L’evoluzione delle città in ottica digitale è un processo iniziato ormai diversi anni fa e ha innescato un circolo virtuoso che le ha portate a essere sempre più competitive, sostenibili e prospere, ottimizzando le attività e le infrastrutture urbane, e ha accelerato al contempo l’innovazione e la creazione di nuove opportunità.
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Un percorso però, che ha ancora molta strada di fronte a sé, come dimostra il tangibile fermento dell’industria. Infatti, secondo una recente ricerca di McKinsey & Company, ogni anno nel mondo saranno spesi circa 10.000 miliardi di dollari per la realizzazione di edifici, infrastrutture e fabbriche intelligenti, spesa che crescerà fino a 14.000 miliardi entro il 2025 e rappresenterà il 13% del fatturato di tutta l’industria delle costruzioni, permettendo un enorme incremento della produttività in questo settore. È chiaro però che non potranno essere solamente i privati a intraprendere un tale percorso di innovazione, ma è quantomai necessaria una stretta collaborazione delle istituzioni pubbliche per accelerare un processo di innovazione a tutto tondo che possa poi coinvolgere anche i cittadini. Credo inoltre che sia fondamentale una concreta contaminazione tra tutti i settori dell’economia, infatti, tecnologie nate in altri mondi, pensiamo al gaming o all’industria, devono e stanno migrando verso le smart city per abilitare servizi come la manutenzione predittiva, la sicurezza e in generale una migliore fruizione degli edifici resi intelligenti.
L’importanza della nostra intelligenza
Un concetto che mi piace spesso veicolare è la fondamentale collaborazione uomo-macchina. Tocca a noi e alla nostra intelligenza saper sfruttare al meglio tutti i vantaggi che la tecnologia e, in particolare l’intelligenza artificiale, ci mettono a disposizione. Senza un nostro pensiero chiaro e concreto, ogni innovazione non darà i frutti sperati. Dobbiamo considerare quindi le soluzioni come l’intelligenza artificiale una general purpose technology, come lo è stata a suo tempo l’elettricità che ha radicalmente cambiato il modo di operare e vivere dei nostri antenati. Come con l’elettricità si potevano fare migliaia di cose inaspettate in modo più efficiente, lo stesso possiamo fare oggi con l’AI, che utilizziamo in applicazioni sempre nuove, prima inimmaginabili, sfruttando al massimo tutti i preziosi dati che ogni giorno riceviamo per continuare a sviluppare ed evolvere la tecnologia.
L’evoluzione delle smart city
Il percorso di evoluzione delle smart city è graduale, siamo partiti da una prima visione technology driven, dove sono stati realizzati piccoli ma fondamentali cambiamenti: pensiamo semplicemente ai semafori e alla loro sincronizzazione. Siamo poi passati a una visione technology enabled e city led, dove tecnologie come l’IoT, l’intelligenza artificiale e il cloud hanno dato un fortissimo impulso al cambiamento e hanno creato le città come ora siamo abituati a conoscerle, con i numerosi servizi digitali che ogni giorno possiamo utilizzare. Un ulteriore passo avanti è rappresentato dalla citizens co-creation delle città del futuro. In questo paradigma, i cittadini hanno un ruolo fondamentale nel guidare una radicale trasformazione delle città seguendo le proprie necessità, ambizioni, ma anche i propri desideri e sogni.
Tecnologia e umanesimo quindi si uniscono per dare vita alle città di domani, con le persone che in primo luogo si impegnano a creare, perfezionare e testare ogni tipo di innovazione nata per i loro bisogni. Il passo successivo è la creazione delle cognitive city, cioè di nuove entità che si differenziano dalle smart city e in cui è in atto un continuo processo di interazione e scambio tra la tecnologia e gli abitanti, in cui soluzioni come l’intelligenza artificiale sono cruciali per continuare il percorso di innovazione e di incessante miglioramento dei servizi, che vanno dal controllo del trasporto pubblico, a una migliore gestione dei rifiuti, dal monitoraggio della salute delle persone e della sanità, alla manutenzione predittiva di edifici e infrastrutture. Idealmente, il percorso verso la creazione di una Cognitive City viene sviluppato in alcuni passaggi molto importanti. Partiamo dalla creazione di una visione e la progettazione del percorso, e continuiamo poi con la scelta e installazione delle soluzioni, la creazione delle competenze digitali e infine un continuo supporto ed evoluzione delle stesse.
Questo enorme cambiamento non può ovviamente fare a meno di tecnologie e servizi digitali che permettano a chi vuole vivere attivamente il suo spazio sociale di raccogliere informazioni, condividerle digitalmente e attivare processi digitali che in qualche modo possano essere utili a tutti. Dietro a tutto questo ci sono sensori attuatori, cioè componenti hardware sempre più piccoli ed economici. Sono strumenti che beneficiano di tutte le informazioni in tempo reale grazie alla capacità oggi del fast computing di mettere in connessione i vari servizi digitali. L’obiettivo finale è quello di fornire la capacità cognitiva alla città, costruendo una rete neurale di infrastrutture connesse che utilizza gli impulsi reciproci per imparare in modo costante ed evolversi. Vuol dire sostanzialmente essere in grado di imparare da quello che sta succedendo e garantire a chi vive gli spazi tutte le informazioni necessarie al miglioramento dell’esperienza di vita quotidiana.
