fashion e sostenibilità

Phygital Sustainability Expo: ecco la transizione green nel mondo della moda

La ricerca di una nuova sostenibilità del settore moda è un tema di grande interesse e attualità, sia per l’elevato impatto che il comparto del fashion ha sull’ambiente, sia perché è fra i settori più sensibili alle spinte ambientali e sostenibili dei consumatori. Ecco i progetti protagonisti all’Innovation Village Award

Pubblicato il 03 Ott 2022

Massimo Bracale

organizzatore di Innovation Village

Annamaria Capodanno

organizzatore di Innovation Village

phygital sustainability expo

Transizione “green” all’orizzonte anche nel mondo della moda: abbigliamento sportivo sostenibile, usando solo risorse riciclate raccolte nell’ambiente grazie al progetto The Running Republic e scarpe create dagli scarti di lavorazione del legno con Dotzero. Poi c’è BIOlogic, che va oltre con una vera “rivoluzione nel concetto di produzione”, basato su un approccio generativo, con materiali tessili che crescono, imitando i processi della natura, non più realizzati da materiali esistenti ma basati sulla produzione di nanocellulosa.

Sono questi i focus di tre progetti di innovazione, che hanno “sfilato” il 12 luglio 2022 alla fiera evento Innovation Village, giunta alla sua settima edizione, nel suggestivo palcoscenico dei Fori Imperiali, in occasione del Phygital Sustainability Expo®.

A Napoli l’Innovation Village Award: i finalisti

Prossimo appuntamento il 27 e 28 ottobre, con l’Innovation Village Award, che si terrà non a caso nel cuore del Mezzogiorno a Napoli, ormai diventato un Osservatorio nazionale sull’Innovazione sostenibile ed Economia circolare in Italia con i suoi 550 progetti catalogati in soli 4 anni e provenienti da startup, istituti di ricerca e università e riguardanti tantissimi argomenti come agrifood, automotive e trasporti, beni culturali, blue growth, edilizia sostenibile, energia e ambiente, industria creativa, istruzione, IC/IT/IOT, manifattura digitale e avanzata, materiali, tecnologie per la salute e sicurezza.

The Running Republic

I primi due progetti sono due dei finalisti dell’edizione del Premio 2022. In particolare, The Running Republic è la community per creare, personalizzare e vendere abbigliamento sportivo sostenibile, usando solo risorse riciclate raccolte nell’ambiente. L’obiettivo è risolvere un chiaro problema nel mercato dell’abbigliamento sportivo, ossia offrire un prodotto etico, sostenibile e personalizzato a target diversi (B2B e B2C). Il progetto utilizza solo risorse riciclate raccolte nell’ambiente: per ogni kg di materia prima si recupera un kg di residui plastici dall’ambiente, con una riduzione delle emissioni legate alla produzione di CO2 fino al 70% e una necessità energetica inferiore anche del 50%. The Running Republic produce in maniera etica esclusivamente in fabbriche certificate e il suo modello di business presuppone la riduzione della produzione e un consumo più responsabile: la produzione on demand rappresenta infatti un cambio epocale nell’industria della moda e dello sport, la chiusura perfetta del cerchio della sostenibilità.

Dotzero

Dotzero è una startup fiorentina che crea scarpe dagli scarti di lavorazione del legno. Essi vengono trasformati in biopolimeri, che costituiscono la base di tutte le componenti della calzatura: sia la parte superiore (tomaio) che la suola sono realizzati infatti con lo stesso materiale. Tale aspetto permette – per la prima volta – di riciclare le scarpe nel momento in cui queste hanno terminato il proprio ciclo di vita. Il processo di produzione inoltre non utilizza acqua per colorare i materiali ed è improntato su un modello locale e rispettoso di tutta la filiera.

BIOlogic

Per ciò che riguarda il progetto BIOlogic, anch’esso presentato nell’evento di Roma ma fuori competizione, siamo di fronte ad una vera “disruption” con la produzione di Nanocellulosa Batterica (BNC). Si tratta di un approccio che ben si inserisce nel processo che molti identificano come la nuova, futura, rivoluzione industriale del XXI secolo, come evidenziato dal whitepaper Biological Transformation and Bioeconomy pubblicato nel 2018 dal Fraunhofer Institute. Il concetto di base è imitare i processi naturali nella produzione dei materiali: processi efficienti, con un bassissimo dispendio di energie rispetto ai processi industriali. È una strada resa percorribile dagli sviluppi della biologia sintetica, che integrando tecnologie bio con le nuove tecnologie di analisi dati riesce a ingegnerizzare organismi che possono essere “addestrati” a produrre materiali, farmaci o vaccini, come il rapido sviluppo di quelli anti-covid, ma che può essere estesa alla produzione di materiali e modificare processi industriali.

