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Il fotovoltaico e le rinnovabili vanno supportate, ma la politica arranca



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L’evoluzione del fotovoltaico come tecnologia ad alta efficienza è esemplificativa di come il settore energia si sviluppi velocemente seguendo le esigenze che il mercato e l’emergenza ambientale pongono. La politica, però, continua ad arrancare, nonostante i recenti tentativi di sburocratizzare

Pubblicato il 1 giu 2023

Raffaello Giacchetti

Presidente di GIS – Gruppo Impianti Solari



Fotovoltaico di nuova generazione: le celle solari tandem in perovskite

Oggi, nell’epoca della crisi energivora, parlare di come produrre energia pulita senza generare emissioni e senza sfruttare risorse sull’orlo dell’esaurimento continua a essere importante.

In questo contesto le rinnovabili giocano un ruolo fondamentale non solo perché rappresentano una soluzione al problema, anche perché si tratta di tecnologie in evoluzione, capaci di adattarsi alle nuove esigenze del mercato offrendo metodi sempre più avanzati per produrre e stoccare l’energia.

Fotovoltaico, l’evoluzione della tecnologia

Nel settore fotovoltaico, ad esempio, la tecnologia si è evoluta enormemente, tanto che negli ultimi dieci anni l’efficienza dei pannelli è raddoppiata.

Dieci anni fa per costruire un impianto dalla potenza di 1MW era necessario utilizzare una superficie di 2,2 ettari; oggi la stessa potenza si ottiene con un parco fotovoltaico di 1,2 ettari. Il vantaggio di una minore occupazione del suolo si traduce in una maggiore disponibilità di superficie da destinare agli impianti, oppure – a seconda dei punti di vista – in una minore necessità di utilizzare ampia estensione di terreni. Per raggiungere l’obiettivo dei 70 GW di rinnovabili in Italia basterebbe impiegare lo 0,06% della superficie agricola totale (circa 16,5 milioni di ettari), ovvero terreni agricoli non utilizzati a fini produttivi perché abbandonati o poveri a livello agronomico.

Ridurre la superficie degli impianti a parità di potenza generata è stato possibile perché se dieci anni fa un pannello fotovoltaico da 2×1 metri arrivava a una potenza di picco di 300 watt, oggi esistono pannelli ad alta efficienza in grado di produrre più del doppio: circa 630 watt. Ecco i principali avanzamenti tecnologici che hanno permesso questo miglioramento.

Dai solar tracker al back contact

  • Solar tracker, o inseguitori solari. A differenza degli impianti di tipo fisso, i solar tracker permettono ai pannelli di inseguire la posizione del sole durante l’intero arco della giornata, garantendo un’esposizione ottimale dei moduli rispetto all’irraggiamento solare. Grazie a questo meccanismo la produzione dell’impianto aumenta tra il 15 e il 25%.
  • Modulo bifacciale. Si tratta di una tipologia di pannello in grado di produrre energia da entrambi i lati della cella fotovoltaica, aumentando quindi la produzione di energia rispetto a un modulo monofacciale. Questa tecnologia sfrutta la capacità riflettente della superficie sottostante all’impianto ed è quindi particolarmente vantaggioso per impianti a terra a elevate altitudini dove per gran parte dell’anno il suolo è ricoperto di neve o ghiaccio, dall’altissima capacità riflettente; in queste zone un impianto con moduli bifacciali può arrivare a produrre tra il 20% e il 25% in più di energia rispetto ai moduli tradizionali. Oppure, nel caso di impianti su edificio, le superfici chiare o lucide sono un’ottima base per la tecnologia bifacciale.
  • Half-cut. I moduli dotati di tecnologia Half-Cut sono caratterizzati da celle tagliate a metà i cui vantaggi sono molteplici. Con le celle solari dimezzate anche la loro corrente è dimezzata, col risultato che le perdite resistive sono ridotte senza però diminuire la quantità di energia prodotta. Inoltre, i moduli sono di dimensione ridotte, perciò, sono meno soggetti a stress meccanici e rischio di rottura, e generano meno problemi di interferenza tra l’ombreggiatura delle file una sull’altra. Infine, anche in questo caso, ne beneficia l’occupazione di suolo viste le dimensioni contenute dell’impianto a parità di potenza.
  • Back contact. Con questo tipo di tecnologia il reticolato metallico non è più saldato sul fronte di ogni cella come nei pannelli tradizionali, ma è incollato sul retro per mezzo di un apposito collante conduttore in modo da avere il 100% della superficie frontale a piena disposizione per la conversione dell’energia elettrica. Questo, insieme alla ridotta dispersione di energia, si traduce in un incremento dell’efficienza produttiva di circa il 10-15%, e in una maggiore durata dei pannelli perché il reticolato è meno soggetto a danneggiarsi per via del surriscaldamento e della dilatazione termica.

I costi scendono

Anche sul fronte dei costi il fotovoltaico è diventato molto più sostenibile rispetto a dieci anni fa, quando il costo di un pannello era di circa 3 euro a watt, mentre oggi si attesta sui 0,20 – 0,30 euro a watt. Questo significativo abbassamento dei costi ha fatto sì che il settore non abbia più bisogno di incentivi, a differenza di quando le imprese avevano bisogno di appoggiarsi al Conto Energia per sostenere le spese di costruzione. Si tratta di un cambiamento che ha permesso al settore fotovoltaico di svilupparsi largamente anche sul mercato italiano.

Il necessario sostegno per la crescita del fotovoltaico

L’evoluzione del fotovoltaico come tecnologia ad alta efficienza è esemplificativa di come il settore energia si sviluppi velocemente seguendo le esigenze che il mercato e l’emergenza ambientale pongono. Fino a quindici anni fa la prospettiva di un Paese alimentato totalmente con energia da fonte rinnovabile era difficile da pensare, mentre oggi la decarbonizzazione basata sulle rinnovabili è una priorità delle agende di tutti i governi occidentali. Ed è verosimile che tra altri quindici o vent’anni esisteranno tecnologie ancora più innovative ed efficienti.

Questo contesto suggerisce che anche la politica deve riuscire a essere più flessibile: conoscere le direzioni verso cui la scienza dell’energia si muove, gli sviluppi tecnologici e gli avanzamenti tecnici è fondamentale affinché governi e amministrazioni locali siano capaci di supportare positivamente il mercato e le imprese, a beneficio dell’ambiente, dell’economia nazionale, dell’indotto locale e dei cittadini stessi.

Conclusioni

In Italia sul settore rinnovabili purtroppo la politica continua ad arrancare, nonostante i recenti tentativi di sburocratizzare. Secondo l’ultimo report Legambiente «Scacco matto alle rinnovabili 2023» sono pochissime le autorizzazioni rilasciate dalle Regioni negli ultimi 4 anni: nel 2022 solo l’1% dei progetti di impianti fotovoltaici ha ricevuto l’autorizzazione, con 1364 impianti attualmente in lista d’attesa.

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