transizione verde

Progettazione ecocompatibile: la proposta di regolamento Ue sui prodotti sostenibili

Transizione verde e trasformazione digitale sono inscindibili: una si alimenta e si rafforza attraverso l’altra. Per questo, la Ue punta proprio sul digitale per promuovere. assicurare e verificare la sostenibilità dei prodotti. Cosa prevede la proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti

Pubblicato il 12 Set 2022

Valeria Falce

Jean Monnet Professor of EU Innovation Policy; Professor in Digital Transformation and AI Policy; Ordinario di diritto dell’economia nell’Università Europea di Roma e Direttore ICPC – Innovation, Regulation and Competition Policy Centre

Photo by Artur Łuczka on Unsplash

La Proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili entra nel vivo.

Inserendosi nel pacchetto Green Deal europeo, la Proposta definisce una cornice giuridica uniforme tesa a migliorare la sostenibilità ambientale dei prodotti, assicurandone la libera circolazione nel mercato interno. A tal fine, stabilisce nuovi requisiti per rendere beni e prodotti più durevoli, affidabili, riutilizzabili, aggiornabili, riparabili, più facili da mantenere, rinnovare e riciclare, ed efficienti sotto il profilo energetico e delle risorse.

Sustainable Products Initiative

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In concreto, i beni fisici immessi sul mercato interno o messi in servizio, compresi i componenti e i prodotti intermedi dovranno essere:

  • conformi alle specifiche di progettazione ecocompatibile stabilite in successivi atti delegati (proposti dalla Commissione UE e sottoposti al controllo degli Stati membri)
  • dotati di “passaporto del prodotto, cioè dell’insieme di informazioni rilevanti (anche sulle prestazioni, installazione, utilizzo) incluse quelle sulla sostenibilità, obbligatoriamente accessibili elettronicamente per mezzo di un vettore di dati e di un identificativo unico. La predisposizione e l’accessibilità al passaporto digitale è presupposto e condizione dell’immissione in commercio. I passaporti dovranno essere interoperabili e le informazioni accessibili.

Cosa farà la Ue, cosa dovranno fare gli Stati

Fronte enforcement, la Commissione Europea sarà tenuta a:

  • istituire un registro dei passaporti, assicurando che le informazioni siano trattate in maniera sicura e nel rispetto del diritto dell’Unione
  • adottare un piano di lavoro di durata non inferiore a tre anni con l’indicazione dell’ordine di priorità dei prodotti
  • istituire un forum sulla progettazione ecocompatibile (gruppo di esperti) all’insegna del modello multistakeholder.

Agli Stati membri sarà, invece, riservato il compito di:

  • autorizzare gli Organismi di valutazione della conformità, per lo svolgimento di compiti di valutazione della conformità dei prodotti.
  • designare un’Autorità di notifica responsabile dell’istituzione e dell’esecuzione delle procedure necessarie per la valutazione e la notifica degli organismi di valutazione della conformità e la vigilanza degli organismi notificati
  • elaborare un piano d’azione per le attività di vigilanza del mercato, con indicazione delle “priorità per la vigilanza del mercato”
  • definire le sanzioni da applicare in caso di violazione del presente regolamento e adottano tutte le misure necessarie per assicurarne l’applicazione.

Gli obiettivi della proposta

Le intenzioni della Proposta sono lodevoli: combinare la transizione verde con la trasformazione digitale, così che, in principio, ciascuna priorità, azione e iniziativa si alimenti e si rafforzi attraverso l’altra e, nello specifico, la sostenibilità dei prodotti sia promossa, assicurata e verificata grazie a tecniche e strumenti digitali.

Verde e Digital, ecco perché sono gli assi portanti della ripresa

Il percorso prescelto per arrivare a meta, la neutralità ecologica entro il 2050, appare tanto condivisibile quanto ambizioso. Condivisibile perché trova nel settore energetico il modello di riferimento ed ambizioso perché parte dal sistema di progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’industria dell’energia prima per allargarne il cono d’ombra (così da raggiungere, a tendere, ogni prodotto destinato all’immissione e alla circolazione nel mercato interno) e poi per modernizzarne l’impianto (introducendo nuove specifiche).

Discontinua la tecnica giuridica prediletta. Per i prodotti energetici la strada seguita è quella della direttiva, che fissa principi generali comuni, riservando agli Stati membri modi e tecniche di applicazione. Qui invece il legislatore europeo opta per una regolazione orizzontale, da applicare in maniera identica in ogni Stato membro, così da scongiurare disallineamenti e disomogeneità in fase di attuazione.

Asso nella manica della Proposta è e rimane, in linea con l’Agenda digitale, il ricorso alla digitalizzazione e agli strumenti offerti dall’innovazione tecnologica per favorire il processo e assicurare il risultato.

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*Questo articolo è parte della rubrica “Innovation Policy: Quo vadis?” a cura dell’ICPC-Innovation, Regulation and Competition Policy Centre

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