BIOlogic è ormai diventato un centro di ricerca gestito da due PMI campane, Knowledge for Business e Tecup, sotto la supervisione scientifica del Centro Interdipartimentale sui Biomateriali dell’Università Federico II e la collaborazione di Medaarch srl specializzata in processi di biostampa e di prestigiosi istituti del CNR quali IPCB, IBB, ICB.

In realtà si tratta di cellulosa, come quella prodotta dalle piante o quella che costituisce il cotone, con una struttura molecolare più complessa e resistente, che può avere applicazioni in svariati campi: dall’edilizia, al biomedicale (scaffold biomimetici, cerotti anti-ustioni), cosmetica e tessile. Proprio su questi due ultimi ambiti si concentra l’attività del laboratorio BIOlogic: la nanocellulosa è un materiale anallergico per produrre maschere e prodotti cosmetici; trattata sempre in modo naturale e privata dell’acqua in cui cresce, ha caratteristiche tattili, visive, e di resistenza simili alla pelle di derivazione animale.

Nuove tecnologie per un’industria tessile ecosostenibile: quali sono e come funzionano

Le fasi di ricerca, condotte nell’ambito di due progetti di ricerca cooperativa finanziati dal MISE, sono state chiuse da mesi; si sta oggi completando, anche nell’ambito di accordi con imprese di rilievo del settore tessile e pelli, la fase di sperimentazione, con il mix di gamma delle soluzioni, fra cui anche alcune che utilizzano scarti della produzione delle pelli e altre invece completamente bio. Un prodotto non solo completamente naturale, realizzato da ceppi batterici selezionati, alimentati con scarti agricoli, ma che viene prodotto a bassa energia in modo assolutamente sostenibile.

La moda alla ricerca di una nuova sostenibilità 

La ricerca di una nuova sostenibilità del settore moda è un tema di grande interesse e attualità, sia per l’elevato impatto che il comparto del fashion ha sull’ambiente, sia perché è fra i settori più sensibili alle spinte ambientali e sostenibili dei consumatori, in particolare sulle fasce medio-alte di mercato. Non è un caso che la stessa Commissione Europea, a marzo 2022 abbia presentato una propria Strategia per un’industria del tessile sostenibile e circolare, ipotizzando un pacchetto di misure che vanno dalla progettazione dei prodotti, promuovendo un ecodesign sostenibile, alla gestione degli scarti e dei prodotti invenduti, fino al tema centrale della sostenibilità dei materiali utilizzati e della riduzione delle microplastiche che vengono rilasciate nell’ambiente. Il tema dei materiali assume peraltro una valenza ancora maggiore se le problematiche di impatto ambientale vengono correlate a nuove tendenze emergenti in fasce di consumatori, orientate su prodotti naturali e su prodotti non derivati da materie prime di origine animale.

Conclusioni

È questa la molla che spinge le grandi maison della moda (Ferragamo, Gucci, e tanti altri) alla ricerca continua di nuovi prodotti e materiali sostenibili, che siano però compatibili anche con i livelli richiesti dalla produzione industriale. O ancora è di dicembre 2021 l’annuncio della Volkswagen di voler sostituire entro 7-8 anni le pelli utilizzate per l’interno delle autovetture, mettendo al centro di questo progetto proprio la nanocellulosa batterica.

Tutto questo per dire che il mercato è pronto e l’esigenza di nuovi prodotti sostenibili da parte dei consumatori è rilevante e non sempre soddisfatta dall’industria e dalla ricerca. BIOlogic ha già creato forti aspettative industriali, è prevista la realizzazione di uno stabilimento industriale nel corso del 2023, una sfida importante, in cui forse il sistema italiano, localizzato tra l’altro in un’area considerata depressa e a rischio quale quella del comune di Villa Literno, in provincia di Napoli, è partita in anticipo e può reggere la competizione, sfruttando – una volta tanto – la capacità di fare rete e sistema fra imprese, ricerca e territorio.

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