La riconversione energetica volta a raggiungere gli obiettivi globali di decarbonizzazione, che coinvolgono trasversalmente diversi ambiti e settori produttivi (dall’industria all’edilizia, dalla mobilità fino all’agricoltura), è di sicuro lo zoccolo duro del più vasto e onnicomprensivo processo di transizione ecologica, che va dall’economia circolare alla tutela della biodiversità fino all’ampliamento della superficie naturale protetta.
La stella polare verso cui deve tendere la riconversione energetica è, come indicato dall’Unione Europea, l’azzeramento delle emissioni inquinanti entro il 2050, se vogliamo mantenere l’aumento della temperatura del Pianeta sotto i 2 gradi, anzi 1,5 gradi (secondo l’accordo dell’ultimo G20) e quindi salvare la Terra con tutti i suoi abitanti, esseri umani inclusi, dalle disastrose conseguenze del surriscaldamento globale che sono già sotto i nostri occhi.
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Le azioni per la transizione energetica della Regione Lazio
Come Regione Lazio, possiamo innanzitutto vantare il fatto che siamo la prima e unica regione in Italia ad avere istituito un Assessorato alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale, che ho l’onore di presiedere, proprio perché consapevoli dell’importanza della centralità di questi due asset, fondamentali anche per le linee di investimento del PNRR e della nuova programmazione di fondi Ue 2021-2027.
Riguardo alla transizione energetica nello specifico abbiamo avviato una serie di azioni. Tra queste il provvedimento principale è l’aggiornamento del Piano Energetico Regionale (PER) che, recependo i più ambiziosi obiettivi Ue, quali appunto l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050, sarà a sua volta più ambizioso rispetto al vecchio PER, sia per quanto riguarda gli obiettivi generali da raggiungere che i relativi tempi di realizzazione, che vengono così accorciati cercando di accelerare il processo di riconversione energetica basato sulle fonti rinnovabili.
Ad esempio, rispetto al vecchio Piano, che puntava a ridurre i consumi energetici del 30% e a raggiungere il 38% di utilizzo di energia rinnovabile entro il 2050, nel nuovo PER invece prevediamo di ridurre i consumi energetici del 40% nei settori edilizia e mobilità e del 10% nel settore Industria e raggiungere una quota di energia rinnovabile rispetto al consumo lordo tra il 32% e il 40% entro il 2030. In sintesi, alziamo l’asticella dei target da raggiungere e anticipiamo di 20 anni.
Un altro elemento chiave del nuovo PER, fondamentale per favorire l’abbandono delle fonti fossili nel Lazio, è il fatto che non abbiamo previsto nuovo gas. Diamo un’ulteriore spinta alla decarbonizzazione, attraverso una serie di strumenti e azioni in favore delle rinnovabili, come ad esempio la scelta di quintuplicare, già a partire dal 2030, con 340 MW complessivi, la quota di eolico attualmente installato nella nostra regione.
Cambiamenti energetici, non c’è più tempo
Tutti ricorderemo infatti le immagini degli sconvolgimenti climatici negli Stati Uniti la scorsa estate, con temperature record di quasi 50 gradi, che hanno fatto registrare centinaia di vittime e numerosi danni alla popolazione e all’ambiente. O la stagione degli incendi in Australia, negli anni 2019-2020, che ha lasciato dietro di sé una devastazione fatta di desertificazione e riduzione di preziosi ecosistemi e habitat naturali. Il 2050 sembra una data lontana ma in verità eventi catastrofici come questi ci dicono che dobbiamo sbrigarci: ormai non c’è più tempo, bisogna agire ora.
Come esseri umani la vita ci insegna che abbiamo un tempo finito davanti a noi, ma invece viviamo come se non dovessimo mai morire, come se avessimo un tempo infinito a disposizione. Eppure, in questo momento storico stiamo assistendo a un evento epocale, quale la pandemia covid19 appunto, che da un paio d’anni ce lo ricorda quotidianamente. Un memento mori che, com’è stato detto più volte, ci ha costretto a ripensare il nostro modo di vivere su più fronti. Un processo di riconversione che proprio per la sua complessità deve coinvolgere le Istituzioni e tutti gli altri attori coinvolti, dalle imprese alle associazioni fino alle comunità locali, a tutti i livelli.
