sostenibilità

ESG, verso i nuovi requisiti di reporting: opportunità e sfide per le aziende

Con le nuove disposizioni di reporting, dal 2024 le aziende dovranno generare report ESG pubblici, controllati e solidi che rivelino l’impatto delle attività sull’ambiente, sulle comunità, sui lavoratori e sui consumatori e descrivano le loro pratiche e prestazioni di corporate governance

Pubblicato il 12 Mag 2023

Matteo Mille

Chief Marketing and Operations Officer di Microsoft

Transizione 5.0

Nel 2024, le aziende, in tutto il mondo, dovranno rispettare i nuovi requisiti di reporting normativo pensati per aumentare la trasparenza dell’impatto e dei progressi ambientali, sociali e di governance (ESG). Per molte di queste aziende significherà organizzare la raccolta di dati in maniera più granulare: un’opportunità da cogliere. Perché una maggiore visibilità delle attività in tutta l’azienda, da una parte aiuterà i decisori a migliorare l’accuratezza dei criteri ESG e dall’altra faciliterà le prestazioni aziendali ad essi associate, aumentando così la competitività a lungo termine.

Principi ESG, quando un’azienda può dirsi sostenibile: criteri di valutazione e impatti

Le nuove politiche per il reporting ESG

Criteri quanto più misurabili e precisi, infatti, sono più facilmente gestibili e consentono agli investitori di trarre decisioni strategiche basandosi anche sui fattori ESG.

Questo è quello che succede all’interno delle aziende. Ma la scelta di questi criteri e le analisi di sostenibilità aziendale come vengono comunicati ai consumatori? Sempre più ricerche dimostrano che i consumatori sono molto attenti al tema sostenibilità.

E mentre molte organizzazioni pubblicano già volontariamente report sulla sostenibilità, secondo il proprio calendario, le nuove politiche richiederanno alle aziende la redazione di report ESG pubblici, controllati e solidi che rivelino l’impatto delle attività sull’ambiente, sulle comunità, sui lavoratori e sui consumatori e descrivano le loro pratiche e prestazioni di corporate governance.

Per generare report affidabili, le organizzazioni dovranno reinventare il modo in cui raccolgono e analizzano i propri dati.

Le linee guida CSRD

La nuova legislazione basata sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) dell’Unione Europea, adottata nel dicembre 2022, richiederà a circa 50.000 organizzazioni di pubblicare report ESG alle autorità di regolamentazione, e molte lo faranno per la prima volta. Le linee guida CSRD obbligheranno le aziende a rivelare il proprio impatto e le relative azioni di compensazione per quanto riguarda la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, lo sfruttamento delle materie prime – in primis l’acqua – il contributo allo sviluppo di un’economia circolare, la preservazione della biodiversità, la protezione e la garanzia dei diritti umani e delle pari opportunità e il contributo alle attività di lobbying relative a questi argomenti. 1 Oltre al CSRD, nel Regno Unito dovrebbero essere finalizzati i Sustainable Disclosure Requirements (SDR), volti a centralizzare la rendicontazione ESG per le società finanziarie. Anche altri paesi e regioni stanno rivedendo e proponendo nuovi requisiti di rendicontazione ESG e, indipendentemente dalla maturità dell’infrastruttura di un’azienda, serviranno processi e controlli di gestione dei dati per calcolare l’impatto, i rischi e le opportunità ESG.

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L’applicazione di soluzioni digitali avanzate per gestire i dati ESG

È abbastanza chiaro che le organizzazioni che saranno meglio posizionate per il successo a lungo termine sono quelle che modernizzano e scalano le loro piattaforme dati. L’applicazione di soluzioni digitali avanzate consentirà infatti a queste organizzazioni di gestire efficacemente i dati necessari per tracciare e segnalare i rischi e i progressi ESG, guidando al contempo la trasformazione organizzativa e digitale fondamentale per un cambiamento duraturo.

Secondo Gartner, il 65% dei dirigenti sta riscontrando un miglioramento del consumo energetico grazie a politiche di sostenibilità ambientale e il 73% degli investitori vede l’attenzione e il focus su operazioni di green economy come a un fattore di attrazione per l’investimento. Gli investimenti in sostenibilità potrebbero avere sulla global economy un impatto pari a 43 trilioni di dollari entro il 2070 e a livello europeo si parla di circa 5 miliardi di euro entro il 2025. Quindi non è solo una necessità, è anche un’opportunità di business.

L’importanza di una corretta gestione dei dati sulla sostenibilità

Molte aziende di successo stanno consolidando le informazioni in loro possesso in un moderno patrimonio di dati sulla sostenibilità che è indipendente dalla piattaforma e dal sistema, in grado di uniformare e standardizzare le evidenze più disparate. Queste realtà stanno infatti utilizzando una rete di interfacce di programmazione delle applicazioni (API) per creare un tessuto connettivo in modo da poter recuperare gli insight e le informazioni di cui hanno bisogno. Creando un patrimonio di dati ESG completo, sono in grado di aggregare informazioni ambientali, finanziarie e operative tra business unit e supply chain, organizzando i dati sfruttabili per analisi avanzate tramite piattaforme di analytics.

Questa integrazione di database, analisi e governance:

  • Consente la creazione di report quasi in tempo reale per ottenere informazioni tempestive, una migliore gestione del rischio e un processo decisionale basato su metriche.
  • Pone le basi per l’integrazione di strumenti IA-based.
  • Fornisce alle organizzazioni gli strumenti per gestire la loro crescita in modo più sostenibile.

Con un patrimonio di dati organizzato, le aziende consentono alle loro persone di investire meno tempo per razionalizzare i dati frammentati, sfruttando invece la maggior parte del tempo nella creazione di valore.

A prescindere dal punto in cui ciascuna azienda si trova oggi nel percorso di sostenibilità, la tecnologia può aiutare a soddisfare le nuove aspettative di reporting ESG e ad accelerare i progressi in materia di sostenibilità. Capire i dati necessari, assicurarsi di avere accesso alle informazioni, raccoglierle e organizzarle in strutture precise richiederà tempo.

Indipendentemente dal fatto che la propria organizzazione sia immediatamente interessata da direttive come CSRD o meno, comprendere l’ambito delle nuove linee guida di reporting preparerà le aziende a essere più competitive e reattive rispetto alle richieste del mercato. E, fattore non banale, attraverso la trasparenza ogni persona e organizzazione sarà in grado di controllare i propri dati e scegliere come essi vengono utilizzati.

Conclusioni

La maggior parte delle Pmi non ha ancora le competenze per poter creare una cultura che valorizzi l’importanza dei temi legati alla sostenibilità e questo è un fattore molto critico. E mentre le grandi aziende hanno capito da tempo quale sia il problema e quanto sia importante la sostenibilità, le Pmi devono ancora compiere questo passo. Ecco perchè diventa fondamentale l’adozione di nuove policy e nuovi regolamenti, che richiederanno una formalizzazione e un’automazione dei processi di monitoraggio e analisi.

Note

1L’ambito di applicazione delle linee guida della CSRD si estende oltre i confini dell’UE e comprende le imprese che operano con o all’interno dell’UE, nonché la conformità attraverso le catene del valore. Gli obblighi di segnalazione e le tempistiche variano in base al tipo di società e possono iniziare già nel gennaio 2024 per le grandi società quotate nell’UE. Le aziende soggette alle linee guida CSRD dovranno riferire secondo gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). La Commissione europea dovrebbe adottare norme dettagliate in materia di rendicontazione entro giugno 2023. 

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