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Il design thinking nel futuro delle città: quale approccio per servizi migliori

L’approccio del design thinking offre numerosi strumenti in grado di progettare soluzioni creative per risolvere i problemi più pressanti che affliggono ecosistemi complessi come le città. Ecco perché è importante che i decisori politici siano formati adeguatamente

Pubblicato il 02 Gen 2020

Michele Ieradi

ESRI Italia

Antonio Opromolla

Ricercatore presso la Link Campus University

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Uno sviluppo urbano consapevole e coerente ha alla base una visione “sistemica”, non incentrata sulle singole parti del sistema città, ma sui processi che fanno parte del sistema stesso. Il design thinking può contribuire a un cambio di paradigma che consenta di guardare le città secondo un punto di vista differente e di progettare soluzioni per sistemi complessi quali sono gli attuali contesti urbani.

Un percorso di formazione per i decisori pubblici si pone l’obiettivo di far conoscere i principi del design thinking, ancora poco conosciuti ma fondamentali ai fini di una gestione efficace ed efficiente delle città.

I problemi che affliggono le città

Non a caso, tra i Sustainable Development Goal definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, che indicano i 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030 concordati da tutti i membri dell’Organizzazione stessa, uno di questi è dedicato proprio alle città: l’investimento sulla dimensione urbana risulta, infatti, un elemento imprescindibile, dal momento che esse rappresentano il contesto che abilita un reale miglioramento delle condizioni sociali ed economiche delle persone.

Tuttavia, numerose problematiche affliggono oggi i centri urbani di tutti il mondo. Tra quelli principali e più comuni ci sono il traffico, il degrado urbano,la sicurezza, la mancanza di infrastrutture idonee per uno sviluppo adeguato dell’individuo, l’inquinamento, etc. L’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite prevede, sulla base di questi assunti, di realizzare entro il 2030 alcuni traguardi, quali l’accesso ad alloggi adeguati, la presenza di sistemi di trasporto sicuri e sostenibili, un’urbanizzazione inclusiva e partecipativa, una riduzione dell’impatto ambientale negativo, un accesso universale agli spazi verdi, e così via.

Il raggiungimento di questi traguardi non risulta, naturalmente, di facile realizzazione. Un elemento non secondario da considerare è che le città sono tra i sistemi più complessi in assoluto. Risulta difficile, infatti, pensare ad uno sviluppo urbano coerente che consideri soltanto alcuni elementi e ne escluda allo stesso tempo altri. Ogni elemento, attività e settore è, infatti legato agli altri, lo influenza e ne è influenzato. Per tale ragione, uno sviluppo urbano consapevole e coerente ha alla base una visione “sistemica”, che non focalizzi l’attenzione sulle singole parti del sistema città, ma sui processi che fanno parte del sistema stesso. Processi che, in quanto tali, sono comuni a più ambiti di competenza.

L’approccio del design thinking

L’approccio del design thinking, ad esempio, offre numerosi strumenti in grado di progettare soluzioni creative attraverso una continua e sempre più precisa riformulazione dello spazio del problema (elemento necessario per la progettazione nell’ambito dei sistemi complessi), un’analisi del problema medesimo da punti di vista diversi e considerando anzitutto i bisogni delle persone, un sostegno ad una mentalità aperta.

Gli strumenti e i modelli propri del design thinking consentono, dunque, di: entrare in empatia con gli stakeholder interessati da una problematica (empathize), elaborare lo specifico problema da risolvere (define), sostenere le creatività per realizzare soluzioni innovative (ideate), realizzare in modo iterativo gli artefatti che tentano di rispondere il problema definito (prototype) e ricevere dei feedback su tali artefatti, coinvolgendo attivamente gli stakeholder per i quali la soluzione è pensata (test).

Il design thinking nella PA

Sulla base di questi principi, il CITeC (Centro sull’Innovazione Tecnologica per la Città), nato da un accordo tra l’Università degli Studi “Link Campus University” ed ESRI Italia (azienda di riferimento in Italia nelle soluzioni geospaziali, nella geolocalizzazione e nei Sistemi Informativi Geografici) con l’obiettivo di produrre studi e ricerche dal carattere multidisciplinare sulle città in grado di individuare interventi che abbiano un impatto positivo sui cittadini e sull’intero contesto urbano, ha iniziato una ricerca focalizzata alla diffusione della conoscenza dell’approccio del design thinking nelle amministrazioni pubbliche italiane. Scopo della ricerca è stato quello di mappare eventuali iniziative di coinvolgimento della cittadinanza in specifici processi decisionali svolte all’interno delle amministrazioni di riferimento, ed identificare possibilità di innovazione in questo ambito.

