La sentenza che, in California, ha stabilito che i driver di Uber sono a tutti gli effetti dipendenti della multinazionale e, in Italia, la sospensione del servizio imposta dal tribunale di Milano dimostrano quanto i sistemi legislativi facciano fatica a stare al passo con la rapida evoluzione dei servizi che lo sviluppo tecnologico determina. Per il mondo occidentale, tutto, il futuro sta nell’innovazione e nella capacità di saperla incentivare, accogliere e regolare come conseguenza della visione di un ‘nuovo’ mondo e non come difesa di una corporazione piuttosto che di un’altra. È questa la strada da seguire se vogliamo sviluppare l’economia e contemporaneamente contribuire al miglioramento e alla semplificazione della quotidianità.
Nel caso specifico di Uber, le normative in vigore in Europa non tengono conto dei servizi di ‘ride sharing’ come quello offerto dalla multinazionale ma soltanto di quelli di ‘car pooling’ che prevedono la condivisione di un percorso stradale e delle spese sostenute dal conducente che, però, non può ottenere un profitto. Figuriamoci in Italia dove, per esempio, la normativa dei trasporti risale ai primi anni ’90.
In Europa, rispetto alla ‘sharing economy’, gli inglesi hanno già presentato un documento alla Commissione per influenzare la redazione della normativa. Lo stesso deve fare la politica in Italia, invece che lasciare che il futuro sia disegnato dalle sentenze di un giudice. E perderebbe tutto il Paese se ci concentrassimo sull’ennesimo inutile dibattito pro e contro i tassisti. Storicamente, il maggior vantaggio ottenuto dall’innovazione è stato quello di renderci più liberi e, contemporaneamente, di rendere accessibili a fasce crescenti di popolazione sempre più prodotti e servizi. Questo è il compito che dobbiamo continuare a perseguire.
Questa la strada che l’Italia deve intraprendere per agganciare la ripresa e per offrire alle giovani generazioni lavoro e prosperità. L’innovazione, insomma, per garantire l’accesso democratico a quell’innalzamento della qualità della vita che può fare da leva per un conseguente rilancio dell’economia tutta. E il caso Uber a fare da apripista per questa evoluzione del sistema normativo che è la base su cui costruire un’Italia nuova: più aperta, più ricca e più semplice.