Essoh – Incomincio a star meglio… molto meglio…
Susien – Non ti manca quando ti metteva la musica perfetta per svegliarti alla mattina…? Che arrivava da fuori… dal balcone… come fosse il cielo a suonare… per te!
Essoh – Sì… certo… ma sai che noia questa perfezione…
Susien – E quando ti inseguiva in strada col parapioggia per l’acquazzone improvviso?
Essoh – E se avessi voluto bagnarmi…? Accettare l’imprevisto fa piacere all’animale che c’è in noi…
Susien – Adesso fai il filosofo, ma io ricordo bene quando ti faceva voltare proprio verso le vetrine dei negozi che ti riconoscevano… che sapevano che tu lì saresti entrato e avresti comprato! Essoh, so che nelle giornate ghiacciate lei sapeva come scaldarti… soprattutto i piedi.
Essoh – Ti dirò, questo mi piaceva davvero… era una di quelle cose che ora mi mancano…
Susien – Vedi! Non è vero che ora… stai meglio!
Due farfalle bianche si lanciarono sulle sue palpebre. Invidiose delle ciglia lunghe di Susien.
Essoh – Ora posso divertirmi a ragionare con la mia testa! Finalmente! …lei me lo impediva… è un fatto! Me lo impediva!
Susien – Ma era molto comodo… conveniente… uno si riposava… c’era qualcuno che pensava tutto per te!
Essoh – Sai… uno pensa, “quasi quasi mi faccio un bel caffè”… guardo le bollicine che forma prendono… ci metto il miele… sai l’ho sempre preferito allo zucchero…
Susien – Sì, lo so!
Essoh – E invece lei me lo schiaffava sotto al naso! Ma come si fa a vivere senza un desiderio non soddisfatto? Senza neanche una piccola privazione… un impedimento… un problema! Gli ostacoli sono la beffa che ti fa ridere di più… E a me piace tanto ridere.
Susien – Ma lei soprattutto capiva quando eri stanco… magari non nel fisico ma nello spirito, come si dice… e tu ti facevi coccolare… profumo calmante… i colori giusti… magari qualche fotografia… farti rivedere un viaggio indimenticabile… ricordarti una cena… magari invitarti di nuovo nello stesso ristorante…
Essoh – Sì lo so… forse sono un po’ egoista. Ma dare è uguale a ricevere, basta essere d’accordo.
Susien – Ma tu eri sempre d’accordo con lei… quando c’erano le memorie. Io lo capivo bene… non era né curiosa, né…
Essoh – Gelosa?
Susien – Ma figurati! Io gelosa di lei?… Come si fa ad essere gelosa dei prati in fiore? Delle cascate limpide? Del cielo smagliante? Dei silenzi profondi?… Dei fracassi inebrianti?
Essoh – Oddio che infimo poetame! Tutto questo è dedicato a lei… quindi? Io sarò stato un po’ più disincantato di te… ma non ho mai colto questo paradiso terrestre in lei.
Le farfalle bianche approvavano, ridendo di gusto del battibecco in corso.
Susien – Tu celi i tuoi sentimenti… Andavi pazzo delle sue improvvisate… altro che tutto calcolato, tutto previsto… Quando improvvisamente metteva in scena un ballo sfrenato, lì davanti a te? E quando ti faceva incontrare, apparentemente per caso, proprio la persona che cercavi di incrociare da tempo?
Essoh – Non era un caso! Era tutto pianificato! Tutto abilmente… vuoi dire intelligentemente? Va bene, ok, con intelligenza, grandissima intelligenza!… ma tutto era diabolicamente organizzato… meticolosamente…
Susien – E tutto immensamente goduto! Dai ammettilo! E poi sempre la risposta azzeccata… senza una sbavatura… capace di interloquire con te per ore, per giorni, senza stancarsi mai…
Essoh – Anche questa sua capacità… alla fine era snervante… mai una papera… mai un pensiero fuori posto, mai una svista, magari un insulto! Un errore! Un piccolo sacrosanto errore! Era troppo! Troppo tutto perfetto, tutto misurato, tutto prevedibile! Che noia… che noia totale!
Susien – Però tu ne era pazzamente innamorato! Ammettilo… Ammettilo!
Essoh – Era una smart city, amico mio… fosse stata mia moglie!
(56-continua)