Da un primo studio, condotto attraverso una survey rivolta ad Assessori, Dirigenti e Consiglieri delle municipalità delle cinque città capoluogo della Regione Lazio, è emerso come in tali amministrazioni siano stati già applicati alcuni metodi di coinvolgimento attivo della cittadinanza. Tra gli obiettivi principali dell’applicazione di questi metodi c’è stata la raccolta da parte delle Amministrazioni di idee e contributi provenienti dalla cittadinanza. Tuttavia, metà dei rispondenti dichiara che non esistono strutture e personale che si dedica comunemente a tali attività.

Nonostante questi dati, più dell’82% dei rispondenti dichiara che un attivo coinvolgimento della cittadinanza possa essere positivo o molto positivo per la propria amministrazione. In particolare, la maggioranza dei rispondenti è interessata all’ascolto delle esperienze che la cittadinanza ha con i servizi della città. In generale, lo strumento più adatto (preferito dal 63% dei rispondenti) per un coinvolgimento attivo della cittadinanza è rappresentato dai workshop interattivi, considerato come quello in grado di rappresentare meglio la realtà e quindi di arrivare a risultati più realistici.

In merito, più nel dettaglio, al design thinking, quasi il 50% dei rispondenti dichiara di non conoscerlo, mentre solo appena il 20% dichiara di conoscerlo e averlo utilizzato. Inoltre, i rispondenti dichiarano che una delle fasi più importanti relativa all’analisi dei cittadini è rappresentata dall’identificazione di chi sono gli utenti di una soluzione e in generale tutti gli attori coinvolti in una problematica. Riguardo la fase di definizione dei problemi da risolvere, i rispondenti dichiarano che un’esigenza fondamentale è rappresentata dalla possibilità di avere strumenti in grado di identificare le cause e le conseguenze associate ad uno specifico problema. Inoltre, molto importante è l’esigenza non solo di analizzare le soluzioni adottate per risolvere simili problematiche in contesti simili, ma anche quello di verificare che l’idea creativa che si sviluppa sulla base del processo di progettazione risulti realmente coerente con il problema precedentemente identificato. Per tale ragione importante risulta anche la definizione di appositi indicatori in grado di misurare il raggiungimento di specifici obiettivi da parte dell’idea e di monitorare gli impatti della soluzione nel tempo.

Migliorare i servizi e i rapporti con i cittadini

Gli obiettivi di lungo periodo che ci si prefigge attraverso l’applicazione di questi metodi sono il miglioramento del rapporto con la cittadinanza e dell’efficienza dei servizi a questa offerti. In particolare, gli ambiti che i rispondenti ritengono che possano beneficiare dell’applicazione dell’approccio del design thinking sono principalmente l’ambiente, gli spazi urbani e la mobilità.

Affinché tutto ciò avvenga è necessario che i processi di coinvolgimento della cittadinanza siano istituzionalizzati. Al contrario, i limiti che percepiscono maggiormente sono rappresentati dall’eccessiva burocratizzazione dei processi, nonché dalla bassa conoscenza di questo metodo da parte del personale interno all’Amministrazione.

Un percorso di formazione per i decisori pubblici

Proprio sulla base di quest’ultimo assunto, il CITeC ha deciso di organizzare un percorso di formazione, principalmente indirizzato ai decisori pubblici, che abbia come scopo quello di trasmettere alcuni concetti base del design thinking. In particolare, il percorso si focalizzerà su tecniche e strumenti in grado di identificare gli stakeholder che in modo diretto o indiretto influenzano un ambito di analisi, fornire informazioni chiare e strutturare modelli educativi e formativi verso il cittadino, analizzare e ripensare i diversi livelli di esperienza nell’interazione con i servizi, identificare problemi condivisi e analizzare in modo sistemico cause e conseguenze, incoraggiare e sostenere la partecipazione attiva dei cittadini in vari ambiti, sostenere le creatività al fine di identificare soluzioni innovative, creare nuovi modelli organizzativi e nuove competenze per sostenere processi di design thinking, misurare e monitorare una soluzione nel tempo. L’agenda definitiva del percorso di formazione è consultabile qui.

Tale percorso, che avrà inizio nel mese di gennaio e terminerà nel mese di aprile 2020, prevede nove incontri e sarà organizzato in modo da affrontare allo stesso tempo una parte teorica, durante la quale si apprenderanno tecniche utili e si analizzeranno specifiche best practice, e una laboratoriale durante la quale si applicheranno gli strumenti appresi declinandoli su un topic specifico. Per registrarsi al percorso, compilare il form.

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