Il Parco eolico offshore di Civitavecchia e il portale web Lazio Energetico
Un obiettivo per raggiungere il quale è strategico il progetto del Parco eolico offshore di Civitavecchia, il primo galleggiante d’Italia, da 270 MW iniziali, per 540 addetti complessivi, aumentabili fino a 1 GW e per un totale di 1.000 posti di lavoro, da realizzare contestualmente alla dismissione della vecchia centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord.
Abbiamo inoltre introdotto una serie di strumenti e avviato diverse iniziative, quali: il portale web Lazio Energetico assieme ad ANCI, per supportare le amministrazioni locali nel processo di transizione, una guida per muoversi fra nuovi bandi e normative; istituito un Gruppo Tecnico Interdisciplinare per mappare le aree non-idonee all’installazione di impianti da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), in modo da salvaguardare l’equilibrio fra tutte le attività dei nostri territori, in primis il nostro prezioso suolo agricolo, e allo stesso tempo dare certezza alle imprese delle rinnovabili su dove poter investire, anche attraverso una semplificazione delle procedure. E ancora: sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), stanziando ben 2,1 milioni di euro nell’ultima legge di bilancio regionale e dedicandovi un tour nelle province del Lazio, in collaborazione con l’Università La Sapienza, ANCI ed UNCEM, per spiegare ai sindaci come far nascere una CER sul proprio territorio.
Il bando Lazio in transizione
A questo si aggiungono due importanti bandi della Regione, come quello da 10 milioni di euro per contributi a fondo perduto a Piccole e Medie Imprese e a titolari di licenza Taxi e NCC per l’acquisto di mezzi di trasporto poco impattanti sull’ambiente e il bando di idee “Lazio in Transizione”, per raccogliere input utili all’elaborazione del Piano Regionale della Transizione Ecologica e all’assegnazione delle risorse del PNRR e degli altri fondi Ue e che ha raccolto ben 470 progetti da enti locali, imprese, istituti di ricerca, associazioni, professionisti e altri attori pubblici e privati del Lazio su otto aree tematiche (idrogeno; smartgrid, mobilità elettrica e accumuli; gestione della risorsa idrica; economia circolare; patrimonio naturale/biodiversità; cura del territorio, aree dismesse e aree a rischio; comunità energetiche; agrifotovoltaico). Una grande consultazione che ci ha permesso di sondare bisogni e competenze presenti sul nostro territorio.
Conclusioni
Questo ampio processo della transizione ecologica, che include tra le altre cose la riconversione energetica, è accompagnato e sorretto dalla digitalizzazione che ne rappresenta l’infrastruttura portante. Tra i vari provvedimenti previsti dalla Regione, quello principale su cui si sta concentrando il nostro Assessorato è la nuova Agenda Digitale 2021-2026, da adottarsi a breve, in cui verranno definiti i contenuti programmatici di tutte le azioni che verranno avviate nei prossimi anni, con l’intento di favorire sempre più la trasformazione digitale della nostra Regione secondo quattro assi fondamentali:
- infrastrutture abilitanti (reti fisse e mobili, cloud, intelligenza artificiale, infrastrutture di ricerca, tecnologie emergenti per i processi amministrativi e produttivi);
- cybersecurity (interventi per rafforzare le difese cyber degli enti locali, voucher e finanziamenti per aiutare le imprese a difendersi dagli attacchi cyber);
- competenze delle persone (potenziamento digital skills di cittadini, lavoratori, imprenditori e manager);
- accessibilità (alla rete, all’identità digitale, ai dati, alla sicurezza, attraverso voucher, attività di promozione e facilitazione).
E con un focus dedicato ai FabLab, quale fucina di talenti e competenze nel campo dell’innovazione, applicata anche a materiali e processi ecosostenibili.