Bilancio di sostenibilità

Modello 231 e standard ESG GRI/Efrag: sinergie e sovrapposizioni



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Nel luglio 2023, l’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha introdotto gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), obbligando le aziende a rendicontare impatti, rischi e opportunità di sostenibilità. Integrando i principi ESG, gli ESRS promuovono la trasparenza e l’efficienza operativa, facilitando la conformità aziendale e contribuendo allo sviluppo sostenibile

Pubblicato il 5 ago 2024

Cosma Rizzi

Country Manager – COMPaaS

Giovanni Taliento

Partner – Studio Taliento Commercialisti Milano



esg

Nel luglio del 2023, lo European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha emanato un pacchetto di dodici principi denominati European Sustainability Reporting Standards (ESRS), adottati ufficialmente dalla comunità europea il 31 luglio dello stesso anno. Questi standard rappresentano un importante cambiamento per le aziende in relazione al Bilancio di sostenibilità.

Bilancio di sostenibilità e compliance Environmental, Social and Governance (ESG)

Il report di sostenibilità, rivolto agli stakeholder, ha il compito di rappresentare le imprese in modo completo e verificare come esse perseguono l’obiettivo di sviluppo sostenibile.

Le organizzazioni, obbligate all’adempimento in base a dimensioni e tempi diversi, devono mirare alla crescita economica dimostrando contemporaneamente di saper gestire i rischi e le minacce alla sostenibilità, un tema di interesse per tutti gli stakeholder. In altre parole, le aziende devono comunicare le azioni intraprese per tutelare l’ambiente, la società e gli impatti del loro operato sul territorio.

Il report di sostenibilità è il risultato di un processo che tutte le organizzazioni devono implementare per raggiungere un adeguato livello di compliance Environmental, Social and Governance (ESG), contribuendo in modo efficace allo sviluppo sostenibile. Questo obiettivo si ottiene modificando le modalità operative, prendendo decisioni diverse riguardo a prodotti, servizi e attività, e verificando l’impatto di queste scelte su persone, economie e pianeta. Le intenzioni devono essere condivise in modo chiaro e trasparente.

Gli standard Esrs e Esg

Gli ESRS integrano la direttiva sulla reportistica ESG, ma non sono gli unici standard applicabili. Essi si ispirano agli standard del Global Reporting Initiative (GRI), che nel 2016 ha pubblicato linee guida e indicatori per supportare le organizzazioni nella comunicazione delle performance ambientali, sociali e di governance.

Gli standard sono divisi in tre categorie:

  • universali
  • settoriali
  • tematici

Standard specifici e impatti sulla compliance aziendale

Il Sustainability Accounting ha sviluppato standard di reportistica specifici per settore, utilizzabili dalle imprese per comunicare informazioni agli investitori (SASB).

L’Unione Europea, introducendo gli ESRS, richiede alle imprese di impegnarsi maggiormente nella valutazione dei rischi e degli impatti della loro attività in termini di sostenibilità. La valutazione dei rischi è il primo punto di contatto tra gli adempimenti sulla sostenibilità e quelli relativi alla compliance aziendale, con sovrapposizioni di contenuto e procedura, come nei temi della sicurezza sul lavoro e ambientale, e il rispetto dell’etica e dell’ambiente.

Modello organizzativo 231 e ESRS

Un adeguato processo di risk assessment e l’implementazione dei processi di adeguamento legislativo, comunemente utilizzati per l’adozione ed implementazione del modello organizzativo 231, implicano una predisposizione automatica ai principi di sostenibilità, non solo per motivi organizzativi, ma soprattutto giuridici, dato che molte leggi emanate dagli anni ’90 regolamentano problematiche sociali ed etiche.

Strumenti di controllo e adozione degli standard ESG

Inoltre, sono state istituite autorità di controllo e salvaguardia, creando un reticolo di strumenti che ha portato alla creazione e adozione degli standard ESG.

Gli standard comuni sono lo strumento utilizzato dall’Unione Europea per garantire che tutte le organizzazioni riportino informazioni affidabili e confrontabili sulla sostenibilità. Gli ESRS permetteranno di ridurre i costi di rendicontazione aziendale nel medio e lungo termine, uniformando le imprese europee e evitando l’uso di diversi standard volontari.

Per facilitare l’uso degli ESRS, è stato definito un pacchetto di dodici sezioni suddivise in due macro aree. La prima include standard non specifici per un tema di sostenibilità, applicabili a ogni campo di rendicontazione. La seconda raccoglie 10 standard cross-sector specifici per i temi ESG: Environmental, Social e Governance.

Macro aree di tutela dell’ambiente e standard sociali

In tema di tutela dell’ambiente, EFRAG ha dedicato una macro area che include cinque standard ambientali (Climate change, Pollution, Water and Marine Resource, Biodiversity and ecosystems, Resource use and circular economy), quattro standard sociali (Own Workforce, Workers in the value chain, Affected communities, Consumers and end-users) e uno standard di Governance (Business Conduct). EFRAG sta lavorando per aggiungere una sezione per i requisiti settoriali e gli standard specifici per le Piccole e Medie Imprese.

Un ente con un modello organizzativo 231 adeguatamente implementato possiede già un “trampolino di lancio” per sviluppare tutti gli standard ESG di EFRAG. Ad esempio, l’area di rischio relativa ai reati ambientali, se adeguata agli standard di legge 231 e di prassi (ARPA), è predisposta per soddisfare gli standard EFRAG e produrre un report di sostenibilità adeguato. Anche i quattro standard sociali presentano una sovrapposizione con il modello 231, poiché i principi sociali ed etici sono già inclusi nei codici di condotta aziendali.

Implementazione degli standard e materiality assessment

Gli standard di sostenibilità formalizzano e rendono obbligatoria per le imprese la rendicontazione degli impatti, rischi e opportunità di sostenibilità tramite l’Impact materiality assessment, e dei rischi e opportunità finanziarie tramite il financial materiality assessment. Questa doppia materialità richiede alle imprese di fornire informazioni sugli impatti delle loro attività su persone e ambiente, e su come i fattori di sostenibilità influenzano le attività e i risultati raggiunti.

Gli ESRS esigono una comunicazione estesa che copra una vasta gamma di argomenti relativi ai criteri ESG, con particolare attenzione alla descrizione delle modalità di gestione dei temi di sostenibilità, inclusa la relazione tra gli indicatori chiave di performance (KPI) e la retribuzione. I temi di materialità e comunicazione degli ESRS sono meno diversificati e complessi rispetto a quelli del modello 231, ma la loro implementazione contribuirà alla conformità integrata aziendale.

Conclusioni

Il Modello Organizzativo 231 (MO 231) e gli standard ESG GRI/Efrag, rappresentati dagli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), mostrano significative aree di sovrapposizione, specialmente nei processi di valutazione dei rischi e nella conformità aziendale. L’adozione del MO 231 facilita l’implementazione degli standard ESG, migliorando la trasparenza e la gestione dei rischi ambientali, sociali e di governance. Questa integrazione promuove una maggiore efficienza operativa e contribuisce allo sviluppo sostenibile, garantendo che le aziende comunichino in modo chiaro e trasparente le loro azioni per la tutela dell’ambiente e della società.

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