La corretta gestione dell’intero ciclo di vita delle batterie rappresenta una questione cruciale nell’ambito delle politiche di innovazione digitale e transizione energetica ed ambientale dell’UE. Sempre più frequentemente si assiste, infatti, all’immissione sul mercato di nuove tipologie di beni e servizi batteries-driven.
Parallelamente, si assiste alla crescita rilevante delle questioni a ciò annesse, che riguardano in primis il tema della sostenibilità e degli impatti ambientali ed energetici che l’utilizzo delle batterie comporta. Esse, infatti, sono costituite principalmente da una serie di sostanze nocive e/o dannose per la salute e l’ambiente, ed è pertanto indispensabile stabilire nuove regole e criteri certi in ordine alla loro composizione, classificazione, riutilizzo, riciclo ed, infine, smaltimento.
Su queste basi poggia la nuova proposta di Regolamento sulle batterie e sui rifiuti di batterie adottato il 10 dicembre 2020 nell’ambito dell’European Green Deal (che entrerà in vigore a partire dal 2024) ed orientato a modernizzare la legislazione europea sulle batterie, per assicurare la sostenibilità e competitività della catena di valore delle batterie in Europa.
New EU regulatory framework for batteries
La proposta di Regolamento sulle batterie e rifiuti di batterie rimpiazza, quindi, la precedente Direttiva sulle Batterie del 2006, ponendosi 3 obiettivi tra di essi interconnessi, in particolare:
- il rafforzamento del funzionamento del mercato interno, attraverso la predisposizione di una serie di regole comuni;
- la promozione di un’economia circolare;
- la riduzione degli impatti sociali e ambientali in tutte le fasi del ciclo di vita delle batterie.
La proposta intende stabilire dei requisiti di sostenibilità, sicurezza ed etichettatura, nonché regole per l’immissione sul mercato delle batterie ed il loro utilizzo, così come i requisiti per la gestione del loro fine ciclo di vita.
Tra le principali novità della proposta di Regolamento (per come emendato dalla Commissione ENVI – Environment, Public Health and Food safety nella relazione alla proposta del 10 febbraio 2022), si segnalano:
- l’introduzione di una nuova categoria di batterie, ossia le batterie per veicoli elettrici (EV);
- l’introduzione di requisiti volti alla progressiva riduzione dell’impronta di carbonio delle batterie dei veicoli elettrici, dei mezzi di trasporto leggeri e di quelle industriali;
- l’introduzione dell’obbligo di dichiarazione nell’etichetta del contenuto minimo riciclato (che sarà applicato a partire dal 1 gennaio 2027 alle batterie EV, a quelle industriali e a quelle delle automobili contenenti cobalto, piombo, litio o nichel tra i materiali attivi) e di tutte le informazioni relative al prodotto, alle principali caratteristiche, al tempo di vita, alla capacità di ricarica e ai requisiti di raccolta differenziata delle batterie dei veicoli elettrici, dei mezzi di trasporto leggeri e di quelle industriali. Peraltro, a seconda della tipologia di batterie, tali informazioni potrebbero essere rese disponibili attraverso un QR code;
- la previsione di requisiti minimi di durata e prestazione per le batterie portatili (dal 1° gennaio 2027) e per quelle industriali (dal 1° gennaio 2026), per le batterie di veicoli elettrici e per quelle dei mezzi di trasporto leggeri. La Commissione valuterà inoltre la possibilità di prevedere l’eliminazione graduale delle batterie portatili non ricaricabili ad uso comune a partire dalla fine del 2027. Dal 1° gennaio 2023, tali batterie dovranno essere contrassegnate da un’etichetta che informa i consumatori che sono “non ricaricabili”;
- la sostituibilità delle batterie portatili; in particolare, entro il 1° gennaio 2024, le batterie portatili incorporate in apparecchi e quelle per i mezzi di trasporto leggeri devono essere progettate in modo da consentirne la rimozione e la sostituzione facile e sicura con “strumenti di base e comunemente disponibili”, e senza causare danni all’apparecchio o alle batterie stesse;
- obblighi di due diligence in capo agli operatori economici, nella catena di approvvigionamento responsabile delle materie prime;
- l’aumento degli obiettivi di raccolta delle batterie portatili utilizzate;
- la creazione, a partire dal 1° gennaio 2026, di un passaporto delle batterie per ciascuna batteria EV e batteria industriale, inteso come sistema di scambio elettronico delle informazioni sulle batterie;
- l’estensione dell’applicazione delle disposizioni sulle batterie anche alle batterie per mezzi di trasporto leggeri, come le biciclette e i monopattini elettrici, rendendoli soggetti ai requisiti di sostenibilità ivi previsti;
- per quanto riguarda la gestione del fine vita, sono fissati obiettivi di raccolta più ambiziosi per i rifiuti di batterie portatili (70% entro la fine del 2025 e 80% entro la fine del 2030) ed introdotti anche tassi minimi di raccolta per rifiuti di batterie per mezzi di trasporto leggeri (75% entro la fine del 2025 e 85% entro la fine del 2030), e per i rifiuti di batterie portatili di uso generale (70% entro la fine del 2025 e 80% entro la fine del 2030).
