Essendo l’inizio di un nuovo anno un momento di bilanci ed analisi dell’anno appena trascorso, è interessante verificare come sono posizionate le regioni italiane dal punto di vista del rischio di business delle loro economie, fotografate dallo stato di salute delle loro imprese e della maggiore o minore esposizione delle stesse al rischio “conflitto in Ucraina”.
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L’intelligenza artificiale per valutare il rischio di insolvenza
Un’analisi condotta da SevenData mette in relazione l’incidenza percentuale delle imprese a maggiore rischio di credito, come valutato dal proprio Rating proprietario, basato sul Machine Learning, con i rischi derivanti dall’innalzamento dei costi energetici e di chiusura di alcuni mercati di export, conseguenti alla folle e criminale guerra avviata dalla Russia in Ucraina.
Il Rating SevenData, valuta, con una combinazione di modelli basati sul Machine Learning (dalle Reti Neurali Artificiali, alle Regressioni Logistiche), il rischio di insolvenza a 12 mesi delle imprese italiane, facendo leva su una pluralità di dati:
- i bilanci delle imprese che sono in forma di società di capitali
- gli eventi negativi (protesti, pregiudizievoli e procedure concorsuali) di tutte le imprese e dei loro soci ed esponenti
- i dati strutturali di ciascuna impresa
- i dati e gli eventuali eventi negativi degli esponenti chiave delle imprese
- le evidenze del potenziale territoriale, soprattutto per i business di prossimità
- i dati ed i trend a livello settoriale e di filiera produttiva
- i Big Data di fonte Web, sulle notizie stampa ed altri dati strutturali sulle imprese.
La tecnologia basata sul Machine Learning supervisionato permette di abbinare un’elevata capacità computazionale ad una grande modularità di adattamento del modello a nuovi input, il tutto però in un contesto “governato”, nel quale vengono sistematicamente valutate le performance, in termini di capacità predittiva, dei nuovi parametri.
L’indice di rischio “conflitto Ucraina”
L’altro indicatore che è stato analizzato, a livello regionale, in combinazione con il Rating SevenData, è l’indice di rischio “conflitto Ucraina” che osserva i dati di rischio economico delle imprese italiane, sulla base delle seguenti fonti:
- il datalake proprietario sulle imprese italiane di SevenData
- i bilanci di tutte le aziende che lo pubblicano (società di capitali)
- i dati economici che SevenData ha stimato sulle imprese che non pubblicano un bilancio, attraverso l’utilizzo di 420 cluster organizzati per filiera, territorio e dimensione aziendale
- il sistema Coeweb di Istat che pubblica con cadenza mensile i dati aggregati sui flussi di import/export
- gli elenchi, pubblicati da CSEA (Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali), che mappano le imprese energivore italiane
- i dati di Istat sui flussi settoriali del commercio estero.
Le Regioni a minor livello di rischio
Il Rating SevenData mappa sette classi di rischio, dalla I classe, che esprime la solvibilità massima, alla VI che esprime la solvibilità a rischio elevato, fino alla VII, che invece identifica le imprese in default.
L’indice rischio conflitto Ucraina invece è organizzato in cinque classi, dal rischio basso al rischio elevato.
La media nazionale di imprese in classe di Rating VI e Default, è pari al 7,8%, equivalente a circa 393.000 imprese.
Rispetto al dato medio nazionale, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige si posizionano in cima alla classifica, con circa 3 punti percentuali in meno di livello di rischio. Seguono Piemonte (-1,7 punti percentuali rispetto alla media nazionale), Friuli-Venezia Giulia e Veneto (-1,4 punti percentuali). Maglia nera di questa classifica, spetta al Lazio, con un’incidenza di imprese in Classe VI e Default pari a 10,5%, circa 2,7 punti in più della media nazionale. In coda troviamo anche la Calabria e la Campania, con 1,2 punti percentuali in più di rischio rispetto alla media nazionale ma sorprendentemente anche la Lombardia è posizionata peggio, di 0,7 basis-point, rispetto alla media nazionale.
I rischi legati al conflitto ucraino
Se analizziamo invece il “rischio conflitto Ucraina”, nelle due componenti di rischio energetico e di rischio export, troviamo una media nazionale a 9,5% per il rischio energetico (circa 470.000 imprese) e 6,3% per il rischio export (circa 314.000 imprese), qui troviamo alcune indicazioni non scontate: le regioni meglio posizionate rispetto alla media nazionale del rischio energetico, sono, in ordine di classifica, Lazio, Liguria Sicilia e Sardegna, mentre quelle messe peggio, rispetto alla media nazionale, sono Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Una classifica analoga la si osserva anche rispetto al rischio export.
Combinando il Rating SevenData con il rischio conflitto, troviamo, in pole position, il Trentino-Alto Adige, con tutti gli indicatori posizionati al di sopra della media nazionale, a seguire la Valle d’Aosta, il Friuli-Venezia Giulia e la Sardegna.
Conclusioni
È interessante notare come le regioni a statuto speciale, probabilmente caratterizzate da qualche elemento di “welfare industriale” maggiore, rispetto alle altre, riescano ad assorbire meglio gli impatti dell’attuale crisi. Ma è altresì molto interessante notare come le regioni più solide dal punto di vista dei rischi di credito e di business siano anche tra le prime in assoluto tra le regioni con più alta incidenza di consumo energetico da fonti rinnovabili. Come emerge dal Rapporto prodotto dal GSE (Gestore Servizi Energetici), le due aree di gran lunga in testa alla classifica per incidenza di consumi energetici da fonti rinnovabili sono la Valle d’Aosta e le Province di Bolzano e Trento.