delle misure adottate non hanno impatto sulla soddisfazione del cliente. Ad esempio scegliere un fornitore di servizio cloud che utilizza energia prodotta da fonti rinnovabili è sicuramente una misura volta a ridurre l’impatto sul cambiamento climatico ma non assicura in alcun modo maggiore soddisfazione del cliente ovvero maggiori garanzie sulla sicurezza delle informazioni. Mentre progettare un impianto che, attraverso soluzioni innovative, consumi quantità molto limitate di energia soddisfa anche il cliente in quanto beneficia anche di una riduzione dei costi di esercizio dello stesso. In altri termini il tema potrebbe non essere necessariamente rilevante o significativamente rilevante per l’organizzazione, ma per i suoi clienti.
L’ISO ha pubblicato la versione aggiornata della UNI EN ISO 9001:2015/ Amd1:2024; l’aggiornamento è disponibile gratuitamente per il download.
L’impatto sui requisiti dei sistemi di gestione
Di seguito si vuole analizzare, come le variazioni introdotte potrebbero impattare sui requisiti dei sistemi di gestione[2].
Requisito 4.1 – Comprendere l’organizzazione ed il suo contesto
Soddisfare il requisito integrativo è in realtà abbastanza semplice: l’organizzazione deve determinare se il cambiamento climatico è una questione rilevante nel suo ambito, con il potenziale di influenzare la sua capacità di raggiungere i risultati attesi dal/dai sistema/i di gestione applicato/i. Peraltro, molte organizzazioni, come precedentemente indicato, già hanno considerato tale aspetto, come quelle che applicano un sistema di gestione ISO 14001:2015 con il quale, attraverso processi di miglioramento continuo, devono introdurre misure per mitigare l’impatto sull’ambiente.
Per altro, le organizzazioni, devono valutare se le loro attività incidono sul cambiamento climatico e, in caso positivo, come attraverso processi interni o di business, possono mettere in atto azioni per contrastare il cambiamento.
Ad esempio:
- un grande studio di consulenza sul lavoro può fare ricorso a fornitori cloud che utilizzando fonti di energia rinnovabile – impatto sui fornitori;
- un’azienda di progettazione e produzione di elettrodomestici può progettare utensili che utilizzano meno materie prime a pari prestazioni con conseguente anche riduzione dei costi di energia – impatto sui processi di business;
- una scuola può favorire un ciclo di seminari per gli allievi, i docenti ed i genitori sulle scelte individuali da mettere in atto per ridurre i rifiuti – impatto sul personale e sulle altre parti interessate;
Per alcune realtà, invece la possibilità di incidere potrebbe essere trascurabile o nulla come nel caso di un piccolo studio di consulenza; infatti, Il requisito non obbliga in alcun modo le aziende ad intervenire con azioni che hanno un impatto ambientale, ma solo a considerare il tema nel loro specifico contesto.
Requisito 4.2 – Comprendere le esigenze e le aspettative delle parti interessate
In questo caso la modifica è limitata ad una nota che richiede di considerare le esigenze e le aspettative delle parti interessate in relazione al cambiamento climatico. Quindi non richiede di valutare nuove parti interessate ma di considerare tale aspetto declinato per quelle già individuate come rilevanti. Ad esempio:
- per un cliente la mancanza di misure volte a contrastare gli effetti del cambiamento climatico da parte di un’organizzazione, potrebbe portare ad escluderla dalla lista dei fornitori;
- per la proprietà l’applicazione di tali misure può comportare un allineamento ai temi della sostenibilità, una riduzione di costi ed un miglioramento della reputazione.
Peraltro, come autori segnaliamo che, laddove non fosse già stata presa in considerazione, dovrebbero essere valutate come parti interessate anche le “nuove generazioni”.
Sia per il requisito 4.1 che per la nota in 4.2 non è richiesta nessuna informazione documentata né altra prova verificabile, per quanto la gran parte delle organizzazioni di norma documenti le varie analisi.
Requisito 5.2 – Politica del sistema di gestione
La politica del sistema di gestione preso in considerazione, ovvero la politica integrata potrebbe riportare l’impegno dell’organizzazione a mettere in atto azioni per ridurre l’impatto sul cambiamento climatico causato dalle attività svolte, tale impegno è a sua volta declinato in obiettivi come indicato nel 6.2.
Va notato che laddove l’organizzazione non considerasse rilevante tale aspetto, in relazione al suo contesto, ovvero non reputasse di poter avviare alcuna azione significativa, come di seguito descritta, dovrebbe solo motivare tale scelta. Resta peraltro indubbio che sostenere che le parti interessate “generazioni future” non risultino rilevanti per una organizzazione è estremamente difficile.