La Commissione suggerisce, inoltre, di introdurre il concetto di “fine utilizzo” in luogo di quello di “fine vita” delle batterie, per sottolineare l’importanza che assume il riciclo ed il riutilizzo di tali beni.
La Direttiva Batterie
Considerata l’importanza strategica delle batterie, nel 2006 il legislatore europeo si è pronunciato con l’emanazione della “Direttiva Batterie” (Direttiva 1006/66/CE sulle batterie e gli accumulatori), da ultimo emendata nel 2018, che ha rappresentato per diversi anni la principale fonte normativa a livello europeo sul tema.
Gli obiettivi della direttiva
Applicabile a tutte le tipologie di batterie (a prescindere dalla loro composizione chimica, dalle dimensioni, dalla tipologia o dalla forma), la Direttiva in questione è stata emanata con l’obiettivo di minimizzare gli impatti negativi delle batterie e dei rifiuti di batterie sull’ambiente, garantendo altresì il buon funzionamento del mercato interno. Sono state previste, quindi, regole per ridurre l’utilizzo delle sostanze dannose nelle batterie (disponendo, ad esempio, il divieto di vendita di batterie con un contenuto di mercurio o cadmio superiore ad una certa soglia) e per assicurare una corretta gestione dei rifiuti di batterie.
Inoltre, per garantire un elevato livello di raccolta e riciclo, la Direttiva ha espressamente richiesto agli Stati Membri di predisporre adeguati sistemi di raccolta di rifiuti di batterie portatili e fissare obiettivi per i tassi di raccolta (che avrebbero dovuto raggiungere il 25% in peso della quantità di batterie immesse sul mercato a settembre 2012, fino ad arrivare al 45% nel settembre 2016).
La Direttiva ha richiesto agli Stati Membri di istituire altresì adeguati sistemi di raccolta delle batterie automobilistiche, richiedendo anche ai produttori di batterie industriali di non rifiutare il ritiro delle batterie industriali usate dagli utenti finali, facendo appello al principio di responsabilità estesa del produttore, secondo il quale i produttori di batterie e i produttori di beni che incorporano batterie sono responsabili della gestione dei rifiuti delle batterie che immettono sul mercato.
La Direttiva ha sancito anche obblighi in relazione all’efficienza dei processi di riciclo cui le batterie sono sottoposte, al fine di ottenere un elevato livello di recupero dei materiali impiegati per la loro produzione, nonché regole relative all’etichettatura e alla loro rimozione dalle apparecchiature.
La timeline normativa
La timeline normativa richiedeva che entro la fine del 2018 la Commissione redigesse un report di valutazione sull’attuazione della Direttiva stessa e sul suo impatto sull’ambiente e sul mercato interno, avanzando proposte di revisione, ove ritenute necessarie. L’“implementation report” e l’“ex-post evaluation”, pubblicati a tal fine nel 2019, hanno evidenziato una serie di carenze, in particolare relative ai livelli insoddisfacenti di raccolta delle batterie usate, all’esiguo livello di recupero dei materiali utilizzati e, non per ultimo, all’incapacità della normativa di ricomprendere la regolamentazione delle nuove tecnologie e il relativo nuovo utilizzo delle batterie che ne discende.[1]
È chiaro che la normativa del 2006 risultava ormai abbondantemente superata, in ragione anzitutto dello sviluppo tecnologico che ha reso obsolete le tecnologie di qualche anno fa, richiedendo conseguentemente di introdurre la specifica regolamentazione delle nuove tipologie di batterie (si pensi ai veicoli elettrici) e del loro utilizzo.
