software libero

Economia del dono, comunione e open source: modelli per un futuro sostenibile



Indirizzo copiato

L’economia del dono e di comunione propongono modelli economici basati su reciprocità e condivisione dei profitti, con punti in comune con l’approccio collaborativo del software libero e dell’open source

Pubblicato il 8 apr 2025

Antonio Faccioli

Fondazione Edulife ETS, ICT Trainer e facilitatore digitale



software open source software corrispettivi telematici

L’economia del dono e l’economia di comunione rappresentano due paradigmi economici alternativi al modello tradizionale basato sulla competizione e sulla massimizzazione del profitto. Questi approcci si fondano sul concetto di condivisione, reciprocità e valorizzazione della comunità. Parallelamente, il modello open source si sviluppa su principi simili, promuovendo la collaborazione, la trasparenza e la redistribuzione delle conoscenze.

L’economia del dono di Marcel Mauss

L’economia del dono, come teorizzata dall’antropologo Marcel Mauss nel suo “Saggio sul dono”, si basa su un sistema di scambio in cui beni e servizi vengono offerti non con l’aspettativa di un ritorno immediato o diretto, ma all’interno di una dinamica di reciprocità differita e obbligata.

Secondo Mauss, il dono crea legami sociali e obblighi morali tra chi dona e chi riceve, costruendo reti di fiducia e solidarietà all’interno delle comunità. Questo modello favorisce la costruzione di relazioni sociali più solide e un senso di appartenenza alla comunità. Esempi pratici possono essere trovati nei progetti collaborativi, nelle piattaforme di condivisione e nelle iniziative solidali.

Economia di comunione: origini e obiettivi fondamentali

L’economia di comunione, invece, nasce dall’idea di un’economia orientata alla fraternità e alla condivisione dei profitti tra tutti i partecipanti. Questo modello, promosso inizialmente dal Movimento dei Focolari, si basa sulla consapevolezza che l’attività economica non debba mirare esclusivamente al profitto, ma anche al benessere collettivo.

Le imprese che adottano questa filosofia non solo puntano alla sostenibilità economica, ma destinano una parte dei loro guadagni a tre obiettivi fondamentali:

  • il sostegno ai bisognosi,
  • il reinvestimento per lo sviluppo aziendale e
  • la promozione di una cultura della comunione e della solidarietà.

Questo approccio favorisce una distribuzione più equa delle risorse e incentiva pratiche aziendali responsabili, contribuendo alla creazione di un tessuto economico più resiliente e inclusivo.

Economia di comunione e open source: punti di convergenza

Un parallelo interessante si può tracciare tra questi modelli economici e i principi su cui si fonda il mondo del software libero e dell’open source. Così come l’economia del dono si basa su una reciprocità che crea legami e valorizza la comunità, il software libero è costruito attraverso la condivisione e la cooperazione tra sviluppatori che contribuiscono collettivamente al miglioramento del codice.

L’economia di comunione, invece, trova un corrispettivo nei modelli di business open source, in cui il valore non risiede solo nel prodotto software, ma nei servizi, nella personalizzazione e nell’assistenza, generando un sistema in cui i benefici economici vengono redistribuiti e reinvestiti nel miglioramento continuo delle tecnologie. In entrambi i casi, si supera la logica della competizione diretta per abbracciare un approccio di collaborazione e inclusione, che favorisce la sostenibilità e l’innovazione diffusa.

Economia di comunione come utopia concreta nel software

Questa prospettiva può essere considerata una utopia concreta, nel senso proposto da Ernst Bloch e ripreso da Sébastien Broca nel suo libro “Utopia del software libero” (Mimesis Edizioni). Il software libero dimostra che è possibile creare un modello di sviluppo e produzione sostenibile basato sulla condivisione delle risorse e sulla valorizzazione della comunità.

Questo paradigma non è un’illusione irrealizzabile, ma un’alternativa concreta ai modelli di mercato tradizionali, capace di generare valore economico e sociale. La dialettica tra il software libero e l’economia capitalistica mostra tuttavia alcune criticità: se da un lato il modello open source ha dimostrato la sua validità, dall’altro il suo successo ha attirato l’interesse delle grandi corporation, che hanno integrato il software libero nelle loro strategie commerciali, sfruttandone i benefici senza sempre rispettarne la filosofia originaria.

Modelli di business sostenibili nell’economia di comunione digitale

L’open source non è solo un movimento basato sulla gratuità e sul dono, ma rappresenta anche una solida opportunità economica. Aziende come Red Hat, Canonical e SUSE hanno costruito un modello di business sostenibile attorno al software libero, dimostrando che è possibile generare profitto senza compromettere i principi della condivisione.

Questi modelli di business si basano su diverse strategie:

Vendita di servizi e supporto

Molte aziende open source offrono assistenza tecnica e consulenza professionale per l’implementazione e la gestione dei loro software, generando entrate senza vincolare gli utenti a licenze proprietarie.

Personalizzazione e sviluppo su misura

Le imprese possono adattare il software open source alle esigenze specifiche dei clienti, creando soluzioni su misura e offrendo valore aggiunto rispetto ai pacchetti standard.

Sviluppo di prodotti complementari

Alcune aziende combinano software libero con hardware ottimizzato o servizi cloud per creare un’offerta commerciale integrata.

Donazioni e finanziamenti comunitari

Molti progetti open source si sostengono grazie ai contributi volontari degli utenti e al crowdfunding, dimostrando che la comunità può essere un motore economico importante.

