Il mercato sta cambiando, è necessario dare risposte alle nuove domande dei consumatori e degli utenti. Costruire insieme è faticoso ma è la sfida per tutti, non coglierla è miope e condanna il nostro Paese alla regressione.
Altroconsumo segue e sostiene i soggetti che vogliono sperimentare nuovi modelli di business collaborativi grazie alla potenza di Internet, non solo perché lo chiedono gli oltre 370mila soci dell’organizzazione: opporsi allo sviluppo è perdente per tutti.
Il 10 giugno il tribunale di Milano ha rigettato la richiesta di sospensiva di Uber rispetto all’ordinanza che impone la cessazione del servizio UberPop via app, sino all’udienza di discussione del reclamo sul merito, che si terrà il 2 luglio prossimo. La battaglia giudiziaria nel caso Uber è ancora apertissima ma la palla dello sviluppo e della crescita deve passare al Governo, non può essere lasciata in mano agli iter giudiziari, ai tribunali; vogliamo uno sharing economy act che guardi al futuro e dia risposte alla nuova domanda dell’utenza in tutti i settori coinvolti dal cambiamento delle regole del mercato.
Nel frattempo gli operatori della sharing economy, come Uber, che formuleranno codici di autodisciplina attraverso i quali applicare standard di sicurezza, efficienza e adeguata tutela dei consumatori ai nuovi modelli di business, troveranno in Altroconsumo un partner solido e responsabile. I diritti dei consumatori non diventino strumento protezionistico a tutela dei fornitori di servizio cristallizzati e poco inclini al cambiamento. #DireFareCambiare