Quali sono gli effetti che la crisi sanitaria, sociale ed economica avranno sul raggiungimento italiano degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, così come auspicato dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 e nella Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) approvata dal CIPE nel 2017?
È quanto si propone di comprendere l’analisi qualitativa presentata nel Brief “COVID-19 & SDGs: La pandemia impatta i target dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile? Una riflessione qualitativa” (Alibegovic et al.).
Un’analisi qualitativa per comprendere gli impatti della pandemia sugli SDGs
La metodologia utilizzata nell’analisi, considera le interconnessioni tra la pandemia da COVID-19 e i 169 target dell’Agenda 2030. Per derivare una prima valutazione rispetto all’impatto della crisi sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, per ogni combinazione target/COVID è stato stabilito un peso (nullo, indiretto, diretto – rispettivamente pari a 0, 0,5 e 1), un orientamento (negativo o positivo – pari a -1 e +1) ed una magnitudo (bassa, media, alta – rispettivamente 0,33, 0,66 e 0,99). Il risultato, emerso sotto forma di media dei pesi finali dei target Goal per Goal, ha facilitato la comprensione degli effetti che l’epidemia sta avendo, nel presente e con ripercussioni future, nella nostra Nazione.
I risultati ottenuti, presentati attraverso frecce rosse orientate verso l’esterno o verdi orientate verso l’interno, consentono di distinguere tra impatti negativi e positivi della pandemia COVID-19 sugli SDGs; la dimensione delle frecce rende l’importanza di tali output comparabile.
Figura 4: Gli impatti della pandemia COVID-19 sul raggiungimento italiano degli SDGs
Come emerge dalla Figura 4, i Goal 1 (Povertà zero) e 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica) sembrano essere quelli più negativamente impattati dalla crisi. Le difficoltà condivise dagli Obiettivi in questione derivano soprattutto dalla diminuzione dei redditi da lavoro, dalla mancanza di tutele per i disoccupati ed i lavoratori del settore informale, e dalle perdite economiche delle attività produttive.
Anche i Goal 4 (Istruzione di qualità) e 10 (Ridurre le disuguaglianze) sembrano subire gravi conseguenze dalla crisi sanitaria e da quella socio-economica da essa generata. La chiusura delle scuole e la sostituzione dell’insegnamento tradizionale con la nuova “didattica a distanza”, possibile solo previa disponibilità e conoscenza di specifici dispositivi elettronici, non influiscono solo sulle modalità di insegnamento dei docenti e di apprendimento degli allievi, ma incrementano anche gap già esistenti all’interno della popolazione. Questa, infatti, di per sé economicamente frammentata, subisce ora anche un peso “geografico”, con modalità di e-learning differenti tra zone rurali e urbane, e “psicologico”, aggravato dallo stress dell’isolamento. Oltre a bambini e ragazzi, i più colpiti dalla pandemia sono le fasce più deboli e vulnerabili della popolazione, su cui ricadono le conseguenze dei rallentamenti sul fronte dell’inclusione sociale, della garanzia universale di pari opportunità, della regolamentazione della mobilità di migranti e stranieri. Nonostante la pandemia, trasmissibile da tutti a tutti, possa sembrare un livellatore sociale per definizione, la sua prevenzione e la risposta alla stessa varia a seconda di fattori storicamente causa di disuguaglianze, ricchezza in primis.
In parte collegato al tema è il Goal 16 (Pace, giustizia e istituzioni forti): nonostante lo sviluppo di istituzioni efficaci e trasparenti possa subire un impatto positivo dalla crisi e dalle misure governative adottate per contenerla, potrebbero altresì aumentare le forme di violenza e criminalità, mentre i processi decisionali e l’accesso alle informazioni potrebbero subire rallentamenti.
Per quanto riguarda il Goal 3 (Salute e benessere), che nell’immaginario comune si pensa il più impattato dalla pandemia COVID-19, se da una parte i target più colpiti riguardano le epidemie e malattie trasmissibili, dall’altra la crisi sanitaria ha spinto nella direzione di una maggiore attenzione dei governi a livello internazionale e nazionale nella prevenzione e riduzione dei rischi legati alla salute delle popolazioni. Nel comprendere gli effetti della pandemia sul Goal in questione, comunque, variabili rilevanti vengono erroneamente trascurate, tra cui la gestione delle strutture sanitarie in situazioni di emergenza, i rischi dei sistemi nazionali, o i più generali investimenti nella sanità pubblica.
