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Le startup deeptech salveranno il Pianeta? Strategie per il successo



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Le tecnologie DeepTech promettono di trasformare settori chiave per la sostenibilità. Tuttavia, la mancanza di investimenti e il lungo ciclo di sviluppo rappresentano barriere significative. Collaborazioni e strategie mirate sono essenziali per il successo

Pubblicato il 22 nov 2024

Claudio Colombo

Managing Director di NextSTEP



sostenibilità e digitale (1)

L’innovazione tecnologica è la chiave per risolvere la crisi ambientale e le startup DeepTech a impatto climatico si trovano al centro di questa rivoluzione. Lo sviluppo di soluzioni tecnologiche rivoluzionarie basate su avanzamenti scientifici, come intelligenza artificiale, biotecnologia, quantum computing e non solo, promette di trasformare radicalmente settori come quello dell’energia, dei trasporti e della gestione dei rifiuti, riducendo le emissioni di CO2, avendo così un impatto sulla sostenibilità ambientale.

Come possono scalare queste startup deeptech

Ma come possono scalare queste startup? Le startup DeepTech sono molto complesse, richiedono anni di ricerca, team altamente specializzati e ingenti investimenti per passare dall’idea al prodotto. A questo si aggiungono sfide uniche legate al mercato, alla regolamentazione e alla cultura aziendale, che spesso non sono considerate nelle fasi iniziali di una startup. Quali sono, quindi, le principali barriere che ostacolano la crescita di queste aziende e cosa si può fare per superarle?

Tecnologia senza un mercato

Diverse startup DeepTech nascono all’interno delle università, spesso partendo da una tesi. Questo porta in molti casi alla nascita di tecnologie interessanti, ma prive di un mercato. A volte perché non esiste, o è troppo piccolo, altre perché i costi di utilizzo della tecnologia non rendono finanziariamente sostenibile l’utilizzo della stessa.

Le startup, anche quelle DeepTech, devono partire da un problema da risolvere, che abbia un bacino di utenza consistente. Per questo è fondamentale lavorare da subito su progetti che abbiano un mercato e poi occuparsi della tecnologia e della sua protezione (IP – Intellectual Property).

È quindi importante analizzare correttamente il TAM – Total Addressable Market, il SAM – Served Available Market, e il SOM – Serviceable Obtainable Market, assicurandosi sin da subito che l’introduzione della tecnologia non generi preoccupazioni tra i consumatori riguardo l’accettazione della stessa. La resistenza del mercato, a causa dell’avversione al rischio e al cambiamento, è inevitabile per una startup DeepTech.

Tempi lunghi per sviluppo tecnologico e commercializzazione

Le startup DeepTech richiedono un lungo ciclo di sviluppo, ancora di più quando si parla di quelle a impatto climatico, dove le tecnologie non devono solo funzionare, ma anche dimostrare la loro capacità di ridurre in modo significativo le emissioni e di migliorare la sostenibilità ambientale.

Il periodo necessario per passare dalla R&D alla commercializzazione è molto lungo. Innovazioni così tecnologiche richiedono anni, se non decenni, di ricerca e sviluppo prima di essere pronte per il mercato. Questo lungo ciclo di sviluppo limita la capacità delle startup DeepTech di dimostrare risultati a breve termine, mettendo a rischio la fiducia degli stakeholder. Per questo è fondamentale che le startup trovino un equilibrio tra la necessità di mostrare risultati a breve termine e i tempi lunghi della maturazione tecnologica.

Le startup DeepTech dovrebbero concentrarsi sullo sviluppo di un processo efficiente e dinamico di R&D, dando enfasi ai traguardi, e cercando sin da subito il supporto di università e centri di ricerca per lo sviluppo del prodotto. Importante è anche la ricerca di partner industriali per sfruttarne le risorse e le competenze, e per avere supporto nella commercializzazione. Le grosse aziende, infatti, non cercano solo innovazioni, ma cercano innovazioni finanziariamente sostenibili. Questo fornirebbe alle startup uno spunto per lavorare da subito anche sui costi, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sul prodotto, cosa che purtroppo avviene in quasi tutte le startup DeepTech.

Poco capitale e investitori impazienti

Ottenere finanziamenti è un altro ostacolo cruciale. Le startup DeepTech necessitano di investimenti ingenti per portare la loro tecnologia sul mercato. I costi sono rilevanti soprattutto in ricerca e sviluppo, e a differenza di startup digitali, queste startup non possono essere lanciate e messe sul mercato a basso costo.

La complicazione deriva da tre fattori principali. Il primo è che si tratta di investimenti a lungo termine, poiché le startup DeepTech hanno bisogno di tempo per sviluppare soluzioni che possano funzionare su larga scala. Questo è sicuramente un blocco per un investitore, soprattutto privato, che necessita spesso di ritorni a breve termine. Il secondo fattore è la scarsa propensione al rischio. Investire in startup che sono in fase di R&D è rischioso, non si ha la certezza che la tecnologia possa arrivare sul mercato. Il terzo fattore è la mancanza di capitali importanti da destinare ai round avanzati, da Series A in su. Questa mancanza porta ad avere un numero ridotto di investimenti, ma anche una dimensione ridotta del singolo investimento, soprattutto se prendiamo come paragone il mercato americano.

