Da quando, ormai un paio di anni fa, le città italiane hanno cominciato ad adottare il paradigma della smart city per lo sviluppo delle politiche urbane, sul nostro territorio si sono moltiplicate le iniziative che, a vario titolo, sono state caratterizzate e comunicate con questa “etichetta”. Un gran numero di sindaci, assessori, dirigenti hanno intuito che questa definizione stava assumendo un’importanza sempre più rilevante e hanno orientato la propria azione innovatrice nella direzione di un modello (in qualche misura) condiviso che interpreta la città del futuro come una piattaforma di interrelazione continua tra persone e oggetti che, grazie alle tecnologie, comunicano dinamicamente tra loro con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei luoghi.
Già il Governo Monti si era posto il problema di comprendere l’evoluzione di questo insieme molto variegato di iniziative, eventi, applicazioni e all’interno del Decreto Crescita 2.0 inserì un articolo dedicato proprio a classificare e monitorare i progetti di smart city nelle città italiane, affidando questo compito all’Istat e all’Anci. Oggi, proprio per dare concreta attuazione a quei principi, il Comitato Tecnico delle Comunità Intelligenti all’interno dell’Agenzia per l’Italia Digitale, ha dato vita al Tavolo Monitoraggio.
L’Osservatorio Smart City dell’Anci è pronto a fare la sua parte e metterà a disposizione di tutti una piattaforma degli interventi di innovazione realizzati dalle diverse città in Italia, per incentivarne la condivisione e il riuso e favorire l’apprendimento da parte dei diversi decisori locali, con particolare attenzione anche ai modelli organizzativi e ai comportamenti d’uso e non solo alle tecnologie e alle applicazioni.