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Energy management: cos’è e come ci aiuta a ridurre i consumi

Il principio “ridurre i consumi per ridurre i costi” contenuto nel piano di emergenza predisposto dal Governo Draghi è corretto e condivisibile. Tuttavia, resta l’incognita della fattibilità: come è possibile mantenere le temperature entro un certo range in assenza di adeguati strumenti di misura-intervento-gestione?

Pubblicato il 17 Ott 2022

Giuseppe Giordano

Amministratore Delegato Enerbrain

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Il governo Draghi ha elaborato un piano di emergenza per rispondere alle difficoltà che il Paese dovrà affrontare durante l’inverno a causa della crisi energetica in termini di approvvigionamento di risorse e di aumento dei costi. Si tratta del Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale presentato lo scorso 6 settembre dal Mite, il cui obiettivo è “realizzare da subito risparmi utili a livello europeo a prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia” e che individua molteplici misure di intervento, tra cui nuove regole di funzionamento degli impianti di riscaldamento.

Il Decreto che limita le temperature

Il 6 ottobre, quindi, con la pubblicazione del Decreto del Ministero della Transizione Ecologica sono state ufficialmente introdotte le limitazioni alla temperatura negli ambienti, alle ore giornaliere di accensione e alla durata del periodo di riscaldamento degli edifici.

In particolare, il decreto dispone che:

  • Durante il periodo di funzionamento nella stagione invernale 2022-2023 i limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale, rispetto a quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 4 del DPR n.74/2013, sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione.
  • La riduzione del periodo di accensione di cui al comma 1 è attuata posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio, in relazione alle date previste per le diverse zone climatiche. Pertanto, l’esercizio degli impianti termici indicati al comma 1 è consentito con i seguenti limiti:
    • 1) Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo;
    • 2) Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo;
    • 3) Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo;
    • 4) Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile;
    • 5) Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile;
    • 6) Zona F: nessuna limitazione.
  • Durante il periodo di funzionamento nella stagione invernale 2022-2023 degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale, i valori di temperatura dell’aria indicati all’articolo 3, comma 1, del DPR n.74/2013 sono ridotti di 1°C.

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Ridurre i consumi per ridurre i costi va bene, ma come si fa?

Tralasciando di considerare il settore residenziale, su cui il governo ha un potere d’intervento limitato, è evidente che a livello pubblico esiste un problema: la Pubblica Amministrazione in larghissima parte non è dotata di sistemi termoregolatori efficienti. Dunque, come può un alto rappresentante della PA verificare che la temperatura sia mantenuta entro i limiti?

Il Mite è consapevole di queste manchevolezze, tant’è che il documento recita: “Per questa misura si tiene conto cautelativamente, nel calcolarne gli effetti, di una percentuale di effettiva riduzione, non essendo possibile avere un sistema di controllo puntuale del comportamento da parte dell’utenza diffusa.” Difatti parla di “misure comportamentali nell’uso efficiente dell’energia” da promuovere con un’apposita “campagna informativa istituzionale”, oltre che da tenere monitorate attraverso non meglio specificati controlli a campione “su edifici pubblici, grandi locali commerciali, punti a maggiore consumo”.

La domanda che sorge a questo punto è la seguente: com’è possibile rendere più efficaci le misure del governo? La risposta risiede nell’energy management.

Energy management: che cos’è, a chi si rivolge e quali benefici porta

Il termine energy management raccoglie tutte quelle pratiche utilizzate per gestire efficacemente l’energia all’interno di un’organizzazione – sia essa un’impresa, un ente privato o pubblico, un Comune – con l’obiettivo di ridurre i consumi e migliorarne l’efficienza in termini di dispendio energetico. Lo strumento principale con cui raggiungere questi target è l’implementazione di tecnologie che consentano di controllare in modo automatico gli impianti meccanici ed elettrici, tra cui i sistemi di riscaldamento, raffrescamento e ventilazione.

Le fasi dell’energy management

Si possono considerare quattro fasi dell’energy management:

  • Raccolta dei dati energetici e misurazione dei consumi di energia;
  • Identificazione delle strategie utili per risparmiare energia;
  • Adozione delle strategie selezionate (ad esempio introduzione di un sistema tecnologico di gestione intelligente);
  • Monitoraggio costante dei progressi anche in vista di possibili aggiustamenti migliorativi.

Questo servizio si rivolge principalmente a imprese – piccole, medie o grandi aziende – pubbliche e private, e a pubbliche amministrazioni a tutti i livelli. Pratiche di ottimizzazione energetica possono anche essere adottate dai privati nel contesto residenziale ma in genere questo aspetto viene trascurato dal mercato dell’energy management che si intende principalmente orientato ai settori industriale e terziario.

Il mercato dell’energy management propone soluzioni tecnologiche che utilizzano software basati su Internet of Things, machine learning, sensori e cloud capaci di ottimizzare i consumi energetici attraverso algoritmi intelligenti di regolazione automatica, e di fornire piattaforme web-based per tenere monitorati i parametri energetici e l’efficacia della regolazione impostata. Il beneficio primario è una riduzione dei consumi commisurata alle reali esigenze dell’edificio e dei suoi occupanti, con un conseguenze risparmio economico in bolletta. Un altro rilevante vantaggio è rappresentato da un miglioramento dell’impatto ambientale dell’edificio stesso: consumare meno energia significa sprecare meno risorse e generare meno emissioni di CO2.

Energy management: come migliorerebbe l’efficacia delle misure previste dal Mite

L’introduzione di sistemi di energy management permetterebbe l’adeguamento alle misure del governo in modo verificabile e misurabile grazie a una gestione degli impianti da remoto supervisionabile in qualunque momento. Essendo tutto automatizzato, sarebbe possibile impostare una temperatura definita – i 17°C o 19°C che verranno presto normati – avendo la garanzia che venga mantenuta costante.

Il governo potrebbe decidere efficacemente e velocemente di intervenire sulla Pubblica Amministrazione destinando un budget ad hoc alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici. La maggior parte dei sistemi di energy management sono semplici e rapidi da installare e l’investimento iniziale è compensato dai risparmi a lungo termine sui consumi. Così equipaggiata, la PA non avrebbe bisogno di fare alcun controllo a campione perché, per ogni livello, potrebbe essere stabilito un referente che con un semplice accesso alla piattaforma vigili sul rispetto delle misure.

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Una volta implementato un simile sistema a livello nazionale, non si tratterebbe più di un intervento emergenziale, bensì di una concreta transizione del patrimonio immobiliare pubblico con effetti a lungo termine non solo su consumi e spese, ma anche sulla sostenibilità, ottenendo un significativo abbattimento di emissioni nocive, con la possibilità di rendicontare dettagliatamente alla cittadinanza i risultati raggiunti dalla PA.

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