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Mobilità sostenibile, le occasioni (fondi Ue, partnership) per le aziende italiane ci sono: servono le giuste politiche



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Il futuro della mobilità richiede un’evoluzione verso sistemi di trasporto sostenibili. L’innovazione digitale, la decarbonizzazione e una stretta collaborazione tra settori pubblici e privati sono essenziali per affrontare le sfide urbane e ambientali. Investimenti significativi in ricerca e sviluppo sosterranno la transizione verso veicoli a emissioni zero e servizi di mobilità intelligenti

Pubblicato il 28 mag 2024

Gianpiero Ruggiero

Esperto in valutazione e processi di innovazione del CNR



smart mobility

Ridurre l’impatto dei trasporti sul clima, sull’ambiente e sul sistema sanitario è tra le priorità più urgenti. L’imperativo è proteggere la salute delle persone, ma anche la salute del tessuto economico e produttivo. Due opzioni ugualmente desiderabili, tra loro divergenti. Sconfiggere la dipendenza dall’automobile non sarà facile. Occorrerà uno sforzo globale, pubblico e privato, per modellare le città per le persone seguendo i principi di pianificazione adeguati dei trasporti (International Transport Forum 2024).

Progresso scientifico e crescita economica saranno sempre più determinanti. La ricerca e l’innovazione possono venire in soccorso per migliorare la gestione della mobilità del futuro. Con una avvertenza però. Raggiungere gli obiettivi della transizione europea e quelli del green new deal italiano attraverso i progressi tecnologici richiederà investimenti massicci in ricerca.

Solo la dimensione europea e la creazione di stabili relazioni industriali saranno garanzie di valore aggiunto. Per questo, cogliere le opportunità legate alla transizione del sistema dei trasporti comporta rilevanti scelte industriali, tecnologiche, di ricerca e sviluppo e di mercato che devono essere opportunamente facilitate e accompagnate da politiche pubbliche.

I cambiamenti del sistema di trasporti: sfide e opportunità

Questo perché il mondo in cui viviamo e viaggiamo sta cambiando radicalmente. Allo stesso tempo, il nostro sistema di trasporti deve adattarsi ai nuovi cambiamenti.

Trasporti e logistica rappresentano un ecosistema complesso. La maggioranza della popolazione vive in aree urbane sempre più estese. I dati mostrano un incremento demografico soprattutto nelle zone suburbane e periurbane delle aree metropolitane, anche a causa del consolidarsi del fenomeno dello urban sprawl, vale a dire dello sviluppo urbano periferico incrementale e non programmato, caratterizzato da bassa densità e uso misto del territorio. Il risultato è che abbiamo creato aree metropolitane dalla morfologia sempre più estesa, che ha portato a un aumento della dispersione territoriale dei generatori di mobilità.

Diventa a questo punto indispensabile un ripensamento strategico dei modelli esistenti. Da un lato, la ricerca scientifica si impegna a delineare gli scenari del futuro, mentre dall’altro, le risorse economiche europee vengono messe a disposizione per sostenere la transizione verso una mobilità più intelligente e sostenibile.

L’importanza della ricerca e dell’innovazione per la mobilità del futuro

Partiamo da un dato: per effettuare gli spostamenti l’auto rimane il mezzo più utilizzato. Al momento il 90% delle auto che circolano nell’Unione Europea sono alimentate da combustibili fossili. Il traffico veicolare generato dalla mobilità privata è uno dei principali fattori di pressione sull’ambiente urbano. Il tasso di motorizzazione delle auto è in aumento, i veicoli su strada causano congestione del traffico e viaggi poco sicuri (gli incidenti, soprattutto in Italia, sono in aumento) e si aggiungono all’inquinamento acustico e atmosferico, con elevati costi sociali. La salute e il benessere di milioni di cittadini sono a rischio.

Intensificare la collaborazione con altri settori e tra attori pubblici e privati

La decarbonizzazione dei trasporti non si declina soltanto in una serie di scelte tecnologiche a basse o zero emissioni e non si può separare dagli sviluppi in altri settori.

In particolare, la mobilità sostenibile è possibile solo con la produzione di energia pulita. La riduzione del consumo energetico dei viaggi motorizzati richiede investimenti in veicoli e carburanti più puliti. Una rete elettrica verde è essenziale affinché i veicoli elettrici possano essere veramente senza emissioni. A sua volta, il trasporto a basse emissioni di carbonio è centrale per un commercio e un turismo sostenibili.

