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Porti sostenibili: la chiave per un futuro resiliente nel commercio globale



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L’economia globale affronta sfide post-pandemia e conflitti internazionali, con una contrazione del commercio marittimo europeo del 10%. L’Italia, piattaforma strategica nel Mediterraneo, punta sulla sostenibilità portuale per attrarre investimenti. La transizione ecologica, chiave per la ripresa, richiede infrastrutture adeguate e soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale

Pubblicato il 14 ott 2024



porto (1)

Nel contesto attuale di crisi economica e geopolitica, la sostenibilità portuale emerge come un tema cruciale per il futuro del commercio marittimo e delle infrastrutture logistiche.

I porti, nodi vitali per l’economia globale, sono chiamati a evolversi verso modelli più ecologici per ridurre l’impatto ambientale e attrarre investimenti. Questa transizione non solo risponde a pressanti esigenze ambientali, ma rappresenta anche un’opportunità per rafforzare la competitività e la resilienza delle infrastrutture portuali di fronte alle sfide globali. Implementare strategie sostenibili nei porti diventa quindi una priorità per garantire un futuro prospero e sostenibile.

La contrazione del commercio internazionale e le prossime sfide

Nel contesto economico e geopolitico globale, lo strascico dell’ effetto covid, la guerra in europa e in medioriente, il fondo monetario internazionale ha affermato che la crescita è fortemente negativa pur intravvedendosi una luce all’orizzonte e i dati dei traffici lo dimostrano

Le economie di tutto il mondo hanno subito uno shock durante il periodo covid sia sulla domanda che sull’offerta con catene di produzione stravolte, il commercio globale in crisi, i tassi di disoccupazione a livelli critici. In quest’ultimo caso nei paesi occidentali i provvedimenti governativi specifici hanno mitigato l’impatto.

L’Organizzazione Mondiale del Commercio aveva affermato che il commercio dei beni si sarebbe contratto dovuto all’incertezza dell’impatto economico della  pandemia di conseguenza la profonda recessione economica e la crisi finanziaria sono state inevitabili

Ci si domanda se si aggraverà e quanto durerà ancora.

I traffici di merce containerizzata che transitano sui porti europei ha subito una battuta d’arresto ed è difficile una stima negli anni a venire, considerata la crisi in Medioriente e il problema di sicurezza sul mar rosso.

Un’analisi dei flussi commerciali marittimi

Secondo i numeri dei principali attori del settore, i container transitati in Europa hanno avuto un valore di contrazione del 10 per cento. Nell’import -11% in generale e sono andati meglio i traffici intraeuropei -3%, flessione maggiore nell’export tra Europa e America latina -11%, piu contenuto verso le direttrici dell’Estremo oriente – 5 %. In import verso l’Europa dato peggiore medio oriente e il Subcontinente indiano -16% mentre si ha una crescita piu 3% dal Centro e Sud America.

Il ruolo strategico dell’Italia nel Mediterraneo

L’Italia è tuttora la piattaforma logistica privilegiata inserita nel mare nostrum grazie allo spostamento del baricentro delle rotte pacifiche. Implementazione e sviluppo del trasporto merci a corto raggio di cui è leader con 300ml circa di merci trasportate e una quota del 40% circa.

Nell’area del mediterraneo transita circa piu del 20% del traffico mondiale. Il canale di Suez è un passaggio obbligato da cui derivano vantaggi geografici per lo sviluppo del transhipment di cui ne sono esempio i porti egiziani.

Competizione tra porti mediterranei e impatto sulle rotte commerciali

Si sta assistendo prima causa covid adesso causa guerre a uno spostamento delle rotte verso il Capo di Buona Speranza questo sta causando uno spostamento dei traffici che arriverebbero dal nord Europa senza passare dal Mediterraneo.

Punti forti che hanno agevolato lo sviluppo dei porti egiziani e del nord Africa in generale per esempio Marocco sono principalmente lo snellimento delle pratiche doganali la burocrazia, la certezza dei tempi le navi a corto raggio, certezza ne raggiungimento delle destinazioni finali eliminando le ripetizioni di rotta marittime e abbattendo i costi relativi

La competizione tra sponda nord e sponda sud del Mediterraneo ha danneggiato i porti italiani e spagnoli sopratutto.

Quindi nel panorama internazionale è in atto uno spostamento del baricentro dall’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico a consolidamento delle potenze asiatiche.

