La volontà politica e governativa di finalizzare il più possibile progetti di energia rinnovabile (PER), si scontra in molti Paesi europei con importanti fattori ostacolanti, di cui uno dei più importanti è quello dell’accettazione sociale di impianti da fonti di energia rinnovabile (FER).
Il tasso di accettazione pubblica delle fonti di energia rinnovabile
Gli studi condotti sull’accettabilità sociale, mostrano quanto sia evidente il gap conoscitivo, soprattutto tra i Paesi europei, sulle percezioni e gli atteggiamenti dei cittadini sui temi dell’energia. Molte delle indagini svolte soprattutto nei Paesi anglosassoni e del Nord Europa, indicano l’esistenza di correlazioni tra preferenze per le fonti energetiche e alcune caratteristiche socio demografiche quali età, livello di istruzione, sesso, reddito.
Individuare una relazione non significa comprendere il fenomeno; questo è, secondo alcuni, il limite maggiore di quegli studi che operano in assenza di un quadro teorico di riferimento, in cui prevalgono gli obiettivi empirico-metodologici che rendono tali indagini assai più vicine a rilevazione di mercato che a vere e proprie analisi sociali.
In generale, in molti paesi europei, il tasso di accettazione pubblica delle fonti di energia rinnovabile è stato misurato come significativamente alto. Nei paesi con alti livelli di accettazione generale da parte del pubblico è stato osservato che quando la propria comunità locale è direttamente impattata dalla costruzione di un impianto ad energia rinnovabile, la mancanza di accettazione della comunità locale può crescere e contribuire al fallimento di promettenti progetti, alcuni dei quali sono stati oggetto di studi di casi specifici. In altri casi, una varietà di fattori relazionali che contribuiscono a formare l’accettazione sociale, tra cui la fiducia nelle autorità pubbliche, la distribuzione di informazioni di qualità, il coinvolgimento pubblico e i benefici economici, hanno dimostrato di essere condizioni essenziali nell’accettazione dei progetti da FER in Europa.
La direttiva RED II
La minaccia rappresentata dal cambiamento climatico, le crescenti preoccupazioni sulle tendenze all’aumento delle emissioni di inquinanti atmosferici che alterano il clima (cioè CO2 e CH4) e la necessità di garantire l’indipendenza energetica, hanno portato l’Unione Europea a negoziare una nuova direttiva sulle energie rinnovabili (di seguito “RED II”) nel 2018. Lo scopo è quello di sollecitare gli Stati membri a intraprendere un’azione concertata volta a trasformare l’Europa in un leader globale delle energie rinnovabili. Per frenare la minaccia del cambiamento climatico antropogenico, l’UE ha approvato politiche volte a incoraggiare gli investimenti privati per espandere la capacità di produzione di energia rinnovabile in Europa. La direttiva RED II ha modificato il suo precedente obiettivo del 20% di produzione totale di energia da fonti rinnovabili in tutta l’UE entro il 2020, al 27% entro il 2030.
Lo stato dell’arte degli studi sull’accettazione sociale delle FER in Europa
Un recente studio condotto da M. Segreto “Trends in Social Acceptance of Renewable Energy Across Europe—A Literature Review” (2020), prova a fare il punto di quello che è lo stato dell’arte degli studi e dell’impianto teorico sull’accettazione sociale delle FER in Europa. Lo studio include un’analisi qualitativa e comparativa di 25 casi di studio, in un arco di tempo che va dal 2001 al 2019, con l’obiettivo di identificare i principali fattori di accettazione sociale locale e generale dei progetti di energia rinnovabile nelle Comunità Europea, e creare al contempo una generalizzazione delle tendenze di accettazione sociale (social acceptance drivers) all’interno del contesto comunitario.
Per facilità di lettura, un breve riassunto di quelle che sono le principali azioni positive che possono essere intraprese per aumentare l’accettazione sociale e gli ostacoli più comuni che possono diminuirla è fornito nella tabella qui di seguito.
La fiducia
La fiducia rimane un fattore significativo nell’accettazione locale. È stato dimostrato che per favorire l’accettazione dei progetti, la fiducia nelle autorità locali e negli sviluppatori deve essere guadagnata dal pubblico. Questa fiducia dovrebbe essere costruita attraverso un processo trasparente lungo tutto il processo del progetto, dalla pianificazione allo sviluppo e al funzionamento dell’impianto. Inoltre, la condivisione di informazioni di qualità e la possibilità per il pubblico di partecipare e dare voce alle proprie preoccupazioni nel processo di pianificazione è un fattore fondamentale nell’accettazione locale della progetti da FER. Le informazioni condivise con il pubblico dovrebbero essere di alta qualità tecnica, compresi i dati relativi agli impatti economici e ambientali, compresa l’analisi costi-benefici delle soluzioni tecnologiche adottate dagli sviluppatori per una specifica ER. Fattori come l’istruzione e il reddito dei residenti sono fattori chiave che influenzano l’accettazione pubblica di qualsiasi installazione ER.
La corretta redistribuzione
Corretta redistribuzione, dove il risultato dell’analisi costi-benefici è stato identificato come il fattore più influente per l’accettazione pubblica. I vantaggi economici e sociali dovuti all’installazione di una FER possono certamente favorire l’accettazione pubblica, attraverso la promozione di misure di compensazione come la riduzione dei costi energetici per i residenti, lo sviluppo di infrastrutture ricreative, l’aumento della qualità ambientale e i previsti aumento del turismo.
Il siting
Il siting, dimostra che alcuni problemi di localizzazione dei progetti da FER sono legati a fattori emotivi e psicologici come il rifiuto della realizzazione di un determinato impianto a causa dell’attaccamento al luogo o dell’impatto negativo sul paesaggio che ne deriverà. Una parte dell’opposizione locale verso l’installazione delle FER è attribuita al fenomeno NIMBY (Not In My BackYard). Questo è un altro fattore psicologico che influenza l’accettazione locale delle FER, mostrando al contempo un certo livello di contraddizione in cui si sostiene l’urgenza delle energie rinnovabili, ma non la loro penetrazione all’interno della propria comunità e del proprio territorio. Un altro punto chiave con la questione della localizzazione è che gli impianti da FER possono spesso esistere su scala molto piccola, mentre gli impianti più grandi consistono generalmente in strutture industriali molto vicino a luoghi residenziali, aumentando così il fenomeno NIMBY.
Conclusioni
In conclusione, risulta evidente che l’UE ha fatto piani per adottare più RE nei prossimi anni. Poiché l’accettazione sociale è una barriera significativa nell’implementazione dei progetti da FER, i governi devono considerare le tendenze generali nell’accettazione locale e creare un quadro che aumenti la i fenomeni di accettazione locale e riduca le possibilità di una rete di opposizione volta a d ostacolare lo sviluppo delle FER e i raggiungimento degli obiettivi climatici prefissati per il 2030.