Requisito 6.1 – Azioni per affrontare rischi e opportunità
Per quanto il requisito 6.1 non viene in alcun modo modificato, resta inteso che una modifica sul 4.1 e sul 4.2 inevitabilmente si rifletta sul 6.1 e dovranno essere presi in carico gli eventuali rischi e le opportunità
L’importanza di una valutazione dettagliata dei rischi
Le organizzazioni sono quindi tenute a condurre una valutazione dettagliata dei rischi che potrebbe addirittura sfociare in una analisi dell’impatto ambientale[3] delle proprie attività, identificando i principali fattori di rischio legati al cambiamento climatico sulla base di quanto emerso dal 4.1 e dal 4.2. Questa valutazione potrebbe includere l’analisi delle emissioni di gas serra, l’uso delle risorse naturali e altre attività che contribuiscono al cambiamento climatico e che potrebbero essere oggetto di analisi di KPI.
Per quanto riguarda le minacce si possono immaginare, tra i tanti, i seguenti scenari:
- utilizzo di materie prime che nel medio/breve termine saranno considerate non più conformi alla normativa a causa del loro rilavante impatto sul cambiamento climatico – azione di mitigazione: avviare una ricerca per individuare materie prime alternative con un minore impatto ambientale;
- aumento dei costi a causa di impianti obsoleti che richiedono rilevanti costi di esercizio – azione di mitigazione pianificare la sostituzione degli impianti – azione di mitigazione: pianificare la sostituzione/revamping degli impianti, installazione di impianti fotovoltaico.
Per entrambi i casi analizzati il rischio associato è quello della perdita di clienti e/o perdita di competitività sul mercato
Le opportunità per le organizzazioni
L’integrazione dei requisiti sul cambiamento climatico nell’Annex SL offre una serie di opportunità (anche sotto forma di benefici) per le organizzazioni. Tra questi:
- il miglioramento delle prestazioni ambientali;
- la riduzione dei costi grazie ad iniziative che incidono sul cambiamento climatico;
- la riduzione del rischio di non conformità legislativa;
- l’implementazione di misure che contribuiscono alla sostenibilità di impresa;
- una migliore reputazione aziendale;
- una maggiore fiducia da parte degli stakeholder che si traduce in una maggiore attrattività per talenti e dei clienti (anche in fase di qualifica);
- un vantaggio competitivo sul mercato.
Requisito 6.2 – Obiettivi e pianificazione del loro raggiungimento
Sulla base della valutazione di cui al 6.1 (compresa l’eventuale valutazione dell’impatto ambientale) le organizzazioni devono stabilire obiettivi e KPI per ridurre le proprie emissioni di gas serra e mitigare l’impatto ambientale delle proprie attività. Questi obiettivi dovrebbero essere integrati nei piani aziendali e monitorati regolarmente per garantire il progresso verso la sostenibilità ambientale. Gli obiettivi di miglioramento possono assumere la forma di azioni di mitigazione dei rischi[4], ovvero di decisioni della direzione che vuole dare dimostrazione del suo impegno nel contribuire a ridurre l’impatto sul cambiamento climatico, pur non derivando da minacce e quindi non comportando dei rischi specifici, come ad esempio l’obiettivo di:
- riduzione degli imballi;
- promozione delle attività in smart working;
- introdurre elementi di eco design nella progettazione del prodotto.
Requisito 4.4 – Sistema di gestione e relativi processi e 9.1.3 – Analisi e valutazione
Per quanto riguarda i KPI se ne possono individuare di numerosi come ad esempio quelli relativi a:
- i consumi di risorse (acqua, energia, metano) indicizzati in relazione a dati di produzione;
- le % di riduzione dell’impatto ambientale attraverso l’implementazione di progetti;
- i calcoli che discendono da valori molto più complessi da analizzare come l’analisi delle emissioni di gas ad effetto serra [5], l’uso delle risorse naturali, ecc.
Tali indicatori del resto sono già ampiamente monitorati da molte aziende per quanto in diversi casi attraverso analisi reattive e non proattive
Requisiti 7.2 e 7.3 – Competenza e consapevolezza
La Direzione dell’organizzazione dovrebbe valutare attività formativa destinata al personale per aumentare la propria competenza sul tema (anche in relazione a progetti mirati), sia per favorire la comprensione dei vari aspetti, sia per acquisire skill specifiche (es. corso eco-drive), sia per aumentare la consapevolezza sulle scelte personali che ogni collaboratore aziendale, sia nel contesto lavorativo che familiare, può mettere in atto.