Il Goal 2 (Fame zero), sebbene impattato negativamente dalla pandemia, non presenta le stesse criticità dei sopra menzionati. Nello specifico, le misure di contenimento adottate dal Governo italiano che includono la chiusura di bar, ristoranti e mense, vengono in parte bilanciate dai trend del settore agricolo, considerato essenziale nel corso della crisi; questo concorre infatti a mitigare talune conseguenze negative che hanno aggravato le difficoltà alimentari nel nostro Paese non solo nelle regioni del Mezzogiorno, ma anche in quelle del Centro e Nord Italia. Alla questione si lega il Goal 12 (Consumo e produzione responsabili), impattato negativamente dalla pandemia a causa degli sprechi alimentari e delle perdite post-raccolto, sommate alla stasi del settore del turismo.
L’emergenza COVID-19, non responsabile di aver accentuato le problematiche in merito alla presenza e al ruolo femminile nelle istituzioni e nel mercato del lavoro, ha senza dubbio colpito il Goal 5 (Parità di genere) a causa dell’incremento delle forme di discriminazione nei confronti di donne, bambine e ragazze. Le misure di lockdown, che hanno costretto ad una convivenza forzata in situazioni familiari più o meno stabili, non hanno facilitato la riduzione di forme di violenza nella sfera privata. D’altro canto, la tecnologia dell’informazione e della comunicazione, applicabile anche nel contesto del lavoro femminile, ha facilitato la promozione dell’empowerment professionale e personale delle donne.
Per quanto riguarda il Goal 11 (Città e comunità sostenibili), se da una parte le misure adottate per limitare la mobilità e dunque la circolazione di veicoli, compresa la chiusura delle aziende, sia nell’immediato positivo per l’ambiente urbano, dall’altra gli impatti negativi della pandemia sono ricaduti nella gestione dei quartieri più poveri e nella protezione delle fasce più vulnerabili della popolazione dal punto di vista economico e sociale. Nello specifico, in merito alla correlazione tra ambiente urbano ed il diffondersi della pandemia, dallo studio “The effects of air pollution on COVID-19 related mortality in Northern Italy” (Coker et al.) è emerso come la distribuzione spaziale dei casi confermati di COVID-19 e di morti suggerisca una correlazione positiva tra la concentrazione di PM2.5 e la mortalità legata alla pandemia. Nel Paper in questione viene infatti sottolineato un incremento della suscettibilità alla mortalità da COVID-19 causata da un’esposizione di lungo termine ad alti livelli di inquinamento dell’aria nell’ambiente urbano.
L’emergenza COVID-19 non presenta impatti rimarcabili sui Goal 6 (Acqua pulita e igiene), 7 (Energia pulita e accessibile) e 14 (La vita sott’acqua). Solo quest’ultimo, nello specifico, risulterebbe leggermente sensibile alla pandemia a causa dell’inquinamento marino causato dal rilascio di rifiuti sanitari in aree costiere. Neanche i target del Goal 15 (La vita sulla terra), trovano una reale correlazione con la pandemia.
Effetti lievi della crisi si riscontrano sul Goal 13 (Agire per il clima), stando all’ipotesi per cui temi quali il cambiamento climatico o la resilienza legata a calamità naturali stiano passando in secondo piano viste le problematiche economico-sociali in essere.
Non si prevedono grandi effetti della pandemia neanche sul Goal 17 (Partnership per gli Obiettivi), nella misura della cooperazione internazionale e degli aiuti allo sviluppo. L’accelerazione che potrebbe subire la sfera legata alla scienza, la tecnologia e la condivisione delle conoscenze verrebbe infatti controbilanciata dalla riduzione degli aiuti verso i Paesi in via di sviluppo e dal deterioramento della stabilità macroeconomica globale.
Per quanto riguarda il Goal 9, l’importanza di settori quali innovazione e infrastrutture rende l’Obiettivo l’unico che possa auspicabilmente migliorare a seguito della pandemia. Infatti, nonostante la chiusura delle aziende e il blocco dell’attività produttiva, si prevede che innovazione e nuove tecnologie diventino punti cardine di un nuovo paradigma e sistema della nostra economia e società.
Conclusioni e take-away
Nel presente articolo sono stati analizzati gli effetti del COVID-19 sul raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) e dei loro 169 target, tenendo in considerazione le azioni mosse e gli strumenti creati e rafforzati dal Governo italiano e dall’Unione Europea per mitigare i danni economico-sociali su aziende e famiglie.
