TRANSIZIONE ENERGETICA

Industrie Energy, i punti chiave della transizione energetica: cosa sta facendo Eni



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Affrontare la transizione energetica in modo equo, affiancando alla sostenibilità ambientale la dimensione sociale della trasformazione, richiede alle aziende del settore Energy interventi su più fronti: un esempio è il percorso intrapreso da Eni

Pubblicato il 5 lug 2024



Scenari energetici: l'Italia è troppo cauta

Il processo di transizione energetica richiede alle aziende del settore energetico un approccio olistico, che preveda investimenti e interventi su diversi fronti. Intraprendere un processo di cambiamento verso maggiore sostenibilità è certamente necessario per adeguarsi agli indirizzi internazionali, in particolare all’obiettivo di decarbonizzazione entro il 2050 fissato dall’Unione Europea e agli accordi siglati nell’ambito della Cop28, ma non bisogna ridurre questa rivoluzione a un mero obbligo di compliance.

Infatti, svolte come la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, la ricerca nelle fonti rinnovabili, l’adozione di innovazioni che aiutano a svolgere le proprie attività in maniera più ecologica e l’attenzione all’impatto socioeconomico nei territori dove si opera sono priorità da considerare per elevare l’industria dal punto di vista etico, ambientale e reputazionale. Per capire quali sono i punti chiave da gestire nel corso del percorso di transizione energetica, può essere utile analizzare il report Eni for 2023 – A just transition, che illustra i passaggi affrontati da Eni per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità e capire a che punto si trova di questo percorso.

Ridurre le emissioni

Implementare strategie per ridurre le emissioni di gas serra è uno step prioritario per allinearsi agli obiettivi internazionali di decarbonizzazione e alle politiche di sostenibilità, sia nel contesto dell’Unione Europea che degli accordi Cop28. Uno strumento fondamentale per riuscire a raggiungere questi traguardi è investire in ricerca e sviluppo. Come si legge nel report, Eni ha ridotto del 40 per cento i valori relativi alle emissioni Scope 1 e 2 di gas serra nel settore upstream, relativo alle attività di esplorazione, estrazione e produzione di idrocarburi. Nel corso del 2023 in particolare Eni ha apportato una riduzione del 20 per cento delle emissioni di metano nel medesimo settore, grazie anche alle campagne di misurazione e reporting, la cui accuratezza ha permesso ad Eni di ottenere il riconoscimento di “Gold standard” nel quadro del programma Oil&Gas methane partnership 2.0 promosso dall’United nations environment programme (Unep). Sono stati avviati anche investimenti per ridurre le emissioni nel settore oil and gas e potenziare il portafoglio gas, in particolare con il taglio del nastro al progetto Congo Lng e l’acquisizione di Neptune energy.

Un altro passo il cui impatto è rilevante per questo obiettivo è quello di stringere partnership internazionali, per unirsi e affrontare insieme la transizione energetica condividendo esperienze, best practice e competenze. Eni, ad esempio, negli ultimi anni ha avviato collaborazioni con Adnoc negli Emirati Arabi Uniti, Egas in Egitto e Sonatrach in Algeria.

Investire nelle rinnovabili

Eolico, fotovoltaico, ma anche soluzioni di bioraffinazione per ridurre l’impatto dei trasporti, settore quest’ultimo che da solo causa un quarto delle emissioni di anidride carbonica (Fonte Commissione UE). Le fonti rinnovabili offrono un campo interessante di ricerca e, soprattutto, sono un punto di riferimento per le aziende che affrontano la transizione energetica. Investire in rinnovabili è parte della strategia per una proficua trasformazione.

Dal report 2023 emerge che Eni, attraverso la sua controllata Plenitude, ha raggiunto i 3 GW di capacità di energia rinnovabile installata, con l’obiettivo di superare gli 8 GW entro il 2027. Questo è possibile attraverso nuovi impianti fotovoltaici ed eolici anche offshore. Per esempio, a settembre 2023 Plenitude ha realizzato un parco fotovoltaico in Kazakhstan, con un totale di novantatremila pannelli solari per una capacità di 50 MW, sviluppato su cento ettari di terreno. A proposito invece della mobilità sostenibile Eni ha investito aumentando i punti di ricarica per la mobilità elettrica e, con la nascita di Enilive e grazie ai processi di bioraffinazione, ha iniziato la commercializzazione diretta dei biocarburanti come HVolution che è realizzato totalmente da materie prime rinnovabili. Ulteriore strumento di decarbonizzazione sono le tecnologie di carbon capture and storage, tecnica che indica la raccolta e il confinamento dell’anidride carbonica che viene prodotta dagli impianti industriali, con progetti in Italia e nel Regno Unito.

È importante però anche individuare nuove fonti di energia pulita, investendo ulteriormente nella ricerca per trovare soluzioni innovative ancora inesplorate. È il caso della fusione a confinamento magnetico, che sfruttando i principi fisici delle reazioni nucleari che avvengono all’interno delle stelle è in grado di produrre energia in modo sostenibile. Sviluppare questa tecnologia a livello industriale permetterebbe di arrivare a una vera svolta nel percorso di transizione energetica.

Adottare tecnologie all’avanguardia

E proprio la tecnologia supporta le industrie nella transizione energetica, offrendo nuovi strumenti per trovare alternative sostenibili per svolgere le proprie attività riducendo l’impatto ambientale. È il caso dei supercomputer che, adottando le giuste accortezze come il raffreddamento ad acqua per evitare che tali sistemi abbiano un impatto ambientale dannoso, aiutano le organizzazioni nelle loro attività.

Un esempio è il sistema HPC6 di cui Eni ha avviato la realizzazione quest’anno, in sostituzione degli attuali supercomputer in dotazione all’azienda. La nuova macchina ha una potenza di calcolo che corrisponde a circa seicento milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte ogni secondo: permetterà di svolgere con un minore impatto ambientale i processi di esplorazione dei giacimenti di gas e di potenziare la ricerca sulle fonti rinnovabili, oltre a intervenire in ambiti come la fluidodinamica computazionale e lavorare sullo sviluppo di nuovi materiali.

Ottimizzare gli impatti sociali della transizione energetica

Il concetto di sostenibilità però non si limita all’ambito ambientale, ma riguarda anche gli impatti sociali delle attività legate alla trasformazione energetica. Non bisogna infatti trascurare i rapporti con le comunità dei posti dove le aziende operano, coinvolgere le persone in progetti di sviluppo e partnership, concretizzare azioni positive a livello locale.

Tra i progetti di sostenibilità sociale rilevati nel report Eni for 2023, spiccano per esempio il piano di conversione in bioraffineria della raffineria di Livorno così come il centro Oyo per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, realizzato in Congo. Con l’International labour organization (Ilo) Eni ha invece avviato una partnership per valorizzare la sicurezza sul lavoro delle persone che si occupano di agricultural feedstock, cioè la coltivazione di materie prime necessarie per realizzare prodotti energetici sostenibili. Inoltre, spingere la creazione di nuove competenze in materia energetica è al centro di un progetto di Eni con l’International renewable energy agency (Irena).

Articolo realizzato in partnership con Eni

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