Requisito 7.5 – Informazioni documentate
Le informazioni documentate dovranno essere aggiornate nella misura in cui l’organizzazione introduce nuove procedure, istruzioni o registrazioni afferenti al tema in oggetto (opzione più remota se già dispone di un sistema ISO 14001). Potenziando i controlli, le analisi e le valutazioni sulla componente ambientale, potrebbe rilevarsi utile, se non necessario, integrazioni alla componente documentale come ad esempio:
- registrazioni di controlli su parametri ambientali;
- rapporti di audit di conformità legislativa sui temi ambientali.
Requisito 10.3 – Miglioramento continuo
I requisiti sulla gestione del cambiamento climatico nei sistemi di gestione richiedono un monitoraggio costante delle prestazioni dell’organizzazione (comprese quelle ambientali) e una revisione periodica dei processi per garantire il rispetto degli obiettivi e dei target ambientali stabiliti ed il loro miglioramento continuo in ottica. Questo ciclo di monitoraggio e revisione continua è essenziale per adeguarsi alle condizioni ambientali che sono inevitabilmente in continuo mutamento[6].
Requisito 9.2 – Audit interno
Per quanto riguarda l’attività di audit, oltre a verificare la presa in carico del climate change come elemento di contesto e d’impatto sulle parti interessate, ed “a cascata” altri requisiti come delineato, non si può prescindere dal verificare che le misure poste in atto in capo all’azienda, siano concrete e misurabili piuttosto che misure di green washing.
In relazione alla figura dell’auditor dato che la modifica è stata classificata non significativa e quindi non sono previsti criteri aggiuntivi specifici per gli auditor.
Negli audit di seconda parte i clienti o potenziali clienti valuteranno come il loro fornitore/potenziale fornitore ha affrontato la questione anche in relazione a quelli che sono i propri criteri di qualifica/prequalifica.
Requisito 9.3 – Riesame di direzione
Alla luce di quanto sopra, il riesame della Direzione non può non contenere un paragrafo relativo al tema, ovvero richiamare il tema in vari punti del riesame medesimo visto l’impatto trasversale sul tema.
Tempi di presa in carico delle modifiche
Per quanto non siano stati definiti dei tempi vincolanti entro cui prendere in carico i requisiti, gli enti di certificazione potrebbero, sin dalla prossima verifica, emettere dei rilievi sulla mancata presa in carico da parte dell’organizzazione degli elementi di contesto e delle esigenze ed aspettative delle parti interessate ed il loro impatto sulla analisi dei rischi. Presumibilmente gli enti di certificazione a breve, se non hanno già provveduto in tal senso, dovranno integrare le loro check-list, ma prima dovranno mettere in atto una azione di sensibilizzazione verso i loro clienti proponendo iniziative di informazione/formazione.
Presumibilmente ed in attesa di indicazioni da parte di Accredia (ad oggi inizio marzo 2024 non ancora disponibili) gli organismi di certificazione inizieranno a verificare i requisiti relativi al cambiamento climatico in occasione del prossimo audit programmato di ciascuna organizzazione certificata o di nuova certificazione previa messa a punto della modulistica. Tale soluzione è in contrasto con il periodo di transizione di norma concesso di tre anni per adattarsi alla nuova versione del documento (anche se in questo caso si tratta solo di una modifica minore).
Audit di terza parte e OdC
Ovviamente, in fase di audit di 3^ parte gli Organismi di Certificazione (OdC) devono poi verificare che le aziende certificate abbiano considerato il cambiamento climatico, e verificare il processo decisionale e gli organismi di accreditamento garantiranno quindi che gli organismi di certificazione stiano verificando le decisioni sul cambiamento climatico delle organizzazioni certificate. In ogni caso, la certificazione esistente, in possesso di ogni singola azienda, rimane inalterata e gli OdC non emetteranno un nuovo certificato che resterà ISO 9001:2015.
Conclusioni
Il cambiamento climatico rappresenta la sfida più urgente e complessa che è necessario affrontare per la sopravvivenza delle future generazioni. Anche le organizzazioni devo contribuire dato il ruolo fondamentale da svolgere nel mitigare l’impatto delle proprie attività sull’ambiente e nell’adattarsi ai cambiamenti climatici in corso. L’integrazione dei requisiti sul cambiamento climatico fornisce un quadro solido per guidare le organizzazioni verso una gestione più sostenibile e responsabile.
