Supply Chain Act

Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD): cosa devono fare le aziende per allinearsi



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IL rispetto della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD) o Supply Chain Act è fondamentale per gestire in modo oculato gli impatti sociali e ambientali lungo l’intero processo di produzione e distribuzione. Ecco cosa prevede e cosa devono fare le organizzazioni

Pubblicato il 30 ago 2023

Federica Maria Rita Livelli

Business Continuity & Risk Management Consultant, BCI Cyber Resilience Group, Clusit, ENIA



Transizione 5.0
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Il 23 febbraio 2022, la Commissione Europea ha presentato la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD) o Supply Chain Act, ovvero, la proposta di legge sugli obblighi di sostenibilità delle imprese.

Il 1° giugno 2023, i membri del Parlamento europeo hanno votato a maggioranza per rafforzare la proposta legislativa iniziale della Commissione europea, concordata lo scorso dicembre 2022.

L’obiettivo della legge dell’UE sulla catena di approvvigionamento è quello di imporre alle organizzazioni di gestire in modo responsabile gli impatti sociali e ambientali lungo l’intera catena di approvvigionamento, comprese le proprie operazioni commerciali, anche al di fuori del quadro normativo nazionale. La legge potrà essere messa in vigore non appena il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri raggiungeranno una posizione comune.

Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD) o EU Supply Chain Act

La proposta di legge europea sulla catena di approvvigionamento richiede alle organizzazioni dell’Unione Europea di gestire in modo oculato gli impatti sociali e ambientali lungo l’intero processo di produzione e distribuzione. L’obiettivo è promuovere un’economia globale equa e sostenibile, nel rispetto dei diritti umani e dell’ambiente.

La direttiva, prevista per il 2024, si applica a tutte le aziende dell’UE con almeno 500 dipendenti e un fatturato netto di almeno 150 milioni di euro. L’adempimento del regolamento, per questo gruppo di aziende, sarà obbligatorio a partire dal 2026. Inoltre, le aziende con oltre 250 dipendenti e un fatturato netto superiore a 40 milioni di euro, dovranno, dal 2028, conformarsi alla legislazione.

Nel contesto della normativa dell’UE sulla supply chain, è prevista una supervisione regolamentare che include sanzioni pecuniarie e responsabilità civile. Ciò implica che le organizzazioni sono tenute a rispondere delle loro azioni nel caso in cui non rispettino gli obblighi di dovuta diligenza, causando violazioni dei diritti umani o danni ambientali.

Il regolamento si propone principalmente di spingere le organizzazioni a adattare il loro modello di business e la loro strategia aziendale al fine di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, in conformità con l’Accordo di Parigi sul clima. Inoltre, le autorità di regolamentazione negli Stati membri dell’UE sono responsabili del monitoraggio dell’effettivo rispetto delle nuove normative da parte delle organizzazioni e possono imporre sanzioni pecuniarie pari almeno al cinque percento del fatturato globale.

CSDD: cosa è necessario sapere

È importante che le organizzazioni comprendano e rispettino la direttiva UE sulla due diligence obligation in materia di sostenibilità aziendale dato che contribuisce a garantire che operino in modo responsabile e sostenibile.

Di fatto, le organizzazioni, rispettando la direttiva possono dimostrare il loro impegno per pratiche commerciali etiche e sostenibili, che possono migliorare la loro reputazione e creare fiducia con le parti interessate. Inoltre, la conformità alla direttiva può aiutare le aziende a identificare e affrontare i potenziali rischi e impatti nelle loro operazioni e catene di approvvigionamento e, conseguentemente, risparmiare sui costi e garantire una maggiore efficienza.

L’EU CSDD abbraccia i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (UNGPs). È doveroso ricordare che gli UNGP si basano su tre pilastri che delineano come gli stati e le imprese dovrebbero implementarli:

  1. Pilastro I: il dovere dello Stato di proteggere i diritti umani
  2. Pilastro II: la responsabilità delle imprese di rispettare i diritti umani
  3. Pilastro III: accesso ai mezzi di ricorso per le vittime di abusi legati alle imprese

Le principali disposizioni della direttiva comprendono:

  • Due diligence obligation – Le organizzazioni sono tenute alla due diligence obligation in termini di diritti umani e di impatti ambientali delle loro operazioni, nonché di quelle dei loro fornitori e dei subappaltatori. Ciò include l’identificazione e la valutazione dei rischi potenziali e l’attuazione di misure per prevenire o mitigare gli impatti negativi.
  • Divulgazione delle informazioni sulla sostenibilità – Le organizzazioni sono tenute a divulgare informazioni sulle loro politiche e sulle pratiche relative ai diritti umani, all’ambiente e alle questioni sociali e relative ai dipendenti. Ciò include informazioni sulla governance, la diversità e la gestione della catena di approvvigionamento dell’organizzazione.
  • Reporting sui rischi e gli impatti della sostenibilità: Le organizzazioni sono tenute a riferire sui rischi e sugli impatti delle loro operazioni e delle catene di approvvigionamento in termini di diritti umani, dell’ambiente e delle misure adottate per prevenire o mitigare tali rischi. Ciò include informazioni sui processi di due diligence dell’azienda e sulla formazione fornita ai dipendenti.

Nel complesso, la direttiva dell’UE CSDD mira a promuovere la trasparenza e la responsabilità nelle operazioni e nelle catene di approvvigionamento delle grandi imprese che operano nell’UE oltre ad incoraggiare le stesse a adottare pratiche commerciali responsabili e sostenibili e, così facendo, dimostrare il loro impegno per operazioni etiche e sostenibili e proteggersi da potenziali rischi e responsabilità.