Per uscire da questa situazione è necessario un impegno a livello governativo ed una collaborazione sempre più stretta tra pubblico e privato, che porti più capitale alle startup.

Limitato sostegno pubblico e collaborazione

La collaborazione tra pubblico e privato non deve limitarsi ai finanziamenti per le startup. Serve un supporto pubblico che vada oltre.

Le startup DeepTech che mirano a combattere il cambiamento climatico spesso operano in settori regolamentati, come quello dell’energia, dei trasporti o della gestione dei rifiuti. Navigare in ambienti normativi complessi è un ostacolo importante per queste startup, che devono aderire a standard rigorosi, che spesso variano notevolmente da regione a regione e da settore a settore.

Questo significa che le politiche governative, in aggiunta agli incentivi fiscali e alle sovvenzioni, possono fare la differenza tra successo e fallimento. Dovrebbero essere fatti sforzi per snellire la burocrazia. Una collaborazione più stretta tra startup, governi e investitori privati è essenziale per favorire l’adozione delle nuove tecnologie.

Difficoltà di accesso ai talenti

Le startup DeepTech richiedono competenze altamente specializzate, non solo in campo scientifico e ingegneristico, ma anche in termini di gestione aziendale e marketing. Trovare e trattenere questi talenti, ne servono molti per scalare l’attività, è una delle sfide maggiori per le startup. Anche per via della competizione con istituzioni accademiche, grandi aziende e laboratori di ricerca ben consolidati, che in molti casi sono più attraenti per i migliori profili.

Le startup devono sviluppare un buon brand, offrire remunerazioni adeguate, stimolare la creatività e promuovere una cultura di apprendimento e innovazione per riuscire ad attrarre i talenti top e poter scalare rapidamente. E chiaramente devono scegliere le persone giuste per ogni fase di crescita.

Collaborare con università, avviando anche programmi di internship, può essere una strategia efficace.

POC che non scalano

Molte tecnologie DeepTech funzionano bene a livello di laboratorio o in ambienti controllati, ad esempio nei POC – Proof of Concept, ma presentano enormi difficoltà negli step successivi.

Sono molte le grandi aziende che, in ottica di Open Innovation, aprono le proprie porte a POC, che dovrebbero sempre prevedere un compenso, per testare tecnologie emergenti di startup DeepTech. La parte difficile è scalare il POC. In molti casi le aziende, anche in casi in cui il POC ha portato i risultati attesi, non proseguono con la startup. Questo avviene per due motivi principali. Da un lato c’è la burocrazia presente nelle grosse aziende, che rende il processo troppo lungo, dall’altro le startup incontrano difficoltà nello scalare il business, sia per motivi di tecnologia che di costo del servizio/prodotto offerto.

Come già accennato le startup dovrebbero concentrarsi da subito sul costo e sul creare una tecnologia che sia facilmente scalabile. Mentre le grandi aziende dovrebbero lavorare meglio sui processi interni di Open Innovation.

Difficoltà a comunicare una narrativa convincente

A tutto quello di cui si è parlato, si aggiunge, e probabilmente fa da cappello, la difficoltà delle startup DeepTech italiane, ma il discorso si può estendere a quelle europee, nel comunicare il loro valore agli investitori e al pubblico, ai propri stakeholder in generale, a causa di una concentrazione sul perfezionamento della tecnologia rispetto alla narrativa. Questo succede a causa del background, quasi sempre prettamente scientifico, dei founders, che hanno solitamente poche capacità in campo business.

Comunicare il valore della tecnologia in modo coinvolgente può aiutare le startup ad attirare investitori e clienti, contribuendo alla loro crescita e successo. Esempi come Tesla, SpaceX, OpenAI e molti altri, sono la prova che partire dalla narrativa è fondamentale per farsi notare.

In questo senso l’aiuto deve arrivare dalle università, che devono essere in grado di formare i talenti, i futuri founder di startup DeepTech, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche di business, seguendo l’esempio delle università americane.

Verso un futuro sostenibile

Le startup DeepTech a impatto climatico rappresentano una straordinaria opportunità per affrontare le sfide ambientali globali, e non c’è dubbio che siano destinate a trasformare il modo in cui utilizziamo la tecnologia.

Tuttavia, per scalare con successo, è necessario affrontare una serie di sfide uniche, che vanno dalla lunghezza dei cicli di sviluppo alla necessità di capitali, alla collaborazione tra pubblico e privato, all’accesso ai talenti, alla scalabilità e alla comunicazione. Superare queste barriere richiede una visione di lungo termine, investimenti e interventi strategici e, soprattutto, una rete di supporto. Per questo è necessaria la creazione di un ecosistema sempre più organizzato, che comprenda startup, governo, università e grosse aziende, e che incoraggi la collaborazione costante.

La strada non è semplice, ma le ricompense sono enormi. Scalare una startup DeepTech non riguarda solo il successo commerciale, ma un passo cruciale verso la creazione di un futuro sostenibile per il nostro pianeta.

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