L’analisi qualitativa ha dunque valutato l’impatto potenziale (nullo, indiretto, diretto), il suo orientamento (negativo o positivo) e la sua magnitudo (bassa, media, alta), dell’epidemia COVID-19 su ciascun target dell’Agenda 2030.
In conclusione, è emerso che i Goal più gravemente impattati dall’emergenza in essere sono il Goal 8, Lavoro dignitoso e crescita economica, seguito dai Goal 1, Povertà zero, e 4, Istruzione di qualità. Seppur si tratti prima di tutto di un’emergenza sanitaria, sorprende che il Goal 3, Salute e benessere, non rientri tra questi; c’è da sottolineare però che quest’ultimo è l’unico tra gli Obiettivi ad essere impattato in maniera diretta dalla pandemia.
Il Goal 6, Acqua pulita e igiene, il Goal 7, Energia pulita e accessibile e il Goal 15, La vita sulla terra, sembrerebbero invece quelli meno colpiti dalla crisi corrente.
Unico Goal impattato positivamente è il 9, Imprese, industria e innovazione: per evitare la paralisi totale delle attività economiche e non, e consentire a milioni di lavoratori di continuare a svolgere le loro attività, sono stati recentemente introdotti nuovi strumenti ed avviati grandi processi di trasformazione digitale.
Riflessioni finali: una crisi non democratica, un futuro da ricostruire
Nonostante il Coronavirus abbia colpito e continui a colpire tutti indistintamente, la crisi sanitaria ha generato problematiche economiche e sociali tutt’altro che “democratiche” nei diversi Paesi e società del mondo. La scarsità di risorse di alcuni e la sovrabbondanza di altri hanno amplificato le disuguaglianze già esistenti, generando non solo danni fisici, ma anche psicologici, che rendono il no one left behind dell’Agenda 2030 un obiettivo più difficile che mai da raggiungere.
Pare oramai evidente la connessione tra il cambiamento climatico, la progressiva distruzione degli habitat naturali e della biodiversità, e l’emergere di nuove malattie infettive. Lo sviluppo industriale senza controllo, e con esso il business as usual che ha caratterizzato l’economia globale negli ultimi decenni si è evoluto a discapito di un equilibrio di fondo necessario tra l’uomo e il mondo circostante.
Oltre alle conseguenze su settori fondamentali quali sanità, economia ed istruzione, sono state proprio le abitudini ed i comportamenti umani ad aver subito i danni più gravi dalla pandemia – isolamento, incertezza, perdita di fiducia, solitudine, per citarne alcuni. Ne ha risentito anche e soprattutto il settore culturale e creativo, tradizionalmente in grado non solo di stimolare innovazione, ma anche inclusione sociale, rigenerazione umana, benessere. È questo il “virus della disuguaglianza”, che ha messo in luce una fragilità individuale e collettiva che richiede politiche trasformative in grado, col tempo, di risanarla.
Solo una leadership capace di cogliere gli effetti devastanti della crisi e di riconoscere la responsabilità che i modelli attuali di crescita hanno avuto nella sua evoluzione e propagazione potrà guidare infatti una ripresa duratura. È per questo fondamentale costruire una società imperniata su resilienza, cooperazione e solidarietà, comunità ed equità, educazione e cultura, ricerca ed innovazione; non ritornare allo status quo, bensì mirare ad un nuovo paradigma, più equo e sostenibile; mitigare gli effetti che la pandemia avrà negli anni a venire, al fine di non “compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.
Bibliografia e sitografia
Alibegovic et al., COVID-19 & SDGs: La pandemia impatta i target dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile? Una riflessione qualitativa, FEEM Briefs.
[Disponibile al sito: https://www.feem.it/m/publications_pages/brief06-20201.pdf]
Coker et al., The effects of air pollution on COVID-19 related mortality in Northern Italy, Environmental and Resource Economics.
[Disponibile al sito: https://link.springer.com/content/pdf/10.1007/s10640-020-00486-1.pdf]
Commissione europea (2020), Il bilancio dell’UE come motore del piano per la ripresa europea, COM/2020/442 final, 27 maggio 2020.
[Disponibile al sito: https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/2020.2136_it_02.pdf]
Consiglio europeo (2020), Regolamento (UE) 2020/672, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, 20 maggio 2020.
[Disponibile al sito:
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32020R0672&from=EN]
https://www.governo.it/it/coronavirus-misure-del-governo
https://github.com/pcm-dpc/COVID-19
https://ec.europa.eu/info/strategy/recovery-plan-europe_it
https://ec.europa.eu/echo/what/civil-protection/resceu_en