Quando agli inizi degli anni 70 il Club di Roma ha voluto cercare una risposta scientifica al quesito se l’economia mondiale può continuare a svilupparsi indefinitamente seguendo il modello cominciato nel XIX secolo, ha deciso di rivolgersi al Massachusetts Institute of Technology (MIT), dove un gruppo di ricercatori guidati da Jay Forrester aveva cominciato a sviluppare delle tecniche di simulazione di sistemi complessi.
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Il dibattito sul cambiamento climatico
Tra i vari risultati della ricerca, quello più noto al pubblico è stato il libro “Limits to growth” (Meadows et al. 1972) di Donella Meadows e coautori. Il libro, rispondendo categoricamente NO, alla suddetta domanda, e prevedendo una grave crisi ambientale tra gli anni 20 e 60 del secolo in corso, si è posto come un elemento fondatore di tutto il discorso sulla sostenibilità. Il Club di Roma (www.clubofrome.org) è stato fondato da Aurelio Peccei nel 1965 per riunire autorevoli professionisti che condividono una profonda preoccupazione per il futuro dell’umanità e la crisi climatica odierna può essere vista come l’inevitabile risultato dell’assenza di risposte politiche e strutturali adeguate al campanello d’allarme suonato dal club mezzo secolo fa.
Oggi il dibattito sulla crisi climatica e le drammatiche conseguenze ambientali, sociali ed economiche sono all’ordine del giorno, probabilmente non abbastanza durante le campagne elettorali, e siamo continuamente confrontati con soluzioni miracolose o predizioni catastrofiche. Spesso sentiamo un’affermazione perentoria ” Per risolvere il problema del clima basterebbe . . . ” ( Qui potete sostituire i puntini con la soluzione proposta come ad esempio : piantare alberi, rimetterci a costruire centrali nucleari, etc.). Non sarebbe bello avere un modo per capire se veramente le proposte sono geniali o se, anche se non sbagliate, sono ben lungi dal portare il contributo definitivo promesso? Come possiamo rispondere a questi imperativi categorici senza cadere nei luoghi comuni anche se non disponiamo di dottorati multipli in scienze del clima, relazioni internazionali, scienza della complessità e gestione aziendale?
Il problema è più grave di quanto si potrebbe pensare. Una recente ricerca della Columbia Business School, ad esempio, ha messo in luce che ben poche persone sono in grado di identificare correttamente i comportamenti, i prodotti o le imprese che più contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (Johnson et al. 2024). Inoltre i ricercatori hanno trovato che questa “incompetenza carbonio”, come la chiamano loro, è non solo è onnipresente ma non è influenzata da variabili plausibili come l’ideologia politica, la preoccupazione per il cambiamento climatico o la fiducia nelle proprie conoscenze sulle emissioni. In altre parole, gran parte delle affermazioni che sentiamo in giro sono scorrette, e non abbiamo mezzi per distinguerle dai discorsi concreti. Non sarebbe bello poter fare come il Club di Roma, e rivolgerci ad un esperto affidabile per chiarirci le idee?
Genesi del simulatore En-Roads
E’ quello che si sono detti Andrew Jones e Elizabeth Sawin, entrambi discepoli di Donella Meadows nella dinamica dei sistemi al MIT, nel creare nel 2008 Climate Interactive, con lo scopo di sviluppare modelli di simulazione climatica accessibili al grande pubblico. E così che è nato En-ROADS, un simulatore dell’ecosistema economico e ambientale del pianeta Terra che permette di simulare direttamente in una pagina web l’impatto globale di una varietà di scelte politiche e ambientali, come le tasse sul CO2, la riforestazione o la cattura e lo stoccaggio del carbonio.
Sviluppato con il supporto di MIT Sloan, la scuola di gestione aziendale del MIT, En-ROADS è basato sulle scienze economiche, energetiche e climatiche ed è completamente documentato e accessibile gratuitamente in venti lingue sul sito web di Climate Interactive. È basato sui più recenti studi scientifici, tra cui quelli del Gruppo Intergovernativo sul cambiamento Climatico, l’agenzia Internazionale dell’Energia o l’agenzia internazionale delle energie rinnovabili. Inoltre è calibrato su scenari futuri generati da modelli climatici complessi, inclusi i modelli di valutazione integrata come quelli promossi dal NGFS, un’associazione di 144 Banche Centrali (partecipa anche la Banca d’Italia) e Autorità di Vigilanza con lo scopo di promuovere la sostenibilità ambientale all’interno del sistema finanziario globale.
En-ROADS è basato anche su una chiara riflessione su scienze cognitive e dell’educazione. E dimostrato infatti che, a fronte del grande bisogno di informazioni concrete da parte del pubblico, ma anche da parte delle aziende che si devono sia districare in un selva sempre più complessa di disposizioni legali, che valutare i rischi climatici a tutti i livelli organizzativi, presentare i fatti che emergono dalla ricerca scientifica, non serve a molto (Sterman and Sweeney 2002). Al limite, può anche confondere ulteriormente le idee. Bisogna invece dare a ciascuno la possibilità di esplorare le varie opzioni con i propri mezzi, confrontandosi in maniera costruttiva con la rappresentazione della realtà che la ricerca scientifica è in grado di fornire in un dato momento.
Come funziona En-Roads
La figura qui sotto mostra il pannello di controllo del simulatore. Gli utenti possono scegliere di intervenire sui sussidi o le tasse imposte sui vari tipi di combustibile, favorire l’efficacia energetica o l’elettrificazione di settori industriali, mettere in funzione tecniche naturali o tecnologiche di cattura del carbonio. L’effetto delle scelte sulle emissioni a effetto serra e la temperatura del pianeta fino alla fine del secolo appare immediatamente nei grafici.

