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Copernicus: satelliti per gestire gli eventi meteo estremi



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Il programma europeo Copernicus utilizza satelliti e sensori per monitorare e prevedere eventi meteorologici estremi, supportando le autorità nella gestione delle emergenze e nella comprensione dei cambiamenti climatici

Pubblicato il 27 nov 2024

Vincenzo Patruno

Data Manager e Open Data Expert – Istat



satelliti copernicus (1)

Le alluvioni sono eventi che un tempo erano considerati eccezionali ma che stanno purtroppo diventando sempre più frequenti, costringendo le autorità a ripensare i piani di prevenzione e gestione delle emergenze. In questo contesto, il ruolo delle tecnologie di monitoraggio e prevenzione, come quelle fornite dal programma europeo “Copernicus”, è diventato cruciale per migliorare la risposta alle emergenze e provare così a mitigarne gli impatti.

Alluvioni in Italia: eventi sempre più frequenti

Fango, gente che spala fango e accatasta oggetti pieni di fango oramai inservibili. Fiumi in piena, campagna allagate, la protezione civile al lavoro. Sono immagini oramai frequenti e che di volta in volta vengono da Emilia-Romagna, Campania, Liguria, Toscana, Lombardia, Sardegna e ancora Emilia-Romagna. Eventi meteorologici sempre più estremi si abbattono infatti sempre più frequentemente su territori fortemente antropizzati diventati improvvisamente troppo fragili per essere resilienti ai cambiamenti climatici in corso.

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L’Emilia-Romagna è storicamente soggetta a eventi meteorologici estremi. L’ultima alluvione del mese di ottobre è stata la quarta in meno di 18 mesi, ha causato una vittima, migliaia di sfollati nonché danni ingenti a case, infrastrutture, aziende agricole, attività produttive e patrimonio culturale. L’alluvione ha interessato in particolare la zona del bolognese e ha visto precipitazioni record che hanno portato all’esondazione di numerosi fiumi e torrenti. E nonostante la quantità di pioggia sia stata inferiore rispetto alle precedenti alluvioni del maggio 2023 e settembre 2024, il terreno già saturo ha aggravato la situazione, causando comunque danni estesi a infrastrutture e abitazioni.

Il progetto Ue Copernicus

Il progetto “Copernicus”, coordinato dalla Commissione Europea in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), è uno dei programmi più avanzati al mondo per il monitoraggio della Terra. Copernicus opera attraverso una rete complessa di satelliti (noti come Sentinel) e sensori a terra, fornendo osservazioni continue e dettagliate della superficie terrestre, dell’atmosfera e degli oceani. Questo sistema di monitoraggio completo serve a vari scopi, dalla protezione ambientale alla sicurezza civile, rendendolo uno strumento indispensabile per le operazioni di risposta alle emergenze.

Il Copernicus Emergency Management Service (EMS),

Uno dei pilastri del programma è il Copernicus Emergency Management Service (EMS), che offre un insieme di servizi progettati per assistere le autorità locali, nazionali e internazionali nella gestione delle emergenze. Il servizio EMS si divide in due principali componenti: l’Early Warning e il Rapid Mapping.

Il sistema di Early Warning è stato sviluppato per migliorare la capacità di risposta a disastri naturali. In particolare l’European Flood Awareness System è un sistema che integra tra loro i dati satellitari dei Sentinel, quelli delle stazioni meteorologiche a terra ma anche quelli provenienti dalle reti di monitoraggio dei fiumi, dai sensori di umidità del suolo riuscendo a fornire previsioni fino a 10 giorni in anticipo sulle piene dei fiumi e sugli allagamenti, permettendo alle autorità di organizzare in modo coordinato le operazioni di protezione civile e gestione del rischio.

Il servizio rapid mapping

Un aspetto fondamentale del Copernicus EMS è il Rapid Mapping, un servizio che fornisce mappe geo spaziali e analisi rapide entro pochissime ore dal verificarsi di un disastro. Quando si verifica un evento catastrofico, come un’alluvione, un terremoto o un incendio, le autorità locali o nazionali possono richiedere l’attivazione del Rapid Mapping per ottenere mappe dettagliate dell’area colpita.

Queste mappe sono basate su immagini satellitari acquisite immediatamente dopo il disastro e forniscono informazioni critiche sull’estensione geografica dell’evento, sui danni a infrastrutture e servizi, nonché sulle aree che necessitano di interventi prioritari.

L’importanza delle mappe nelle operazioni di soccorso

Le mappe sono strumenti essenziali per pianificare le operazioni di soccorso e garantire che le risorse siano allocate in modo efficiente. Possono inoltre essere aggiornate regolarmente, permettendo di monitorare l’evoluzione del disastro e adattare le strategie di intervento in tempo reale. In seguito all’alluvione in Emilia-Romagna, l’Italia ha attivato questo servizio ricevendo mappe dettagliate delle aree colpite entro poche ore. Queste mappe sono state fondamentali per coordinare gli sforzi di evacuazione, identificare le infrastrutture critiche a rischio ma anche per valutare i danni alle aree agricole e per supportare la pianificazione degli interventi necessari per le operazioni di ripristino e di ricostruzione.

Il processo di attivazione del Rapid Mapping

Il processo di attivazione del Rapid Mapping è relativamente semplice e può essere richiesto da enti autorizzati, come le autorità nazionali di protezione civile. Una volta attivato, il servizio acquisisce rapidamente immagini satellitari delle aree colpite e fornisce mappe aggiornate in poche ore. Questo sistema è stato utilizzato con successo in numerosi casi, tra cui alluvioni in Europa e disastri naturali in altre parti del mondo, come terremoti e uragani. Qui una lista delle attivazioni Rapid Mapping: come si può vedere, è un servizio che viene costantemente attivato quando si verificano eventi catastrofici di una certa rilevanza in varie parti del mondo.

Cambiamenti climatici: il ruolo del sistema Copernicus Climate Change Service (C3S)

E’ oramai assodato che le alluvioni sono fenomeni che si inseriscono in un quadro più ampio di cambiamenti climatici globali che stanno alterando profondamente i modelli meteorologici. Le temperature globali in aumento hanno infatti intensificato il ciclo dell’acqua, causando precipitazioni più violente e frequenti in alcune regioni e prolungate siccità in altre. Secondo i dati dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente, nel 2023 si è registrato un aumento del 20% degli eventi meteorologici estremi rispetto all’anno precedente.

Il sistema Copernicus Climate Change Service (C3S) gioca pertanto un ruolo fondamentale nel monitorare questi cambiamenti e nel fornire dati scientifici essenziali per comprendere meglio le dinamiche climatiche in atto. Il C3S raccoglie e analizza una vasta gamma di dati meteorologici, oceanografici e atmosferici per fornire proiezioni dettagliate sui cambiamenti climatici futuri.

Non solo. Il C3S gestisce il più grande archivio al mondo di dati climatici, combinando osservazioni satellitari con registri storici e modelli climatici. Sono dati che vengono resi disponibili a tutti, in particolar modo alla comunità scientifica e alle organizzazioni di tutto il mondo e che forniscono uno strumento fondamentale per monitorare e fare previsioni su quello che ci aspetta in un prossimo futuro.

E la risposta al momento è che dobbiamo cominciare a convivere con i profondi cambiamenti climatici che ci aspettano in un prossimo futuro. Nello stesso tempo serve uno sforzo collettivo da parte di tutti i Paesi per ripensare profondamente i modelli di sviluppo attuali, puntando in modo deciso verso la sostenibilità e lo sviluppo sostenibile.

https://rapidmapping.emergency.copernicus.eu/EMSR771

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