Le comunità energetiche, unite alla produzione di energia di fonti rinnovabili, possono essere una soluzione a disposizione per il futuro da diversi punti di vista, ambientale, sociale ed anche economico.
Ma quali sono, in concreto, i benefici ambientali e sociali connessi alle comunità energetiche? Se e come possono contrastare la povertà energetica mondiale, a favore dell’inclusione sociale?
Comunità energetiche e modelli di gestione intelligente dell’energia: norme, sviluppi e tecnologie
Climate change e obiettivi UE per la carbon neutrality
Il cambiamento climatico sta colpendo ogni regione della Terra e molti dei cambiamenti sono irreversibili[1]. I disastri meteorologici e climatici estremi stanno aumentando in frequenza e intensità. Nel 2016, come indicato dall’Agenzia internazionale per l’energia, il 71% delle emissioni di gas serra (GHG) e il 60% del consumo di risorse erano associati alle aree urbane. L’era attuale delle economie, delle società e delle civiltà dei combustibili fossili ha, in modo oramai evidente, un impatto negativo sull’umanità contemporanea e sulla biosfera.
Le mega-transizioni contemporanee (tecnologico-digitale, energetico-ambientale e demografico-sociale) rappresentano però un’opportunità per cambiare il modello esistente di sviluppo, urbano e non, e promuovere la coesione sociale.
È necessario procedere quindi con lo sviluppo ed il potenziamento di nuovi modelli energetici e anche sociali per restituire la capacità di produzione e di consumo di energia ai cittadini che è stata persa attraverso i processi di centralizzazione.
A causa sia di questo contesto che della crescita demografica globale prevista entro il 2030, è di vitale importanza determinare le linee d’azione verso soluzioni energetiche anche resilienti ai cambiamenti climatici, rilevando le aree vulnerabili.
In sintonia con quanto scritto, l’Unione Europea (UE) ha definito obiettivi per ridurre le emissioni di CO2 attraverso l’uso di energie rinnovabili al fine di raggiungere la carbon neutrality. L’implementazione di questo piano, se perseguita, favorirà lo sviluppo delle comunità energetiche.
Il piano dà uno slancio generale all’importanza delle energie rinnovabili come mezzo per raggiungere una maggiore indipendenza economica e politica. Per le comunità energetiche, gli obiettivi tracciati di quote allargate di energia rinnovabile creano una leva politica, considerando gli ostacoli sopra presentati.
A livello di obiettivi, la capacità solare fotovoltaica dovrebbe essere raddoppiata entro il 2025 e aumentata a 600 GW entro il 2030. Inoltre, il piano prevede alcune misure concrete, alcune delle quali trarrebbero vantaggio dalle comunità energetiche. In primo luogo, l’iniziativa sui tetti solari dovrebbe creare un “obbligo giuridico graduale di installare pannelli solari su nuovi edifici pubblici e commerciali e nuovi edifici residenziali”. In secondo luogo, la Commissione ha raccomandato modifiche alla direttiva sulle energie rinnovabili per “riconoscere energie rinnovabili come interesse pubblico prioritario”.
Le comunità energetiche, unite chiaramente alla produzione di energia di fonti rinnovabili possono essere quindi una soluzione a disposizione per il futuro da diversi punti di vista: ambientale, sociale ed anche economico.
Quali sono i benefici dalle comunità energetiche
Da alcuni studi scientifici possiamo valutare quali sono i benefici conseguenti. Si veda il confronto tra Regno Unito, Germania e Stati Uniti[2]: casi selezionati perché riflettono diversi approcci politici di sostegno e regolamentazione dell’EC, che ha una forte influenza sul suo sviluppo nelle rispettive società.
I benefici complessivi sono diversi e sono riportati in sintesi nell’immagine che segue
Benefici sulla formazione
I vantaggi educativi includono la formazione di una migliore comprensione delle tecnologie di energia rinnovabile. L’intero sistema di generazione, dai dettagli tecnici del fotovoltaico e della trasformazione AC/DC alla trasmissione di energia e accumulo, è meglio compreso dai partecipanti alle comunità energetiche. Ma i benefici educativi vanno oltre il campo tecnico. Un beneficio comune individuato è il comportamento di risparmio energetico, spesso combinato con una generale sensibilizzazione verso le problematiche legate al consumo di energia, come il cambiamento climatico. Inoltre, l’impegno in CE può portare a migliori abilità sociali dei partecipanti.
Benefici sulla partecipazione
Le attività di comunità energetica possono essere un varco per la partecipazione a diversi livelli. Una forma diretta di partecipazione può essere raggiunta attraverso la partecipazione finanziaria, ma anche lavorando direttamente per un’iniziativa CE. La partecipazione al contesto della CE può anche significare sviluppare la capacità dei cittadini di partecipare al processo politico di trasformazione energetica.