L’investimento in infrastrutture di ricarica per il trasporto stradale aumenterà la fiducia dei consumatori nei veicoli a zero emissioni e i sussidi all’acquisto accelereranno le vendite di auto elettriche.

L’innovazione digitale aiuterà il funzionamento più efficiente del trasporto pubblico e la digitalizzazione dei servizi di trasporto offrirà opportunità per un instradamento più efficiente, un uso condiviso delle risorse e dati migliori per informare le decisioni.

Una stretta collaborazione tra i governi e gli attori privati nei mercati della nuova mobilità è imprescindibile per massimizzare i benefici sociali dei nuovi servizi e minimizzare i costi esterni. Infine, l’integrazione delle decisioni sull’uso del territorio e la pianificazione dei trasporti può ridurre la domanda di trasporto.

Sostenere l’innovazione per accelerare la decarbonizzare del trasporto

Carburanti più sostenibili, motori meno inquinanti, trasporto a idrogeno, nuove tecnologie di batterie elettriche, veicoli intelligenti per una guida altamente e completamente automatizzata, intelligenza artificiale per ottimizzazione i processi decisionali per il trasporto di persone e merci, intelligenza urbana e applicazioni dei Gemelli Digitali Urbani, connettività 5G e treni digitalizzati, nuovi servizi di mobilità abilitati dalle piattaforme digitali, miglioramento degli impatti socioeconomici delle misure di mobilità sostenibile.

Sono solo alcuni dei filoni di ricerca che necessitano di essere sviluppati se si vuole davvero dare concretezza alla strategia di decarbonizzare efficacemente il trasporto e cambiare la mobilità di domani. Sfide tecnologiche che dovranno essere accompagnate da ingenti investimenti e da lungimiranti programmi di politica industriale.

La sola mobilità connessa e automatizzata e i sistemi di trasporto intelligenti richiedono enormi risorse per sviluppare e implementare nuove tecnologie e infrastrutture. Per non parlare degli investimenti nel settore automobilistico. Il mercato dell’automobile è in piena trasformazione e attende con timore che l’export di prodotti cinesi sussidiati e basso costo – auto elettriche, chip, intelligenza artificiale – crei danni alle imprese europee. I soli Stati Uniti, ad esempio, hanno annunciato investimenti nei soli semiconduttori dell’ordine di 30 miliardi di dollari ogni anno e di 32 miliardi nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Investimenti con ordini di grandezza paragonabili a un’intera manovra di bilancio italiana.

La transizione verde assume, dunque, per l’Italia e l’Europa una dimensione strategica, a prescindere dalla sua dimensione ecologica. Il settore dei trasporti può diventare uno degli assi su cui agire per cambiare la direzione economica e geopolitica del vecchio continente.

L’entità degli investimenti necessari a sviluppare nuove tecnologie non può trovare copertura in singoli finanziamenti governativi. Una strada quasi impossibile da percorrere in solitudine dal Governo italiano nel post-2026, visto il livello di debito del nostro paese.

Le filiere per la mobilità elettrica, ma anche per il digitale, dipendono dall’industria chimica, uno dei settori di punta della nostra economia. La ricerca e lo sviluppo nel settore dei trasporti possono contribuire a trasformare l’economia italiana ed europea nel quadro di una visione di lungo periodo.

La sfida del rinnovamento dei trasporti è in grado di allineare gli interessi pubblici a quelli privati, attraverso l’individuazione di obiettivi comuni all’industria e al mondo accademico e scientifico. La convergenza di interessi dei grandi centri privati e dei sistemi della ricerca e della formazione appare oggi come la migliore risposta alla richiesta di una crescita organica capace di generare un flusso di innovazione sostenibile per il sistema economico e sociale.

Le opportunità di finanziamento europee per la mobilità intelligente

Per sapere cosa sta facendo per l’UE per accelerare l’innovazione necessarie per cambiare il settore dei trasporti, occorre consultare l’Agenda strategica per la ricerca e l’innovazione nei trasporti (STRIA), una delle cinque dimensioni interconnesse, che fa parte della strategia dell’Unione per raggiungere gli obiettivi del Green Deal.

