Transizione energetica

Dopo il Cop28: i prossimi passi necessari a salvare il Pianeta



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Sono numerosi i prossimi passi da compiere per accelerare nel mondo e anche in Italia il processo di decarbonizzazione, per centrare l’obiettivo 1,5°C. Ecco quali sono, in base anche agli accordi Cop28

Pubblicato il 19 dic 2023

Mirella Castigli

ScenariDigitali.info



Accordo per il nucleare a Cop28: la dichiarazione dei 22 Paesi favorevoli

La Cop28 si è concluso con un accordo storico, quello che sancisce, per la prima volta in trent’anni, l’uscita dalle fonti fossili per raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050, ma ora è tempo di verificare i passi futuri per centrare l’obiettivo 1,5°C.

I governi inizieranno la preparazione della prossima serie di NDC (impegni di riduzione delle emissioni) nel 2024. La COP28 invita le Nazioni Unite ad ospitare una serie di workshop globali e regionali e sessioni di sviluppo delle capacità per aiutarli. Nel 2025, il Segretario generale delle Nazioni Unite ha in agenda un evento speciale per consentire ai Paesi di presentare i loro nuovi impegni.

Ecco i prossimi passi da compiere per accelerare nel mondo e anche in Italia il processo di decarbonizzazione.

Cop28: i prossimi passi

Attualmente le energie fossili soddisfano circa l’80% della domanda energetica globale. Entro il 2025 occorre tagliare le emissioni di gas serra del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035, rispetto al 2019. Ma l’energia solare è oggi dieci volte più economica di dieci anni fa. Le tecnologie Ccs (Carbon capture and storage) coprono invece solo lo 0,12% delle emissioni mondiali.

La Cop 28 raccomanda di triplicare le fonti rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030, riducendo gradualmente il carbone non abbattuto (“unabated”), tagliando le emissioni di metano (per la prima volta citato nell’accordo finale) e quelle sul trasporto su strada ed eliminando progressivamente, ma il prima possibile, i sussidi inefficienti ai combustibili fossili.

Sarà invece la Cop 29 di Baku, in Azerbaigian, a trattare il mercato del carbonio, sia sul fronte della cooperazione bilaterale sui crediti di carbonio sia nella costituzione di un meccanismo globale di scambio dei crediti di carbonio. Ma, alla Cop28, gli USA hanno annunciato l’ingresso nell’Alleanza contro il carbone, il Powering Past Coal Alliance, in base al quale chiuderanno le proprie centrali elettriche a carbone, per alzare la pressione sulla Cina, il più grande utilizzatore di carbone.

Il think-tank Commissione per la Transizione Energetica prevede che, per mandare in pensione gli impianti a carbone, il mondo ricco dovrà mettere a disposizione dei Paesi poveri circa 25-50 miliardi di dollari all’anno fra sovvenzioni ed altri finanziamenti agevolati per il resto di questo decennio.

I Paesi in via di sviluppo con riserve di combustibili fossili dovranno infatti rinunciare a una delle loro scarse fonti di reddito, ma senza ricevere aiuti per farlo non hanno incentivi a seguire questa strada. Bisogna rendere i combustibili fossili non competitivi, per ridurne la dipendenza.

I prossimi passi consistono dunque nel tradurre le parole in azioni. I testi scritti in fatti. L’accordo ricorda alle compagnie petrolifere, soprattutto dei Paesi ricchi, che potrebbe diventare più complicato fare affari, per esempio a causa delle sfide legali alle licenze di esplorazione.

Conclusioni

Oggi è ancora possibile raggiungere gli obiettivi climatici europei al 2030 (-55% di emissioni rispetto al 1990) e la neutralità carbonica al 2050. Non è vero che sia utopistico centrare questi obiettivi, tuttavia in Italia occorre la revisione del Pniec e del Pnacc, i Piani per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, ri-orientando le politiche economiche, sociali e ambientali verso lo sviluppo sostenibile.

Inoltre serve maggiore chiarezza sul ruolo delle comunità energetiche, sull’utilizzo dell’energia rinnovabile proveniente da idrogeno verde, sulla riduzione delle emissioni gas serra e sull’addio ai veicoli inquinanti.

La conferma della chiusura delle centrali a carbone al 2025 è una buona notizia ma bisogna indicare alternative con le fonti rinnovabili. Il Pniec deve migliorare, diventando uno strumento efficace nell’indirizzare l’Italia verso la decarbonizzazione. Prima possibile occorre approvare e finanziare il Pnacc (Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici), dedicando risorse a questo Piano di adattamento alla crisi climatica.

L’Italia dovrà anche votare una Legge per il clima, sulla scia degli altri Paesi europei, dove indicare obiettivi di neutralità climatica entro il 2050, elencando traguardi intermedi e budget settoriali, definendo una governance istituzionale con il coinvolgimento del governo, del Parlamento e delle Regioni, istituendo un Consiglio scientifico per il clima.

Il varo di una Legge sul clima entro maggio 2024, prima delle elezioni europee, la modifica dei Sussidi ambientalmente dannosi e la revisione del Piano nazionale integrato clima ed energia sono i prossimi passi che l’Italia deve compiere per allinearsi all’Europa e accelerare il processo di decarbonizzazione.

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