Tendenze nei traffici marittimi pre e post pandemia

Nei Porti UE le merci trasportate prima del covid erano 3.6 miliardi di tonnellate circa che significa 8,1 tonnellate per abitante. I paesi bassi si aggiudicavano il primo posto con 410 milioni, mentre l’Italia aveva il primo posto di passeggeri con 90 mln. Da notare che l’ultima legislazione del regolamento europeo relativo hai diritti dei passeggeri, prevedeva un adeguamento degli scali portuali agli standar aereo portuali.

I paesi bassi sono il piu grande paese per il trasporto marittimo di merci, le rinfuse liquide erano il 35 % circa del carico totale movimentato in Ue.

Nel periodo covid si è riscontrato inoltre un incremento del trasporto via rotaia tra Cina e Ue.

Sfide e opportunità per i porti italiani

Nel panorama panorama nazionale d’altro canto l’obbiettivo principale è arginare la concorrenza delle realtà Nord europee e il porto assume un ruolo di nodo strategico di un sistema economico più ampio.

Più porti europei e mediterranei sono sviluppati con nucleo urbano consolidato, le città hanno un impatto sulle infrastrutture portuali e un rapporto diretto col porto.

Solo la costruzione di porti esterni alle città modifica tale rapporto: ne sono esempio Gioia Tauro e Porto Canale di Cagliari.

Le sfide dei porti italiani nel futuro sono la decarbonizzazione e transizione energetica che il covid e le guerre stanno rallentando.

In Italia il traffico 480 mln di tonnellate circa, trasporto marittimo rilevante, ha trend stabile negli ultimi 5 anni prima del covid.

Gli scambi commerciali via mare nel 2019 hanno un valore di 250 milioni di euro.

La Cina è il nostro principale fornitore con 23 miliardi di euro, l’America è nostro principale acquirente 28 miliardi di euro.

La quota petrolifera è la più rilevante con il porto di Trieste primo e il porto di Cagliari secondo. Nei container il nostro paese non riesce a dare la spinta giusta infatti il valore è stabile anche se ci si aspetta un crescita. Lo stesso sul totale delle merci. La riduzione passeggeri -56% crocere -89% passeggeri sui traghetti -63%, per effetto covid si è ristabilizzata su valori in alcuni casi migliori all’ante covid.

Sostenibilità e transizione ecologica nei porti

Se da una parte in linea di massima l’andamento tende a stabilizzarsi su valori precedenti al tempo della pandemia in taluni casi anche migliori, dall’altra le guerre e l’instabilità non stanno agevolando la velocità di ripresa in tal senso e ancor meno sta contribuendo al progetto che da tempo è in corso di sviluppo nel nostro paese riguardo i porti ecologici.

Ogni porto è diverso e, sebbene ci siano spesso pratiche condivise a cui attingere, ogni operatore dovrà affrontare una serie specifica di sfide per diventare più ecologico. Per ridurre le emissioni e migliorare la sostenibilità delle operazioni è necessario trovare l’approccio giusto per la propria struttura.

Strategie e governance per porti verdi

Questa transizione comporterà probabilmente una combinazione di iniziative a breve, medio e lungo termine. Lo sviluppo di una strategia per i porti verdi offre l’opportunità di collegare le sfide e le opportunità al miglioramento della sostenibilità, il tutto nel contesto delle attività e degli obblighi in corso.

Avere una visione completa dell’attuale livello di sostenibilità della struttura dimostra l’impegno nei confronti degli stakeholder e dei potenziali investitori. E mette nella posizione migliore per identificare e realizzare iniziative che riducono le emissioni e i rifiuti, migliorando al contempo l’efficienza e la biodiversità.

Fattori chiave e investimenti per porti sostenibili

Un approfondito controllo dello stato di salute dei porti ecologici effettuata tramite una revisione olistica dello stato attuale della struttura portuale fornisce una linea di base in modo che si possano monitorare i progressi. Utilizzando questo output, le linee guida, attraverso lo sviluppo di una strategia portuale ecologica, creando obiettivi ambiziosi che siano realistici, chiari e realizzabili.

Analizzate le priorità, gli obiettivi e le idee esistenti si stabilisce una visione adeguata per una strategia portuale di sviluppo sostenibile. Per esempio  creare una roadmap strategica di azioni per realizzare la visione portuale e solidi sistemi di monitoraggio e reporting per monitorare i progressi.