Questi modelli dimostrano che l’economia del dono e di comunione non sono in contrasto con la sostenibilità economica, ma possono essere integrate in strategie commerciali innovative e responsabili.

Economia di comunione e beni comuni digitali

L’open source si configura dunque come un bene comune, un sistema che bilancia le esigenze di accessibilità e condivisione con la creazione di valore economico, garantendo una distribuzione più equa delle opportunità tecnologiche.

Economia di comunione e gestione collettiva delle risorse

Il concetto di bene comune si distingue sia dalla proprietà privata che da quella pubblica, poiché si basa su una gestione collettiva delle risorse, accessibile a tutti e orientata al beneficio condiviso. Nel caso del software libero e open source, questo significa che il codice sorgente è un patrimonio comune, su cui tutti possono intervenire, migliorare e redistribuire senza le restrizioni imposte dai modelli proprietari. L’idea del bene comune implica anche una responsabilità collettiva nella sua manutenzione e sviluppo: così come i beni comuni materiali, anche i beni comuni digitali necessitano di contributi continui per rimanere accessibili e innovativi. Questo principio trova un’eco nei modelli economici del dono e di comunione, in cui il valore si genera e si conserva attraverso la condivisione e la cooperazione piuttosto che l’accumulazione privata.

Il ruolo dei contributori nell’economia di comunione open source

Nell’ambito del software libero e open source, la collaborazione non è sempre equamente distribuita tra tutti gli attori. Esiste una distinzione fondamentale tra i takers e i makers. I takers sono coloro che sfruttano le tecnologie libere e aperte senza contribuire attivamente alla loro crescita o manutenzione. Questi soggetti, spesso aziende o enti, traggono beneficio dal codice open source senza restituire alcun valore alla comunità, mettendo a rischio la sostenibilità dell’ecosistema.

Pratiche collaborative nell’economia di comunione digitale

Dall’altro lato, i makers si distinguono per il loro impegno attivo nel miglioramento e nella diffusione del software libero. La loro partecipazione può avvenire attraverso diversi livelli: sviluppo di codice, documentazione, supporto alla comunità, finanziamenti o advocacy. Questo comportamento rappresenta la vera essenza del modello open source, in cui la sostenibilità non si basa solo sulla disponibilità del codice, ma anche sulla responsabilità condivisa della sua evoluzione.

La distinzione tra takers e makers sottolinea l’importanza di adottare pratiche di collaborazione responsabili, incentivando modelli in cui l’uso del software libero sia accompagnato da un contributo attivo. Questo può avvenire attraverso la sponsorizzazione di progetti open source, la partecipazione a comunità di sviluppo o il rilascio di miglioramenti e innovazioni sotto licenze libere, garantendo così un ciclo virtuoso di crescita e innovazione sostenibile.

Economia di comunione come paradigma economico alternativo

L’economia del dono, l’economia di comunione e l’open source rappresentano modelli complementari che possono generare un impatto positivo sulla società e sull’economia. Attraverso la condivisione, la collaborazione e l’inclusività, questi approcci favoriscono lo sviluppo di un ecosistema più equo, resiliente e sostenibile, capace di rispondere alle sfide della contemporaneità con soluzioni innovative e accessibili a tutti. L’open source non è solo una metodologia di sviluppo software, ma un vero e proprio paradigma economico alternativo, capace di dimostrare che l’utopia della condivisione può diventare una realtà concreta e funzionale.

Economia di comunione e modelli decentralizzati

Questa logica si collega ai modelli economici decentralizzati, in cui la distribuzione del potere e delle risorse avviene in modo orizzontale anziché verticale. Analogamente all’economia circolare, in cui il riutilizzo e la rigenerazione delle risorse diventano elementi centrali, il software libero propone un paradigma in cui il valore economico non viene estratto e accumulato, ma condiviso e redistribuito per massimizzare l’innovazione collettiva.

L’impatto dell’economia di comunione sullo sviluppo locale

Inoltre, il software libero e open source può fungere da volano per lo sviluppo economico locale, favorendo la nascita di nuove imprese o sostenendo quelle esistenti. In una logica di collaborazione internazionale autentica, le tecnologie open source permettono di abbattere i costi di avvio per startup e PMI, facilitando l’accesso a strumenti avanzati senza barriere economiche. Questo crea un impatto significativo sui territori, stimolando l’innovazione, formando nuove competenze e rafforzando l’ecosistema imprenditoriale locale. L’open source non è solo un’opportunità per il singolo sviluppatore o azienda, ma una risorsa strategica per intere comunità che possono costruire su di esso un futuro più equo e sostenibile.

verso un’economia di comunione partecipativa

Verso un’economia di comunione partecipativa

La combinazione di governance collaborativa, modelli decentralizzati e software libero rappresenta un’opportunità unica per costruire economie più resilienti, sostenibili e partecipative, in cui l’innovazione non è vincolata da logiche estrattive, ma si diffonde in maniera equa e accessibile a tutti.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Video&podcast
Analisi
VIDEO&PODCAST
Video & Podcast
Social
Iniziative
Da OpenCoesione 3.0 a Cap4City: ecco i progetti finanziati dal CapCoe.  Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori
FORUM PA PLAY: come unire sostenibilità e investimenti pubblici. Speciale FORUM PA CAMP Campania
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Da OpenCoesione 3.0 a Cap4City: ecco i progetti finanziati dal CapCoe.  Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori
FORUM PA PLAY: come unire sostenibilità e investimenti pubblici. Speciale FORUM PA CAMP Campania
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 4