Per chi si occupa della gestione di utenze elettriche non è più rimandabile cambiare il proprio approccio all’utilizzo dei quadri elettrici che impiegano esafluoruro di zolfo (SF6): i recenti sviluppi normativi nell’Unione Europea (UE) pongono infatti una serie di questioni critiche che necessiteranno di un’attenta valutazione nell’immediato.
In un contesto globale che richiede la riduzione delle emissioni di gas serra, l’industria elettrica si trova ad affrontare cambiamenti sostanziali nella produzione di quadri elettrici, in cui l’SF6 è stato utilizzato abitualmente fino ad oggi. L’SF6 è un gas serra sintetico estremamente resistente, capace di persistere nell’atmosfera per migliaia di anni: ogni chilogrammo di SF6 equivale all’emissione di 25.200 chilogrammi di CO2.
Esaminiamo allora gli sviluppi più recenti della normativa riguardante l’SF6, analizzeremo le informazioni essenziali per i gestori delle infrastrutture ed esporremo le considerazioni chiave per affrontare la graduale eliminazione, in Europa, dei quadri elettrici che si basano su questo gas.
La discussione normativa sui gas fluorurati
L’Unione Europea ha avviato un processo di regolamentazione per mitigare l’impatto climatico di tutti i tipi di gas fluorurati (F-gas), compreso l’SF6 utilizzato nei dispositivi elettrici, attraverso la revisione dei quadri legislativi esistenti. Questo iter si è concluso il 29 gennaio 2024, quando il Consiglio dell’UE ha annunciato l’approvazione di nuovi regolamenti volti a ridurre progressivamente i gas fluorurati, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, per limitare il loro contributo al riscaldamento globale.
Le nuove norme sull’uso dell’SF6 nei quadri elettrici erano in discussione da tempo, ma solo alla fine del 2023 il Consiglio Europeo e il Parlamento hanno raggiunto un accordo provvisorio per vietare i dispositivi a media tensione basati su SF6, introducendo un piano di eliminazione graduale a partire dal 2026.
Comprendere le nuove regole
Il nuovo regolamento dell’Unione Europea è entrato ufficialmente in vigore l’11 marzo 2024, sarà poi responsabilità di ciascuno Stato membro implementare la normativa a livello nazionale. L’industria elettrica ha quindi ormai poco più di un anno di tempo per adeguarsi, poiché, a partire da gennaio 2026, sarà vietato l’uso di nuovi quadri elettrici a media tensione che utilizzano SF6 per applicazioni fino a 24 kV inclusi. Divieti analoghi saranno poi progressivamente introdotti per dispositivi con tensioni superiori.
Con l’adozione formale della normativa sui gas fluorurati, è fondamentale che i gestori delle infrastrutture inizino a valutare il loro attuale inventario di quadri elettrici contenenti SF6. Se è prevista un’imminente sostituzione, ad esempio nel caso in cui un impianto sia prossimo alla fine del ciclo di vita, questo è il momento opportuno per passare ad alternative prive di SF6. Inoltre, tutti i contratti di fornitura per nuovi quadri elettrici che coprono periodi successivi a gennaio 2026 dovranno essere attentamente riesaminati, poiché dopo tale data l’acquisto di nuovi dispositivi basati su SF6 non sarà più consentito.
La tabella di marcia
Dopo aver valutato l’inventario dei quadri elettrici contenenti SF6 e identificato le unità da sostituire, i gestori delle infrastrutture dovranno esplorare alternative prive di questo gas, confrontando specifiche tecniche, costi e benefici. Una comprensione approfondita degli investimenti iniziali (CAPEX), delle spese operative (OPEX) e del costo totale di proprietà (TCO) definirà una strategia efficace per il futuro.
Successivamente, dovranno sviluppare e implementare un piano di transizione, dando priorità alle unità con perdite e a quelle prossime alla fine del loro ciclo di vita. L’obiettivo a lungo termine non dovrebbe essere solo la conformità alle nuove normative, ma anche l’attuazione di una strategia che massimizzi i benefici commerciali del passaggio a quadri privi di SF6.
Una corretta gestione e smaltimento dei quadri a base di SF6 al termine del loro ciclo di vita contribuirà a ridurne ulteriormente l’impatto ambientale, che rappresenta un aspetto fondamentale da non trascurare.
Considerazioni ambientali
Il passaggio a soluzioni prive di SF6 non solo consente alle aziende di rispettare gli obblighi normativi in Europa, ma contribuisce anche in modo significativo agli obiettivi di sostenibilità ambientale, riducendo considerevolmente le emissioni di gas serra. Questa transizione permette alle aziende di partecipare attivamente all’economia circolare e di sostenere il Green Deal europeo, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Tali azioni possono essere incluse nella comunicazione sulla responsabilità sociale d’impresa (CSR), evidenziando l’impegno dell’azienda per la sostenibilità e l’innovazione.
L’eliminazione dell’SF6 nelle infrastrutture elettriche che supportano la produzione di tecnologie rinnovabili, come i parchi solari, è di particolare importanza, poiché il principale obiettivo è ridurre tutte le forme di emissioni. Pertanto, i gestori dovrebbero prestare particolare attenzione alla selezione dei dispositivi più adatti.
La scelta per un futuro più sostenibile
In un mercato in cui l’affidabilità è fondamentale, optare per soluzioni compatte senza SF6 di comprovata esperienza, come la gamma di quadri di media tensione Xiria di Eaton, è di cruciale importanza. La capacità produttiva, insieme all’abilità dei fornitori di garantire la disponibilità dei prodotti necessari, è essenziale per assicurare una transizione fluida.
Il passaggio a quadri privi di SF6 in Europa rappresenta un tassello determinante nel percorso verso una maggiore responsabilità ambientale nel settore elettrico, e i gestori delle infrastrutture avranno un ruolo centrale in questo processo. L’implementazione di una strategia per l’introduzione graduale di quadri elettrici senza SF6 non è solo una necessità normativa, ma anche un’opportunità per gli operatori dei sistemi di distribuzione (DSO) europei di ottenere vantaggi per la propria attività e allo stesso tempo ridurre – significativamente – l’impatto ambientale delle proprie operazioni.