I fattori in gioco nella realizzazione di porti ecologici

Un’ampia gamma di fattori entrano in gioco sui porti ecologici pertanto si cercherà di esporre l’argomento a seguire con estrema sintesi nel merito

  • Un ruolo predominante e significativo è svolto dalla governance politica, tramite il monitoraggio degli obiettivi, gli audit e un sistema di gestione ambientale.
  • La decarbonizzazione con l’elettrificazione, l’utilizzo dei combustibili alternativi, l’energia da terra e la riduzione dell’ impronta di carbonio.
  • L’efficienza energetica con l’utilizzo di fonti rinnovabili e l’ottimizzazione energetica.
  • La prevenzione dell’inquinamento con il controllo della qualità dell’aria, la gestione delle polveri, la qualità dell’acqua e controllo delle fuoriuscite.
  • La resilienza ai cambiamenti climatici e ai disastri con il controllo dei tempi di inattività operativa, dei pericoli e rischi climatici,dell’ adattamento ai cambiamenti climatici e preparazione ai rischi di catastrofi.
  • La biodiversità con il controllo e giusto smaltimento delle acque di zavorra e delle specie invasive, con la conservazione del bio abitat e implementazione dei servizi ecosistemici.
  • La gestione dei rifiuti e dell’acqua, i rifiuti prodotti dalle navi, la riduzione dei rifiuti e il riciclaggio.

Sfide energetiche e infrastrutturali per porti ecologici

Creare con la messa in atto di una serie di attività (sopra esposte) una strategia portuale ecologica appropriata per la struttura realizza nel tempo un cambiamento reale

Ma allo stesso tempo deve attrarre investimenti e sbloccare opportunità di finanziamento, infatti un numero crescente di investitori anche internazionali richiede la prova degli obiettivi di sviluppo sostenibile all’interno dei progetti infrastrutturali per i quali si forniscono i finanziamenti.

Una solida strategia per i porti verdi fornisce un’utile base da cui partire per costruire una posizione positiva per sbloccare potenzialmente ulteriori vie di finanziamento.

Deve aumentare la sostenibilità e la resilienza da ogni punto di vista e una strategia coerente per i porti ecologici costruisce la resilienza delle imprese, sostenendo al contempo le pratiche sostenibili. Occorre migliorare le prestazioni ambientali in un contesto marittimo commercialmente operativo. Pertanto, occorre avere una vasta esperienza tecnica per sviluppare strategie portuali ecologiche che siano efficaci e realizzabili.

Le prestazioni ambientali sono sempre più importanti per gli stakeholder commerciali e della comunità. Ecco perché il progetto delle strategie di green port deve facilitare la rendicontazione pubblica e il coinvolgimento online. Attraverso strumenti come la digitalizzazione e la valutazione del controllo dello stato di salute e delle prestazioni online, massimizziamo le opportunità di miglioramento del profilo green del porto o porti in esame e i vantaggi associati che ne derivano.

L’interazione porto-nave dal punto di vista energetico

Per ultimo e di gran lunga più importante l’interazione porto-nave che dal punto di vista energetico essendo quest’ultima divoratrice di energia elettrica anche ferma in banchina, al momento alimentata dalla centrale elettrica di bordo composta dai diesel generatori che bruciano combustibile fossile, ha necessità di un sistema elettrico portuale che fornisca quest’ultima in enormi quantità, affinché la nave possa spegnere di conseguenza i motori al momento dell’arrivo e dello stazionamento in porto. 

Questo punto molto importante, perché salvaguarderebbe l’ambiente portuale da inquinamento atmosferico, è molto complesso da realizzare ed ha molto spesso limiti fisici, in verità paradossalmente sarebbe necessario installare una piccola centrale elettrica su ogni porto in ogni caso servono spazzi e questo è un limite considerando che i porti italiani sono spesso a ridosso delle città.

A tal riguardo si pensi ad una o piu’ navi da crociera ferme in porto, che necessitano di energia elettrica, l’approvvigionamento esterno, dal porto alla nave, con cavi (enormi) dalla banchina, dovrebbe prevedere una quantità enorme di energia, essendo una singola unità navale paragonabile ad una cittadina galleggiante, con fabbisogno elettrico però non solo necessario per i passeggeri e l’hotelleria, ma anche e con richieste maggiori per i sistemi di bordo complessi che devono rimanere in funzione anche con nave ferma.

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