L’Agenda si basa su sette priorità https://trimis.ec.europa.eu/front

  • Trasporti connessi e automatizzati, a sostegno dello sviluppo di un sistema di trasporti incentrato sul cliente, intermodale e integrato che miri a maggiore efficienza, sicurezza e benessere e alla mitigazione degli impatti ambientali.
  • Elettrificazione dei trasporti, sostenendo la promozione degli sviluppi realizzati nel quadro dell’iniziativa europea Green Vehicle e incoraggiando attività di ricerca e innovazione multisettoriali e multidisciplinari su nuovi materiali, sistemi di propulsione avanzati e tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
  • Progettazione e produzione di veicoli, a supporto dello sviluppo di veicoli da trasporto commerciabili di successo con tempi di sviluppo più brevi.
  • Energia alternativa a basse emissioni per i trasporti, concentrandosi sulla produzione di combustibili rinnovabili, sulle infrastrutture per i combustibili alternativi, nonché sull’impatto di queste tecnologie sui sistemi e sui servizi di trasporto che coprono tutte le modalità di trasporto.
  • Sistemi di gestione della rete e del traffico, a supporto dello sviluppo di un sistema di trasporto multimodale avanzato attraverso l’ottimizzazione dell’intera rete di trasporto attraverso nuove aree.
  • Mobilità e servizi intelligenti, a supporto di tecnologie nuove ed emergenti come veicoli elettrici e autonomi, tecnologia dei droni e servizi di mobilità su richiesta.
  • Infrastrutture di trasporto, sostenendo lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione, testando nuove metodologie e preparando il terreno per le future politiche in materia di infrastrutture di trasporto.

Per ognuna di queste aree la Commissione mette a disposizione informazioni di dettaglio attraverso un sistema di monitoraggio che mappa e analizza le tendenze tecnologiche e le capacità di ricerca e innovazione nel settore.

La capacità di innovazione nei trasporti a livello europeo

Lo scorso anno la Commissione europeo ha pubblico il rapporto “Innovation capacity in the European transport sector” nel quale ha elaborato le informazioni sulla capacità complessiva di innovazione nel settore trasporti, comprese indicazioni sugli investimenti pubblici e privati ​​nella ricerca e innovazione, sulla presenza di ricercatori, sui brevetti, sulle strozzature presenti che impediscono all’innovazione di sprigionare tutto il suo potenziale.

La lettura del documento ci restituisce una situazione con le seguenti caratteristiche.

  • La capacità di innovazione del settore trasporti evidenzia una tendenza generale negativa rispetto agli anni precedenti, dovuta in parte alla pandemia da COVID. Gli investimenti pubblici totali dell’UE, pari a 2,4 miliardi di euro nel 2020, mostrando una diminuzione rispetto agli anni precedenti.
  • Nel 2019, 250.000 ricercatori e personale di ricerca hanno lavorato nel settore, la maggior parte dei quali occupati nel settore automobilistico, con una forte prevalenza dell’occupazione maschile.
  • Il numero dei brevetti concessi legati al settore dei trasporti è stato di circa 71,4 mila depositati in tutti i paesi dell’UE (UE-27) nel periodo 2010-2020, la maggior parte delle domande di brevetto accolte (42,5%) sono associati ai veicoli da trasporto.
  • Il settore privato mantiene il suo ruolo chiave nelle attività di ricerca e innovazione: oltre la metà delle imprese di trasporto che hanno partecipato all’ultima indagine CIS 2018 si sono dichiarate impegnate in attività di innovazione. Ciò dimostra un forte interesse nel cercare di migliorare la qualità dei servizi o dei beni forniti.
  • La tipologia di innovazione introdotta nelle aziende di trasporto negli ultimi anni è principalmente associata a innovazioni di processo e di prodotto, piuttosto che organizzative o di marketing.

L’analisi di dettaglio dei dati ci dice che la Germania risulta il primo paese con la più alta percentuale di spesa per ricerca e sviluppo dedicata alla produzione di veicoli a motore, con 28 miliardi di euro nel 2019, seguita dall’Italia con 1,7 miliardi di euro. Stessa classifica per la spesa di R&S dedicata alla produzione di altri mezzi di trasporto, con la Germania che spende circa 2 miliardi di euro e l’Italia 1,5 miliardi. L’Italia spende poco meno di 1 miliardo per il settore dei trasporti e dello stoccaggio (trasporto di merci e passeggeri, servizi postali, magazzinaggio e stoccaggio merci).