En-ROADS può essere utilizzato in diverse modalità, tra cui un’esperienza di apprendimento interattivo di gruppo oppure un gioco di ruolo in cui i partecipanti assumono i ruoli di attori globali in una simulazione di un summit climaticodelle Nazioni Unite e negoziano accordi per mitigare il cambiamento climatico (Rooney-Varga et al. 2020). L’efficacia di questo approccio per promuovere l’educazione alle problematiche del clima è tale che, ad esempio, è stato impiegato per condurre workshops di educazione climatica come parte del programma per top managers dell’Università di Stanford.
Gli utenti possono dunque, da soli o in gruppo, testare vari scenari, confrontare le proprie idee con opzioni alternative e verificarne immediatamente l’effetto. Per esempio l’immagine qui sotto mostra i giorni di calore estremo intorno al Mediterraneo, all’orizzonte 2100, se non si prendono misure ben più importanti di quelle previste oggi.


L’utente può testare l’impatto delle proprie scelte su questo e decine di altri parametri, come il livello del mare, o il crollo dei rendimenti agricoli.
È su queste basi che si è sviluppata una comunità che ormai conta più di 840 facilitatori in tutto il mondo e ha permesso a più di un milione di persone di esplorare in maniera pratica la complessità della transizione energetica . Tra i partecipanti si contano oltre centinaia di leader aziendali (inclusi dirigenti di alto livello e gruppi di investitori), numerosi politici eletti e decine di leader di fondazioni e organizzazioni non profit. (Climate Interactive 2024)
Gli obiettivi di Climate Interactive
L’obiettivo di Climate Interactive infatti è di mettere il simulatore a disposizione non solo del grande pubblico, ma anche di chiunque sia in posizione tale da prendere decisioni importanti in relazione al clima. L’uso di En-ROADS in politica è particolarmente importante perché consente di esplorare scenari complessi, evidenziando l’impatto di decisioni politiche su clima, economia e società e facilita il dialogo tra dirigenti politici, cittadini e stakeholder, favorendo trasparenza e collaborazione. E’ un approccio inclusivo particolarmente importante per chi come Volteuropa, vuole promuovere azioni concrete per l’ambiente costruite su una seria riflessione su basi scientifiche.
Un’altra versione del simulatore, chiamata C-ROADS, è stata ad esempio utilizzata da John Holdren, Consigliere Scientifico del Presidente Obama, per negoziare l’Accordo Climatico Bilaterale USA-Cina, che ha portato all’Accordo di Parigi del 2015.
Il simulatore è stato utilizzato anche da John Kerry, membri del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, l’ufficio del Segretario Generale delle Nazioni Unite e membri del Parlamento dell’UE.
En-Roads, uno strumento (anche) per l’impresa
En-ROADS è utile anche in impresa. Un numero crescente di aziende e società di consulenza lo utilizzano per capire l’impatto sulle loro attività analizzando vari scenari. Una buona comprensione delle problematiche legate al clima comincia infatti a diventare urgente non solo per essere in regola con la normativa ESG, ma anche dal punto di vista di una prudente gestione aziendale. Secondo un recente rapporto del World Economic Forum, le aziende quotate dell’economia mondiale potrebbero incorrere in perdite patrimoniali tra i 560 e i 610 miliardi di dollari all’anno entro il 2035, a seconda dello scenario di emissioni, con un aumento fino a 1,1 trilioni di dollari entro il 2055 (Einhorn, Flora McCrone, and Millman 2024; Gomez and Valdre 2024). Questo potrebbe risultare in una riduzione dei guadagni medi di queste aziende compresa tra il 6,6% e il 7,3%.Tutto ciò entro dieci anni: un orizzonte temporale che, anche se lungo rispetto ai risultati annuali o trimestrali che determinano il bonus dei dirigenti delle grandi imprese, comincia a essere tangibile per l’investitore medio.
HSBC Bank U.S.A., la filiale americana della multinazionale di servizi finanziari con sede nel Regno Unito HSBC Holdings plc, sostiene gli obiettivi dell’Accordo di Parigi ed è impegnata nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. La banca utilizza En-ROADS per migliorare la comprensione, da parte dei dipendenti, dei rischi legati al cambiamento climatico, in particolare i rischi di transizione, e per catalizzare azioni a livelli dirigenziali (Kapmeier et al. 2021). En-ROADS stimola il dialogo sulla sostenibilità e favorisce la collaborazione sul cambiamento climatico con partner e settori diversi. Oltre 2600 dipendenti HSBC in diversi livelli organizzativi e regioni hanno sperimentato il simulatore, con più di 300 partecipanti a seminari aziendali e oltre 2300 nell’ambito di una formazione sulla gestione del rischio.
Negli ultimi quattro anni AllianceBernstein, una società globale di gestione patrimoniale con un portafoglio di 725 miliardi di dollari, ha utilizzato gli strumenti e le intuizioni di Climate Interactive per migliorare i modelli di rischio climatico dell’azienda in Australia Questi strumenti sono stati fondamentali anche nella redazione del rapporto annuale ESG della società, evidenziando l’importanza crescente delle analisi climatiche nel definire le strategie di investimento e garantire trasparenza nella gestione dei rischi legati al clima. Nel 2024, AllianceBernstein adeguerà i suoi scenari di gestione del rischio climatico in risposta agli aggiornamenti significativi apportati ad En-ROADS .
Insomma, usare En-ROADS è un po ‘come avere accesso tramite Internet a un gemello digitale del pianeta, solo che, dovendo trattare tempi di reazione di decenni, non ha bisogno di sensori IoT per raccogliere dati in tempo reale.