Benefici sulla consapevolezza ambientale
La ricerca indica che la comunità energetica è un fattore che aiuta la protezione del clima. Ciò significa che le persone coinvolte nelle attività di CE sono generalmente più ricettive all’impegno etico e ambientale e mettono in discussione il loro comportamento rispetto al consumo di energia. È meno probabile che neghino gli effetti dei cambiamenti climatici causati dall’uomo. Negli Stati Uniti, la ricerca mostra una connessione tra la consapevolezza del cambiamento climatico, la necessità di “diventare rinnovabili” e le attività delle comunità energetiche
Costruzione della comunità e autorealizzazione
Uno dei vantaggi individuati dalle comunità energetiche è il supporto della comunità stessa a vari livelli. Le comunità coinvolte nelle attività di CE vengono aggiornate, offrendo loro più opzioni per prendere le proprie decisioni e per costruire un’identità comunitaria più forte. CE può essere parte di un processo generale di costruzione di comunità: aiutare i cittadini a identificarsi maggiormente con la loro comunità e ad aumentare il loro interesse per le attività della comunità. Può anche essere una piattaforma per consentire ai partecipanti un alto grado di autorealizzazione, con conseguente sentimento di orgoglio e felicità per i risultati raggiunti.
Benefici ambientali
Un altro studio scientifico realizza un’analoga comparazione degli studi presenti in letteratura sulle comunità energetiche e sui relativi benefici ambientali[3]. A livello ambientale, alcuni risultati mostrano che quando viene installato un sistema ibrido o multi-energia ottimale, le emissioni di gas serra possono essere ridotte del 37,6–84% a seconda del sistema di riferimento e delle tecnologie utilizzate. Allo stesso modo, gli autori di un altro studio riferiscono che per un sistema di tele-raffreddamento che fornisce 26 GWh a un’area turistica, le emissioni di CO2 potrebbero essere ridotte del 21-46%, mentre le emissioni di refrigerante potrebbero essere ridotte del 34%.
La sostituzione del riscaldamento a combustibili fossili con fotovoltaici e pompe di calore può fornire notevoli vantaggi ambientali. Per un caso a Linz, in Austria, gli autori di hanno scoperto che i fotovoltaici e le pompe di calore potrebbero ridurre le emissioni di CO2 fino all’85%. Tuttavia, ciò aumenterebbe il costo totale di un fattore sei a causa degli investimenti infrastrutturali; di conseguenza un sistema di dimensioni diverse sarebbe più conveniente. Ad esempio, una soluzione economicamente ottimale che comprenda impianti fotovoltaici e pompe di calore geotermiche per un edificio residenziale con più appartamenti nella Columbia Britannica, in Canada, potrebbe ridurre le emissioni del 21,70%.
Benefici sulla società
Dal punto di vista sociale, invece, un altro studio[4] che affronta questo tipo di impatti delle Comunità energetiche afferma che ci sono chiari potenziali benefici socioeconomici per le strutture energetiche della comunità se combinate con soluzioni di accumulo di energia, tra cui una migliore resilienza e coesione della comunità, maggiore consapevolezza e comportamenti a favore dell’ambiente, maggiore utilizzo di energie rinnovabili, miglioramenti delle infrastrutture energetiche locali, sviluppo del capitale sociale, accettazione di tecnologie energetiche sostenibili e riduzione della povertà.
In questo studio, utilizzando una serie di sondaggi e una sessione di focus group tenutasi presso il Nottingham Demonstrator, sono state identificate le opinioni dei partecipanti sul cambiamento climatico, l’efficienza energetica, l’energia della comunità e lo stoccaggio di energia. La maggior parte dei partecipanti (94%) credeva che la questione del cambiamento climatico fosse molto importante e che le persone avrebbero dovuto ridurre il loro spreco di energia per diminuirne gli effetti. Un numero altrettanto elevato di partecipanti (90%) ha sostenuto l’idea di un modello energetico di comunità distribuita locale.
Oltre ai vantaggi ambientali ed economici, i partecipanti hanno ritenuto che il loro impegno nel progetto li avesse aiutati a coltivare un maggiore senso di orgoglio per la loro comunità, hanno manifestato interesse a continuare a essere attivi in MOZES e in altre questioni comunitarie.
Lo studio “Energy communities: an overview of energy and social innovation”[5] riporta che coinvolgere i cittadini attraverso azioni energetiche collettive può rafforzare norme sociali positive e sostenere la transizione energetica.
L’energia comunitaria può favorire la partecipazione e il controllo dei cittadini sul processo decisionale in materia di energie rinnovabili. Il suo potenziale di innovazione sociale risiede anche nella capacità di integrare i consumatori indipendentemente dal loro reddito e dall’accesso al capitale, garantendo che i benefici del decentramento siano condivisi anche con coloro che non possono parteciparvi. Le comunità energetiche possono rafforzare norme sociali forti e sostenere la partecipazione dei cittadini al sistema energetico. L’energia comunitaria può essere considerata come un tipo di innovazione di base o di nicchia che può sperimentare curve di apprendimento all’interno del panorama socio-tecnico.
Le Comunità contro la povertà energetica
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, si stima che 1,3-2,6 miliardi di persone sul pianeta soffrano di povertà energetica, con molteplici effetti negativi sia sul settore socio-economico che sull’ambiente[6]. L’attuale situazione nell’Unione europea sui livelli di povertà energetica, sulla base dei dati più recenti per gli indicatori chiave di misurazione dell’Osservatorio della povertà energetica dell’UE, indicano che il numero stimato di cittadini poveri di energia varia tra 50 e 125 milioni di persone, mentre l’assenza di politiche mirate dell’UE in materia di lotta alla povertà energetica ha incrementato gli impatti del problema.