Attraverso le modifiche proposte si rafforza quindi la visione olistica della gestione aziendale, che tiene conto non solo della qualità dei prodotti e dei servizi, ma anche dell’impatto ambientale e sociale delle attività dell’organizzazione.
D’altra parte, per quanto il tema del cambiamento climatico sia cruciale e non debba essere banalizzato e per quanto anche le singole organizzazioni, nell’ambito di politiche governative, possano contribuire, come già sottolineato, per la loro parte, gli autori condividono la posizione espressa da Cesare Gallotti laddove evidenzia che la scelta di non aspettare le nuove versioni delle norme crea solo confusione ed in alcuni casi anche disaffezione rispetto ai sistemi di gestione.
Infine, da sottolineare che a fronte dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promossi dall’ONU, solo uno è stato individuato come significativo in termini di impatto sull’Annex SL[7]. Ora è ben vero che non tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile ben si adattano ad essere considerati come elementi di contesto dei sistemi di gestione ovvero alcuni sono già ampiamente considerati, ma è pur vero che da alcuni anni a questa parte, nel sito della ISO, per ogni norma è individuato il sottoinsieme degli obiettivi su cui tale norma impatta.
È stata quindi persa l’occasione per mettere in atto misure concrete che considerino tutti gli aspetti declinati da tali obiettivi.
Note
[1] Approfondimento sulla modifica dell’Annex SL – Il 16 giugno 2023 si è chiuso lo scrutinio sulle proposte di revisione della Struttura Armonizzata (Annex SL, Appendice 2 delle Direttive ISO/IEC) le cui modifiche vanno ad incidere su tutte le norme sui sistemi di gestione pubblicate dalla ISO. Tali modifiche sono in linea con quanto previsto dalla Dichiarazione di Londra del 2021, approvata da tutti gli organismi membri dell’ISO, che afferma l’impegno di tali soggetti nell’affrontare il cambiamento climatico.
Le due principali aggiunte alla struttura armonizzata sono:
4.1 Comprendere l’organizzazione e il suo contesto:
L’organizzazione deve determinare le questioni esterne e interne che sono rilevanti per il suo scopo e che influenzano la sua capacità di raggiungere il/i risultato/i previsto/i del suo sistema di gestione XXX.
Aggiunta – “L’organizzazione dovrà determinare se il cambiamento climatico è una questione rilevante”.
4.2 Comprendere i bisogni e le aspettative delle parti interessate
L’organizzazione deve determinare:
• le parti interessate che sono rilevanti per il sistema di gestione XXX;
• i requisiti rilevanti di tali soggetti interessati;
• quali di questi requisiti saranno soddisfatti attraverso il sistema di gestione XXX.
Aggiunta – “NOTA: le parti interessate rilevanti possono avere requisiti relativi al cambiamento climatico.”
Il dettaglio delle modifiche è disponibile, sotto forma di comunicazione, nel sito della IAF https://iaf.nu/en/iaf-documents/?cat_id=1. dal 22/02 u.s.
Da parte sua la ISO si è impegnata a supportare le organizzazioni con la pubblicazione di line guida sul tema.
[2] I riferimenti ai paragrafi sono stati estrapolati dalla norma sui sistemi di gestione per la qualità.
[3] Non è intenzione degli autori sostenere che per prendere in carico le modifiche intervenute debba essere effettuata un’analisi ambientale (ovviamente laddove non venga richiesto dalla norma tale requisito es. ISO 14001:2015), ma piuttosto sottolineare come tale strumento si configuri come un’opportunità per avere, da parte dei vertici aziendali, maggiore consapevolezza e responsabilizzazione sul tema.
[4] Si veda quanto indicato al punto 6.1
[5] UNI ISO/TR 14069:2017 – Gas ad effetto serra – Quantificazione e rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra per le organizzazioni – Linee guida per l’applicazione della ISO 14064-1
[6] E da qua il riferimento al concetto di “stravolgimento climatico” come indicato all’inizio dell’articolo
[7][7] Nel corso dell’ultimo aggiornamento dell’Annex SL sono pervenuti in totale 39 commenti dagli organi nazionali membri che ad oggi non sono stati presi in carico ma che probabilmente saranno considerati per future potenziali revisioni dell’HS. I temi principali e ricorrenti nei commenti riguardano:
- considerare, oltre al cambiamento climatico anche altre questioni globali come: inclusività/diversità, biodiversità, responsabilità sociale, lavoro minorile e requisiti legali;
- includere altri Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite laddove pertinenti in relazione al singolo sistema di gestione;
- integrare altri requisiti per includere riferimenti specifici al cambiamento climatico.