Oggi, in occasione dell’Earth Day 2022, la Giornata mondiale della Terra istituita dalle Nazioni Unite, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale celebra il suo primo “compleanno”.
E nel farlo presenta il suo nuovo Osservatorio: il primo a livello nazionale dedicato ad analizzare la percezione e le aspettative degli italiani sulle relazioni tra sostenibilità e trasformazione digitale nei loro impatti su economia, ambiente e società.
Il digitale per lo sviluppo sostenibile: un impatto che deve essere misurato
L’Osservatorio si basa sul Digital Sustainability Index (DiSI), un indice multidimensionale sviluppato per misurare il livello di percezione e di aspettativa da parte degli italiani del ruolo della tecnologia come strumento di sostenibilità. Una misurazione effettuata prendendo in considerazione tre elementi:
- Il livello di digitalizzazione: inteso come il rapporto tra la propria competenza percepita e quella desumibile da fattori oggettivi;
- Il livello di sostenibilità: inteso come il rapporto tra la consapevolezza sul tema nelle sue dimensioni ambientale, economica e sociale ed i conseguenti atteggiamenti e comportamenti;
- Il livello di sostenibilità digitale: inteso come la propensione dell’individuo ad utilizzare in modo consapevole le tecnologie digitali come strumenti a supporto della sostenibilità.
In questo senso, il DiSI non fornisce soltanto un’indicazione sul livello di digitalizzazione del territorio, o sul livello di consapevolezza delle persone sui temi della sostenibilità: fornisce, piuttosto, un’indicazione sul livello d’uso consapevole delle tecnologie come strumenti di sostenibilità in relazione alla diffusione del digitale e dell’incidenza di comportamenti sostenibili ad esso collegati.
La Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha rilasciato oggi DiSI delle Regioni italiane, andando a misurare il livello di consapevolezza d’uso del digitale per la sostenibilità da parte dei cittadini italiani abitanti nelle diverse regioni del Paese.
Dai risultati della “classifica” emerge un’Italia molto diversa da quella descritta da altri indicatori. Nel dettaglio, in testa c’è il Trentino-Alto Adige, con un buon indice di digitalizzazione ed un alto coefficiente di cittadini consapevoli del ruolo della tecnologia a supporto della sostenibilità. In seconda posizione, invece, si posiziona il Molise: nonostante la regione sia caratterizzata da un bassissimo indice di digitalizzazione, il suo elevato posto in classifica è motivato dall’alta percentuale di cittadini molisani che, seppur in condizioni infrastrutturali spesso critiche, danno grande importanza tanto alla sostenibilità quanto al digitale in quanto strumento a suo supporto.
Seguono poi il Lazio, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna, con Marche, Piemonte e Toscana a chiudere la classifica: penalizzante per queste ultime non è tanto il coefficiente di digitalizzazione che – fatta eccezione per le Marche – è al di sopra della media italiana, ma il rapporto sfavorevole tra utenti digitali ed utenti digitali con consapevolezza del potenziale ruolo della tecnologia come strumento di sostenibilità, e dei comportamenti che da tale consapevolezza conseguono.
Poiché l’indice non evidenzia la diffusione assoluta degli strumenti digitali o la cultura d’uso del digitale ma, appunto, la consapevolezza del fatto che la digitalizzazione debba essere funzionale alla sostenibilità e il conseguente uso degli strumenti digitali a supporto della sostenibilità stessa, emerge come anche regioni digitalmente avanzate, come la Lombardia, possano avere difficoltà a declinare la propria condizione con la capacità di sfruttarla per migliorare i comportamenti sostenibili dei propri cittadini. Ma anche che regioni che fanno della sostenibilità una bandiera, come l’Umbria, ricoprono una peggiore condizione di classifica a causa di una scarsa cultura della sostenibilità digitale.
L’importanza di comunicare la sostenibilità digitale al cittadino
Insomma, il fatto che regioni come il Molise – o altri territori meno dotati dal punto di vista infrastrutturale – ricoprano le prime posizioni, non deve sorprendere. Così come il fatto che alcuni territori in genere nelle prime posizioni qui perdano terreno. Infatti, le analisi realizzate dalla Fondazione dimostrano che gli italiani utilizzano la tecnologia digitale con poca consapevolezza rispetto ai potenziali impatti di sostenibilità, e talvolta sono proprio i territori meno infrastrutturati quelli nei quali si percepisce maggiormente l’esigenza di determinati servizi, che altrove vengono dati invece per scontati, o non ricollegati esplicitamente ai loro impatti di sostenibilità. E questo rende evidente il ruolo centrale della comunicazione pubblica ed istituzionale nello sviluppo di consapevolezza nei cittadini circa il ruolo della trasformazione digitale a supporto della transizione ecologica e della sostenibilità.
Conclusioni
Così strutturato, e nei suoi risultati, il DiSI rappresenta uno strumento utile alle Amministrazioni per comprendere su quali aspetti sia più importante agire per supportare i cittadini nel comprendere il ruolo della sostenibilità digitale e i suoi vantaggi. Consente, cioè, di capire se si debba agire sulla consapevolezza digitale e sulla conoscenza delle tecnologie, se si debba intervenire nella promozione dei principi culturali della sostenibilità o nello stimolare comportamenti sostenibili, o se sia invece necessario far capire meglio come e perché usare la tecnologia per raggiungere lo sviluppo sostenibile. E, sulla base della conoscenza di questi aspetti, agire quella che è una responsabilità fondamentale delle Amministrazioni: ossia far comprendere, attraverso la comunicazione verso i cittadini e il territorio in generale, il fatto che la tecnologia non è una nemica, ma un’importante alleata per il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità verso i quali ci indirizza Agenda 2030. Perché le due transizioni, quella sostenibile e quella digitale, non possono essere disgiunte. E per agirle entrambe i cittadini devono acquisire tanto la consapevolezza dell’importanza della sostenibilità, quanto del ruolo fondamentale della tecnologia per ottenerla.