Da questo punto di vista le comunità consentono, a soggetti in stato di povertà energetica che non potrebbero mai investire nella realizzazione di impianti a fonte rinnovabile di condividere, invece, i benefici della installazione di un impianto a fonte rinnovabile e di ottenere così importi che contribuiscono alla riduzione dei loro costi energetici.
Gli importi che i soggetti in situazione di povertà energetica potranno ottenere saranno tanto più alti quanto minore è il costo di investimento sopportato dalla Comunità.
Il massimo contributo alla povertà energetica si ottenere quando per la condivisione di energia si utilizzano impianti messi a disposizione (anche grazie a contributi pubblici) dai Comuni gratuitamente o a condizioni molto favorevoli, oppure quando la Comunità si avvale della detrazione fiscale.
Conclusioni
Sicuramente nei prossimi anni saranno necessari passi avanti e studi per potenziare il ruolo delle comunità energetiche come indicato nel rapporto “Energy communities: an overview of energy and social innovation”.
È necessario, in primo luogo, uno studio sistematico a livello dell’UE per valutare il potenziale delle comunità energetiche nella riduzione della povertà energetica, comprese le opportunità e gli ostacoli alla partecipazione delle famiglie socialmente vulnerabili e povere di energia.
I programmi di partecipazione dei cittadini e di comproprietà della comunità svolgono infatti un ruolo sempre più sociale favorendo la partecipazione dei cittadini alle questioni energetiche e aumentando l’accettazione delle energie rinnovabili.
Possono apportare enormi benefici ai cittadini e alle comunità avvicinandoli alla transizione energetica e realizzando gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Europa.
È necessario avviare ulteriori ricerche per analizzare il valore che le comunità energetiche possono fornire al sistema energetico complessivo. Infatti, entro il 2050, quasi la metà della popolazione europea potrebbe produrre energia, il 37% della quale potrebbe provenire dalle comunità energetiche.
Aggregando i singoli carichi, le comunità possono offrire servizi di flessibilità locale come alleviare le congestioni della rete ed evitare picchi di domanda nelle reti elettriche. Sebbene l’allocazione dell’energia locale possa aiutare a ridurre i costi a livello locale, può comunque aumentare i costi del sistema. Per recuperare i mancati ricavi dagli oneri di distribuzione, è probabile che gli operatori di sistema trasferiscano i costi sui restanti clienti che non possiedono impianti rinnovabili. Con l’aumento dell’autoconsumo collettivo, le autorità di regolamentazione dovrebbero considerare di riprogettare le tariffe di rete in modo da evitare impatti negativi sulla base dei costi complessiva. Le comunità energetiche hanno maggiori probabilità di avere successo quando forniscono valore a tutti i tipi di clienti e al sistema energetico più ampio.
Infine, le attività energetiche dei cittadini e della comunità possono apportare il potenziale di innovazione tanto necessario alle pratiche energetiche. Possono superare gli attuali limiti al coinvolgimento dei cittadini e all’adozione di nuove tecnologie nel sistema energetico. Sebbene l’avvento delle comunità energetiche in nuove aree stia ancora emergendo, sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire e quantificare i loro potenziali benefici a sostegno degli obiettivi climatici ed energetici dell’UE.
Si raccomanda quindi una valutazione approfondita per analizzare gli ostacoli allo sviluppo delle comunità energetiche nei diversi Stati membri. Lo studio dovrebbe inoltre concentrarsi sull’affrontare gli ostacoli alla partecipazione dei cittadini, anche per i redditi più bassi, i clienti vulnerabili e le autorità locali. Quando si valutano le opportunità, dovrebbe essere presa una prospettiva di sistema che guardi al sistema energetico e alla società nel suo insieme.
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Note
- “How can local energy communities promote sustainable development in European cities?” Energy Research & Social Science, Volume 84, February 2022, 102363, https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2214629621004539 ↑
- “Community energy – benefits and barriers: A comparative literature review of Community Energy in the UK, Germany and the USA, the benefits it provides for society and the barriers it faces” Renewable and Sustainable Energy Reviews Volume 94, October 2018, Pages 187-196 https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1364032118304507?via%3Dihub ↑
- “Social arrangements, technical designs and impacts of energy communities: A review”, Renewable Energy Volume 169, May 2021, Pages 1138-1156 https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0960148121000859?casa_token=oNWdBcvLJ-kAAAAA:E31iYyacEwaz-9sMjd0pkLPm-HTGGa1PQpYpOuXMFPx8DenphUIaoNhJ062jViudYWAkRbeLRA ↑
- Socio-Economic Benefits in Community Energy Structures, Sustainability 2022, 14, 1890 ↑
- Aura Caramizaru, Andreas Uihlein, 2020, JRC ↑
- “Energy poverty alleviation: effective policies, best practices and innovative schemes” Pages 45-48 02 Jul 2020 ↑