Direttiva CSRD

Rendicontazione di sostenibilità: guida completa alla Direttiva CSRD



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La Direttiva CSRD modifica le regole per la rendicontazione di sostenibilità aziendale, introducendo concetti chiave come la doppia materialità e nuovi obblighi di verifica. Le aziende devono prepararsi adeguando processi interni e strumenti tecnologici per garantire conformità e trasparenza

Pubblicato il 3 apr 2025

Federica Bottini

A&A – Albè & Associati Studio Legale

Ludovica Condorelli

A&A – Albè & Associati Studio Legale



rendicontazione di sostenibilità aziendale

Il 10 settembre 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.lgs. 125/2024, che recepisce la Direttiva (UE) 2022/2464 sulla rendicontazione di sostenibilità delle imprese, Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD. Questa direttiva modifica e amplia la precedente Direttiva 2014/95/UE (Non-Financial Reporting Directive – NFRD), introducendo obblighi più stringenti in termini di trasparenza e rendicontazione delle imprese sui temi ambientali, sociali e di governance o ESG.

L’applicazione delle nuove disposizioni avverrà in modo graduale, in base alla tipologia di impresa e alla data di inizio dell’esercizio finanziario. Le grandi imprese sono già soggette ai nuovi obblighi, mentre a partire dal 1° gennaio 2026 gli obblighi riguarderanno anche alcune PMI.

La Direttiva CSRD sulla rendicontazione di sostenibilità: contenuti e novità

La Direttiva CSRD introduce significative novità nella rendicontazione aziendale, concentrandosi in particolare sui concetti di doppia materialità e tassonomia europea. In questo contesto, la doppia materialità impone alle imprese di esaminare non solo i rischi e le opportunità derivanti dalla sostenibilità, ma anche l’impatto delle loro attività sull’ambiente e sulla società.

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Tale analisi si declina in due prospettive:

  • d’impatto: valuta gli effetti, positivi e negativi, effettivi o anche solo potenziali, delle attività aziendali su persone e ambiente.
  • finanziaria: analizza come i fattori ESG influenzino lo sviluppo dell’impresa e la sua situazione patrimoniale-finanziaria.

Principi europei per la rendicontazione di sostenibilità

Parallelamente, la tassonomia europea offre una classificazione delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale. Questo strumento, introdotto dal Regolamento UE 2020/852, diventa un riferimento essenziale per la rendicontazione, poiché impone alle imprese di valutare il proprio impatto ambientale sulla base di criteri scientifici e trasparenti, garantendo uniformità e affidabilità nella comunicazione delle informazioni di sostenibilità.

Per quanto riguarda le modalità di rendicontazione, le imprese devono comunicare le informazioni sulla sostenibilità conformemente alla Direttiva CSRD, secondo i principi europei di rendicontazione di sostenibilità, definiti “ESRS”, adottati dalla Commissione Europea con il Regolamento Delegato (UE) 2023/2772.

Questi principi sono classificati in macroaree: trasversali, per stabilire i requisiti generali per la preparazione e la presentazione delle informazioni e tematiche (ambientali, sociali e di governance).

Nuovi obblighi di verifica nella rendicontazione di sostenibilità

Per garantire la qualità e l’affidabilità delle informazioni rendicontate, sono stati introdotti nuovi obblighi di verifica e pubblicazione:

  • la rendicontazione di sostenibilità deve essere sottoposta a revisione da parte di un soggetto incaricato (“revisore della rendicontazione di sostenibilità”), il quale deve attestarne la conformità ai requisiti normativi;
  • la rendicontazione di sostenibilità diventa parte integrante della relazione sulla gestione del bilancio e deve essere pubblicata sul sito web aziendale. Per le imprese prive di un sito, le informazioni devono essere rese disponibili in formato cartaceo su richiesta.

Adeguamento aziendale alla rendicontazione di sostenibilità in pratica

In caso di irregolarità nella rendicontazione di sostenibilità o di omissione di informazioni rilevanti, la CONSOB, cui è attributo un ruolo centrale nella supervisione in materia CSRD, avrà non solo il potere di applicare sanzioni pecuniarie, ma anche di imporre misure correttive per garantire che le imprese si adeguino agli standard.

Per le imprese diventa quindi fondamentale comprendere appieno i nuovi obblighi e intraprendere azioni mirate.

Individuare eventuali lacune rispetto agli standard ESRS

Innanzitutto, condurre un’analisi critica delle pratiche di rendicontazione già adottate consente di individuare eventuali lacune rispetto agli standard ESRS. Questa analisi interna agevola la comprensione di quali dati, sia di natura finanziaria che non, siano già disponibili e quali necessitino invece di essere raccolti o migliorati, in coerenza con il principio della doppia materialità.

Coinvolgere tutte le funzioni aziendali e formare il personale

È altresì importante coinvolgere tutte le funzioni aziendali, tra cui i rappresentanti dei lavoratori, poiché la raccolta dei dati è intersettoriale. Le imprese dovranno altresì dedicarsi alla formazione del personale, affinché comprenda la rilevanza della normativa CSRD e il proprio ruolo nel processo di raccolta dei dati: un’adeguata formazione contribuirà a migliorare la qualità e l’affidabilità delle informazioni, promuovendo una cultura aziendale sostenibile. Come visto, le imprese dovranno nominare un revisore della sostenibilità.

Strumenti tecnologici per l’adeguamento alla normativa CSRD

Al fine di garantire l’accessibilità, la trasparenza e la comparabilità dei dati, la relazione sulla sostenibilità deve essere redatta nel formato elettronico unico di comunicazione previsto a livello comunitario per le relazioni finanziarie, ossia il formato XHTML. Inoltre, deve essere accompagnata dalla marcatura XBRL.

Questo formato facilita l’elaborazione automatica dei dati, riduce gli errori di trascrizione e migliora l’accessibilità. Inoltre, l’adozione da parte delle imprese di strumenti tecnologici per la gestione della sostenibilità, integrando i processi aziendali, può supportarle nella gestione dei dati: semplificando il processo di raccolta e analisi, può trarsi un vantaggio in termini di tracciabilità.

Al tempo stesso, strumenti che consentono di monitorare le performance e l’andamento dei fattori ESG adottati, diventa garanzia di una più efficace conformità ai requisiti richiesti dalla CSRD, con un vantaggio competitivo nel mercato.

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