Sul fronte della capacità di brevettazione, Germania e Francia la fanno da padrone, anche se le imprese italiane nel settore automotive risultano essere quelle più innovative in termini di innovazioni di prodotto e di processo.

Il Bando UE per la mobilità intelligente

La Commissione Europea ha reso disponibili i programmi di lavoro aggiornati di “Orizzonte Europa” per il 2023-2024 e ha lanciato un nuovo invito a presentare progetti nell’ambito del cluster 5 (ORIZZONTE-CL5-2024-D6-01) che raggruppa azioni per servizi di trasporto sicuro, resiliente e mobilità intelligente per passeggeri e merci.

Al cluster 5 fanno riferimento 6 partenariati europei, relativi alla mobilità, che faranno da catalizzatori (Transforming Europe’s rail system, ATM, Clean Aviation, 2ZERO, CCAM e Zero-emission waterborne transport).

Il bando contribuisce ai seguenti Orientamenti Strategici Chiave del Piano Strategico:

  • Fare dell’Europa la prima economia circolare, climaticamente neutrale e sostenibile abilitata dal digitale attraverso la trasformazione dei suoi sistemi di mobilità, energia, costruzione e produzione;
  • Promuovere un’autonomia strategica aperta guidando lo sviluppo di tecnologie chiave digitali, abilitanti ed emergenti, settori e catene di valore per accelerare e guidare le transizioni digitali e verdi attraverso tecnologie e innovazioni incentrate sull’uomo.

Al Bando possono partecipare Università, Centri di Ricerca pubblici e privati, Associazioni, Pubbliche amministrazioni, Industrie. Viene anche incoraggiata la partecipazione di piccole e medie imprese ad alto valore tecnologico.

Con un budget a disposizione di 124,5 milioni di euro, con scadenza per la presentazione delle domande il 5 settembre 2024, gli inviti riguardano 13 aree tematiche. Si va dal rafforzamento delle collaborazioni per promuovere la mobilità stradale a emissioni zero, all’implementazione di tecnologie e sistemi innovativi di mobilità connessa, cooperativa e automatizzata (CCAM) per passeggeri e merci, puntando su tecnologie e servizi incentrati sull’utente, comprese le tecnologie digitali e i servizi avanzati di navigazione satellitare.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella gestione dei trasporti

Un avviso riguarda anche l’uso dell’intelligenza artificiale per integrare e affrontare scenari di traffico complessi. Il panorama odierno della mobilità sta cambiando rapidamente, come si vede nel recente boom nell’individuazione di scenari urbani complessi che aggiungono nuove sfide allo sviluppo delle tecnologie CCAM. Questi nuovi scenari stanno emergendo soprattutto con la creazione di nuovi regimi e culture del traffico urbano, come zone limitate, zone condivise e strade ciclabili, che devono essere prese in considerazione durante la progettazione e lo sviluppo di soluzioni CCAM.

Le tecnologie CCAM richiederanno un processo decisionale altamente avanzato basato su una maggiore consapevolezza collettiva: la fase che va oltre la percezione a bordo, incorporando informazioni provenienti da più fonti e includendo l’interpretazione per l’aggregazione di tali informazioni. Lo sviluppo della consapevolezza collettiva dovrebbe tenere conto dello stato del veicolo, del conducente e dell’ambiente dell’utente della strada. Può anche comportare il monitoraggio del comportamento di altri utenti della strada e la generazione di previsioni a breve termine, che possono essere basate sull’input di modelli comportamentali avanzati.

L’obiettivo di fondo che la Commissione europea persegue è quella di ricavare da questi nuovi filoni di ricerca e innovazione le soluzioni adeguate ad aumentare il valore aggiunto, in termini di sicurezza, riducendo gli incidenti causati da errori umani, diminuendo la congestione del traffico, riducendo il consumo di energia e le emissioni dei veicoli, aumentando l’efficienza e la produttività delle operazioni di trasporto merci.

Il progetto “Mobility as a Service for Italy” del PNRR

Tra le misure nate dal PNRR che riguardano nello specifico la mobilità urbana, uno riguarda il progetto “Mobility as a Service for Italy” a cui il PNRR dedica un totale di 40 milioni di euro e per il quale il Dipartimento per la trasformazione digitale (DTD) è soggetto attuatore, con il supporto del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti (MIT).