Conformità all’CSDD: quali misure adottare

Le organizzazioni – per garantire la conformità alla direttiva UE in termini di due diligence obligation in materia di sostenibilità aziendale – possono adottare le seguenti misure:

  • Mappatura della supply chain –Le organizzazioni possono utilizzare la mappatura della supply chain per identificarne i diversi livelli, i relativi rischi e gli impatti associati a ciascun livello. Ciò può aiutare le organizzazioni a valutare e dare priorità ai loro sforzi di due diligence, oltre a contribuire a identificare e affrontare potenziali rischi e impatti nelle loro supply chain.
  • Valutazione e gestione del rischio – Le organizzazioni dovrebbero valutare i rischi di impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente nelle loro operazioni e nelle proprie catene di approvvigionamento e, al contempo, attuare misure per prevenire o mitigare tali rischi. Ciò può includere la conduzione di valutazioni di fornitori e di subappaltatori, la definizione di standard e requisiti di prestazione per i fornitori, oltre il loro monitoraggio e la revisione delle loro prestazioni.
    • Coinvolgimento delle parti interessate – Le organizzazioni possono interagire con le parti interessate – quali clienti, investitori e ONG – per comprendere le loro preoccupazioni ed aspettative riguardo alla nuova normativa. Questo processo può aiutare le organizzazioni a individuare potenziali rischi e impatti e a sviluppare strategie per affrontarli.
    • Monitoraggio e revisione delle operazioni e delle supply chain – Le organizzazioni sono incoraggiate a stabilire sistemi e processi per monitorare e valutare le prestazioni delle loro operazioni e della catena di approvvigionamento, al fine di garantire la conformità alla direttiva e di valutare l’impatto sul rispetto dei diritti umani e dell’ambiente. Questo può includere la conduzione di audit, l’implementazione di sistemi di reporting e il coinvolgimento delle parti interessate.
    • Formazione e comunicazione: Si incoraggia le organizzazioni a fornire ai propri dipendenti una formazione specifica sulla nuova normativa e sui suoi requisiti, nonché a comunicare ai fornitori e ai subappaltatori le politiche e le procedure aziendali correlate. Questo assicura che tutte le parti coinvolte siano consapevoli delle proprie responsabilità e in grado di attuare la legge in modo efficace.

CSDD: margini di miglioramento

Il progetto di legge è stato oggetto di alcune critiche, in particolare per la sua mancanza di approfondimento e per le lacune presenti.

Uno dei punti critici riguarda il fatto che molte organizzazioni si trovano al di sotto della soglia di valore e, di conseguenza, non saranno soggette al regolamento. Le organizzazioni non governative hanno anche espresso preoccupazione per l’influenza dei lobbisti a livello dell’UE e temono che l’adozione della legge richiederà troppo tempo o che sarà significativamente indebolita.

Altre preoccupazioni riguardano il crescente onere che le organizzazioni interessate dovranno affrontare, considerando gli effetti negativi già subiti a causa della pandemia di Covid-19, oltre a una possibile eccessiva quantità di controlli e di burocrazia.

Anche l’industria e gli ambienti economici sono preoccupati per i potenziali svantaggi competitivi derivanti da una regolamentazione eccessiva. Pertanto, è importante affrontare queste critiche e trovare un equilibrio tra la necessità di garantire la responsabilità delle organizzazioni lungo la catena di approvvigionamento e la tutela degli interessi delle organizzazioni stesse, in particolare delle PMI, riducendo al contempo l’onere amministrativo e garantendo una transizione graduale verso la conformità.

Conclusioni

Il rispetto della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD) o Supply Chain Act è fondamentale per operare in modo responsabile e sostenibile, evitando sanzioni e impatti negativi sull’ambiente e sulle comunità locali. Di fatto, la conformità alla direttiva può migliorare la reputazione, instaurare fiducia con le parti interessate e individuare potenziali rischi e impatti, portando a risparmi sui costi e a una maggiore efficienza.

Le organizzazioni, per garantire la conformità alla CSDD, devono adottare misure proattive come la valutazione dei rischi, il monitoraggio e la revisione delle operazioni e delle catene di approvvigionamento. Inoltre, è importante fornire formazione ai dipendenti, utilizzare strumenti come il reporting sulla sostenibilità e coinvolgere gli stakeholder. Queste azioni contribuiscono a proteggere l’ambiente e i diritti umani, dimostrando l’impegno dell’organizzazione per pratiche commerciali responsabili e sostenibili.

La CSDD è una parte dei regolamenti dell’UE che promuovono la responsabilità aziendale, inclusi il divieto di lavoro forzato e il regolamento sulla deforestazione. Questi regolamenti creano un ambiente normativo in cui le organizzazioni devono adottare pratiche di due diligence ambientale e rispetto dei diritti umani per sopravvivere e prosperare. La CSDD sarà introdotta gradualmente, dando alle imprese più piccole più tempo per adeguarsi.

È probabile che le aziende che superano la soglia richiesta richiedano ai fornitori di dimostrare la conformità alla direttiva. L’obiettivo della direttiva è promuovere aziende che trattano le persone e l’ambiente in modo sano, premiando pratiche responsabili e sostenibili, in un’ottica di approccio risk-based e resilience based.

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