Sulla base di questi presupposti il Parlamento europeo ha iniziato ad elaborare nuove regole per la creazione di una normativa più adeguata alle esigenze attuali, che tenesse conto della catena di valore, della produzione, del riuso e del riciclo delle batterie nell’UE.
Il Parlamento europeo ha sottolineato, in particolare, che il nuovo Regolamento avrebbe dovuto garantire almeno l’approvvigionamento sostenibile, etico e sicuro delle risorse necessarie e disciplinare le misure per il riciclo e la sostituzione delle sostanze pericolose e dannose, migliorando i sistemi e i processi di raccolta differenziata, nonché il riutilizzo, la rigenerazione e la riconversione delle materie impiegate, prestando altresì attenzione alle questioni attinenti ai profili di responsabilità dei produttori e al livello di informazione ritenuto adeguato per i consumatori.
Le reazioni alla proposta di Regolamento
Diverse sono state le reazioni che la proposta di Regolamento ha suscitato negli stakeholders a vario titolo coinvolti.
A titolo esemplificativo, si consideri che Eurobat, associazione che rappresenta i produttori europei di batterie automobilistiche ed industriali, ha espresso preoccupazioni per il gran numero di atti delegati e di esecuzione che la proposta contiene e ha suggerito di razionalizzare le disposizioni relative all’etichettatura e di astenersi dal fissare target minimi di contenuti riciclati utilizzati per la produzione delle batterie. Sulla stessa scia, l’associazione RECHARGE teme che l’elevato livello di complessità delle misure proposte potrebbe tradursi in una eccessiva regolamentazione, a discapito delle industrie innovative e di rapida evoluzione. Eucobat mette in guardia sui costi legati agli obiettivi di riciclo. Altre associazioni di settore, invece, hanno accolto favorevolmente la proposta, specie con riferimento ai nuovi obiettivi di riciclo e all’incremento della diffusione delle batterie ricaricabili, chiedendo espressamente controlli effettivi e meccanismi di applicazione delle norme per l’esportazione di batterie usate al fine di evitare trasferimenti illegali.
Conclusioni
Secondo le stime più recenti, entro il 2025 il mercato delle batterie potrebbe valere 250 miliardi di euro ed entro il 2030 la domanda di batterie dovrebbe aumentare di 14 volte rispetto al consumo attuale (di tale domanda, il 17% dovrebbe provenire dall’UE).
In un mondo sempre più coinvolto nelle sfide che riguardano la tutela ambientale e la promozione di politiche di sostenibilità, la proposta Regolamento può certamente rappresentare uno degli strumenti validi ed adeguati a sostenere e fronteggiare alcune delle questioni che tali sfide pongono. Si auspica che le misure ivi previste si traducano in azioni concrete e in scelte sempre più responsabili da parte di tutti gli attori a vario livello coinvolti, promuovendo altresì una nuova cultura dell’utilizzo e dell’impiego di risorse preziose ma rare per l’intero pianeta.
Note
- Nel frattempo, nel 2017 la Commissione Europea aveva istituito la European Battery Alliance, con lo scopo di supportare l’incremento delle soluzioni innovative e la capacità di produzione delle batterie in Europa. Sullo stesso solco si collocano le misure, adottate nel 2018 nell’ambito del Terzo Pacchetto sulla Mobilità, finalizzate a normare l’approvvigionamento e la lavorazione delle materie prime, nonché la produzione di celle, il riuso ed il riciclo delle batterie. Quest’ultimo rappresenta un tema particolarmente caldo, se si considera che, a fronte dei più di 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti di batterie prodotti in Europa, il tasso medio di raccolta delle batterie portatili è molto basso (a titolo esemplificativo si consideri che nel 2018 solo il 48% delle batterie portatili vendute sono state poi raccolte per il riciclo). Anche quella del reperimento delle materie prime è stata una tematica sempre molto delicata e spinosa, basti pensare che la loro estrazione proviene in gran parte da territori in cui le questioni ambientali si intersecano con quelle etiche, relative – ad esempio – allo sfruttamento e alla negazione dei diritti dei lavoratori coinvolti. ↑