Il progetto rientra nella più ampia strategia Italia digitale 2026 e include 3 linee di intervento:

  • Sperimentare il MaaS nei territori: attraverso l’introduzione di piattaforme digitali, nuovi modelli di business, la condivisione di dati e l’interazione tra i differenti soggetti che offrono servizi di mobilità, valutando l’impatto sull’ambiente e sul contesto socioeconomico;
  • Creare una piattaforma aperta per i dati di mobilità: ossia un’infrastruttura tecnologica in grado di garantire un’efficace interazione tra i vari operatori di settore e realizzare un unico punto di accesso nazionale all’insieme dei dati di offerta di trasporto e mobilità disponibili per il MaaS. La piattaforma consentirà inoltre di realizzare una serie di servizi tra cui abilitare la scelta di possibili opzioni di viaggio e facilitarne la prenotazione e il pagamento;
  • Potenziare la dimensione digitale del trasporto pubblico per la diffusione del MaaS nei territori selezionati, abilitando servizi di pagamento digitale, sistemi di informazione agli utenti e servizi per la prenotazione dei viaggi.

Oltre a finanziare le sperimentazioni nei territori, il progetto prevede che lo Stato si comporti sia da soggetto regolatore – per la definizione di regole, obblighi, normative e standard per l’interazione tra tutti gli attori dell’ecosistema – sia da soggetto abilitatore, attraverso la messa in campo di una piattaforma aperta, capace di abilitare lo sviluppo efficace del MaaS. Per rispondere a questa necessità, in linea con il Regolamento Europeo 1926/2017, il settore pubblico finanzierà la creazione di una piattaforma aperta che prenderà il nome di Data Sharing and Service Repository Facilities – DS&SRF.

Una ponte da pubblico e privato per l’innovazione tecnologica: il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile

Sempre nell’ambito del PNRR (M4C2 “Dalla Ricerca all’impresa”) è nato il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (MOST), per il quale il Ministero dell’Università e Ricerca è soggetto attuatore, che si sta affermando come promotore di attività di ricerche nelle aree e negli ambiti tecnologici più di frontiera: mobilità aerea, veicoli stradali sostenibili, trasporto per vie d’acqua, trasporto ferroviario, veicoli leggeri e mobilità attiva.

Con un investimento di 378 milioni di euro in tre anni (2023-2025) e un capitale umano di circa 700 ricercatori dedicati, MOST ha alle spalle una rete di 24 Università, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e 24 grandi imprese. Questi soggetti rappresentano il fulcro di un nuovo ecosistema in grado di promuovere soluzioni di mobilità sostenibile attraverso l’innovazione tecnologica e la collaborazione tra accademia e industria.

Un modello a rete che si sta rivelando di successo e che rappresenta la migliore garanzia per arrivare a una massa critica in grado di attrarre talenti e investimenti. È proprio di questi giorni la notizia che MOST è riuscita a intercettare e selezionare 30 startup, assegnando un premio alle proposte più promettenti. La forte base scientifica, unita al dinamismo di startup innovative rappresenta lo stimolo migliore nell’economia e nella società.

L’esempio virtuoso di MOST, così come le altre misure scaturite dal PNRR (Partneriati estesi ed Ecosistemi dell’innovazione), sono la dimostrazione concreta che il PNRR sta abbattendo il muro di incomunicabilità tra ricerca e imprese che solo qualche anno fa rappresentava un collo di bottiglia.

La dimensione internazionale dell’innovazione

A questo punto però, non bisogna sedersi, ma sfruttare questo dinamismo del mercato domestico per accelerare e favorire l’internazionalizzazione dei consorzi e delle reti d’imprese. La capacità innovativa italiana, non solo nei trasporti, può aumentare solo se agganciata a livello europeo e sostenuta finanziariamente dal bilancio europeo.

La cooperazione nel mercato europeo va vista come un fattore di crescita organizzativa e uno stimolo per innovazioni incrementali, data la dimensione sempre più internazionale dell’innovazione. Occorre al più presto favorire la partecipazione delle imprese italiane ai bandi europei, così come permettere ai nuovi soggetti nati grazie al PNRR di entrare a pieno titolo nel circuito dei programmi congiunti e dei partenariati europei con un approccio “proattivo”.

Guardando oltre il PNRR, la cooperazione scientifica e industriale a livello europeo è l’unica strada per rendere il settore italiano dei trasporti più innovativo e competitivo.

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