Smart Building e Smart City
Fattore fondamentale per la creazione di smart city sono gli smart building, la cui richiesta è in costante aumento grazie a tecnologie come cloud – che garantisce più efficaci e accessibili servizi – digital twin, big data, cognitive service e machine learning, l’IoT, che permette una migliore connettività dei sensori e protocolli standardizzati e aperti, oltre ovviamente all’intelligenza artificiale. Tutte tecnologie che sono sempre più disponibili e alla portata di ogni tipo di investimento. La realizzazione di edifici intelligenti è però anche guidata dalla richiesta di una riduzione dei costi di gestione, dalla possibilità di offrire nuove e inedite esperienze a chi l’edificio lo vive, ma soprattutto dalla necessità di creare luoghi di lavoro più produttivi. Immaginiamo, infatti, un futuro in cui un edificio adibito a uffici raccoglie le informazioni sulle riunioni organizzate per il giorno successivo, integrando questi dati con le previsioni del tempo e le preferenze dei singoli lavoratori sulle modalità di utilizzo delle sale, e permette di ottimizzare il consumo di energia in linea con la crescente attenzione alla sostenibilità. Con l’efficientamento energetico degli edifici possiamo risparmiare e tali risorse possono essere convertite in ulteriori esperienze digitali che permettono alle città di proseguire nel loro flusso evolutivo.
Un altro importante aspetto che si inserisce in questo moto verso la realizzazione di smart city è l’efficienza dei servizi. Gestire informazioni in modo efficiente permette infatti di anticipare i disservizi, garantendo una pronta soluzione alle problematiche del cittadino che si traduce in un effetto positivo sul percepito delle persone che vivono lo spazio urbano. Esistono, per esempio, aspetti di sicurezza che utilizzano le nuove tecnologie, come la cosiddetta Computer Vision per analizzare l’ambiente circostante fornendo agli addetti un flusso di dati che accelerano la capacità di intervento.
Due casi
Sono numerosi nel mondo i casi di successo di applicazione delle tecnologie per le smart city, e anche l’Italia si sta muovendo in questo senso con grande visione strategica. Per esempio, abbiamo il caso di Chorus Life a Bergamo, su cui ho lavorato in prima persona. Abbiamo bonificato la zona di Bergamo dove verranno realizzati edifici abitativi, un’arena sportiva, boschi, un parco pubblico. Il nostro contributo è stato proprio quello di disegnare le esperienze digitali e le tecnologie che rendono possibile questo tipo di scenario. Con Microsoft, abbiamo infatti realizzato una piattaforma che integra l’Internet of Things e l’intelligenza artificiale, e gestirà ogni risorsa secondo i bisogni reali della comunità, eliminando gli sprechi, riducendo l’impatto ambientale e migliorando le esperienze degli utenti e visitatori.
Un altro interessante caso che abbiamo seguito con Microsoft è quello della sede di INAIL. Il nostro obiettivo era aumentare la produttività dei dipendenti, supportando allo stesso tempo una gestione efficace della struttura, eliminando le lunghe code per registrare e inserire i visitatori, efficientando tutti i processi, al fine di fornire un’esperienza innovativa all’utente e al cliente. Abbiamo quindi realizzato una soluzione che sfrutta la sicurezza connessa all’IoT per fornire un’esperienza semplificata ai visitatori dell’edificio e aumentare la produttività dei dipendenti con sale riunioni facilmente accessibili. In questo modo abbiamo potuto ridurre a zero il tempo di registrazione e di ingresso nell’edificio per ospiti e visitatori, aumentando anche i livelli di sicurezza e ottimizzare in modo dinamico l’uso delle sale riunioni in base agli orari e alla presenza dei dipendenti nell’edificio.
Tutte le tecnologie di cui abbiamo parlato sono ovviamente in costante evoluzione per definizione e grazie ad esse il cittadino potrà vivere la città del futuro in una modalità più completa nella sua quotidianità, grazie ad un utilizzo degli spazi necessariamente in discontinuità rispetto al passato. Parliamo di cittadini, ma le esperienze digitali influenzeranno tutti gli attori dell’universo cittadino, siano essi visitatori, turisti, inquilini, operai o addetti alla manutenzione. Sono loro ad essere influenzati dalle esperienze che si possono creare nel momento in cui la tecnologia, gli aspetti sociali e il modo di vivere gli spazi vanno a fondersi. Alcuni concetti sono già presenti oggi, altri sono in divenire e solo continuando a investire in questo settore potremo farci stupire dalle future applicazioni.